- Home
- Categorie
- Digital Marketing
- Email Marketing e Messaggistica
- Email Marketing a zero rischi legali possibilmente su EMail PEC
-
Email Marketing a zero rischi legali possibilmente su EMail PEC
Un saluto a tutti gli utenti del forum,
dopo aver spulciato il forum e girato su internet, vorrei sottoporvi alcune domande sul il mio caso. Io sono un libero professionista che tramite la sua società vuole proporre ad altri professionisti dello stesso settore un servizio utile ed utilizzabile esclusivamente nell'esercizio della specifica professione. Originariamente, basandomi su quanto detto dell'avv. Maglio in un'interessante webinar pubblicato sul blog di Mailup dove si diceva che l?uso di email presenti in albi professionali è possibile se c?è una forte affinità tra il messaggio che noi mandiamo e la categoria professionale cui ci rivolgiamo, avevo pensato di poter applicare lo stesso principio e di poter utilizzare le email PEC dei professionisti a cui si rivolge il servizio della mia società presenti su INI-PEC "Indice nazionale degli indirizzi pec delle imprese e dei professionisti" per comunicare loro l'esistenza di tale servizio indirizzandoli sul mio sito. Documentandomi ulteriormente ho letto le "Linee guida in materia di attività promozionale e contrasto allo spam - 4 luglio 2013" del Garante della privacy dove al punto 2.5 è scritto che non si possono utilizzare senza opt-in o consenso preventivo gli indirizzi PEC presenti in INI-PEC, probabilmente e compatibilmente con quanto detto dall'avv.Maglio, perché l'invio di email promozionali non sarebbe coerente con il motivo previsto dalla legge per il quale quei dati sono stati resi pubblici. Ora le mie domande:- Ho capito bene?Il divieto di utilizzo delle Email PEC presenti INI-PEC riguarda anche il mio caso in cui la comunicazione è strettamente legata alla professione del professionista titolare della Emial PEC?
- Posso chiedere l'opt-in inviando alle PEC presenti in INIPEC, un breve email PEC dove comunico l'esistenza del servizio proposto dalla mia società descrivendolo solo genericamente e senza prezzi e immagini e dicendo a chi fosse interessato ad ulteriori informazioni di inviarmi una PEC di risposta e specificando che tale comunicazione non sarà seguita da altre? In questo caso pur non avendo ancora l'opt-in dovrei comunque inserire nella email la possibilità di opt-out?
- Se l'utilizzo degli indirizzi PEC, che per me rimane l'ideale, non fosse possibile posso utilizzare liste, acquistate o tirate giù dai siti degli ordini e/o da elenchi pubblici, di email non PEC di professionisti della categoria a cui si rivolge la soluzione che propongo con la mia società per inviare una email con le stesse caratteristiche sopra descritte con la richiesta di opt-in rientrando presumo in questo caso in quanto affermato dall'avv. Maglio?
- Visto che qualunque sia la tipologia di email da me inviata utilizzero unn servizio esterno per spedire le email potete consigliarmi, anche in privato, quali sono i più affidabili e soprattutto quali supportano l'invio di email PEC?
- Ho visto che esiste anche la soluzione DEM con liste gestite da chi propone il servizio, ma dato che il Garante della privacy ha sancito che anche commissionando a terzi il servizio di Email Marketing chi commissiona deve controllare il comportamento di chi esegue il lavoro e visto che generalmente le liste utilizzate utilizzate da queste società non sono accessibili a chi gli commissiona il lavoro come faccio ad essere sicuro che loro abbiano acquisito correttamente il diritto di inviare ai loro contatti le mie email? Cosa dovrei fare per non dover pagare io scorrettezze commesse da queste ditte? Basta non essere il titolare del trattamento dati o bisogna farsi fare una liberatoria o cosa?
Capisco che le domande sono tante ma non voglio rischiare per poche" penso non più di 2/3000" email che devo spedire di ritrovarmi con grane legali e/o a risultare non rispettoso dei diritti dei miei colleghi rovinando l'immaggine della mia società ancor prima che questa entri sul mercato. Spero che possiate aiutarmi e sono sicuro che questa discussione potrà essere utile anche ad altri. Grazie in aticipo a chi fornirà il suo aiuto.
