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architetto: lavoro con partita iva
Ciao, sono Valeria.
Ho appena ricevuto una proposta di lavoro, molto interessante dal punto di vista lavorativo, ma il datore ha deciso che se vorrò lavorare dovrò aprire la partita IVA.
sono un architetto iscritto all'albo dagli architetti della provincia di milano
vorrei sapere quali e quante in termini le percentuali da detrarre.
il datore mi ha proposto una fattura a fine mese di circa 1.300 - 1.400 ? (da questa poi io dovrò detrarre tutto ciò che devo versare).
Inoltre mi ha proposto 3 settimane di ferie pagate ad agosto ed 1 nel periodo natalizio.
Può essere un buon contratto?
E per quel che riguarda le altre eventuali ferie e le malattie (io alla fine sarei assunta come collaboratrice e quindi in teoria potrei prendere dei giorni extra, ma allora questi non saranno pagati?).
sono totalmente ignorante in materia.
grazie.
saluti.
Vale
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Ciao ValeriaMotta e Benvenuta nel Forum GT.
Se sei under35 e quindi ti iscriverai ad inarcassa con le riduzioni (clicca su link verde inarcassa), abbinato al regime fiscale agevolato, viaggerai intorno ai 900/1000 euro.
Naturalmente se intendi 1300/1400 iva esclusaNon posso dirti io se la cifra è adeguata o no (dipende dalla localizzazione geografica - milano è diversa da napoli, dalle tua competenze, ecc).
Posso dirti che ho sentito molto di peggio!
Il fatto di riconoscerti delle ferie (cosa non dovuta) è comunque apprezzabile.Ps: con quelle cifre penso comunque che avrai qualche piccolo problemino con lo studio di settore (a partire dal secondo anno), ma in fondo chi non ne ha?
Ciao
ps: ho variato il titolo del post per facilitarne la comprensione dei contenuti
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Non va bene...
Con la nuova finanziaria (settembre 2007) arriva una bella stretta in merito alla legge Bersani circa la posizione di lavoratore autonomo (ossia liberi professionisti con partita iva).
Vedi anche mia discussione
http://www.giorgiotave.it/forum/consulenza-legale/55224-liberi-professionisti-cambia-la-legge-e-si-perde-il-lavoro.htmlQuesto significa che NON è più possibile lavorare in modo continuativo e protratto nel tempo (esempio contratti a progetto a tempo determinato rinnovati all'infinito) per una società / studio / altro... poiché si configurerebbe la posizione indebita in sostituzione di lavoratore dipendente.
Ossia saresti un dipendente non regolarmente messo a contratto = illecito amministrativo e fiscale.Solo il fatto che ti riconosca ferie pagate, così come il solo dover sottostare ad orari e/o gerarchie aziendali vieni immediatamente inquadrato come "lavoratore dipendente" e non autonomo.
La soluzione?
- Farsi assumere
- Aprire una società (sas, snc,...)... forse.
Un bel casino vero? Mi ci sono ritrovato anche io ed alcuni miei amici...
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Attento Nobytes
Non è la stessa cosa il tuo lavoro (assistenza tecnica) con la libera professione di architetto.
ValeriaMotta (ma comunque in generale tutti gli arch e altri professionisti) può tranquillamente fatturare a chicchessia le sue prestazioni (e non è detto che debbano essere regolate da contratto), risultando ai fini fiscali di lavorare a casa e con mezzi propri, non disdegnando tra l'altro di prendere contemporaneamente incarichi da altri, quando gli capitano sotto mano...Per il discorso di "coprire" effettivamente ruoli da dipendente mascherati con partita iva possiamo essere d'accordo... ma ai fini strettamente legali no.
Ciao
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Non è questo il punto... la finanziaria non fa distinzione di categoria e la stessa appartenenza o iscrizione ad albi vari non esula dal presupposto di essere conforme ai seguenti presupposti:
- la prevalenza del lavoro personale del prestatore d'opera sui beni impiegati nell'attività
- l'assenza di vincolo della subordinazione (esempio ferie concordate, assenze/permessi, gerarchie aziendali)
- la libera pattuizione del compenso (non potrebbe quindi fatturare a quota fissa di 1300 come stabilito)
- l'assunzione a carico del lavoratore degli oneri relativi all'esecuzione della prestazione e del rischio inerente l'esecuzione medesima.
Se quindi si trovasse a lavorare in uno studio di architettura utilizzando anche solo strumentazione "non propria", mantenendo regolarità nelle presenze e nelle fatture, si vengono a perdere i requisisti preposti al lavoratore autonomo.
L'attività svolta dalla nostra nuova amica si terrà infatti presso lo studio a quanto lasciato intendere.
Basta una semplice visita dell'ispettorato del lavoro a far rilevare la posizione illecita, con le conseguenze del caso.Vi è infatti una precisa distinzione...
- DISTINZIONE DEL REDDITO DI LAVORO AUTONOMO RISPETTO AL REDDITO DI LAVORO SUBORDINATO.
L’effettivo elemento distintivo del rapporto di lavoro subordinato da quello autonomo o parasubordinato, è rappresentato dal vincolo di soggezione del lavoratore subordinato al potere organizzativo, direttivo e disciplinare del datore di lavoro.
