• Super User

    @Stefano said:

    La risposta è ovvio che sia no.

    Però sottolineiamo alcuni aspetti importanti.

    Ci sono siti a cui si applica bene il business model del "doppio cliente" e ci sono siti che hanno un "solo" cliente.

    Nel primo caso abbiamo i clienti (chi paga), ed i clienti dei nostri clienti (i visitatori).
    Nel secondo caso abbiamo i clienti veri e/o potenziali.

    Il caso del "doppio cliente" è costituito perlopiù da vendita di spazi pubblicitari.
    Mi soffermerei anche sul vedere la "pubblicità" non solo come qualcosa che va necessariamente a traino del sito, modello interruption marketing (ovvero l'utente naviga alla ricerca di contenuti, e si ritrova anche la pubblicità).
    Ma è interessante notare anche che la "pubblicità" stessa possa essere il contenuto.

    il "doppio cliente" sempre cliente è 😄
    forse potrebbe esserci di più.... magari casi di comunicazione interna... 😉


  • Super User

    @fradefra said:

    Oltre ai clienti, ai prospect ed ai concorrenti, prenderei in considerazione anche gli opinion leader del settore.
    Spesso contano molto nello spostamento degli interessi e nella definizione del valore di un brand.

    Un sito che venga malamente citato da un blog molto forte, può avere grossi problemi a recuperare l'immagine.

    Inoltre secondo me va tenuto da conto anche il dipendente dell'azienda. Non avete mai pensato a cosa può fare su un blog aziendale un ex-dipendente incavolato?

    o su un attuale dipendente demotivato? magari motivarlo... :fumato:


  • Super User

    @SpiderPanoz said:

    il "doppio cliente" sempre cliente è 😄

    Non condivido.

    Se tu lavori a doppio cliente, devi tenere in maggiore considerazione l'utente (il "cliente che non ti paga") rispetto al "cliente che ti paga".

    Sul cliente (che ti paga) sei tu a definire gli spazi e le modalità e non lui.
    Se li fai gestire a lui ti bruci.


  • Super User

    certo, ma quello che voglio dire è altro.
    forse è importante provare a cambiare l'ottica....
    esistono altri Stakeholder


  • Super User

    @SpiderPanoz said:

    certo, ma quello che voglio dire è altro.
    forse è importante provare a cambiare l'ottica....
    esistono altri Stakeholder

    Ora ho capito il tuo quesito.

    Io sono contrario ad elencare le cose modello lista della spesa, perché sono fondamentalmente inutili in quanto difficilmente applicabili ad un caso concreto.

    Tutti sono in qualche misura stakeholder, partendo dai mezzi di informazione, i clienti, gli amici dei clienti, i tuoi dipendenti, i fornitori, i baristi dove vai a prendere il caffè, i competitor, ed anche tutti gli altri.

    Chi parla di te, o non lo fa, in una certa misura ti influenza, sempre.

    Certo, possiamo stilare una scaletta in generale, che rischia di adattarsi a tutti e nessuno. 😉

    Credo sia più proficuo fare una specie di grafo piuttosto che un elenco.
    In un grafo ci sono dei distinguo: se il tuo modo di operare è questo, preoccupati di.... e puoi sorvolare quest'altra cosa.


  • Super User

    internet può essere uno strumento molto interessante anche per agevolare il passaggio generazionale all'interno dell'impresa..


  • Super User

    @SpiderPanoz said:

    internet può essere uno strumento molto interessante anche per agevolare il passaggio generazionale all'interno dell'impresa..

    cosa intendi?


  • Super User

    @mauro1978 said:

    chi è il cliente?
    prendi il classic osito inforamtivo orientato sui privati retail b2c (che ne so,suonerie, vacanze, info finanziarie, intrattenimento online) con ricavi (nel 95%) da vendtia spazi pubblicitari (su sito + dem, ad esempio). Chi è il cliente?
    a) chi visita il ns sito
    b) chi si iscrive alla mailing list
    c) la piattaofrma di adv che mi fornsice una serie di inserzionisti (chiamala adsense, miva, zanox, b!)
    d) gli inserzionisti che appaiono sul mio sito

    oppure tutti loro o solo alcuni? Su chi devi concnetrarti per far incrementare fatturato e utili?

    per quanto riguarda c) non direi che è un cliente, ma un fornitore... lo dici già tu che fornisce...

