- Home
- Categorie
- Società, Web e Cultura
- Società e Impegno Civile
- Italia? Paese socialmente immobile
-
Italia? Paese socialmente immobile
Leggevo questi articoli
http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/cronaca/borghesi-piccoli/borghesi-piccoli/borghesi-piccoli.html
http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/cronaca/borghesi-piccoli/piramide-bloccata/piramide-bloccata.html"Nel nostro paese - osserva Giuseppe Roma, direttore generale del Censis - non ci sono i meccanismi che producono mobilità. Oltre al difficile accesso alla formazione ed alla conoscenza, continuiamo ad essere un paese con molte incrostazioni corporative".
LA RICERCA del Censis sulla mobilità sociale in Italia dice in sostanza che se uno nasce in una famiglia operaia, è molto probabile che muoia operaio. Al massimo può sperare di diventare impiegato.
solo una piccola parte di essi, meno dell'8%, riesce con le proprie forze a scalare la piramide sociale sino a entrare nella classe alta della borghesia, formata da dirigenti, imprenditori, professionisti.
In Italia ci sono pochissime prospettive di fare il "salto sociale" ... In media si rimane nella stessa "classe sociale" dei genitori... e sempre più spesso si fanno passi indietro...
Questa è una cosa molto grave... significa bloccare il futuro...
Che prospettiva ha un ragazzo? Perchè dovrebbe studiare, sforzarsi, migliorarsi, se la prospettiva è peggiorare?
-
In fondo, cosa vuol dire "fare il salto sociale"? Aumentare il proprio reddito? Diventare dirigenti di qualche multinazionale? Frequentare la gente "giusta"?
Io credo che le classi sociali siano solo una forma di controllo da parte di quelli che una volta erano i "nobili" sul popolo. I media ogni giorno ci dicono che dobbiamo studiare, dare il massimo per salire nelle graduatorie, arrivare al primo posto. Ma di che cosa? La verità è che ci fanno intravedere un club esclusivo, dove tutto è concesso e la vita è fondata sul benessere. Ma realmente non ne abbiamo bisogno, lo abbiamo già quello che ci serve. Si chiama cervello. Le idee sono il motore del mondo, quindi chi ce le ha un vantaggio sugli altri. La nostra società è comandata da ultra sessantenni, che si tengono ben strette le loro poltrone. Bene. Non le voglio nemmeno le loro poltrone! Ma voglio crearmi la mia poltrona, questo si. E allora bisogna cominciare a credere nelle idee delle persone, e dare il proprio contributo. Acnhe solo di tempo di ascolto.
-
Io dico solo che in Italia è al giorno d'oggi molto più conveniente fare il delinquente che studiare o spaccarsi la schiena.
Quasi quasi domani anzichè andare a fare l'impiegato citrullo (ho una laurea in Ing. VO con lode in tasca... inutile in itaglia) rubo ad un gioielliere...
Nascondo il bottino.
Vado in carcere 3 mesi... indultino... et voilat.
Fatto il salto socialeChi viene con me in CANADA?
-
Toronto? St. Claire o Down Town....dipende
-
Qulche posto vicino alla neve
-
... et voilat.
Fatto il salto sociale No no Fabioski, quel salto lì non va mica bene.
Che poi che gli racconti ai tuoi nipotini?La verità è che ci fanno intravedere un club esclusivo, dove tutto è concesso e la vita è fondata sul benessere. Ma realmente non ne abbiamo bisogno, lo abbiamo già quello che ci serve. Mi piace Bricky questa tua visione.
Certo, anche il cervello.
Ma le piccole cose veramente gratificanti, come saper apprezzare in pieno il sorriso di nostro figlio o la stretta di mano di un caro amico e gustarci con lui un bicchiere di quello buono, piccoli ma grandi valori dai quali da tempo abbiamo rinunciato in nome di cose più importanti, i *club esclusivi ed il benessere; *credo fossero capaci di dare un significato alla nostra esistenza quotidiana che invece stentiamo ora ad avere.E poi una laurea in Ing. VO con lode in tasca. [..azz, bella! mica tarokka eh!]
