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- Un sito può sopravvivere senza Google?
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ho letto sul blog quanto accaduto a Robin Good e ovviamente questo ci porta a riflettere sul ruolo di Google nel panorama attuale
per come la vedo io un sito può sopravvivere qualora acquisisce una fama tale da permettergli di proporsi all'utenza in maniera autonoma, ovviamente questi casi si contano sulle dita di una mano....in Italia abbiamo Alice, Libero, Tiscali e qualcun altro, ma la restante parte può subire seri danni da una penalizzazione di Google
questo non tanto per il traffico da motori in sè, che è vitale all'inizio della vita di un sito, ma diventa meno importante quando il sito è conosciuto e vive di vita propria, tuttavia una penalizzazione da parte di Google lo delegittima agli occhi degli utenti e ovviamente lo rende difficilmente trovabile da parte di nuovi potenziali utenti
quindi una presenza su Google è indispensabile alfine di poter acquisire nuovi utenti e poter conservare una reputazione forte....in sostanza l'utente percepisce la presenza su Google come un segno di professionalità, l'assenza come un segno di un sito poco affidabile, quasi fosse un pirata in pieno oceano
è chiaro che l'attuale monopolio di Google è un gran brutto segno per noi altri, in quanto siamo in balia dei suoi algoritmi.....è interessante sempre alfine di capire il rapporto utente-motore di ricerca, notare come Google stesso in Cina sia stato relegato al ruolo di eterno secondo, nonostante i suoi algoritmi siano anni luce avanti rispetto a quelli di Baidu.....questo la dice lunga sull'attaccamento che l'utente ha verso un motore di ricerca, attaccamento che lo porta a percepire il motore come fonte unica di verità
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Quoto in pieno.
L'indipendanza di un sito è inversamente proporzionale al successo del motore.
Ciao
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è la dura legge del gol, se non sei su google non esisti.
possiamo girarci intorno come vogliamo ma è cosi.per quanto riguarda la cina: baidu è usato sopratutto per la ricerca di mp3 e film.
uno delle eredità del socialismo reale di quel paese è la mancanza di leggi sul copyright, cosa che gli permette di invadere i mercati di tutto il mondo con prodotti contraffatti.
se poi ci mettiamo la forte censura sulla rete essere al secondo posto per google non è una sconfitta.
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Mi pare davvero dura fare a meno di google.
Da noi è troppo forte ed ha un monopolio indiscusso.Basta vedere le statistiche e ti accorgi che il 70% dei visitatori arriva da li.
Anche volendo non puoi farne a meno.Quello che però possiamo fare è avere dei piani di emergenza, avere una massa critica garantita da altre fonti, in modo da non risentire, oltre un certo limite, di eventuali pazzie del motore.
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Oggi come oggi non si riesce a fare a meno di Google.
Volenti o nolenti, è una (dura) realtà...
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Quanto ci metterà Ask per diventare concorrenziale?
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Al di là delle risposte scontate, vorrei cercare di capire se impostando una strategia anche a lungo termine -12/24 mesi - si possa in qualche maniera eroredere almeno un 10-20% degli ingressi portati da GG.
Il Tagliaerbe suggeriva nel suo blog di puntare su :
Feed: invogliate i vostri visitatori ad iscriversi al feed RSS. Sempre più utenti utilizzano il proprio feed reader per aggregare contenuti provenienti da più fonti, e per leggerli comodamente da una sola interfaccia (a proposito: anche il TagliaBlog ha un feed!).
Bookmark: strumento un pò anzianotto (e parzialmente soppiantato dai feed), ha però ancora la sua valenza. Essere presenti nei "preferiti" degli utenti pare inoltre che abbia una certa considerazione agli occhi di Google.
Social site: essere segnalati da siti come OkNOtizie o Digg, può portare notevoli picchi di traffico (soprattutto se si parla di post che finiscono in prima pagina su questi importanti siti di news rating). Ovviamente, per ottenere voti e scalare in home page, dovrete produrre contenuti esclusivi e di buona qualità.
mi sembra una strategia lunga, ma che cmq assicura una certa base solida.
A mio avviso l'unica che possa garantire un minimo di stabilità.Voi che ne pensate?
