• Community Manager

    @adv said:

    Bancoposta.it è stato revocato e dato a poste italiane. Gli altri due no

    Non vorrei aver sbagliato, sai...dopo due giorni di IAB ero distrutto 😄

    Comunque, in Italia esploderà il mercato dei domini anche quando la comunità dei Domainers farà più comunità, più formazione, più informazione 🙂

    Presto apriremo una sezione dedicata.

    :ciauz:


  • User Attivo

    il problema dei domini .it o in lignau italiana è che, a parte alcuni soggetti, molte aziende non hanno capito che è un driver per fatturato e margini.
    Pensiamo ad una stupidata, d esempio un laboratorio orafo. Oggi vende tramite orifecirei, che applicano ricarichi del 100 - 200%. Cioè un gioiello che dall'orafo viene venduto a 100 euro al dettaglio arriva a costare 250 - 300 euro.
    Perchè l'orafo non valuta di comprare un dominio tipo anelli.it o simili? Probabilmente un tale dominio può essere comprato con 5.000 euro (mia ipotesi).
    Ci fai un sito (bello nella grafica) di presentazione e otimizzato per il seo. Mettiamo che grafica sito, testi e lavoro seo base ti costino altri 5.000 euro, con possibilità di prenotare via internet o con numero verde/telefonico l ostesso gioiello che trovi in orificeria, ma a soli 200 euro (invece che 250 -300 euro). Totale investimento 10.000 euro. Maggior margine sul singolo gioiello di 100 euro (lo vende a 200 direttamente invece che a 100 alla gioielleria). Il cliente risparmia 50 euro e il fatto di poter chiamre un n.tel per info e ordini l orassicura.
    Facciamo finta che questo sito ottenga un discreto risulato seo e un paio di rdazionali in giro e finiscai n qualche directory. Mettiamo così che arrivi a fare 1000 unici al mese di persone in target (30 al gg, circa).
    Data la convenienza dell'offerta, il target centrato su appassionati di gioielli, la grafica professionale, la possibilità di chiamare per telefono per avee info/rassicurazioni/consigli, la possibilità di ordinare via email, form, ecommerce e telefono, abbiamo una conversione del 1,5% (che è buona, ma non super stellare).
    Ergo 1.000 visite al mese generano 15 vendite/mese, cioè 15x12= 180 visite annue. Ognuna delle 180 genera un maggior margine di 100 euro, quindi maggiori margini di 100x180= 18.000 euro
    Quindi 10.000/18.000 x365 = 202 giorni per coprire il costo di startup del progetto. Sfido chiunque a tovare un investimento in beni produttivi che genera flussi di profitto tali da coprire la spesa iniziale solo dopo 202 giorni (spesso servono anni).
    Eppure non succede nulla, e non è colpa del nic, dai domainer di 15 anni con 25 euro, di chi nonvuole fare la fattura per il dominio e compagnia cantando, è un problema di competitività del sistema produttivo, competitività che dipende dall'apertura all'innovazione.

    Perchè succede? L'ho capito martedì sera a cena con un mio amico francese.
    Mi diceva che da lui è normale a 25 anni abitare da soli, metà dei 25enni sono seriamnete fidanzati/sposat ie che il rpimo figlio si ha verso i 26-28 anni. Questo significa che il figlio crece con genitori giovani (a 20 anni di età del figlio i genitori avranno 46-48 anni). Da noi il primo figlio lo fai a 35 anni, ergo il figlio cresce con genitori vecchi, e la vecchiaia riduce l'attenzione all'innovazione e questo permea l'educazione data/il modo di vedere il mondo


  • Super User

    Scusa Mauro, questa tua piccola analisi, è frutto di un lavoro già eseguito, quindi dati esistenti, o è solo una tua stima, basata su altri dati/mercati ?

    Il termine "generano" che hai usato, è basato su delle statistiche di marketing ?


