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- Adsense: fine dell'arbitrage
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Sto cercando di seguire il problema in dettaglio, e la cosa sembra essere - come al solito - più complessa di come appaia al primo sguardo.
Eric Schmidt, capo dei capi, è sempre e piuttosto notoriamente stato contrario all'arbitrage, sia epr quel che riguarda l'arbitrage vero e proprio che per quel che riguarda il c.d. "search arbitrage", ovvero posizionarsi per keyword keyword poco competitive per poi reindirizzare gli utenti su annunci molto competitivi.
Non trovo più il link, ma ricordo un'intervista dell'anno scorso in cui si era dilungato piuttosto chiaramente su questo punto..
A gennaio 2007 invece, Brian Axe (Google AdSense Product Manager) quindi anche lui non esattamente l'ultima ruota del carro, in un'intervista (trovate qui il link all'MP3 completo, di ascolto piuttosto difficile) si è sepresso in tutti altri termini, dicendo che in sostanza Google non aveva nulla contro l'arbitrage e che lo rispettava xcome business model, e che la vera preoccupazione di Google era la "user experience".
Insomma, la situazione è ancora piuttosto fluida. Si tratta del risultato di uno scontro interno tra i vertici di Google, dove avrebbe vinto la linea anti-arbitrage, o di un fraintendimento da parte nostra, e in questo caso Google starebbe attaccando non l'arbitrage di per sè, ma i siti vuoti, scadenti e "made for Adsense", chiamiamoli scraper, spam engine, o ocme ci pare.
Ultima cosa: numerosi elementi fanno pensare che il processo non sia automatico, ma preveda una certa selezione manuale (insomma, prima di cacciare un partner da centinaia di migliaia di dollari all'anno google ci pensa sopra) e quindi si potrebbe ipotizzare che queste email saranno piuttosto diluite nel tempo.
Sempre restando nel condizionale, si potrebbe pensare che ... agli italiani ci penseranno dopo, e questo lascerebbe qualche settimana di respiro agli adsenser italiani che fanno arbitrage. Sempre naturalmente che siano in grado di resiparare
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In effetti, stando alle prime reazioni (qui il commento video di ShoeMoney) sembra che il bersaglio di questo giro di vite non sia l'arbitrage in sé, ma i siti MFA. Aspettiamo che Google dica qualcosa di ufficiale...
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Qualche informazione in più, inoltratami da un publisher statunitense (un arbitrager "puro", cioè che faceva solo intermediazione di PPC).
Lui ha avuto qualche feedback sulla situazione e i motivi elencati per la chiusura del conto sono stati:
- solito discorso generico sul "business model"
- non aderenza alle linee guida sulle landing page
- il fatto che fosse usato adwords per portare a pagine che non fornivano informazioni o prodotti pertinenti
Il tizio faceva circa $25.000 al mese di ricavi Adsense (non so quale fosse il margine), sito USA con target USA, traffico 100% da adwords, tutti siti di una certa dimensione con contenuti originali, nessun contenuto generato automaticamente, mai più di un blocco annunci per pagina.
In questo caso, direi che è abbastanza evidente che abbiano preso di mira l'arbitraging di per sè.
Ora, venendo a noi ingenui (e poveri) publisher "convenzionali"...
Cosa succederà il primo giugno, con la chiusura di questi grossi siti?
Da un lato la richiesta di annunci scenderà, dato che tutti gli arbitragers smetteranno di comprare adwords per pilotare traffico ai loro siti.
Dall'altro lato, la richiesta di annunci "veri" salirà, dato che gli inserzionisti i cui annunci andavano sui siti degli arbitrager verranno sui nostri siti. di conseguenza, potrebbe salire anche la "tensione" dell'asta vistuale per i clic, e potremmo vedere un deciso aumento del guadagno medio per clic.
Staremo a vedere!!
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Ho letto su Jensense che ad essere implicati saranno i così detti Made for Adsense.
Ora, postulato che chiunque usi adsense, li formatta in maniera tale da renderli conformi alla propria grafica, e magari per indurre un click in più. Qual'è il confine fra un sito che usa adsense in maniere corretta e un made for adsense secondo voi ???
Il primo distinguo fra un l'uno e l'altro io penso siano i contenuti.
Voi?
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Franseo la tua domanda è legittima... ci sono sicuramente moltissime sfumature tra un MFA 100% ed un sito "normale".
Se però almeno si ostacolassero gli MFA 100%, a zero contenuti... probabilmente si eliminerebbe il 50% del problema.