Infatti, i rapporti di lavoro caratterizzati dall'autonomia della prestazione, sono caratterizzati dall'estraneità del prestatore rispetto all'assetto organizzativo del committente.
In base a quanto stabilito dalla giurisprudenza sono indici incontrovertibili della sussistenza di un rapporto di lavoro di natura subordinata :
a) l’assenza, in capo al lavoratore, di un'autonoma organizzazione imprenditoriale;
b) il mancato assoggettamento al rischio dell’attività svolta;
c) l’assoggettamento al vincolo organizzativo, gerarchico e disciplinare del datore di lavoro;
oltre che...
- IRRILEVANZA DELLA ISCRIZIONE IN ALBI O ORDINI PROFESSIONALI O DELLA ILLICEITA’ DELL’ATTIVITA’ AI FINI DELLA QUALIFICAZIONE DEL REDDITO DI LAVORO AUTONOMO
Altro elemento da considerare, al fine di configurare il reddito di lavoro autonomo, concerne le attività per l’esercizio delle quali è necessaria la iscrizione in albi o ordini professionali.
Consolidata prassi e giurisprudenza ha affermato che non è necessaria la iscrizione in albi o ordini al fine di configurare una attività quale lavoro autonomo.
La qualificazione, infatti, prescinde dalla eventuale assenza di iscrizione in apposito albo o ordine, quando per l’esercizio dell’attività ne è necessaria la iscrizione (p.e. avvocato).
Tanto considerato che la produzione del reddito di lavoro autonomo può derivare anche da attività considerate illecite in quanto esercitate in assenza di autorizzazioni volute dalla legge.
Anche per quanto concerne la eventuale illiceità della attività esercitata si ritiene che sia irrilevante al fine della qualificazione del reddito di lavoro autonomo.
Infatti, l’art. 14, L. 537/1993, rubricato “Razionalizzazione e soppressione di agevolazioni tributarie e recupero di imposte e base imponibile” dispone che nelle categorie di reddito previste dall’art. 6 TUIR devono intendersi compresi, se in esse classificabili, anche i proventi derivanti da attività qualificabili come illecito civile, penale o amministrativo.
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Ciao Nobytes...
che dire! Ne prendo atto!
Personalmente sia io stesso (sono architetto, e tra l'altro percentuale alta dei miei introiti è costituita da una collaborazione con uno studio professionale) sia tramite la mia cerchia di conoscenze, sia tramite la stampa specializzata della mia categoria, non ho ancora sentito problematiche inerenti questa nuova regolazione che hai citato.Quindi è giusto quello che hai fatto notare - giusto non mettere la testa sotto la sabbia - ma se vengono ancora proposti contratti con partita iva (naturalmente se economicamente convenienti) perchè non approfittarne?
Quindi, nel caso specifico di ValeriaMotta direi di andare avanti...
poi chi vivrà vedràciao
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non sai quanto ci sono rimasto male anche io...
considera comunque che è una stretta arrivata con la finanziaria di settembre 2007... e il bello con valore retroattivo da Gennaio 2007.
E' quindi possibile che la notizia comincerà pian piano ad arrivare e a farsi conoscere, sia per le grandi società che per i piccoli studi.Un esempio: un mio collega aveva ricevuto a metà ottobre una bella offertina simile in partita iva. Venerdì scorso (quindi circa 20 giorni dopo)... "ehm... guardi ci sono delle difficoltà, potremmo tenerla in considerazione solo per qualche mese, poi andrebbe regolamentata la sua posizione in modo differente... ci dispiace."
Ecco una società che ne ha avuto notizia da poco.
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intendiamoci... secondo me le varie associazioni cominceranno ad incaz....arsi per bene e non è detto che questa legge resti come è adesso.
Ma nel frattempo il problema sussiste.
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@lorenzo-74 said:
Non posso dirti io se la cifra è adeguata o no (dipende dalla localizzazione geografica - milano è diversa da napoli, dalle tua competenze, ecc).
nn non h caapito che vorresti dire
e perchè roma non è diversa da milano????:p:p:p:p:p
ovviamente scherzo scusate dell'OT
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@fabioalessandro said:
nn non h caapito che vorresti dire
e perchè roma non è diversa da milano????:p:p:p:p:p
ovviamente scherzo scusate dell'OTE' una constatazione; dovuta a qualche anno di attiva militanza - ora conclusa - in un forum di architetti (con un target al 99,99% costituito da giovani) di cui naturalmente non faccio il nome.
La domanda "quanto chiedere" era all'ordine del giorno.
Il quadro era (ed è) abbastanza chiaro.
La retribuzione varia paurosamente da zona a zona; Milano ed alcune aree del nord sicuramente è un'isola "felice", a Roma c'è una situazione intermedia, mentre ci sono diversi contesti (per la maggior parte ubicati in aree depresse) dove c'è veramente una situazione disastrosa; non erano rari i casi di chi diceva di prendere rimborsi spese di 300-400 euro per 8 ore di lavoro...Comunque con questo non ho di certo scoperto l'acqua calda
Ciao
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no certo
scherzavo
ti assicuro che quando facevo la pratica il mio dominus mi dava 300 (non euro ma lire) al mese
ed ero tra i più fortunati