  • Bannato User

    Io ho 27 anni e una figlia...secondo me il problema e' che da noi lo Stato non aiuta i giovani ad essere indipendenti...ma se la vuoi una cosa la fai comunque.
    Per quanto riguarda i domini, io questo mese ne ho venduti 9 (tutti all'estero e tutti sopra i 500 Euro) e di certo non mi lamento mica del mercato nel suo insieme, anzi.
    Il problema secondo me sta nel fatto che in Italia non c'e' una cultura del web ma soprattutto non esiste una cultura liberale del business.
    Qua non si fa impresa soltanto come una questione d'affari, in Italia si fa impresa soprattutto grazie a conoscenze e agganci con lobby e politica.
    Parlando con vari domainer Americani e Inglesi su altri forum ho capito che da loro e' diversa proprio la mentalita': loro i domini li vedono come investimenti, come titoli in borsa o come il mercato immobiliare, in Italia sono visti ancora come semplici indirizzi web e basta.
    Per questo abbiamo un sacco di .it registrati ma a livello economico da noi non rappresentano nulla, ancora.
    I media e le riviste specializzate non aiutano.


  • User Attivo

    x Mauro: il problema è anche quello che in Italia moltissime persone sono ancora restie nel comprare prodotti online e sopratutto da siti che sono "poco popolari" e imho questo è collegato con quello che hai scritto riguardo a molte ( non tutte ) aziende del settore. Ma, secondo me dal lato aziende qualcosa si sta muovendo e alcuni iniziano a mostrare interesse.

    x Giorgio: > Comunque, in Italia esploderà il mercato dei domini anche quando la comunità dei Domainers farà più comunità, più formazione, più informazione
    su questo sono perfettamente d'accordo. L'informazione è alla base di tutto.


  • User

    Condivido quando si dice che in Italia esiste poca propensione all'innovazione, condivido un po' meno quando si attribuisce la causa di ciò ai "bamboccioni", si perché in pratica si ritorna al discorso del ministro sui bamboccioni.

    Tutto parte da un sistema che vuole conservare la proprie tradizioni perché queste tengono in piedi i potenti. Più innovazione vuol dire più emancipazione e meno sudditanza. Come conseguenza di ciò la politica non si é mai curata più di tanto di educare i giovani nelle scuole all'uso del pc e della rete, con le conseguenze che vediamo.

    Non credo che stare con genitori vecchi sia di per sé un freno per lo sviluppo di una mentalità moderna. Se la scuola fa la sua parte, un giovane può usufruire di una formazione moderna accompagnata da una sana e "pratica" educazione famigliare. Si sa che spesso sull'onda dell'emotività si fanno enormi sbagli in campo finanziario e l'innovazione genera un sacco di emotività e da l'mpressione che tutto sia diverso rispetto al passato invece poi alla fine si ricade sempre negli stessi errori. Pensiamo alla bolla scoppiata nel 2001, chi l'ha vissuta se la ricorda molto bene e lì probabilmente qualche figlio avrà detto : "se avessi ascoltato i miei vecchi...." 🙂

    Anche per questo motivo penso che nel valutare i domini, qui in Italia, é meglio non applicare le stesse regole che valgono altrove. Meglio guardare ai fondamentali e alla probabilità di vendita nei prossimi 1-2 anni e non di più. Senza fare investimenti rilevanti in vista di una rivalutazione tra 10 anni o su di lì ;).


  • User

    Ciao,
    dopo l'evento di Roma (e dopo un paio di giorni di ferie) è stato un piacere vedere la vivace discussione animata dal post di Giorgio, che ringrazio sinceramente. Sarebbe difficile riprendere, con alcuni giorni di ritardo, tutti i punti e domande che sono stati posti e trattati finora, vorrei fare una breve "scheda" riassuntiva.

    1. L'evento di Roma è stato il primo nel suo genere in Italia, e si ripeterà (spero) con cadenza annuale. Gli scopi dell'evento erano: a. presentare lo stato del mercato secondario globalmente e in Italia, per gettare una base informativa sul tema, finora mancante; b. gettare le basi per la creazione di una community italiana di domainers professionisti, iniziando dai principali clienti di Sedo. Entrambi questi punti sono stati, credo, raggiunti.
      Gli slide delle presentazioni saranno presto online. Nel frattempo, avrò il piacere di inviare il materiale in formato pdf per email agli interessati: vi pregherei di inviarmi un messaggio privato con i vostri indirizzi email e cercherò di spedirvi il materiale quanto prima.
      Vorrei ribadire un ringraziamento a Giorgio: sia per questo stesso post, sia per la disponibilità a concedere una sezione del forum ai problemi specifici dedicati al mercato secondario. Ci darà il suo sostegno per la creazione di questa comunità di domainers.

