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Grandissima confusione sulla p. iva
Ciao a tutti,
sono giunto a questo forum dopo lunghe ore di ricerche nella rete per capire come iniziare la mia attività di veterinario e vi devo fare i miei complimenti perché ho capito di più leggendo i post di questo forum che nel resto del web.
Purtroppo però dato il mio rifiuto nei confronti di questi argomenti, la chiarezza è ancora lungi dall'arrivare.
Sono un veterinario che dovrebbe iniziare un rapporto di collaborazione con un ambulatorio associato, di conseguenza devo aprire la partita iva. Per informarmi, oltre al web, ho avuto un colloquio con un addetto della agenzia delle entrate, con un commercialista della confartigianato e con un commercialista con studio privato; dagli ultimi due inoltre mi sono fatto fare due preventivi per la tenuta delle scritture contabili.
Primo grande polverone: il regime fiscale aggevolato per le nuove iniziative di lavoro autonomo oppure semplificato per i contribuenti minori? Secondo l'Agenzia delle Entrate e il commercialista privato mi converrebbe il reg. fiscale aggevolato e poi, eventualmente, il passaggio a quello dei contribuenti minori dopo i primi due anni. Secondo invece il commercialista della Confartigianato il regime per i contribuenti minori è l'unico disponibile perché non esiste più il reg. fiscale aggevolato per il 2008; al massimo dovrei dichiarare l'inizo di attività gli ultimi giorni del 2007 e di conseguenza fare la dichiarazione dei redditi per quei pochi giorni.
Secondo grande polverone: le scritture contabili da tenere. Secondo l' Agenzia delle entrate non devo tenere niente tranne che le fatture numerate. Secondo il commercialista della Confatigianato devo tenere le fatture, tenere un registro cespiti (che ho solo una vaga idea di cosa sia) e fare un bilancio (ma sono una impresa?!? ). Secondo il commercialista privato non devo fare un bilancio ma forse dovrò pagare l'IRAP (evvai un'altra imposta ). L'unica cosa su cui sono d'accordo è che devo liquidare l'iva una volta all'anno.
Infine i preventivi: diciamo che andando da uno rispetto che l'altro risparmio circa 250 euro, ma uno ha già altri veterinari che segue, per l'altro sarei il primo. Tenete conto che il mio reddito annuale dovrebbe aggirarsi sui 6000 euro lordi e quindi quei 250 euro mi fanno la differenza.
Mi fermo qui, ho già messo troppa carne al fuoco. Si accettano suggerimenti e critiche tranne sul metodo di suicidio: l'ho già scelto.
A parte gli scherzi mi aiutate a capirci qualcosa?
Grazie per l'attenzione.Ciao
Matteo
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@Azathoth said:
Ciao a tutti,
sono giunto a questo forum dopo lunghe ore di ricerche nella rete per capire come iniziare la mia attività di veterinario e vi devo fare i miei complimenti perché ho capito di più leggendo i post di questo forum che nel resto del web.
Purtroppo però dato il mio rifiuto nei confronti di questi argomenti, la chiarezza è ancora lungi dall'arrivare.
Sono un veterinario che dovrebbe iniziare un rapporto di collaborazione con un ambulatorio associato, di conseguenza devo aprire la partita iva. Per informarmi, oltre al web, ho avuto un colloquio con un addetto della agenzia delle entrate, con un commercialista della confartigianato e con un commercialista con studio privato; dagli ultimi due inoltre mi sono fatto fare due preventivi per la tenuta delle scritture contabili.
Primo grande polverone: il regime fiscale aggevolato per le nuove iniziative di lavoro autonomo oppure semplificato per i contribuenti minori? Secondo l'Agenzia delle Entrate e il commercialista privato mi converrebbe il reg. fiscale aggevolato e poi, eventualmente, il passaggio a quello dei contribuenti minori dopo i primi due anni. Secondo invece il commercialista della Confartigianato il regime per i contribuenti minori è l'unico disponibile perché non esiste più il reg. fiscale aggevolato per il 2008; al massimo dovrei dichiarare l'inizo di attività gli ultimi giorni del 2007 e di conseguenza fare la dichiarazione dei redditi per quei pochi giorni.
Secondo grande polverone: le scritture contabili da tenere. Secondo l' Agenzia delle entrate non devo tenere niente tranne che le fatture numerate. Secondo il commercialista della Confatigianato devo tenere le fatture, tenere un registro cespiti (che ho solo una vaga idea di cosa sia) e fare un bilancio (ma sono una impresa?!? ). Secondo il commercialista privato non devo fare un bilancio ma forse dovrò pagare l'IRAP (evvai un'altra imposta ). L'unica cosa su cui sono d'accordo è che devo liquidare l'iva una volta all'anno.
