• User

    Se sei cittadino italiano o l'azienda é in Italia puoi mettere i server anche sulla luna ma devi pagare le tasse in Italia 🙂 A meno che non sposti l'azienda all'estero..


  • Bannato User Attivo

    O intesti il sito ad una persona residente all'estero.


  • User

    si ma resta il problema che ti entrano dei soldi e devi dichiararli, se non hai sito e non hai azienda e percepisci soldi che provengono dal nulla ... lascio la parola al ns commercialista 🙂


  • Bannato User Attivo

    Mi piacerebbe sapere il vostro parere, e in special modo del nostro commercialista, sulla seguente questione legata ad adsense.
    Io do in gestione il mio sito ad una associazione culturale con partita iva per un anno, riservandomi di modificare il contratto anno per anno. In pratica affitto il sito all'Associazione che può farne quello che vuole. Lo statuto dell'associazione permette di acquisire o fittare il sito per perseguire gli scopi sociali.
    In tal modo dovrei riuscire a guadagnare qualche soldo dai miei sudori e avere il tempo di vedere come evolvono i guadagni adsense in modo da valutare la creazione di un'impresa.
    Contemporaneamente non ci dovrebbero essere problemi con l'iva e con tutto il resto, visto che l'Associazione emette fattura, versa l'iva, e dai suoi introiti scorpora il compenso per l'affitto.
    L'associazione guadagna un sito a costo zero (costruzione, ricerca informazioni, lavoro di posizionamento, pagine dedicate all'associazione) in pratica a costo zero; l'unico costo è l'affitto o il mantenimento.
    Sbaglio o può essere una possibilità?
    Saluti


  • Super User

    Se è l'unico tuo sito in affitto ok, ma reputo che tu debba far ospitare un "riquadro adsense" di un account adsense intestato loro... sarebbe così corretto che i flussi adsense pervengano a loro.
    Solo così riterrei possibile stipulare un contratto di locazione del mero tuo sito (senza compensi per aggiornamenti vari). Il reddito dovrebbe venire dichiarato da te tra i redditi diversi (andrebbe studiato bene in quali esattamente) ma senza p.iva.


  • Bannato User Attivo

    Sì certo, l'account adsense va intestato all'Associazione.
    Per quanto poi riguarda gli aggiornamenti, che ogni sito deve avere, si potrebbe fare un forfeit per le spese, e per un solo sito non credo si possa parlare di lavoro continuativo o dipendente.
    Forse nemmeno per due siti, ma chiaramente il discorso deve finire qui.
    Grazie di avermi risposto.
    Saluti


  • Bannato User Attivo

    In relazione al fatto di considerare gli annunci adsense come pubblicità, mi viene in mente un'altra riflessione.
    Il web è fatto di tante pagine collegate tra loro con dei link, quasi tutti i siti oggi fanno lo scambio link, spesso associato con una descrizione, tutti i motori di ricerca espongono link...
    Fanno tutti pubblicità? In sostanza, Google fa pubblicità per il semplice fatto di linkare e catalogare siti? Un webmaster si deve trasformare in impresa per il semplice fatto di avere una pagina di scambio link?
    Si dirà, ma con lo scambio link non si guadagna? E chi lo dice? chi lo verifica?
    Ed inoltre, la questione viene prima dei guadagni, ossia è imporante capire se esporre in maniera continuativa un link (cioè un annuncio - pubblicitario? - ) in un sito costituisca pubblicità per un altro sito o no.
    Leggermente diverso può essere il discorso per un banner.
    Se inserire link in un sito costitutisce pubblicità dobbiamo modificare radicalmente internet.
    Se invece il tutto dipende da quanto ci guadagni allora non è una questione di concetto ma di introiti.
    A mio avviso è una questione di organizzazione, di introiti, di professionalità di tempo lavorativo e non di semplice esposizione di link o di annunci adsense.
    Insomma, a mio avviso, prima bisogna giudicare l'azione del webmaster nella costruizione del sito e dell'inserimento di pubblicità e poi si può ipotetizzare che si abbia bisogno di una partita iva e di fare impresa.
    Se così non fosse, chiunque domani mattina, mettesse per un anno una maglietta con il marchio Lacoste in automatico farebbe pubblicità.
    Non credo dunque che si possa accettare e far valere l'equivalenza:
    "mettere gli annunci adsense in sito" equivale "fare pubblicità in modo organizzato e devi avere una partita iva o addirittura fare impresa".

