- Home
- Categorie
- Società, Web e Cultura
- GT Fetish Cafè
- Un giorno ti svegli e la tua vita è cambiata
-
@euroroscini said:
pikadilly, perché ti accigli?... Con il tuo righello - che io non ho/è tutto tuo! - mi dài bacchettate? Ti ho detto, personalmente, qualcosa di urtante forse? Non essere intollerante e lascia vivere tutti: grammaticati e sgrammaticati (il 'sé' particella pronominale, ad esempio, ha l'accento acuto, non ottuso come...), e metrici e non metrici, e poeti e non poeti. Soprattutto non rispondere per altri e a vanvera, ché Andrez mi aveva fatto una precisa domanda ed io mi son sentito in dovere di rispondergli. Dài fiato alla bocca dove vuoi - mi va perfettamente - ma non rivolgerti a me. Grazie
P.S. Il pensiero è libero per sua natura, e i grandi/piccoli che lo coartano mi sono sempre stati nel c.
Ma dai, stavo scherzando :D:D
Ricordo che a scuola mi facevano scrivere poesie con i metodi AAA etc etc...a me sembrava di costruire pile AA -AAAA
Quella del righello mi fa ridere, penso a tutti questi poeti che seguono queste cose.
Dai, tranquillo, la mia è solo ironia.
Non andiamo OT
-
Da eu.ro
Si', scusa, ma ho una storia dietro le spalle (soprattutto scolastica e di professori del c.) di arroganze e d'impertinenze che mi fa saltare la mosca al naso: ti prego di soprassedere, non mi succederà più con te, qualsiasi cosa tu possa dirmi: adesso, già, mi sembra di conoscerti un po'... Comunque, dal mio punto di vista, i professori di lettere, di liceo e di università - che io ho fatto soffrendo - sono i peggiori/dico i peggiori insegnanti di poesia che esistano al mondo, tutti inclusi/nessuno escluso - credimi.
-
@euroroscini said:
Da eu.ro
Si', scusa, ma ho una storia dietro le spalle (soprattutto scolastica e di professori del c.) di arroganze e d'impertinenze che mi fa saltare la mosca al naso: ti prego di soprassedere, non mi succederà più con te, qualsiasi cosa tu possa dirmi: adesso, già, mi sembra di conoscerti un po'... Comunque, dal mio punto di vista, i professori di lettere, di liceo e di università - che io ho fatto soffrendo - sono i peggiori/dico i peggiori insegnanti di poesia che esistano al mondo, tutti inclusi/nessuno escluso - credimi.Quoto
-
Grazie Deborah... pensavo di essere l'unica a "non conoscere" la persona che mi è stata accanto in una storia semplicemente fantastica!
Sono giunta alla conclusione che non è colpa nostra! (delle donne, intendo)
Forse l'unica colpa (se di colpa si può parlare) è quella di amare troppo ...incondizionatamente ...irrazionalmente ...e così non ci accorgiamo che l'IDIOTA in questione ce la sta facendo sotto il naso!
E questo vale nella condizione di fidanzate, mogli o addirittura amanti!
Eh si, purtroppo ci sono uomini così stupidi da non rendersi conto di quale FORTUNA hanno accanto e non riescono a scegliere perchè forse non conoscono neanche loro stessi e non sanno cosa vogliono!
...per fortuna, poi, esistono ancora i "principi" con gli occhi azzurri!
-
ma non tutti riescono a riprendersi completamente e quando ci si riesce è una grande vittoria con sé stessi
Non ne sono mica sicuro.Due si incontrano e scoprono di attrarsi e magari pure di avere sogni comuni. Danno vita così allo stato nascente di una coppia, di un amore.
Poi qualcosa in uno dei due cambia o forse viene solo meglio compreso o non più celato ed il processo di stato nascente si interrompe.
Può avvenire in mille modi diversi, dal più corretto e cristallino al più perfido e meschino ma paradossalmente ciò che può lacerare maggiormente la nostra interiorità è proprio il primo, che è sempre più facile col secondo convincersi che non ci meritava.
Quando proiettiamo tutto il nostro futuro in un progetto di vita con un partner esprimendo in esso la nostra reale essenza e ad un certo punto al nostro partner questo cessa, con esso cessa in quel momento la nostra esistenza, la nostra auto considerazione.
Indipendentemente da come lui/lei ci manifesti il cambiamento con correttezza o squallore.E' doloroso.
Sono situazioni davvero laceranti ed al dolore prima o poi si cerca di reagire, di anestetizzarsi cercando linimenti, palliativi, distrazioni e differenti sbocchi alla nostra esistenza.Ci si riesce *a riprendersi *solo trovando un'altra opportunità, più forte e reale della precedente, di dar vita ad un nuovo, vero e reale stato nascente.
Questa però non è abilità o destrezza, ma è solo il caso che ci consente di incontrare o meno una persona giusta, anzi... più giusta.
Casomai la nostra abilità potrebbe essere quella di non lasciarci convincere dal nostro super-io che il primo palliativo arrivato possa essere quello giusto ed illuderci che sia possibile con lui/lei ripartire e ricreare il nostro progetto/sogno di vita.
Soffrire per l'assenza di una persona desiderata è umano.
Se quella persona esprimeva i nostri stessi valori, ideali, sentimenti ed una condivisibile concezione della vita, non possiamo ripudiarli senza cancellare una parte di noi stessi, ma solo cercare qualcun altro con cui condividere questi valori.
Magari migliore del primoCancellare la sofferenza, convincersi di ciò che non è per cessare di soffrire non è una grande vittoria, ma solo un comprensibile strumento lenitivo.
