• Super User

    Ciao e benvenuto,

    Il consiglio è quello di coordinare la tua idea con le normative esistenti in quei paesi e dunque con consulenti specializzati di quei paesi.

    Posso dirti che a determinate condizioni gli eventuali vantaggi fiscali possono risultare annullati dalla tua residenza in Italia.

    Paolo


  • User

    Salve, questo argomento appare frequentemente su molti forum, e viene regolarmente rivestito da un alone di mistero. Poiche' me ne interesso da tempo in via teorica, queste sono le conclusioni a cui sono giunto, sperando di aggiungere un contributo aldila' di falsi moralismi e scusandomi per un po' di necessaria lungaggine.
    Faccio riferimento soprattutto al caso dell'apertura di una LTD in UK, che sembra il caso piu' dibattuto oggi.
    E' un'operazione legale, pero' al ricorrere di alcune condizioni, gli eventuali redditi devono venire ricondotti al fisco italiano, e questo ne riduce i vantaggi. Le condizioni sono:

    • sede legale in Italia, e non e' questo il caso.
    • amministrazione in Italia.
    • oggetto principale in Italia.
      Questi casi sono alternativi, per cui ne basta uno solo per considerare la societa' soggetta al fisco italiano.
      L'ultimo caso e' piuttosto nebuloso nell'ambito informatica/web, considerando la delocalizzazione di web server, business server e produzione del software. Percio' la definizione di dove stia l'oggetto principale e' tutt'altro che ovvia, rispetto alla produzione classica di beni materiali.
      Il caso critico e' il secondo, perche' si riferisce a dove vengono realmente prese le decisioni gestionali. Se i soci sono italiani per residenza, non basta che l'amministratore formale sia un commercialista di Londra, e (se ho capito bene) spetta agli stessi l'onere di provare che non sono realmente i gestori della societa'. E nel caso LTD l'identita' dei soci e' pubblica dal secondo anno. Se l'Agenzia delle Entrate conclude che la societa' in esame deve essere ricondotta in Italia sotto il profilo fiscale, si e' in presenza di reato penale (esterovestizione della societa'): omessa dichiarazione dei redditi e dichiarazione infedele, con quel che ne consegue. Basta cercare "esterovestizione" su Google, c'e' tutto.
      Il tutto indipendentemente dal fatto che i soci ne abbiano regolarmente dichiarato gli utili in Italia e pagato le relative imposte. Si tratta di soggetti fiscali diversi.
      Detto questo, i vantaggi di una LTD sono:
    • costi di apertura e manutenzione molto piu' bassi di una SRL, a cui si paragona di solito.
    • corporate tax al 19%, contro il 33% della SRL.
    • niente contributi INPS per i soci che prestano l'attivita' nella societa' (per le SRL e' obbligatorio, 20%).
    • niente studi di settore.
    • niente IVA fino a 60k sterline.
      Infine, ancora piu' complesso risulta il caso ibrido: costituzione all'estero con regolare denuncia dei redditi in Italia. Ci sara' l'ovvia differenza 33-19, ma poiche' UK vorra' il 19, cosa si paga in Italia, tenendo conto dei trattati contro la doppia imposizione ? La differenza ? E gli altri punti di cui sopra, considerando che civilisticamente la societa' resta di diritto estero ?
      Ovviamente chiarimenti/smentite/precisazioni sono benvenute.

  • User Attivo

    ciao
    bell'intervento volendo discutere dell'argomento

    per evitare che ci siano equivoci da parte di utenti , credo che dobbiamo consigliabile gli utenti di consultare non un qualsiasi comercialista, bensì un professionista esperto che si occupi di fiscalità estera, proprio perchè come dicevi tom, il rischio di incorrere in reati penali è sempre presente

    fabio :ciauz:


  • User

    Ormai da anni mi occupo di costituire e gestire società in UK, e vi garantisco che non è facile come sembra.
    E' necessario che chi apre la società sappia, non solo come fare, ma conosca la legislazione del paese dove la persona risiede.
    tom conosce quanto scrive, pertanto quoto.
    Esistono però metodi e "cavilli" perchè certe cose accadano ed altre no.


  • User

    Scusate se riesumo il 3d dopo un anno ma vista l'ottima risposta data a suo tempo da tom mi sembra giusto continuare qui.

    La situazione che non mi è chiara è quella di una società effettivamente "mezza inglese e mezza italiana".

    Immaginiamo due professionisti, uno in Italia e uno a Londra, che vogliono dar vita ad una società (magari uno si occupa della parte grafica ed uno della parte di programmazione).

    come si inquadra una situazione del genere?

    Riprendendo i tre pilastri di cui parlava tom:

    • sede legale, ipotizziamo ovviamente in Inghilterra;
    • amministrazione.. diciamo che tutti e due i soci hanno lo stesso potere decisionale
    • oggetto principale: metà fatturato è su clientela inglese, altra metà su clientela italiana..

    come se ne esce? :?:?:?:?


  • User Newbie

    [...]


  • User

    @lorna_j said:

    Scusate se riesumo il 3d dopo un anno ma vista l'ottima risposta data a suo tempo da tom mi sembra giusto continuare qui.

    La situazione che non mi è chiara è quella di una società effettivamente "mezza inglese e mezza italiana".

    Immaginiamo due professionisti, uno in Italia e uno a Londra, che vogliono dar vita ad una società (magari uno si occupa della parte grafica ed uno della parte di programmazione).

    come si inquadra una situazione del genere?

    Riprendendo i tre pilastri di cui parlava tom:

    • sede legale, ipotizziamo ovviamente in Inghilterra;
    • amministrazione.. diciamo che tutti e due i soci hanno lo stesso potere decisionale
    • oggetto principale: metà fatturato è su clientela inglese, altra metà su clientela italiana..

    come se ne esce? :?:?:?:?

    Nessuno? Vorrei tanto saperlo anche io.


  • User Attivo

    Ciao,

    non è facile dare una risposta occorrerebbe studiare il caso in modo approfondito.
    Comunque bisogna fare una scelta, non ovviamente il base alla convenienza fiscale, ma all'effettivo radicamento in un paese piuttosto che nell'altro. Se la sede è posta all'estero bisogna poter dimostrare al fisco italiano che le decisioni rilevanti vengono prese lì.

    Marco


  • User

    @marco.commercialista said:

    Ciao,

    non è facile dare una risposta occorrerebbe studiare il caso in modo approfondito.
    Comunque bisogna fare una scelta, non ovviamente il base alla convenienza fiscale, ma all'effettivo radicamento in un paese piuttosto che nell'altro. Se la sede è posta all'estero bisogna poter dimostrare al fisco italiano che le decisioni rilevanti vengono prese lì.

    Marco

    Grazie per la risposta Marco, capisco che non è facile dare una risposta se non si conosce bene il caso e la burocrazia di una INC o LTD.
    Principalmente io vorrei capire se è possibile per un italiano essere socio al 50% di una società UK o USA con lo stesso potere decisionale pur avendo la residenza in italia.. e ovviamente pagando le tasse nei rispettivi paesi di residenza. Ne approfitto per augurarvi buon anno.


  • User Attivo

    Ciao
    certo che è possibile si tratterà semplicemente di dichiarare al fisco italiano la tua quota di utili della società (già tassata in UK) e pagarci le relative imposte in Italia.
    Marco