• User Newbie

    srl: Una proposta indecente

    Ciao a tutti,
    è la prima volta che intervengo in questo Forum. L'ho trovato facendo una ricerca su web per un problema che devo affrontare con dei soci di una srl e non so come risolvere.
    Premetto che sono completamente a digiuno di nozioni di società srl o altro, per cui ho bisogno di un supporto da persone esperte e fidate.

    Sono in procinto di formare una società srl con 3 amici, il capitale sarà di 40.000? con quote di 10.000? ciascuno, per un 25% a testa.
    Oggi 2 dei soci, che non hanno molta disponibilità economica hanno chiesto un prestito alla banca di 7000? ciascuno, ed il direttore gli ha consigliato che, per avere anche dei benefici fiscali, sarebbe meglio che il prestito sia richiesto direttamente della società.

    Quindi ci hanno proposto di mettere una qualche clausola (o impegno) nel contratto di srl, in cui si impegnano a versare le rate del prestito alla società che poi deve darle alla banca.

    Questa cosa mi puzza un pò di fregatura.
    Gli altri 2 soci come possono tutelare il loro capitale, nel caso i primi due non possano versare le quote alla società?

    Nel caso di fallimento, mi sembra di capire che noi perdiamo i nostri 20.000? e loro non perdono nulla. E' vero questo?
    C'è un'alternativa che possiamo proporre senza mostrare mancanza di fiducia nei loro confronti?
    Grazie
    Ciao


  • Super User

    Ciao e benvenuto,
    la proposta della banca andrebbe approfondita. Infatti nel momento in cui il prestito viene chiesto dalla società, essendo questa nuova è probabile che vengano chieste le firme di garanzia dei soci (tutti) e quindi i soci che hanno messo di tasca loro il capitale sociale si troverebbero a garantire anche per chi non lo ha messo e non mi sembra il massimo come soluzione.
    Accordi interni su chi paga le rate valgono tra i soci ma non sono opponibili alla banca che chiederà i soldi in prima battuta alla società e poi ai soci garanti.

    La soluzione migliore è quella che chi non ha i soldi si faccia un prestito personale.

    In caso di fallimento è corretta la tua interpretazione.

    Un'alternativa potrebbe essere quella di dividere non equamente le quote con promessa al termine del primo anno ( o prima o dopo) di riequilibrare la situazione.

    Altre alternative personalizzate andrebbero approfondite avendo più dati sull'attività e sulla situazione personale dei singoli soci.

    Fabrizio


  • User Newbie

    Grazie Fabrizio dei suggerimenti,;)
    mi saranno molto utili. ora sono più tranquillo con queste possibili alternative.
    A presto.
    Ciao


  • Super User

    La proposta fatta dalla banca serve a tutelare solo se stessa perché, come ha detto giustamente fab75, nel caso in cui il prestito non fosse onorato la banca si rivolgerebbe in primis alla società coinvolgendo anche i soci che hanno versato di tasca propria la rispettiva quota di C.S.
    Inoltre una società che già in sede di costituzione del C.S. si affida al capitale di terzi già parte con il piede sbagliato andando incontro ad una situazione di sottocapitalizzazione con tutte le preclusioni in termini di deduzione degli interessi passivi. Forse il direttore della banca per benefici fiscali intendeva proprio la deduzione degli interessi passivi da parte della società; deduzione che in base alle nuove norme introdotte dalla Finanziaria 2008 spetterebbe solo nel limite del 30% del R.O.L.
    Saluti.