• Super User

    Ottimo lavoro Pierfrancesco. 🙂

    Per ottenere la lode, avresti dovuto astenerti dal commento finale; che sia chi legge a decidere se sono quisquiglie o cos'altro.

    Poi, ... quella definizione di Toghe Rosse penso derivi dal fatto che spesso chi essendo di destra è stato inquisito, per difendersi, non trovando evidentemente di meglio, ha spesso accusato i Giudici di parteggiare per la parte politica avversa.

    Ma mi sembra che i Giudici ed i Procuratori aderiscano ad almeno 3 raggruppamenti con diversi orientamenti politici.
    Magistratura Democratica mi sembra fosse quello di sinistra.

    Credo sia possibile in quanto pubblici trovare le rispettive percentuali di adesione ai vari gruppi così da vedere se è confermabie il concetto di Toghe Rosse ed inoltre a quale dei 3 raggruppamenti hanno aderito i giudici che hanno condannato Berlusconi Silvio, nonchè a quale aderivano i Giudici che l'hanno assolto.

    Interessante indagine, non credi? 😉

    Infine, mi sembra di ricordare che quelle toghe rosse, in testa Di Pietro, durante mani pulite abbiano setacciato il PCI d'allora in cerca di tangenti ed abbiano pure trovato qualcosa spedendo Primo Greganti e qualcun'altro in carcere.

    Pierfrancesco, ... ci sei?

    Dai che finiamo in equa bellezza 😄


  • Super User

    Eheheh hai ragione sul commento personale evitabile 😄

    Andrez il problema è che in Italia la digitalizzazione e pubblicazione online dei documenti è una cosa sconosciuta spero comunque di trovare qualcosa in merito 😉

    EDIT

    Interessantissimo documento che parla della magistratura italiana dal 90 ad oggi

    La giunta MI-MD-Verdi

    La attiva partecipazione alla lotta comune, e la linea di alleanza con Unicost, non arrestarono il calo di MI che, nel 1992 perse “solo” 62 voti (ma l’incremento degli elettori determinò un ulteriore diminuzione di sei punti in percentuale). MI riuscì nel 1992 -per l’ultima volta- a raccogliere più voti di MD, ma scese al 24,85% (contro il 23,17 di MD, il 41% di Unicost il 10,63% dei “Verdi”).

    Nel 1992 di fronte ad alcune richieste di Unicost ritenute inaccettabili, gli altri tre gruppi MD,MI ed i Verdi diedero luogo ad una alleanza che portò alla presidenza prima Mario Cicala (MI), e poi Elena Paciotti (MD), alla segreteria generale Franco Ippolito (MD) e Marcello Maddalena (MI); vicepresidente fu Giovanni Tamburino esponente di spicco dei "Verdi".

    La alleanza MI-MD, rappresentava indubbiamente una radicale modifica delle prospettive del 1960, in quanto esprimeva la convinzione secondo cui l'evoluzione delle cose umane aveva, almeno per quanto riguarda la giustizia, tolto ragion d'essere (o comunque gran parte del suo fondamento) alle polemiche destra-sinistra; e che quindi ci si doveva confrontare con i problemi concreti sulla base di valori comuni. Si prendeva anche atto che le discussioni più vivaci e sentite all'interno del mondo giudiziario non muovevano più secondo le direttrici delle correnti (si vedano sul tema altri scritti di questo sito, come "tutte toghe rosse?", il documento sulle correnti, e gli stessi dibattiti sulle regole elettorali).

    La novità suscitò -come era logico- polemiche all’interno dei gruppi che aderivano alla giunta "anomala".

    In particolare, il componente del CSM Ernesto Staiano di MI promosse una ulteriore scissione, e quindi entrò in politica come deputato del “patto Segni” (passando poi a Forza Italia, quindi all’Ulivo, quindi di nuovo a Forza Italia).