    Questo concetto è totalmente errato.
    A questo punto devo però dire che non sono un esperto (ossia un commercialista... o che so io) e che tengo rispetto sia per il nostro commercialista del forum che di tanti altri ... ma sono pronto a scommettere un caffè... che la mia valutazione è corretta.
    Ossia, non è vero che per mettere gli annunci adsense bisogna avere la partita iva, ma si ha bisogno di partita iva e di essere impresa se effettivamente la gestione del sito possa mostrare un'organizzazione professionale stabile e continuativo del webmaster in esposizione di pubblicità.
    E credo che siano due cose distinte e separate.

    Mi piacerebbe ricevere qualche riflessione.
    Saluti


  • Super User

    Capisco cosa intendi, ma purtroppo non lo condivido,

    esporre i "quadrati adsense" lo si fa per avere degli introiti e non quale forma sostitutiva di una pagina con link, di una piccola directory interna e/o similari.

    Il fine e scopo di adsense è di essere un veicolo pubblicitario... ed il webmaster che aderisce a tale sistema sa che il suo guadagno perverrà indirettamente in ragione della volontà degli inserzionisti di pubblicizzare loro prodotti o siti web con campagne pubblicitarie web-oriented... ospitare adsense, perchè sia fruttuoso, non può che essere attività continuativa... dunque essere il terminale di una attività pubblicitaria (come già ribadito dalla Corte di Giustizia UE) equivale a "rendere servizi pubblicitari"... farlo in maniera continuativa... a mio giudizio definitivamente identifica una attività che fiscalmente è tipica d'impresa.... al di la della dimensione degli introiti.

    Google da par suo svolge una attività di catalogazione che è solo prodromica alla realizzazione di altri business (adsense, adwords...)... ma vista isolatamente non è redditizia.
    Portare una lacoste non è attività che l'indossatore fa per trarne guadagno. Nel momento in cui continuativamente una persona portasse il coccodrillo sul petto per ritrarnbe un profitto dalla diffusione di quel marchio... ricadremmo egualmente nell'attività pubblicitaria (almeno fiscalmente imprenditoriale).

    Per ciò che concerne lo scambio di link puoi leggere il mio pensiero qui, e ti assicuro che se lo scopo è trarne un profitto:
    http://www.fiscoitaliano.altervista.org/scambiobanneriva.htm

    X Giorgio: sorry il link è ad un mio sito, ma non è scritto da altre parti visto che è un mio lavoro.

    Paolo


  • User Newbie

    salve a tutti
    sono anch'io interessato al discorso legale per quanto riguarda ospitare a pagamento pubblicità sul proprio sito

    a tal proposito vorrei incollare cosa dice al'assistenza adsense a riguardo e vorrei avere il vostro parere:

    *Gli account aziendali e per persone fisiche non presentano alcuna
    differenza a livello di servizi o struttura dei pagamenti. I pagamenti per
    gli account aziendali sono effettuati a nome della società, mentre gli
    account per persone fisiche vengono emessi a favore del beneficiario
    titolare dell'account.

    Non é pertanto necessario aprire partita IVA per ricevere i pagamenti
    AdSense. Tuttavia, l'apertura della partita IVA é necessaria se si
    desidera ricevere il rimborso dell'IVA.*


  • Super User

    Ciao, come forse avrai più volte verificato anche tu comunicando con l'assistenza Adsense italia loro ben sottolineano che non ti fanno da consulenti fiscali.

    A loro, logicamente, poco interessa la tua regolarita giuridico-fiscale.... loro vogliono il servizio, sono residenti extraUE quindi....