Ciao Angelo
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riguardo i feed sono validi, ma per un'utenza specialistica e tecnica....il blog che hai citato ha un target composto di professionisti IT che usano sempre gli strumenti più avanzati, l'utente comune non ha la minima idea di cosa siano....
stesso discorso vale per i vari siti di social news, etc.... per esempio Technorati ha pubblicato uno studio in cui si rileva che è un 10% di utenti che crea le news ( insomma sempre gli stessi ) e sono utenti legati al mondo IT, professionisti e smanettoni amatoriali
i bookmark sono utili, ma è soprattutto utile il "bookmark psicologico" che si stampa nella mente dell'utente e cioè il brand e relativo indirizzo web ovviamente....un sito di successo è un sito che è in grado di soddisfare il continuo bisogno informativo dell'utente, dandogli le info che richiede e tenendolo aggiornato su quella determinata nicchia di mercato, in questo modo può riuscire a sfuggire all'implacabile tritacarne chiamato Google
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Il problema è sempre lo stesso: come lo dai ad un visitatore il tuo feed, se non ti trova?
Il feed da solo serve al più a fidelizzare.
Per acquisire nuovi utenti, si passa sempre da Google Blog Search (e famiglia).
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@Giorgiotave said:
Avete già pensato ad una strategia?
La strategia dipende dalla tipologia e settore del progetto ed "ovviamente" da come normalmente viene promosso.
Conosco diversi siti (ad esempio locali) che di indicizzato su google hanno solo la home page... ma nel loro mercato di riferimento vanno alla grande...
Il problema di google è solo un problema di promozione.... la promozione su google costa poco (e non mi riferisco al costo del tempo)... la promozione tradizionale costa parecchio a parità di risultato... sempre che non si sia così bravi da innescare un'idea virale che si diffonda rapidamente ed a basso costo.
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@Calabria said:
Quoto in pieno.
L'indipendanza di un sito è inversamente proporzionale al successo del motore.
Ciao
esattamente, piu Google cresce piu la "nostra" dipendenza da lui si rafforza....non ci sono altre spiegazioni Ciò logicamente non vuol dire che sia un bene, anzi!...ma è la realtà
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@alexs2k said:
La strategia dipende dalla tipologia e settore del progetto ed "ovviamente" da come normalmente viene promosso.
Conosco diversi siti (ad esempio locali) che di indicizzato su google hanno solo la home page... ma nel loro mercato di riferimento vanno alla grande...
Il problema di google è solo un problema di promozione.... la promozione su google costa poco (e non mi riferisco al costo del tempo)... la promozione tradizionale costa parecchio a parità di risultato... sempre che non si sia così bravi da innescare un'idea virale che si diffonda rapidamente ed a basso costo.
Quoto al 100%.
Non dimentichiamoci che internet è una realtà veloce: oggi il modo più economico per promuovere un sito (nel 90% dei casi) si chiama SEO, ma nello stesso momento ricordo che la maggior parte di chi è diventato veramente leader indiscusso, lo è diventato senza fare minimamente del SEO.
Giusto per fare qualche nome: youtube; amazon; ebay; paypal; google stesso.
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Ops, scusate, post doppio!
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Secondo me dipende molto da cosa si fa e cosa si vuole.
Il mio sito in firma riceve al massimo una quindicina di visite al giorno da Google, eppure vive eccome! Google al momento contribuisce al 10% rispetto a tutto il resto e siamo più che soddisfatti.Maisazi.com, invece, dipende totalmente da Google. Un 70% del traffico da arriva dal nostro amico americano e se si fermasse, sarebbe un bel guaio (per quanto dietro al blog non ci siano grandi interessi economici).
Per altri siti, parlo principalmente di ecommerce, esistono anche altri mezzi, quali i comparatori di prezzi, l'advertising, le affiliazioni, le newsletter, ecc. ecc per arrivare alla vecchia amica fidelizzazione.
In sostanza, proprio quando Google va bene, bisogna investire in un piano di supporto, nel caso qualcosa vada male.
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@Giorgiotave said:
Avete già pensato ad una strategia?
No perchè ancora non vedo una soluzione alternativa. Casomai si possono attivare dei turafalle... ma una vera e propria strategia mi pare veramente un'impresa..
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@Stefano said:
Quoto al 100%.
Non dimentichiamoci che internet è una realtà veloce: oggi il modo più economico per promuovere un sito (nel 90% dei casi) si chiama SEO, ma nello stesso momento ricordo che la maggior parte di chi è diventato veramente leader indiscusso, lo è diventato senza fare minimamente del SEO.
Giusto per fare qualche nome: youtube; amazon; ebay; paypal; google stesso.
La strada è proprio quella, cercare di creare consensi sfruttando canali diretti.
Andando direttamente a proporsi a risorse attinenti.Più divento bravo nel seo e più capisco che un bravo seo deve diventare indipendente dal seo
Si, certo, è bene posizionarsi, scalare le serp, ma devi anche lavorare di pr, che non è page rank ma pubbliche relazioni, nel senso di creare connessioni che più difficilmente sono soggette a crolli repentini, come invece accade con google.