    Il trend negativo di MI toccò il fondo con le elezioni del CSM del 1994 quando conseguì solo il 18% dei voti; il peso dell’insuccesso venne aggravato dalla assurda legge elettorale che assegnò ad MI tre seggi (contro quattro dei “Verdi” con il 16% dei voti). Decisivo per la perdita nel seggio nel II collegio (Roma) fu l’atteggiamento del candidato di MI in Sardegna che – a sorpresa- invitò gli elettori a votare scheda bianca e determinò la perdita di alcune decine di voti, ed una mini-scissione confluita poi in MD.

    Nel 1994 si ricostituì una Giunta MI-MD-Unicost con la presidenza di Antonio Abate (Unicost)

    Alle elezioni del CDC del 1996 MI confermò il risultato del CSM con il 18% circa dei voti, ed iniziò una certa ripresa che le consentì di conseguire il 22% dei voti e quattro seggi nelle elezioni del CSM del 1998.

    Presidente per un giorno: la crisi Almerighi Nell’ottobre del 1998 la ANM viveva uno dei suoi momenti più felici.

    La gestione associativa era unitaria e sotto la presidenza di Elena Paciotti il congresso nazionale del febbraio 1998 aveva registrato un pieno successo delle tesi della ANM sulla riforma costituzionale della giustizia, cui avevano dichiarato adesione il Presidente della Repubblica Scalfaro e i numerosi esponenti politici che avevano preso la parola al congresso.

    La elezione il 17 ottobre 1998 alla presidenza della ANM di un prestigioso esponente dei “verdi”, Mario Almerighi sembrava segnare un ulteriore punto positivo, perché dimostrava che il “comune sentire” del corpo giudiziario superava ormai le barriere di corrente.

    Mario Almerighi è un personaggio molto “scomodo”, quanto può esserlo un magistrato che pensa con la sua testa. Pretore d’assalto negli anni ‘60, aprì l’inchiesta da cui scaturì lo “scandalo dei petroli”. Di sentimenti di sinistra, è stato fortemente critico nei confronti delle scelte dei partiti di sinistra sul tema giustizia.

    La sua presidenza durò un giorno a seguito di un episodio di cui ancora non sono chiari i termini.

    La sera della elezione Almerighi ricevette una richiesta telefonica di intervista da Maria Antonietta Calabrò, uno dei giornalisti più preparati ed attrezzati che si occupano del mondo giudiziario, ed ebbe con lei una lunga conversazione da cui –secondo quanto afferma Almerighi- la dott.sa Calabrò avrebbe dovuto trarre una intervista da sottoporre alle preventiva approvazione dell’intervistato.

    Questo secondo contatto però non si verificava; e il 19 ottobre, il Corriere della Sera pubblicava in prima pagina un complesso di dichiarazioni in cui Mario Almerighi sembrava porre il veto alla nomina del sen. Ortensio Zecchino a Ministro della Giustizia, minacciando in caso di mancata accettazione del diktat, le dimissioni dei colleghi che operano al ministero.

    Almerighi smentì di aver espresso simili concetti, ma in un secco comunicato il Direttore del Corriere affermò che esisteva la registrazione, ed Almerighi diede le dimissioni.

    L’aspetto più inquietante della vicenda è che questa registrazione non è poi stata esibita dal giornale, neppure quando la consegna fu sollecitata dal Garante della riservatezza e nel corso della causa civile intentata da Almerighi.

    Le elezioni del febbraio 1999 Alle dimissioni di Almerighi seguirono vicende a dir poco sconcertanti.

    Il buon senso avrebbe voluto che la crisi venisse immediatamente chiusa con l’elezione di un altro presidente, nella collaborazione fra tutti i gruppi associativi, compresi i “verdi” che erano stati i primi ed i più duri a criticare l’intervista al Corriere del loro esponente.

    Invece la ANM si avvitò in discussioni e ripicche di difficile comprensione; Unicost ritenne che fosse giunto il momento di una sua presidenza e rifiutò ogni compromesso che consentisse ai “Verdi” di gestire tale incarico, anche solo per un breve ragionevole periodo, in modo che fosse evidente che la vicenda Almerighi non aveva rotto la buona collaborazione all'interno della ANM.