Di valori ne avevi eccome caro Fabioski e ci hai creduto in te.Credo caro Luca che il salto sociale sia un falso obiettivo, ma che si debba fare il possibile per guardarsi dentro e diventare ciò che realmente si è.
-
@luca said:
In Italia ci sono pochissime prospettive di fare il "salto sociale" ... In media si rimane nella stessa "classe sociale" dei genitori... e sempre più spesso si fanno passi indietro...
Questa è una cosa molto grave... significa bloccare il futuro...
Che prospettiva ha un ragazzo? Perchè dovrebbe studiare, sforzarsi, migliorarsi, se la prospettiva è peggiorare?
beh luca, in parte hai ragione ma non sarei così pessimista.
chi si da da fare ha ampie possibilità per crescere...io sono fiducioso, anche se è tutto sempre più difficile e questo è un paese in cui la politica economica è assente da almeno 30 anni...
ma lavorando duro si può crescere....
-
io non sarei così pessimista, conosco le ricerche del Censis (e dell'ISTAT) da quando facevo il liceo (primi anni settanta). anche allora giravano ricerche che condannavano noi poveri figli di operai, nonostante la scolarizzazione di massa, i sacrifici delle nostre famiglie e la fame di tecnici da inserire nei vari stadi del processo produttivo, a restare dei poveracci ed a morire poco più che impiegati.
beh, il salto di qualità, da un punto di vista sociale e professionale, nella mia generazione c'è stato, dei tanti ragazzi che ho conosciuto dagli inizi della mia avventura scolastica un terzo sono rimasti operai o poco più, un terzo se li è bevuti la lotta armata o peggio l'eroina (la mia è stata una generazione senza vie di mezzo) ma l'altro terzo (e scusate, alla faccia del Censis, non è poco) è riuscita a garantirsi un ruolo professionale ed una posizione sociale più che soddisfacente. Molti dei miei compagni di liceo e di impegno del tempo, oggi occupano posizioni di rilievo nello stato e nelle istituzioni ed erano poveri sfigati figli di operai come me, io stesso dopo la laurea in chimica ed una in lettere e filosofia (presa per divertimento quando sono riuscito ad andare al di la dei bisogni miei e della mia famiglia) non posso proprio dire di essermela passata male (vengo anch'io da una famiglia del ceto basso).
è vero che le redini del paese sono in mano ai sessantenni (abbiamo guadagnato circa cinque/sei anni rispetto ai governi degli anni settanta) ma il diverso processo di acquisizione delle conoscenze sta ringiovanendo rapidamente la geografia politica e sociale di questo paese, guardate internet che è una VOSTRA CONQUISTA e quanta nuova economia e modi di produrre ha avviato, abbassando drasticamente l'età media della classe imprenditoriale nel nostro paese, quindi caro Luca ecco perchè è importante continuare a studiare ed a farsi il c.u.l.o sui libri ed attorno alla conoscenza perchè è solo il sapere che ti libera e ti offre reali opportunità di scelta.
in fondo il salto sociale non è aumentare il proprio reddito o frequentare "gente giusta" (o forse si, visto che posso permettermi di cazzeggiare in questo forum con "gente giusta" non foss'altro perchè è capace di porsi delle riflessioni), è permettersi il semplice ed umano lusso di prendere le proprie figlie ed andare a guardare i pesci al fiume potendoti permettere il "lusso" di perdere una giornata di lavoro.quindi, siate un poco più ottimisti, queste ricerche hanno perso da tempo qualsiasi valore scientifico (pensate all'ISTAT che continua a rifilarci la leggenda che abbiamo un'inflazione attorno al 2.5% ... con l'euro che vale virtualmente 1.000 lire come c.... a stare in questi parametri? sarà almeno dieci vlte tanto.) e soprattutto non tengono conto delle capacità e delle energie creative della vostra generazione.
anche se, come dice SpiderPanoz (devo citarvi perchè non riesco a quotare, boh(?) ), tutta 'sta confusione ed incertezza nascono dal fatto che in questo paese manca una politica economica da 30 anni (anche se sono quasi 50, gli svantaggi dell'età nel ricordare) perchè qui da noi l'economia non l'hanno mai fatta i governi, ma le banche.
ma ciò non può essere valido motivo per non provarci:
-
bravo!
-