    2. Su di un tema molto sentito, da come ho visto, quello dei domini "premium": tutte le definizioni qui presentate sono giuste e corrette. Per quanto ci riguarda, in generale, noi di Sedo (e non entro in ulteriori dettagli) definiamo "premium" un dominio che ha un altissimo valore commerciale e un grande traffico "naturale", indipendente cioè dallo sviluppo di un progetto web che ne aumenti accessi e ranking di visite (giochi.it e viaggi.it potrebbero essere due esempi).

    3.Sui domini .it e sulla LAR: che il meccanismo non sia più così adeguato ai tempi è noto allo stesso registro italiano ed è previsto entro la fine del 2008, da quanto mi risulta, un passaggio ad un sistema sincrono. Il registro italiano è una sezione del CNR, va incontro dunque a numerosi problemi di carattere amministrativo e burocratico che mancano, per esempio, a settori privati, rendendo quindi tutto un po' più lento. Dovremo avere dunque ancora un po' di pazienza prima di avere un organismo più funzionale alle nuove esigenze del mercato.

    1. Sui vantaggi a fini aziendali dei domini generici sono d'accordo con Mauro1978. Molti dei frequentatori di questo forum, ben più esperti di me, potranno descriverne nel dettaglio le ragioni. Io mi limiterei a presentare esempi di grandi aziende internazionali che hanno modificato il proprio brand o hanno acquistato domini generici del proprio settore convinti dell'importanza del generico (ai fini di traffico e a scopo di marketing). Un paio di esempi per tutti: pc.com acquistato da Intel e loans.com di Bank of America (nella presentazione del mio collega Shaun ci sono ulteriori dettagli in proposito).

    Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti (sperando di poter rispondere rapidamente alle domande).
    Ciao a tutti!

    Simone


  • User Attivo

    Ciao Simone,
    prima di tutto volevo dirti che apprezzo molto lo sforzo da parte tua e di Sedo di far crescere il mercato secondario dei domini italiano informando e spingendo gli utenti nella giusta direzione. Sono convinto infatti che per un domainer è molto importante avere una "conferma" di quello che è effettivamente il mercato secondario dei domini, e sopratutto del suo valore, da un'azienda solida e affermata come Sedo. Continuate così!


  • User Attivo

    Grazie Giorgio e grazie anche a te, *Sedoman! (*dai Simone che scherzo!)
    Mi sembra anche a me di capire che ben poco di nuovi in realtà ci sia, insomma, sono diversi anni che si parla del boom del business dei domini, ma ancora di italiani se ne vedono pochi di affari.
    Sarebbe interessante sapere quali domini italiani hanno raggiunto cifre ragguardevoli, sia primari che non.
    Sono rimasto un pò interdetto sull'utilizzo di brand e articolazioni di essi (il caso danone oppure quella della polizia della cittadina inglese).
    Voglio fare un piccolo esempio, un dominio: borsearmani.it/.com oppure cellularinokia.it/.com, oppure, piaggiovespa.it/.com

    In cui ci sono sia il prodotto che il brand che lo produce, come vengono considerate?
    Il proprietario del brand può richiederne l'appropriazione?

    Oppure chessò, il mio vespaspecial.com, non rientrano i nessuno dei casi da sentenza, oppure si?


  • User

    Ciao Alessandrog,

    ti ringrazio per il tuo intervento 🙂
    Per quanto riguarda il mercato secondario, effettivamente il boom è avvenuto, ma lontano dall'Italia. Dopo gli USA (e di riflesso il Canada) solo in Germania e in parte in Gran Bretagna troviamo mercati relativamente maturi. Spagna e Francia si stanno aprendo ad una fase di grande sviluppo, con notevoli e positive sorprese; l'Italia sta assistendo per ora ad una crescita un po' "disordinata". Il fatto che ci siano parecchie offerte di vendita e poche di acquisto indica l'immaturità del mercato. E', in sostanza, ancora un'epoca di acquisto, più che di vendita. Rimando ad una "teoria di sviluppo" del mercato di domini che potrai consultare sulla mia presentazione di Roma, che sarà presto online.