    Nel contempo Unicost si rivelò però anche incapace di governare la delicata crisi suscitata dalla sua stessa intransigenza. Due inspiegabili e inspiegate assenze nella rappresentanza di Unicost al CDC determinarono, nonostante la benevola astensione di MI, la delibera 19 dicembre 1999 di scioglimento del CDC. Si andò così–per la prima volta dal 1970- ad elezioni anticipate. Ma mentre nel 1970 le elezioni anticipate scaturirono da uno scontro aspro, ma aperto e chiaro, non altrettanto può dirsi delle cause che imposero nel 1999 il ricorso alle urne. Nelle elezioni del 7-8-9 febbraio 1999 MI risalì al 21,68% (contro il 38 di Unicost, il 28 di MD, il 12,5 dei Verdi), ed ottenne 8 seggi

    La giunta Martone: tre presidenti in un anno

    Dopo le elezioni Unicost avanzò nuovamente e con una certa arroganza la pretesa di ottenere immediatamente la presidenza per Antonio Martone, il più votato dei suoi eletti, minacciando in caso contrario una spaccatura della ANM.

    La presidenza Martone volle segnare una cesura rispetto alla precedente gestione della ANM. Ed assunse posizioni in larga misura non condivise dal suo stesso gruppo.

    Una prima occasione fu costituita dalla candidatura di Elena Paciotti ad eurodeputato nella liste dei Democratici di Sinistra, fatto senza dubbio spiacevole perché forniva spunti a chi vuol vedere nella storia recente della ANM un tassello della “congiura rossa”, ma ampiamente previsto e prevedibile nel momento in cui proprio Unicost aveva sollecitato Elena Paciotti a restare alla guida della ANM, ben oltre i limiti dell'originario mandato di un anno, così contribuendo alla identificazione della ANM con la figura certo prestigiosa e capace, ma pur sempre indiscutibilmente "rossa", di Elena Paciotti.

    Il giudizio negativo sul passaggio alla politica di un alto esponente associativo (preceduto per altro da Raffaele Bertoni già presidente per Unicost e da Enrico Ferri, presidente per MI) non doveva però -a giudizio degli altri componenti del CDC- coinvolgere la linea seguita dalla ANM durante la presidenza Paciotti; mentre il presidente sembrò voler coinvolgere nel giudizio critico tutta la pregressa gestione della ANM, e ciò non fu apprezzato.

    Ad altre difficoltà diede luogo il rapporto personale, che apparve ad alcuni personalistico, istaurato fra il presidente della Anm ed il Ministro della Giustizia Diliberto, nonchè la decisione del presidente di non intervenire in alcuna misura nelle discussioni sorte durante l’elaborazione della riforma costituzionale detta del “giusto processo”.

    Il malessere esplose in crisi quando il CDC convocato a Sorrento il 22 ottobre 1999 deliberò con 16 voti favorevoli, 8 contrari (espressi tutti da Unicost) e sei astenuti (4 Unicost e 2 MD) di tenere il congresso entro il marzo del 2000 con il tema “per raccogliere la sfida dell’Europa e per garantire l’effettività dei diritti e l’efficacia delle decisioni”. La decisione non fu gradita dal presidente della ANM, dal momento che la mozione sulla cui base si era costituita a febbraio la GEC prevedeva che all’esito del Congresso si dovesse procedere “comunque ad un avvicendamento complessivo dell’assetto di Giunta per assicurare il pluralismo nelle cariche associative”. Il 23 ottobre, dopo la lettura del dispositivo della “sentenza Andreotti”, il presidente diramò un comunicato sotto il titolo “Andreotti: Presidente ANM, si impone un dibattito” in cui affermava "Le sentenze di Perugia e di Palermo impongono che tra tutti i magistrati, giudicanti e requirenti, si apra un ampio e approfondito dibattito sul contenuto il modo d'esercizio e i limiti dell'esercizio della funzione giurisdizionale anche per tentare di realizzare una sintesi delle diverse sensibilità esistenti in magistratura”. “Per organizzare questo dibattito, che dovrà sfociare nel prossimo mese di giugno in un congresso nazionale e un'assemblea generale dei soci, chiamati anche a valutare i risultati dell'eventuale prova referendaria, ho convocato in via d'urgenza il Comitato Direttivo Centrale per venerdì e sabato prossimi".