Certamente il sistema ha tante falle... ma se dovessi pensare a come gestire la situazione probabilmente il primo conto che farei sarebbe legato ai grandi numeri, in questo caso all'eliminazione dal giro dei siti MFA, sfacciatamente MFA!
Per ora, quelli tendenti più ad un sito normale li lascerei stare...
La mia modestissima opinione
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@Piratazzurro said:
Se però almeno si ostacolassero gli MFA 100%, a zero contenuti... probabilmente si eliminerebbe il 50% del problema.
Quoto piratazzurro!!! La chiave è generare traffico qualificato, se non hai contenuti....
Io vedo adsense in questo modo: "ho una vetrina in centro, sul corso, se vuoi te la affitto."
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Io penso che le MFA e tecniche similari portano inevitabilmente ad un solo giro di soldi tra chi investe in advertising e chi trae dall'advertising una rendita costante e cospicua.
Dimentichiamo un fattore importante. Queste tecniche generalmente abbassano il ROI degli investitori che nel tempo si rendono conto che forse l'advertising on line non sia il miglio investimento pubblicitario.
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Dribblo la scivolosa domanda sulla differenza fra siti Made-for-AdSense e non (personalmente sono dell'opinione che qualsiasi sito il cui modello di business sia interamente basato su AdSense sia, in un certo senso, un MFA... no? per focalizzarmi su un'ipotesi a mio avviso molto interessante contenuta nel commento video di ShoeMoney, secondo cui il vero obiettivo di quest'epurazione (molto probabilmente operata non sulla base di segnalazioni o *hand-picking *o criteri discrezionali, ma semplicemente incrociando i dati di AdSense con quelli di AdWords/Analytics) non sarebbero neppure i siti MFA in quanto tali, ma bensì quel sottoinsieme di MFA i cui click presentano tassi di conversione inferiori a una determinata soglia. Si tratta di siti che generano traffico-spazzatura, la cui permanenza all'interno del circuito AdSense nel medio-lungo termine produce un danno, e non un profitto, per Google e per gli advertiser, mettendo a rischio la profittabilità del sistema AdWords-AdSense, e quindi la sua sopravvivenza sul medio-lungo termine (la giustificazione del ban "il tuo modello di business è incompatibile con quello di Google" mi sembra avvalorare questa ipotesi). Da cui la decisione di estrometterli dal circuito in quanto elementi di disturbo. Questo, badare bene, a prescindere dalle fonti dalle quali i singoli siti acquisiscono traffico (siano esse AdWords, risultati organici o altre fonti gratuite o paid-for). Anche perché, nell'ottica e interesse di Google (giustamente molto attenta alla performance della rete di contenuti di AdWords), si tratta di una distinzione praticamente irrilevante.
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Everfluxx, l'ipotesi mi sembra tutt'altro che peregrina, anche se naturalmente difficilmente dimostrabile.
Un'altra ipotesi (che forse rafforza la prima) è che questa "ripulitura" sia collegata alla nuova feature di Adwords (attualmente in fase Beta) che permetterà agli inserzionisti di visualizzare i siti della rete contenuti su cui appaiono i loro annunci, assieme a specifiche informazioni (CPC, ROI ecc.) relative al singolo sito. Insomma, la teoria è "prima di far vedere queste informazioni, togliamo i siti peggiori".
(c'è anche chi dice che la cosa non ha senso, che anzi proprio quando queste informazioni saranno visibili agli inserzionisti gli inserzionisti stessi potranno far pulizia da sé e allora questa ripulitura sarebbe superflua).
Per restare nello specifico, ho letto di un caso di un sito (anche qui bannato) che faceva 100% arbitrage "Overture over Adsense", ovvero comprando pubblicità da Yahoo per rivendere pubblicità a Google.
Per la domanda sul limite MFA-non MFA... La cosa è estremamente vaga, ma secondo me la parola chiave qui (quella che usa Google nella email di ban dei siti) è "user experience". Stabilire se un sito sia fatto per Adsense o meno è un processo alle intenzioni, ma la user experience è un dato di fatto. "Non so perché hai fatto questo sito, ma è un sito che fa schifo", tanto per intendersi.
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Mi era stato proposto da un tipo che si definiva SEO expert , ho rifiutato perche' mi era stato strettamente consigliato di non farne uso. Ora non so se il tizio che me l'ha detto (e' americano)sapeva di questa storia, cmq sia, se il network migliorera' sara' un bene per tutti.