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    L'affiliazione ad adsense come fa a essere considerato attività commerciale?

    Tutti in rete dicono che l'affiliazione ad adsense deve essere considerato come attività commerciale e lavorativa (quella del marketing pubblicitario, con codice ateco 73.11.02) e come tale chi lo fa deve, salvo casi particolari, avere una partita iva.

    Però secondo me guadagnare con google adsense non si dovrebbe considerare come conduzione di marketing pubblicitario in quanto il publisher, sia che gestisca un sito suo sia che guadagni tramite pubblicazione di contenuti su piattaforme di proprietà di Google (ad esempio Youtube), non sta conducendo una campagna pubblicitaria ma sta autorizzando Google a condurre una campagna pubblicitaria accanto ai contenuti che il publisher pubblica in cambio della spartizione dei guadagni che Google consegue dalla suddetta campagna.

    Attività commerciale è da ritenersi tale se sussiste uno di beni e/o servizi in cambio di denaro e/o di altri beni e/o servizi, in cui le due parti si concordano le condizioni e i prezzi. Nel processo di guadagno di Adsense lo "scambio commerciale" avviene tra inserzionista e Google, in cui l'inserzionista propone a Google di pubblicizzare un suo prodotto nelle piattaforme dove Google può farlo (quindi nelle piattaforme di sua proprietà o su siti esterni laddove abbia l'autorizzazione da parte del proprietario del sito), accanto a contenuti che rispettino determinate condizioni e in cambio propone un prezzo fisso o variabile a ogni impressione e/o a ogni click. Il publisher non ha nessuna parte in questa "scambio commerciale", riceve solo la sua percentuale (68% se ospita contenuti su sito suo, 55% se li ospita su Youtube) senza avere alcuna voce al riguardo. Che attività commerciale è se uno non prende parte alla definizione delle condizioni e dei prezzi di scambio e nemmeno con chi fare lo scambio (nello specifico della conduzione di marketing pubblicitario lo scambio è da intendersi della serie io ti pago e tu mi pubblicizzi). Per di più se uno inserisce un codice Adsense su una sua pagina o inserisce un'interruzione pubblicitaria su un suo video di Youtube, non è che automaticamente a ogni visita da parte di un utente viene mostrato dei banner, perciò c'è una differenza tra mettere solo il codice e mettere un banner: esempio se Coca Cola chiedesse al publisher di mettere un suo banner pubblicitario accanto ai suoi contenuti e gli paga tot per ogni impressione e/o click, in quel caso il publisher starebbe conducendo un'attività commerciale e, se il banner deve essere tenuto 24 ore su 24 e 365 giorni su 365, sarebbe anche un'attività continuativa e quindi con obbligo di partita iva.
    Invece nel caso di adsense una volta che si inserisce il codice, Google fa visualizzare un banner se ne ha disponibili e se ha "voglia" (di fatto ha sempre voglia) perché se non erro nel contratto con adsense non mi risulta che Google sia obbligato a far visualizzare dei banner ogni volta che ne ha disponibili.
    Guadagnare con adsense non può nemmeno essere definibile come lavoro in senso stretto perché un lavoro remunerato è tale che se uno non fa niente non percepisce niente o per lo meno non a tempo indeterminato, invece un publisher con un solo contenuto può continuare a guadagnare a tempo indeterminato senza creare ulteriori contenuti: in questo caso in quest'anno si può dire che ha lavorato perché ha creato quel contenuto, ma negli anni a venire anche se non creasse nulla potrebbe comunque continuare a guadagnare con quell'unico contenuto e in quel caso negli anni a venire che lavoro avrà fatto? quello di girare i pollici?

    Piuttosto si può farlo rientrare i guadagni di adsense ricompense per diritti d'autore. Le ricompense per diritti d'autore avviene quando un soggetto chiede autorizzazione al proprietario di un'opera intellettuale il permesso di diffondere e/o lucrarci sopra in cambio di un compenso fisso o variabile.
    Molto spesso quando si tratta di licenziare su un'area vasta come un'intera nazione, data la difficoltà per il proprietario e il licenziatario di prevedere i potenziali guadagni dell'opera licenziata, succede che ci si accordi che il licenziatario paghi al proprietario una % dei suoi guadagni derivante dallo sfruttamento commerciale dell'opera licenziata. Con adsense nel momento in cui si inserisce il codice pubblicitario su una pagina si può intenderlo come un'autorizzazione a Google di sfruttare commercialmente i contenuti presenti in quella pagina, e tale autorizzazione viene data in cambio di una % che Google guadagna da questo sfruttamento commerciale.
    A differenza del lavoro autonomo occasionale, per i diritti d'autore non c'è il limite massimale di 5000 euro, quindi facendoli rientrare come diritti d'autore uno può anche dichiarare 100000 euro senza avere una partita iva.
    Ma può anche essere inteso come guadagni da obbligo di "fare, non fare e permettere" come aveva risposto un addetto dell'Agenzia delle Entrate a un utente che aveva poi postato su questo forum nel 2009. In effetti quando si inserisce un codice Adsense su una pagina si permette a Google di mettere dei banner su quella pagina. Poi sta a Google decidere se mettere o non mettere: se non mette nessun banner non deve pagare niente al publisher, se invece mette dei banner e ci guadagna qualcosa deve dare la percentuale concordata al publisher.
    Nel quadro RL del modulo Unico (il quadro RL riguarda gli altri redditi) ci sono tre righi, uno è per i redditi di capitale, uno per i redditi di lavoro autonomo occasionale e un terzo per compensi da attività sportive, opere di ingegno e un paio di altri che non ricordo.
    Mi sono recato all'Agenzia delle Entrate di recente, ho spiegato nei minimi dettagli il funzionamento di Adsense (nel mio caso collegato a Youtube) parlando con la persona più esperta in materia di suddivisione delle attività nelle varie categorie e gli ho mostrato anche una ricevuta di un bonifico di Google (stampato dalla mia pagina di Adsense, non dal mio estratto conto bancario, e da account privato e non con partita iva). Innanzitutto mi ha confermato che se le cose funzionano esattamente come gli ho descritto allora non serve la partita iva, inoltre mi ha detto che dalla ricevuta non si capisce affatto la tipologia di attività svolta, quindi mi ha detto che posso dichiararlo come preferisco purché sia coerente con ciò che fa Google (quindi ad esempio non dichiararlo come guadagni derivanti da attività di ristorazione), tanto se gli importi dichiarati sono coerenti con i soldi ricevuti e non c'è sospetto di provenienza illecita del denaro, l'Agenzia delle Entrate non si mette a indagare e nemmeno a impuntarsi su qualcosa di ambiguo in cui nessuna delle due parti può dimostrare di avere ragione.