    Il comunicato fu ritenuto da molti scorretto perché in esso non si dava minimamente atto della avvenuta indizione del congresso da parte del CDC né si ricordava come le (proposte contenute nel comunicato fossero già state bocciate poche ore prima dal CDC solo organo competente ad indire il congresso. Fu contestata anche la mancata consultazione con gli altri componenti della giunta (tutti presenti a Sorrento), che appresero del comunicato dai giornalisti.

    Un successivo CDC del 29 ottobre evidenziò l’isolamento del presidente. Nessuno appoggiò la proposta di revoca della delibera del 22 ottobre e di modifica della data e del tema del congresso.

    Le dimissioni del presidente intervenute nella notte sul 30 ottobre (e logicamente seguite dalle dimissioni degli altri due componenti di giunta di Unicost) aprirono una ulteriore difficile crisi della ANM, aggravata dal fatto che il presidente dimissionario, continuava ad esercitare il suo mandato con frequenti apparizioni televisive.

    Quindi il CDC del 7 novembre eleggeva una giunta di emergenza (presidente Cicala, segretario generale Castelli) chiamata a gestire la ANM fino al congresso.

    Il resto e cronaca dell’oggi.

    [1] Perciò i componenti della Giunta Esecutiva della Associazione Nazionale Magistrati, gli eletti nel CSM, i dirigenti delle correnti, hanno una rappresentatività che non può essere negata. Certo vi è un diffuso malcontento verso tutti gli organismi rappresentativi, o di governo autonomo; ma questo diffusa insoddisfazione non si esprime in atti di dissenso. Anzi nei momenti di difficoltà o di scontro i magistrati tendono a stringersi intorno al CSM ed alla ANM; come dimostrò la massiccia partecipazione dei magistrati allo sciopero del 3 dicembre 1991, che il Presidente Cossiga fece l'errore di osteggiare.Non credo di aver mai conosciuto un magistrato che non rifletta sul proprio ruolo professionale e non abbia un’opinione personale sui problemi della giustizia. Sono quindi numerosi i “liberi pensatori” che esprimono idealità “atipiche” cioè al di fuori o addirittura contrastanti rispetto alle convinzioni espresse dalle varie associazioni di giudici. Ad esempio in un referendum organizzato dall’ANM è emerso un 10% di suffragi a favore della separazione delle carriere. Molte di queste “voci atipiche” sono rilevabili dalla lettura della stessa rivista dell’ANM “La Magistratura”, che per obbligo statutario pubblica gli scritti di tutti i soci. Di questa realtà è doveroso dare atto. Così come è doveroso riconoscere la dignità delle opinioni espresse da singoli colleghi più o meno noti; siano essi Borrelli o Nordio. [2] Ritengo utile riportare l’ordine del giorno (che è pubblicato anche sul sito di MD con la copia del manoscritto originale):

    "L'Assemblea Nazionale di M.D. riunita a Bologna il 30 novembre 1969, di fronte a ripetuti recenti casi che hanno messo in pericolo in vari modi le libertà costituzionali di manifestazione e diffusione del pensiero, e provocato allarme e apprensione nell'opinione pubblica e nella stampa (la quale ha rilevato che i provvedimenti adottati hanno creato un clima di intimidazione particolarmente pesante verso determinati settori politici ai quali non può essere negata quella libertà);