  • User Newbie

    ho solo comunicato una volta con loro per chiedere se è necessaria la partita iva per i loro pagamenti per essere in regola col fisco.
    mi hanno risposto questo, che non è necessaria.

    sinceramente non so altro, quindi vorrei capire bene perchè non devo dar retta a questa loro affermazione


  • Bannato User Attivo

    Mio cugino è benestante e veste continuamente, dalle mutande alla cravatta, Lacoste e Armani. Come tutti, si veste tutti i giorni. Dunque è impresa?
    E' evidente che non è così.
    Io gioco a tennis continuamente tutto l'anno almeno 3 volte a settimana. Ho una racchetta Donney e quando vado a giocare ci sono nel nostro centro almeno 400 persone per volta che mi vedono e mi chiedono della mia racchetta. Dunque sono impresa.
    E' evidente che non è così.
    Ho un ristorante ed uso piatti e bicchieri della Casolaro S.P. A (non so se esiste), li uso tutti i giorni continuamente. Dunque faccio pubblicità e devo essere impresa (agenzia pubblicitaria), oltre al fatto di esserlo già ristorante.
    Ho un sito internet è propongo itinerari turistici nel mio paese (o regione) e nella descrizione di cosa vedere, cosa fare, propongo anche dove mangiare inserendo il nome di ristoranti, pizzerie, con link verso i siti di queste aziende.
    Sto facendo pubblicità? Devo essere impresa? Non mi conviene, quindi devo togliere il sito.
    E' evidente che non può essere così. Sarebbe come limitare tutto e tutti. Quasi non possiamo più fare il passaparola, che altro non è che un link umano. Così come il link rimanda ad un sito il mio passaparola rimanda ad un ristorante. I pubblicitari sanno bene quanto funzioni il passaparola.
    Mi viene in mente un'idea di impresa: ho molti amici, mi accordo con un ristorante e lo promuovo tutti i giorni tra i miei amici, magnificando la cucina, i prodotti, il cuoco .... Dunque devo essere impresa?
    Di questi esempi se ne possono fare a migliaia. Tutti hanno lo stesso minimo comune denomnitore: esposizione di un marchio/annuncio pubblicitario, in modo continuativo, e da cui forse si traggono dei guadagni (cosa che non si sa e di cui non si ha alcuna garanzia).
    Ma a mio avviso, modestissimo avviso, non possono rientrare assolutamente nel concetto di impresa.
    Adsense, lo esponi in 5 minuti, e forse genera degli introiti. A me capita, in alcuni giorni, di guadagnare zero dollari e nulla vieta che ciò capiti per tutto l'anno. Non c'è alcuna garanzia di essere visti, addirittura il sito potrebbe non essere visto da nessuno. Se nessuno lo vede la pubblicità non c'è? Se qualcuno lo vede la pubblicità c'è? Mi sembra di stare nel mondo della Fisica con il principio di Heisenberg.
    Si dirà, ma tu metti adsense con l'idea di fare pubblicità ed introiti. E' vero. Ma faccio lo stesso con i link ad altri siti, che non sono pubblicità.
    Non tutti fanno lo scambio 1 a 1. Io accetto tutti i link a siti legali e mi piace la reciprocità senza farne obbligo. Altri, motori di ricerca, ti chiedono di segnalare un sito web. Non per questo fanno pubblicità.
    I link, cioè il collegamento tra i siti, non può essere dichiarato annuncio pubblicitario, perchè è l'anima di internet. Senza il link non si avrebbero i milioni di collegamenti che mi fanno passare da Google a Virgilio al mio sito, al Corriere ...
    Non possono esserlo. Dichiarare che un link è fare pubblicità è dichiarare la morte di internet.

    Se passasse l'idea che chiunque esponga una pubblicità (marchio/annuncio) in modo continuativo debba essere impresa ci ritroverremo ad essere tutti impresa e per di più ad introiti zero o quasi. Cioè falliti prima di cominciare.

    A mio avviso, la cosa è da valutare in tutt'altro modo. Ossia, non basta riconoscere da qualche parte un fenomeno continuativo di esposizione di una marchio pubblicitario per dichiarare in automatico che si sta facendo pubblicità in senso imprenditoriale e che dunque si debba essere impresa.