Infine i preventivi: diciamo che andando da uno rispetto che l'altro risparmio circa 250 euro, ma uno ha già altri veterinari che segue, per l'altro sarei il primo. Tenete conto che il mio reddito annuale dovrebbe aggirarsi sui 6000 euro lordi e quindi quei 250 euro mi fanno la differenza.
Mi fermo qui, ho già messo troppa carne al fuoco. Si accettano suggerimenti e critiche tranne sul metodo di suicidio: l'ho già scelto.
A parte gli scherzi mi aiutate a capirci qualcosa?
Grazie per l'attenzione.Ciao
Matteo
Da quanto leggo lascerei perdere il "commercialista" dell'ente citato.
Ma sarà un commercialista? Ragioniere? Dottore commercialista? o che altro?
Il regime delle nuove iniziative non è stato abolito.
L'anno scorso è stato abolito il vecchio forfettario e da quest'anno anche il neo regime della franchigia.
Comunque, per un reddito così basso direi che la scelta va fatta tra il regime delle nuove iniziattive e quello ordinario.
Se prevedi che nei prossimi due anni il reddito possa salire anche oltre i 10.000 opterei sicuramente per il primo.
Nel caso invece ritenessi di optare da subito per l'ordinario, avendone i requisiti, potresti optare a decorrere dall'anno 2009 per quello dei minimi (ma ricorda che se non lo fai da subito o al massimo per il 2009 devi rimanere nell'ordinario per almeno tre anni - 2008 - 2009 - 2010).
Inoltre, per valutare meglio la situazione, bisognerebbe conoscere se hai familiari a carico, oneri deducibili e/o detraibili, ecc....
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Lui si è dichiarato commercialista, altro non ti posso dire.
Comunque per rispondere in parte alla tua domanda chiarifico meglio la mia posizione.
Non ho familiari a carico e vivo con i miei. Non ho altra fonte di reddito né prevedo di averne altre almeno per il primo anno. Posso sicuramente dedurre i contributi previdenziali versati all'ENPAV (Ente Nazionale Previdenza e Assistenza dei Veterinari) circa 950 euro e probabilemente l'iscrizione all'albo circa 150 euro.
Infine potrei detrarre i costi relativi all'iscrizione alle varie società culturali e gli abbonamenti alle riviste specialistiche e, si spera, i seminari obbligatori per l'acquisizione dei crediti della formazione continua.
Che casino....
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ciao Azathoth e benvenuto nel Forum GT
Beh... considera che ogni regime fiscale ha i suoi pro ed i suoi contro!
Partendo come dato di base il tuo compenso di 6000 euro l'annuo, se si prende in considerazione l'importo di tasse da pagare, conviene certamente il regime ordinario, visto che hai l'abbattimento della no tax area (o detrazioni come si chiamano ora), considerato che puoi anche dedurre i contributi previdenziali. C'è però il rovescio della medaglia! Certamente se ti mantieni su questi compensi col regime ordinario (ma anche con quello agevolato) avrai problemi con lo studio di settore! Un altro dato negativo è che dovrai affidare la tua contabilità ad un commercialista!
Col regime dei contribuenti minimi non avrai l'effetto della no tax area, ma almeno avrai la dispensa dal presentare lo studio di settore. E quindi la richiesta di adeguamenti secondo il compenso puntuale di riferimento!
Il regime agevolato per le nuove iniziative ha nel tuo caso diversi lati negativi, visto che è meno conveniente di quello ordinario visti i tuoi compensi, non ti da la possibilità di dedurre i contributi previdenziali, e non ti esonera dal presentare lo studio di settore ne di pagare l'irap!Per chiudere, dire con certezza quale regime può fare al caso tuo è difficile! Valuta però che non è detto, specialmente per compensi bassi, che i regimi agevolati siano veramente più convenienti!
ciao
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Mi era stato detto però che il regime aggevolato prevede lo studio di settore solo l'ultimo dei tre anni di durata e che l'irap non l'avrei pagata perché sono al di sotto del minimo.
Il mistero si infittisce...
Grazie dell'aiuto.
Ciao
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ciao Azathoth
due precisazioni
per quanto riguarda lo studio di settore, sei esentato solo il primo anno di attività; a partire dal secondo anno, salvo casi particolari, ne sarai sempre soggetto
per quanto riguarda l'irap, il fatto che tu non debba pagarla non vuol dire che ne sei esentato; in effetti avendo l'irap una soglia di 8000 euro sotto la quale l'impota non si paga, tu essendo sottosoglia non avrai da versare nulla; la dichiarazione annuale irap però dovrai comunque farla.
Ciao
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Non si finisce mai di imparare.
Comunque da quello che ho capito mi conviene la contabilità ordinaria o il "forfettone" dovendo scegliere di che morte devo morire. Oppure lancio in aria una moneta.Ciao