    esprime la propria profonda preoccupazione di fronte a quello che può apparire come disegno sistematico, operante con vari strumenti ed a diversi livelli, teso ad impedire a taluni la libertà di opinione, e come grave sintomo di arretramento della società civile:

    chiede che i poteri dello Stato, ciascuno nell'ambito delle proprie attribuzioni, si impegnino con decisione per rimuovere le origini di tale fenomeno, mediante riforme legislative (abrogazione dei reati politici di opinione) e cambiamento di indirizzo nell'azione svolta, con particolare riguardo all'attività di p.s. di vigilanza sull'esercizio delle tipografie;

    chiede che l'A.N.M. indica nel più breve tempo possibile un convegno nazionale per dibattere i temi di questo o.d.g."

    [3] La proporzionale apparve nei momenti di maggiore contrasto, e di reciproca sfiducia, lo strumento più adatto per garantire chi dovesse trovarsi in minoranza. Oggi viene ancora propugnata dalla stragrande maggioranza dei magistrati (come dimostrato anche da un referendum); non mancano però voci critiche, specie nell'ambito di coloro che ritengono che meccanismi elettorali uninominali gioverebbero ad una "spoliticizzazione" della magistratura.


  • Super User

    Molto bene!

    Possiamo vedere che nel 1992 alla vigilia di mani pulite, la Magistratura era così orientata:

    • Magistratura Indipendente (conservatori-destra) 24,85%
      [MD] Magistratura Demcratica (sinistra) 23,17%
      [Unicost] Unità per la Costituzione (centro) 41%
      [Verdi] 10,63%

    Sappiamo inoltre che diversi Giudici che sono stati definiti 'toghe rosse' come ad esempio Di Pietro, fossero in realtà della corrente di destra. Qualcuno ricorderà che Di Pietro nel 93 fu contattato lungamente dallo stesso Berlusconi che lo spinse ad entrare in Forza Italia offrendogli il posto di Ministro della Giustizia, ma siccome il prezzo da pagare era interrompere le indagini sul Berlusconi, Di Pietro rifiutò.
    Difatti Di Pietro fa arrestare per tangenti Aldo Brancher il manager di Fininvest ed il 12 luglio Berlusconi Silvio invia un fax a Il Giornale di cui è proprietario ed ordina di attaccare Di Pietro; ma Montanelli [notissimo e rispettato intellettuale di destra, ufficiale fascista nel 1940] si rifiuta e verrà cacciato dal Berlusconi.

    Mi sembra che lo stesso Falcone aderisse alla corrente di destra, della quale faceva parte senz'altro Borsellino, molto vicino ad AN.

    Come già detto, Di Pietro (ed altre toghe rosse) indagarono pesantemente anche il PCI di allora mandando in carcere Primo Greganti, Marcello Stefanini e diversi amministratori locali del PCI Lombardia della corrente dei Miglioristi, pesantemente collusi con l'affarismo dilagante in quella regione di DC e PSI.

    Sintesi di questa prima fase:

    • **le Istituzioni dello Stato vanno rispettate, come le sue leggi.

    ***** chi delinque deve essere punito, chiunque esso sia **(illuminismo docet)

    • tra i Magistrati, qualcuno è stato condannato per corruzione e concussione con apparati mafiosi e dei partiti allora di Governo.

    • mani pulite fu portato avanti da un'ampia parte della Magistratura, in larga misura di destra ma anche di sinistra.

    • i Magistrati di Destra di mani pulite sono quelli che hanno pagato più pesantemente in attentati la reazione della mafia.

    • i delinquenti che sono stati indagati, processati e condannati nel corso di Mani Pulite erano prettamente collusi con i partiti di centro al governo in quel periodo e con la mafia.

    • se mani pulite non avesse agito in quel modo, presto lo Stato Italiano sarebbe finito completamente sotto il controllo della mafia.

    • nonostante anche alcuni Magistrati siano caduti nella rete della corruzione, è possibile ritenere che di fatto è la Magistratura che nel 92-93 salva l'Italia dalla mafia e non certo i partiti politici di allora.

