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- Mailing list, che uso ne fa il cliente?
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Ciao a tutti,
sicuramente inviare informazioni diverse da quelle che l'iscritto ha richiesto non è molto funzionale.
Bisogna però sapere in che ambito lavoro il cliente di fello, magari potrebbe avere dei collegamenti anche remoti che giustificano questo tipo di attività.
Oppure potrebbe essere un tentativo di promuovere un'immagine dell'azienda attenta alle tematiche sociali.
Bisognerebbe avere più elementi per poter valutare...
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parlane con il tuo cliente e cerca di spiegargli che un uso non corretto della sua mailing list puo' essere controproducente
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Grazie a tutti, avete confermato le mie preoccupazioni, contatterò immediatamente il cliente "bacchettandolo".......
Sarà interessante, inoltre, capire il motivo che ha spinto il cliente ad utilizzare il servizio di mailing in quel modo.cosa si aspettava?
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Scusatemi..
quanto avete detto è esatto. ma dipende anche la tipologia di azienda e/o mailing. Ad esempio, potrebe essere importante per l'azienda far sapere ai suoi utenti come si comporta per particolari apsetti pubblici quali l'inquinamento ecc...
potrebbe essere anche di particolare successo la comunicazione di tali attività?
PS: se la mailing è strettamente commerciale...ritiro quello che ho detto e avete ragione
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inoltre forse potrebbe avere problemi con la privacy.
si è iscritto alla ml solo per ricevere determinate comunicazioni..
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@SpiderPanoz said:
inoltre forse potrebbe avere problemi con la privacy.
si è iscritto alla ml solo per ricevere determinate comunicazioni..mmmm questo non lo so.... anche perchè l'accettazione delle norme sulla privacy probabilmente prescinde dalle preferenze sull'argomento da ricevere.... o no?:?
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Sinceramente non condivido quello che è stato fin qui detto. La mailing list è uno strumento per comunicare con il cliente e attraverso questo strumento si può e sopratutto, si deve comunicare quello che l'impresa è!! Se l'impresa si impegna per una questione morale o sociale a mio avviso, deve cominucarla ai consumatori. L'impresa non è una scatola per "fare soldi" ma è prima di tutto uno strumento di realizzazione della società. Non sono io a dirlo, basta prendere un qualsiasi libro riguardante l'organizzazione aziendale per capirlo. Ma andando oltre a quello che dicono i guru aziendali, al ruolo sociale dell'impresa ci si può arrivare benissimo anche se non si è mai letto un libro di economia aziendale.
Nell'azienda lavorano persone; nell'azienda troviamo beni che sono stati comprati da altre aziende magari con soldi di banche o altri finanziatori; l'azienda vende prodotti o servizi a dei consumatori. Insomma l'aziende non è un elemento chiuso ma, per sua natura deve necessariamente aprirsi all'ambiente per ottenere risorse e per collocare i proprio prodotti. L'azienda quindi opera nella società, dalla società trae ciò di cui ha bisogno (è quindi la società ma più in generale l'ambiente, influenzano l'azienda) e nella società colloco ciò che produce (e quindi a sua volta influenza la società cioè l'ambiente).
Il ruolo dell'impresa non è quindi solamente economico ma anche e sopratutto sociale. E' nella natura dell'azienda svolgere una funzione sociale.
Comunicare via mailinglist una petizione contro il razzismo significa comunicare il ruolo sociale dell'impresa. Non la reputo un'attività estranea.
Non sono io a dirlo! Basta guardare cosa sta succedendo ultimamente negli USA dove un grande numero di aziende ha chiesto a gran voce a Bush di attuare politiche a tutela dell'ambiente e dove singole aziende hanno dichiaroto pubblicamente di impegnarsi in prima persona per difendere l'ambiente (come la Virgin che donerà non so quanti milioni di dollari allo scienzato che creerà un sistema per eliminare dall'atmosfera un tot di tonnellate di anidride carbonica!)
Oppure altri esempi sono i "bilanci sociali": bilanci non fatti di numeri, ma che testimoniano la ripercusione che l'attività dell'azienda ha avuto sulla società!
Insomma, se la diffusione dell'impegno sociale dell'imprese è sempre maggiore significa, che è un'attività remunerativa! Quindi reputo ottima la comunicazione di attività sociali dell'impresa e di conseguenza reputo appropiato l'uso dell'e-mail!
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dipende dall'informativa: nel mio caso chi si iscrive da disponibilità a ricevere novità in materia fiscale e societaria. quindi non posso inviarti nulla d'altro.
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La mailing list è uno strumento per comunicare con il cliente e attraverso questo strumento si può e sopratutto, si deve comunicare quello che l'impresa è!!
Ma se l'azienda ha bisogno di comunicare non è forse più appropriato un blog?
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@fello said:
Ma se l'azienda ha bisogno di comunicare non è forse più appropriato un blog?
...potrebbe darsi...in ogni caso, per riassumere quello che è stato segnalato fin ora mi verrebbe da dire questo:
a) prima di tutto bisogna verificare se le comunicazioni inviate (tutte, non solo quelle a carattere sociale) rispettano l'informativa sulla privacy e le realtive restrizioni. questo come regola generale, anche perchè, come sottolinea giustamente Spiderpanoz, se segnalo al cliente di iscriversi alla mia mailing list e specifico che invierò SOLO comunicazioni di tipo fiscale, poi non posso mandare ot.
b) giustamente III sottolinea il valore sociale dell'impresa e se l'azienda in questione fa dell'attività sociale la propria bandiera, comunicarlo ai propri clienti è corretto, ma va segnalato comunque secondo me.Il concetto è sempre uno: se scrivo "iscriviti qui, così avrai informazioni sempre aggiornate su di me, su quello che faccio, sulle mie iniziative e sui miei prodotti/servizi", poi posso mandare quello che mi pare.
Se scrivo "iscriviti qui per avere info sui miei prodotti" e poi ti mando un reportage sul mio ultimo viaggio in Madagascar, magari a termini di legge posso farlo, però vado OT e potrei ottenere un effetto "fastidio da spam" verso i miei clienti.Questo credo non lo voglia nessuno.
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@fello said:
Ma se l'azienda ha bisogno di comunicare non è forse più appropriato un blog?
personalmente credo di si, opterei e consiglierei un blog
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be... come strumento è diverso.
la mailing list serve anche come memo per il cliente che non visita il sito