    Bisogna, invece, valutare l'organizzazione di chi espone questi annunci o marchi. Valutare la sua organizzazione, vedere se è a carattere imprenditoriale, continuativa, ... Dopo aver fatto quest'analisi si può giudicare se si ha bisogno di una partita iva o di essere impresa.
    Bisogna fare il distinguo sull'azione che compie il webmaster. Vedere se compie azione di impresa in tutto e per tutto o se invece somiglia a qualcosa che sembra un'impresa.
    Compro un'auto ogni 3 o 4 mesi, sono per questo un rivenditore di auto?
    Compro tre o 4 pezzi di terreno o case all'anno e li rivendo, sono per questo un venditore di immobili?
    Compio delle azioni che generano reddito, le compio nell'arco di un anno, ma non ho bisogno di alcuna partita iva o di essere impresa.

    La domanda cruciale deve essere: cosa fa il signor X proprietario del sito Y? Esercità effettivamente un'azione imprenditoriale? o solo occasionale? (e nel mondo di internet la parola occasionale ha un significato totalmente diverso da quello previsto nel Decreto sull'Iva)
    Bisogna, ancora, chiedersi: Quante volte aggiorna il sito, quante ore di lavoro ci dedica? Quanto visitatori ha? Produce un reddito oltre i 3000 euro o 4500? Possiede alle spalle un'attivittà consolidata e abituale?
    Da questo studio può emergere che un sito internet è il terminale di un'azione pubblicitaria, ma non è detto a priori.

    La cosa più semplice è valutare non tanto l'azione del webmaster ma il risultato annuale. Se si supera i 4500 euro di guadano, minimo d'impresa, per pagare le tasse, in automatico si è impresa a tutti gli effetti.
    Forse sarebbe anche il caso di introdurre una nozione semplificata di impresa del web, nella quale far rientrare i tanti siti internet che somigliano ad imprese ma che non lo sono affatto, anzi vanno avanti solo per la passione di chi li costruisce.

    Saluti


  • Bannato User Attivo

    Ho letto il tuo articolo sul sito http://www.fiscoitaliano.altervista.org/scambiobanneriva.htm
    Molto interessante.
    Voglio aggiungere una sola cosa a proposito dei banners e dei link, che hanno lo stesso trattamento fiscale, sebbene tu riconosca ai link un valore grafico/artistico diverso da quelle dei banner.
    E' dimostrato che i link testuali producono in termini di click e quindi di guadagni molto di più dei banners stessi.
    Con adsense, poi, la cosa è ancora più evidente essendo gli annunci correlati con il testo contenuto nel sito stesso.
    Quindi, a maggior ragione, il link testuale dovrebbe essere ritenuto un veicolo pubblicitario, come giustamente affermi, e ciò indipendemente da quanti introiti generi o non generi un sito.
    Ne discende da tutta la nostra riflessione che mettere un link equivale, almeno in linea di principio, ad essere dichiarati impresa.
    Internet da che era per tutti è diventato per pochi, solo coloro che possono pagare 3 o 4 euro l'anno in beneficenza allo Stato. Pagare contributi Inps, Commercialista, ecc. per avere un sito con un link. Oppure devo avere un sito senza link, il che è assurdo.

    Per quanto mi riguarda c'è proprio un errore di concetto, che nasce dal voler applicare le nostre Leggi, non pensate per il mondo virtuale, senza adattamenti e riflessioni. Purtroppo questo non è possibile e farlo genera paradossi se non addirittura antinomie legali.
    Bisogna dunque introdurre nuovi concetti fiscali, nuovi soggetti fiscali, rivedere il concetto di abituale e continuativo.
    Un sito è di per se stesso "continuativo" e non può essere occasionale. Pagato il dominio esiste almeno per un anno. Ma ciò non può implicare in qualche modo una nozione di impresa.
    Qualcosa di simile è successo nel momento in cui si voleva far diventare ogni sito una testata giornalistica. Poi la cosa è stata risolta con la nozione di aggiormento occasionale e non continuativo.

    Un ulteriore esempio:
    Il Forum è un sito internet in cui, mi maschero da multiutente, e mi faccio pubblicità in continuazione con link di vario genere. Lo faccio a costo zero e a danno del titolare del sito. Essendo lui il responsabile.
    Tutti i forum devono scomparire o rischiano di essere danneggiati per voler fare della beneficenza.
    Questo è un altro esempio, ma riflettendo sul mondo di internet ne usciranno fuori a migliaia.

