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- Confindustria decide l'espulsione per chi paga il pizzo alla mafia
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Io comprendo il messaggio di Percaso ma non può essere assolutamente accetabile.
E' purtroppo verissimo che in certi luoghi, vivere, costruirsi un attività, scendere anche solo a mangiare un gelato in piazza vogliano dire avere coraggio e che parlare è semplice se non si vive in quei contesti e in quelle situazioni.
Ma se non insegnamo ai nostri giovani, con le nostre stesse azioni che è il singolo cittadino a fare la differenza con le proprie azioni e scelte, ci voranno sempre più eroi che verranno di nuovo abbandonati dalla società e dallo Stato come è già successo per chi ha cercato di lottare contro la mafia ed è morto.
Quello della Confindustria è un segnale, è ovvio che deve essere accompagnato dall'appoggio a chi denuncia, a chi ha paura di farlo ma vorrebbe, appoggiare per esempio le associazioni antiracket che in alcune parti di Italia svolgono il lavoro che dovrebbe fare lo Stato a loro rischio e pericolo.
Proprio Falcone che avete nominato diceva: "Perchè una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perchè prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere".
Non si può pensare di dire che l'omertà (perchè di questo si tratta, anche se per paura e terrore comprensibili) aiuta la lotta contro la mafia.
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@Vampiretta said:
Quello della Confindustria è un segnale, è ovvio che deve essere accompagnato dall'appoggio a chi denuncia, a chi ha paura di farlo ma vorrebbe, appoggiare per esempio le associazioni antiracket che in alcune parti di Italia svolgono il lavoro che dovrebbe fare lo Stato a loro rischio e pericolo.
Proprio Falcone che avete nominato diceva: "Perchè una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perchè prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere".
Non si può pensare di dire che l'omertà (perchè di questo si tratta, anche se per paura e terrore comprensibili) aiuta la lotta contro la mafia.
Ciao Vampiretta, accetto il tuo sentimento di fastidio che hai contro questo fenomeno che non è solo in Sicilia ma sparso nel mondo.
Ma avvolte mi capita spesso di trovarmi diviso nell' azione da tenere contro tale fenomeno.
La mafia ha anche le sue relazioni internazionali e nazionali, apparati statali avvolte sono scesi a compromessi con la mafia e questo è detto dai media.
Quindi è giusto che si condivida il fatto che ognuno debba fare il proprio dovere, ma esiste un dovere da cittadino che è diverso in qualcosa da quello di un'autorità, ad esempio un cittadino non può arrestare nessuno, o non può dirigere un'operazione di polizia a meno che non diventi qualcuno di autorevole ma ci vuole tempo e principalmente permessi.Quindi qual è il dovere di cittadino e quello dello Stato?Vedo male il fatto che si dica di contrastare la mafia e non provare a distruggerla, per me è assurdo che si chieda un impegno ai cittadini se poi le autorità fanno affari con la mafia visto il volume d'affari e chissa per quali altri motivi, ma a loro volta anche i cittadini fanno affari o accettano la mafia come se dovrebbe esserci e basta.
Ora siamo abbastanza divisi alcuni vogliamo sconfiggere la mafia, stà a vedere con quale mezzi, ed altri ne accettano l'esistenza nel proprio territorio secondo forse un programma, ma resta il fatto che la mafia o meglio l'immoralità dilagano sempre di più.
L'unica via è imparare a comportarsi bene e combattere avendo come punto di riferimento un buon esempio.
Quando propongo di abolire quella legge che accusa di favoreggiamento chi paga il pizzo è una forma di dovere che esprimo verso il popolo e lo stato.
Praticamente una legge del genere chiude di più il commerciante o imprenditore sotto la morsa del raket, che avrebbe interesse a non fare più azioni palesi magari e al tempo stesso potrebbe aumentare la forza oppressiva giocando anche sul fatto che l'imprenditore sia gravato anche da questo fatto.Il male non è solo mafia ma è anche altro, il nostro dovere è combatterlo quindi è inevitabile che ci scontriamo anche con il fenomeno mafioso, sia per non essere mafiosi sia per guerreggiare contro il fenomeno.
[...]
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Lodevole e importante l'iniziativa di Confindustria Sicilia di espellere gli associati che pagano il pizzo. Però, sapete quante sono le imprese associate a Confindustria? Ad es. nella provincia di Catania? E' possibile leggere il dato direttamente dal sito di www.assind.ct.it: 600 imprese associate e 150 imprese aggregate con un numero di addetti che supera le 13mila unità. Secondo l'ultimo censimento ISTAT dell'industria e dei servizi (2001) in provincia di Catania esistono 55.799 imprese per 224.846 addetti. Per cui a Catania, Confindustria rappresenta poco più dell'1% dell'intero sistema produttivo provinciale. Credo che la situazione non sia diversa nel resto della Sicilia. Il problema rimane serio e temo che l'iniziativa di Confindustria resti limitata: di grande portata mediatica ma di scarso risultato pratico. Spero davvero di sbagliarmi. Spero che un sassolino smuova uno stagno paludoso.
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Lodevole e importante l'iniziativa di Confindustria Sicilia di espellere gli associati che pagano il pizzo. Però, sapete quante sono le imprese associate a Confindustria? Ad es. nella provincia di Catania?