Credo che una vittoria con sé stessi possa essere solo la spietatezza con la quale possiamo evitare di auto convincerci di aver trovato ciò che cerchiamo dove non c'è, solo per soffrire di meno, per ricominciare ad esistere.
Credo sia una vittoria con sé stessi il sapersi rassegnare al permanere della situazione di dolore, e saperla magari usare come stimolo per una più pacata e mirata ricerca.
E quando ci si riesce, allora si è davvero una grande gioia
-
a Andrez
?Credo che una vittoria con sé stessi possa essere solo la spietatezza con la quale possiamo evitare di auto convincerci di aver trovato ciò che cerchiamo dove non c'è, solo per soffrire di meno, per ricominciare ad esistere.
Credo sia una vittoria con sé stessi il sapersi rassegnare al permanere della situazione di dolore, e saperla magari usare come stimolo per una più pacata e mirata ricerca.
E quando ci si riesce, allora si è davvero una grande gioia ?Credo che una vittoria
di sé/con sé sia solo
(dico per l?uomo che
constata d?aver perso)
la spietatezza che
ci evita di convincerci
d?aver trovato infine
? bella/fresca/salvifica ?
la cosa che non c?è
e non potrà mai esserci.
Creduta per soffrire
meno ed incominciare
oppur ricominciare.
Vale ? credo ? ?Vittoria?
per ognuno di noi
rassegnarsi al dolore
(malati o vecchi o morti?)
? che è nostra permanenza)
e quello, semmai, usarlo
per una più pacata
e mirata ricerca
di sé e del nostro esistere.Bravo Andrez!? In larga misura ti condivido. Ma permettimi di aggiungere una riflessione peregrina?
Non vorrei apparire a nessuno di derivazione stilnovista, ma a me succede qualche volta di pensare che ogni figura femminile ? tanto mi sento diverso da quelle ? o è Beatrice o è una qualsiasi del ?numer de le trenta? (come dire troia, o madre/sposa/puttana, o come vuoi).
E consentimi di aggiungere un?altra riflessione?
La donna nostra/moderna ? finalmente emancipata! ? non può imitare/scimmiottare l?uomo a gestione di se stessa: ira, superbia, lussuria, ecc. (potrei dire in una parola POTERE). Ma deve ? una buona volta! ? metter mano alla sua fondazione: una propria filosofia (che non c?è/non vedo), una propria politica (che non c?è/non vedo), una propria arte (che non c?è/non vedo, ecc.).
Infine, consentimi di ?concludere? con una terza?
Il vero AMORE, per sua natura, è irradiante: unilaterale, generoso, disinteressato? (fors?anche solipsistico). 'Do ut des' è il peggio che lo connoti: è amore da bottegai! eu.ro
-
@Andrez said:
...
Cancellare la sofferenza, convincersi di ciò che non è per cessare di soffrire non è una grande vittoria, ma solo un comprensibile strumento lenitivo.
Credo che una vittoria con sé stessi possa essere solo la spietatezza con la quale possiamo evitare di auto convincerci di aver trovato ciò che cerchiamo dove non c'è, solo per soffrire di meno, per ricominciare ad esistere.
Credo sia una vittoria con sé stessi il sapersi rassegnare al permanere della situazione di dolore, e saperla magari usare come stimolo per una più pacata e mirata ricerca.
E quando ci si riesce, allora si è davvero una grande gioiaE' proprio questo che intendevo, un pò diversamente ma il concetto è quello. L'elaborazione del dolore e non l'illusione che forse arriverà qualcun altro...ecco perchè parlo di vittoria con sè stessi.
Quando sei, ad esempio, da solo e riesci a tirarti su in tutti i modi senza però oscurare e non cancellare quello che è stato con una nuova persona. Non so se mi spiego.:)
Andrez, purtroppo e per fortuna io ancora tante esperienze devo farle, posso parlare per quello che ho vissuto io e per quello che mi viene raccontato. Io non sono mai stata tradita,per fortuna, e spero che non mi accada mai, ma ho fatto altre guerre sempre causate da altri...per questo parlo di lotta con sè stessi, perchè alla fine se non puoi prendertela con loro devi salvare almeno te stesso.
Avrò modo di crescere e di capire meglio quello che dici tu.
-
Grazie Eu.ro
(dimenticavo, grazie anche per la tua spiegazione di prima )La donna nostra/moderna – finalmente emancipata! – non può imitare/scimmiottare l’uomo a gestione di se stessa: ira, superbia, lussuria, ecc. (potrei dire in una parola POTERE). Ma deve – una buona volta! – metter mano alla sua fondazione: una propria filosofia (che non c’è/non vedo), una propria politica (che non c’è/non vedo), una propria arte (che non c’è/non vedo, ecc.). Argomento interessantissimo.
Ma andremmo fuori tema qui; che ne dite di aprire un topic in Società Civile?Avrò modo di crescere e di capire meglio quello che dici tu.
Mi sembra tu l'abbia già compreso molto bene
-
@Andrez said:
....
Ma andremmo fuori tema qui; che ne dite di aprire un topic in Società Civile?Io ci sto
@Andrez said:
Mi sembra tu l'abbia già compreso molto bene
-
va bene, ci sto... Un paio di idee credo di raccapezzarle su come dovrebbe essere - secondo 'un me utopistico' - una 'società/civile/prossima/ventura': tu vai avanti ed io ti seguo. eu.ro P.S. Intendi un nuovo argomento, del genere di cui sopra, in 'Società e Web'?
-