    Saluti e speriamo che chi di dovere rifletta bene prima di sentenziare.
    A proposito, vorrei fare una ricerca sull'approccio fatto in altri paesi. Ne sai qualcosa? o conosci qualche sito in cui se ne parla?
    Ciao


  • Super User

    Purtroppo capisco benissimo i vostri sfoghi e condivido le preoccupazioni per una legislazione fiscale inadatta ad inetrnet, ma ad oggi ci troviamo ad avere a che fare con quella.... che prevede pochi concetti e chiari:

    • che adsense sia il terminale di una campagna pubblicitaria è certo;
    • che adsense necessiti un'esposizione continuativa è certo;
    • che adsense generi ricavi seppur minimi quasi ogni giorno è certo (parlo di siti normali);
    • che vi sia scopo di lucro continuativo del publisher è certo;
    • che la nostra legge iva individui l'abitualità all'esercizio di una impresa quale presupposto soggettivo di imposizione è certo (Art 4, comma 1 e seguenti DPR 633/72);
    • che rendere servizi pubblicitari in maniera continuativa sia impresa è giuridicamente certo (art 2195 C.C.)

    che dunque si sia di fronte ad impresa soggetta ad iva... per le vigenti leggi mi pare altrettanto certo.

    Logicamente resta un mio giudizio, la mia personale opinione... ora attendiamo interventi ministeriali o legislativi opportuni.... potremmo discuterne per ore... ma solo sperando in interventi legislativi fatti cum grano salis.

    Paolo


  • Bannato User Attivo

    Le tue motivazioni sono sicuramente più pertinenti delle mie.

    Mi sembra di capire da quest'ultimo tuo intervento che forse lo scambio link non implichi attività d'impresa: un link non è il terminale di alcuna azione pubblicitaria, non è continuativa (oggi c'è domani chissà), non genera guadagni (l'unico obbiettivo è aumentare le visite non necessariamente i guadagni, visto che lo scambio si fa anche tra siti che non vendono niente).
    Quindi ritengo che almeno i link non sono ( a mio avviso) considerati come elementi di un terminale di una campagna pubblicitaria.

    Gli annunci adsense sono in primis dei link, ma chiaremente pubblicitari, però subiti dal webmaster e con tutte le conseguenze del caso.

    Pertanto, se il titolare di un terreno sul quale viene messo un cartello pubblicitario, diventa automaticamente impresa per il fatto che l'agenzia affituaria abbia messo il cartello e vi pubblichi, a suo piacere, degli annunci, allora sono anche d'accordo su quanto sostieni.

    Altrimenti c'è una chiara omissione da parte dell'agenzia delle entrate.
    Saluti


  • Bannato User Attivo

    In Spagna hanno analoghi problemi con Adsense, ma li parlando di dover essere autonomi.
    http://www.forobuscadores.com/foros/index.php?showtopic=4230&st=20

    Proverò a cercare in Francia, Germania ed Inghilterra.


  • Bannato User Attivo

    In Francia sembra tutto più chiaro. Devi essere un libero professionista o autonomo.
    Vedi il sito (in francese)
    http://www.droitdunet.fr/par_profils/lecture.phtml?type=profil_createur&it=7&id=103

    Saluti


  • Bannato User Attivo

    In Germania hanno le idee confuse. L'Iva è al 16% ma non sanno come pagare e cosa devono fare.

    http://www.ayom.com/topic-9335.html (in tedesco)


  • Super User

    E' evidente dunque che anche per le legislazioni straniere si tratta di attività "professionale"... in Italia non posso che risottolineare che l'attività deve essere di tipo imprenditoriale (con le attuali norme ed anche con le future visto che dal 01.06.06 le cose saranno anche più regolate ed individuate visto il Reg. CE 1777 del 2005, che tratta di pubblicità e banner sui siti web).

    PS complimenti per la tua "poliglotticità" !


  • User Newbie

    scusa ma "attività imprenditoriale".....?
    stiamo parlando di 50 euro l'anno se va bene....
    norme, leggi....
    è assurdo