E' possibile leggere il dato direttamente dal sito di www.assind.ct.it: 600 imprese associate e 150 imprese aggregate con un numero di addetti che supera le 13mila unità. Secondo l'ultimo censimento ISTAT dell'industria e dei servizi (2001) in provincia di Catania esistono 55.799 imprese per 224.846 addetti. Per cui a Catania, Confindustria rappresenta poco più dell'1% dell'intero sistema produttivo provinciale. Credo che la situazione non sia diversa nel resto della Sicilia. Il problema rimane serio e temo che l'iniziativa di Confindustria resti limitata: di grande portata mediatica ma di scarso risultato pratico. Spero davvero di sbagliarmi. Spero che un sassolino smuova uno stagno paludoso.
Yeast
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Io concordo che il cittadino può fino ad un certo punto, ma il problema della mafia non è solo di ordino pratico, di mettere in carcere, etc c'è dietro anche tutto un fenomeno culturale che deve cambiare. E non può cambiare con i carri armati in città.
Se anni fa la magia faceva affari con gli organi statali e con i politici, ora i mafiosi sono loro stesso in alcuni casi politici. Ha fatto un "salto di qualità" non indifferente. E in questo per quanto mi riguarda ci entriamo anche noi cittadini, in base a chi mandiamo a governarci. So che molti non sono daccordo su questa affermazione ma ion no riesco a pensarla diversamente.
Lo Stato deve agire, deve fare il suo dovere, è essenziale, importante e moralmente corretto. Ma il cittadino deve fare la sua parte.
Finchè voteremo gente per avere la raccomandazione, per avere il posto di lavoro, la pensione di invalidità abusiva, una mano per il figlio disoccupato, o per mandare avanti l'impresa etc etc daremo modo alle mafie tutte di prenere spazio sul proprio terreno. Sicuramente c'è gente che decide di pagare il pizzo perchè ha paura e terrore, ma c'è anche tanta gente che si ritrova il proprio tornaconto seppur minimo, ma non fa altro che far pascere le associazioni mafiose.
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Qualcosa sembra continui a muoversi, e con maggiore convinzione stavolta.
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Palermo si ribella al racket
Gli imprenditori: basta col pizzo**Al teatro Biondo di Palermo non c'era un posto vuoto, a differenza di 3 anni fa quando Confindustria ed i Magistrati di ANM organizzarono il primo Convegno su mafia & racket che andò deserto.
Erano tutti là a ringraziarli per averli liberati da Provenzano e dai Lo Piccolo.
E sorgono iniziative nuove, come il Decalogo del bravo commerciante da contrapporre a quello del bravo mafioso dei LoPiccolo: > "Caro collega, non intrattenere rapporti di alcun tipo con persone sospette, respingi subito ogni richiesta estorsiva, non pensare di trattare con i mafiosi e soprattutto non gestire da solo momenti e decisioni così delicate. L'associazione antiracket che abbiamo costruito serve per aiutarti affinché sia tu stesso a toglierti dagli impicci".
E adesso gli industriali chiedono persino l'iscrizione ad Addiopizzo](http://www.addiopizzo.org/) quell'associazione di giovani che una notte di tre anni fa tappezzarono Palermo con degli adesivi con su scritto:
** "Un popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità".
** ***contro il pizzo cambia i consumi ***
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209 imprenditori e commercianti pizzo-free[/LEFT]
[LEFT]9105 consumatori che li sostengono con i loro acquisti[/LEFT]
[LEFT] 15 associazioni che appoggiano la campagna[/LEFT]
[LEFT]92 scuole coinvolte nella formazione antiracket[/LEFT]
[LEFT]1573 messaggi di solidarietà da tutto il mondo[/LEFT]
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Mi sembra una vincita di una bella battaglia, davvero una bella cosa, qualcosa si smuove finalmente.
Speriamo si possa anche vincere la guerra alle mafie.
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Evidentemente la Confindustria in Sicilia si sta muovendo in modo non molto apprezzato dalla mafia.
A Caltanissetta la scorsa notte un raid vandalico ne ha distrutto la sede; hanno pure rubato CD, file e dati degli iscritti.
Il Presidente degli industriali siciliani Lo Bello fa un'ulteriore passo avanti, dichiarando che espellerà gli imprenditori che in seguito a sentenze giudiziarie risultino collusi.
Questo ci fa pensare dunque che sino ad ora, imprenditori collusi e pregiudicati per mafia hanno fatto tranquillamente parte dell'organizzazione industriale.
Sembrano decisi a muoversi.
A Lo Bello è stata assegnata la scorta.
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Purtroppo è brutto sapere che succedono questi fatti, ma così si ha la certezza che qualcosa si sta smuovendo, che fastiodo lo si sta dando.
E' però brutto pensare che cmq il sistema mafioso è accettato anche da grandi organizzazioni. Ora speriamo davvero li mettano al bando!
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Continuano le iniziative degli imprenditori di Palermo contro la mafia.
A Palermo è nato il primo "Punto Pizzo Free", un supermercato che presenta esclusivamente prodotti provenienti da commercianti e produttori che hanno pubblicamente preso posizione contro la mafia, ribellandosi al sistema delle estorsioni ed aderendo al Comitato Addiopizzo.
Il comitato Addiopizzo presenta la "lista di consumo critico", l'elenco pubblico con i 241 nomi di commercianti ed imprenditori che hanno detto no alla mafia, opponendosi al racket delle estorsioni.
Così i cittadini di Palermo possono sapere e scegliere dove comprare senza di fatto foraggiare le organizzazioni mafiose locali.
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Capperi mi sembrano iniziative straordinarie, daltronde quando si dice l'unione fa la forza. Se si mette all'angolo la mafia con fatti concreti prima o poi qualcosa cambierà. Questi imprenditori hanno tutta la mia stima perchè sicuramente è facile parlare di lotta alla mafia non vivendo in territori tormentati da questa piaga, più difficile è combatterci tutti i giorni!!!