    Comunque tutto parte dal cliente e deve tornare al cliente, la figura ovviamente si adegua al servizio che voi offrite, non sempre sarà il ragazzino alla ricerca di una suoneria, altre volte potrebbero essere degli inserzionisti... insomma non potete fare una lista di stakeholder standard che si adatti a tutti...

    E la lista sarebbe immensa, eg. dovremmo prendere in considerazione allora anche le infrastrutture e non so quante altre migliaia di fattori.

    Posto che ogni caso quindi si svolge a se, esiste però una correlazione più o meno standard, che già si evidenza nei sistemi di gestione della qualità, una struttura ciclica che ha come input le esigenze del cliente e come output il servizio al cliente, e che al suo interno itera partendo dalla direzione, passando per la gestione delle risorse, alla realizzazione del prodotto e all'analisi, per poi tornare sempre alla direzione per ripartire.

    Ad ogni modo rimango colpito da una cosa, ad esempio la definizione di non cliente per chi ad esempio usa google come un sistema di ricerca... google offre un servizio, io che lo uso sono cliente per quel servizio, anche se questo non comporta per me una spesa.

    Io sarei invece ben più curioso di sapere se esistono siti che seguono le norme iso 9001:2000 e sono certificati, escludendo la QWeb che non c'entra nulla.

    Con un sistema di gestione per la qualità, sicuramente un portale o un servizio informatico su web, tanto per trovare un sinonimo bello arzigogolato, otterrebbe un ottimo beneficio, sopratutto per quanto riguarda il cliente finale.


  • Super User

    @alexs2k said:

    cosa intendi?
    se consideri il sito non più solo come strumento di vendita, ma come business plan dell'attività, comprendi l'enorme potenzialità che ha la sua realizzazione se viene affidata al "successore" (ovviamente assistito da un tecnico...)

    può diventare un terreno di confronto tra padre e figlio e può dare autorevolezza al più giovane..
    😉


  • Super User

    @SpiderPanoz said:

    se consideri il sito non più solo come strumento di vendita, ma come business plan dell'attività, comprendi l'enorme potenzialità che ha la sua realizzazione se viene affidata al "successore" (ovviamente assistito da un tecnico...)

    può diventare un terreno di confronto tra padre e figlio e può dare autorevolezza al più giovane..
    😉

    Il discorso del passaggio generazionale è un pochino più complesso di così.

    A parte che al successore potrebbe non fregare nulla del web, o l'azienda essere già ben strutturata su internet, al limite questo lo dovresti vedere in termini generali: "Diamo al successore la possibilità di strutturare in autonomia un progetto".

    Comunque, solitamente, il problema è proprio questo: "in autonomia"....
    Nel senso che il boss non lascia autonomia al figlio, e quando lo fa, è una finta (continue interferenze e, ancora peggio, giudizi con il sapore di condanne a metà dell'opera).

    Comunque direi che siamo profondamente OT


  • Super User

    @Stefano said:

    Il discorso del passaggio generazionale è un pochino più complesso di così.

    è evidente...

    A parte che al successore potrebbe non fregare nulla del web, o l'azienda essere già ben strutturata su internet, al limite questo lo dovresti vedere in termini generali: "Diamo al successore la possibilità di strutturare in autonomia un progetto".

    ho detto forse il contrario?

    Comunque, solitamente, il problema è proprio questo: "in autonomia"....
    Nel senso che il boss non lascia autonomia al figlio, e quando lo fa, è una finta (continue interferenze e, ancora peggio, giudizi con il sapore di condanne a metà dell'opera).

    ovviamente non deve essere abbandonato a se stesso.
    internet è solo un pretesto per un percorso più lungo... volto a far acquisire autonomia ed autorevolezza.
    un mezzo, non la soluzione

    Comunque direi che siamo profondamente OT

    **... perchè? l'opposto direi :fumato: **