    • Berlusconi Silvio ha evitato il carcere [e la bancarotta] solo entrando in politica, nominando i suoi avvocati Ministro della Giustizia e Presidente Commissione Giustizia e facendogli cambiare le leggi in modo retroattivo, oltre ad altri gravi interventi atti a garantirgli l'impunità, che il Parlamento da lui controllato ha approvato e la stessa Magistratura è stata costretta ad applicare.

    • Alcuni di questi provvedimenti sono stati successivamente annullati dalla Corte Costituzionale in quanto incostituzionali, ma grazie alla prescrizione ed alla scadenza dei termini, avevano nel frattempo raggiunto lo scopo.


  • Super User

    Riguardo l' omicidio di Falcone(l' esempio secondo me lampante della censura televisiva in atto in Italia)nella puntata di ieri di dossier storie è stato intervistato il magistrato che si occupo di quell' attentato...ha confermato che ci sono stati altri mandanti legati al mondo della politica delle imprese(si riferisce ovviamente a berlusconi e dell' utri) ma nonostante ci siano stati processi questo magistrato non ha fatto il nome nè di berlusconi nè di dell' utri...questa è censura


  • Super User

    ... questa è censura
    Probabilmente è solo prudenza e dovremmo averla pure noi.

    Riportamo sempre le fonti dei nostri riferimenti quando facciamo accuse gravi, e se non le abbiamo, meglio non farle le accuse o non riportare i nomi.

    IlMagistrato che si occupa di quel caso, se avesse avuto dati *certi *li avrebbe riportati, se non l'ha fatto è perchè o non ci sono ancora o ... sono coperti da segreto istruttorio e protegge indagini in corso.


  • Super User

    Non credo che sia cosi perchè il fatto che berlusconi e dell' utri sono indagati è di pubblico dominio


  • User Attivo

    @pierfrancesco99 said:

    Non credo che sia cosi perchè il fatto che berlusconi e dell' utri sono indagati è di pubblico dominio

    Lo stesso fatto può allo stesso tempo essere di pubblico dominio per noi e costituire segreto istruttorio per un magistrato.


  • Super User

    Ma basterebbe chiedere chi era a conoscenza di tutti questi fatti su Berlusconi...


  • User Attivo

    Premesso che non sono un filo berlusconiano, ma vedo associare in questa discussione le parole deliquente a berlusconi.

    Mi sono perso qualche passaggio? Perchè a me Berlusconi non risulta essere mai stato condannato (come nessuno degli altri politici citati a partire da Prodi).

    :ciauz:


  • Super User

    E stato dichiarato colpevole ma non è mai stato possibile mandarlo in prigione ora per una legge ora per prescrizione
    http://www.giorgiotave.it/forum/276318-post23.html

    Trovi tutto 😉


  • User Attivo

    @pierfrancesco99 said:

    E stato dichiarato colpevole ma non è mai stato possibile mandarlo in prigione ora per una legge ora per prescrizione
    http://www.giorgiotave.it/forum/276318-post23.html

    Trovi tutto 😉

    Ma scusa, quella è una lunga sequela di assoluzioni perché il fatto non sussiste.

    Le assoluzioni per prescrizione non significano che sia o meno colpevole ma solo che essendo l'evt. reato prescritto la magistratura non lo giudica.

    Hai fatto una ricerca impressionante, però, ci vedo un enorme accanimento alla persona che non si traduce in alcuna condanna con un enorme esborso di denaro pubblico per fare processi che poi non portano da nessuna parte.

    Io non credo che molti dei politici che sono in parlamento potrebbero affrontare così tanti processi ed uscirne puliti come Berlusconi.

    In ogni caso, finché non viene condannato in via definitiva farei attenzione ad usare epiteti ti "mezzo delinquente" più che altro per evitare querele.