    Per quanto riguarda le domande di natura legale, vorrei dirti di prestare particolare attenzione. In linea di massima, consiglio sempre di "tenersi alla larga" da marchi e brand registrati, come da prodotti noti anche se non registrati. Un uso illecito può causare infatti seri problemi. Qualora avessi casi specifici ti consiglierei di rivolgerti ad un avvocato esperto nel settore, che potrebbe fornirti una consulenza ad hoc. Un consiglio concreto in proposito: l'avvocato Roberto Manno, che ha tenuto un intervento in materia legale all'evento di Roma. E' arbitro per le procedure di riassegnazione dei domini .eu e ha scritto parecchi articoli interessanti in materia su www.interlex.it. Credo che non avrà niente in contrario se segnalo la sua pagina di contatto: www.weblegal.it.


  • Super User

    ciao a tutti
    ma come funziona la compravendita dei domini? :mmm:
    basta registrarli o bisogna avere anche l'hosting? :mmm:
    e con sedo? si propone l'acquisto o la vendita del dominio e il gioco è fatto? tipo e-bay?


  • User Attivo

    Ciao Bmastro,

    si, il dominio (anche senza contenuti) ha il suo mercato, che tramite Sedo (pubblicità per Simone) o anche altri siti come pure eBay, può essere venduto a acquistato tra privati o aziende.


  • User Attivo

    Si, ma se vendi tramite eBay sei più esposto a scammer, mentre su Sedo hai 0% di probabilità di scamm. Io non consiglierei mai la vendita o l'acquisto di un dominio di un certo valore su eBay, meglio sempre affidarsi a servizi di escrow.


  • User Attivo

    Il problema più grosso che riscontro con Sedo è il fatto che il sito non posso più utilizzarlo (spero di non aver sbagliato)
    Nel senso.
    Ho un sito che mi rende un pochettino per via dei contenuti o quant'altro, ma se lo voglio mettere su sedo, i contenuti me li perdo.

    Giusto?


  • User Attivo

    Sbagliato, puoi metterlo in vendita su Sedo ma non in parking. Perdi i contenuti solo se lo metti anche in parking oltre che in vendita, cioè modificando il dns con quello che ti fornisce Sedo.


  • Super User

    ma è stato registrato tutto l'immaginabile, è 20 minuti che provo :impiccato:

    restano solo i nomi composti con i trattini, che non li vuole nessuno, oppure i domini fatti da 3-4 parole, che non mi pare abbiano mercato :mmm:


  • Super User

    finalmente ho trovato 3 domini interessanti. :yuppi:
    e li ho comprati 😮
    Se vi interessa fra qualche giorno vi dico quali sono, così potete o prendermi per il qulo o congratularvi. :():
    Dato che non ci capisco una mazza di queste cose qua, mi interesserebbe sapere il vostro parere per sapere cosa ho combinato. :frust:


  • User Attivo

    @Nullmind said:

    Sbagliato, puoi metterlo in vendita su Sedo ma non in parking. Perdi i contenuti solo se lo metti anche in parking oltre che in vendita, cioè modificando il dns con quello che ti fornisce Sedo.

    Miiittico. Non lo sapevo!
    Provvedo. 🙂


  • Super User

    @Giorgiotave said:

    Magari mi sbaglio io eh, ho preso appunti di fretta 🙂

    auguri
    (e portati un registratore la prossima volta :2:


  • User Attivo

    @bmastro said:

    finalmente ho trovato 3 domini interessanti. :yuppi:
    e li ho comprati 😮
    Se vi interessa fra qualche giorno vi dico quali sono, così potete o prendermi per il qulo o congratularvi. :():
    Dato che non ci capisco una mazza di queste cose qua, mi interesserebbe sapere il vostro parere per sapere cosa ho combinato. :frust:

    daje bmastro,io i miei li ho registrati da ubriaco,vediamo chi ha fatto peggio.
    uhauau 🙂