    :ciauz:


  • Super User

    La corte d'appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a proposito della sua iscrizione alla P2 ed ha applicato l'amnistia, stabilita nel 1990, chiesta dal Procuratore generale. La Corte di Cassazione nel 1991 conferma la sentenza.

    e la faccenda dei Terreni Macherio estinti per intervenuta amnistia vuol dire che era colpevole

    Bilanci Fininvest, falso in bilancio e appropriazione indebita (calcolo prescrizione in base alla nuova legge sul falso in bilancio)
    Consolidato Fininvest, falso in bilancio (calcolo prescrizione in base alla nuova legge sul falso in bilancio)
    Stragi 92-93, concorso in strage (scadenza dei termini d'indagine)
    Concorso esterno in associazione mafiosa assieme a Marcello Dell'Utri, riciclaggio di denaro sporco (scadenza dei termini d'indagine)
    Diritti televisivi, falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione indebita (indagini in corso)
    Tangenti a David Mills, corruzione giudiziaria (rinviato a giudizio)
    Medusa cinematografica, falso in bilancio (assoluzione con formula dubitativa, in quanto per la sua ricchezza potrebbe non essersene accorto, sentenza definitiva) apro un altra parentesi xke questa mi fa davvero ridere...pensate è cosi ricco da non accorgersi di aver fatto falso in bilancio
    Sme-Ariosto 2, falso in bilancio (stralciato in base alla nuova legge sul falso in bilancio)
    Telecinco, violazione della legge antitrust spagnola e altri reati
    Caso Lentini, falso in bilancio (attenuanti generiche e nuova legge intervenuta, sentenza definitiva)
    Caso All Iberian 1, 23 miliardi di tangenti a Craxi (attenuanti generiche, sentenza definitiva)
    Lodo Mondadori, corruzione giudiziaria (attenuanti generiche, sentenza definitiva)

    Di questi ultimi e 3 la corte di cassazione sentenziò La Corte di Cassazione ha affermato che, riguardo ai casi di prescrizione dovuta alla concessione di attenuanti, «Qualora l'applicazione della causa estintiva della prescrizione del reato sia conseguenza della concessione di attenuanti, la sentenza si caratterizza per un previo riconoscimento di colpevolezza dell'imputato ed è fonte per costui di pregiudizio»

    Accanimento ? No mi sono limitato a riportare dei dati di pubblico dominio che quasi nessuno in Italia conosce

    E chiaro che è uscito pulito...l' italia è l' unico paese dove gli imputati si fanno le leggi 😄


  • User Attivo

    Pierfrancesco, il punto che la sua fedina penale è pulita quanto la nostra, per cui affermare il contrario ti espone, ed espone il forum di GT, a possibili azioni legali, magari remotissime, però giuridicamente possibili se il cavaliere o i suoi avvocati si svegliano con il piede sbagliato.

    :ciauz:


  • Super User

    @Bamse said:

    Pierfrancesco, il punto che la sua fedina penale è pulita quanto la nostra, per cui affermare il contrario ti espone, ed espone il forum di GT, a possibili azioni legali, magari remotissime, però giuridicamente possibili se il cavaliere o i suoi avvocati si svegliano con il piede sbagliato.

    :ciauz:

    Ma siccome non è cosi...io non ho processi a carico in cui sono stato dichiarato colpevole lui si

    E poi scusami ma fin'ora della sua fedina penale non si è proprio parlato al massimo dei processi in cui è coinvolto;)

    Conoscere il passato dei proprio leader politici non è reato:)


  • Super User

    Pierfrancesco, il punto che la sua fedina penale è pulita quanto la nostra,Ciao Bamse 🙂

    Credo che non sia così.

    Qui si può leggere che alcuni dei procedimenti giudiziari a cui Silvio Berlusconi è stato sottoposto, si sono conclusi con una sentenza definitiva che ha riconosciuto la colpevolezza dell'imputato, per reati quali corruzione giudiziaria, falsa testimonianza, finanziamento illecito a partiti e falso in bilancio.

    E' però una leggenda molto diffusa quella che Berlusconi Silvio non abbia subito condanne definitive.