-
Nessun servizio di email marketing / invio newsletter serio permette l'invio di email senza che vi sia stato un consenso precedente: quindi....
- poco importa cosa dice la legge, importa quello che dicono le condizioni di servizio dei servizi che intendi utilizzare.
Il secondo scoglio che incontrerai se riesci a trovare qualcuno che non ha questo requisito sono i filtri antispam:
- ai filtri antispam non frega nulla della legge, loro bloccano le email che i destinatari segnalano come spam o che i destinatari ignorano o cancellano senza aprire. Dovresti essere estremamente bravo per riuscire a mandare email a gente che non te le ha chieste e allo stesso tempo far pensare ai filtri antispam che invece stessero proprio aspettando la tua email. I filtri sono sempre più bravi, sempre più reattivi. Una volta ti bloccavano solo se questa operazione la facevi in grande, oggi riescono a farlo anche su volumi di poche centinaia.
Il rischio che tu corri non è quello di un "nulla di fatto" o di uno "spreco di tempo" e non è nemmeno tanto quello di finire in galera (anche se la normativa prevede anche tanta roba "penale" in questo senso)... il rischio principale che corri è:
- se i filtri configurano la tua email come spam a quel punto anche le normali comunicazioni che già hai con clienti veri rischieranno di finire in spam: metterai quindi a repentaglio anche ciò che hai costrutito fino ad oggi.
Quindi lascia perdere la tua idea e fatti pubblicità in altra maniera:
- compa AdWords
- chiama gli Ordini e chiedi loro se c'è modo di fare promozione sui loro iscritti a pagamento, spesso su una rivista di settore o portale di settore)
- fai pubblicità su Facebook
Con i metodi qui sopra porta gente ad un tuo sito/portale dove offrirai tante belle informazioni e dove dovrai essere abbastanza bravo da convincere gli utenti a lasciarti la loro email, perchè hai qualcosa che a loro interessa e vale la pena condividere con te il loro indirizzo email.
A quel punto potrai coltivare le relazioni, inviando email con qualunque strumento professionale, fino a cercare di proporre il tuo servizio utile senza fare spam.
Prova a pensare cosa succederebbe se i tuoi 2000-3000 colleghi facessero lo stesso: avresti 2000-3000 loro proposte nella tua email... pensi che le leggeresti tutte con interesse o le marcheresti come spam anche un po' scocciato? Certo, mi dirai che dipende da quanto sono interessanti e che sicuramente il tuo servizio è unico e interessantissimo per tutti... ma pensi che le loro 2000-3000 proposte sarebbero tutte altrettanto interessanti? I filtri antispam rispondono a questa domanda.
-
Ciao Dukati, concordo 100% con Bago. Dopo una veloce verifica con l'Avv. Maglio preciso che le caselle PEC non possono essere in nessun caso usate per messaggi promozionali. Queste caselle nascono per permettere solo lo scambio di messaggi con certezza legale di consegna e non ne è previsto l'uso per fini di comunicazione commerciale. Gli elenchi pubblici che li contengono non sono quindi mai utilizzabili per fini di marketing. Nel webinar sulla privacy infatti si faceva riferimento a indirizzi di posta ordinaria o numeri di telefono, non ad indirizzi PEC.
-
Bago e Nazzareno grazie per le risposte.
Vorrei chiedervi se oltre a Facebook ADS e Linkedin ADS ci sono altri strumenti di marketing che tra gli strumenti di targhettizzazione hanno il lavoro e/o il titolo di studio e/o tipo di laurea. Andrebbero bene anche strumenti tipo Gmail ADS dove però ho lettoo che la targhettizzazione tramite job title è stata eliminata? Inoltre vi chiedo se utilizzando strumenti come Facebook ADS e Linkedin ADS non ci sono problematiche di privacy visto che ho letto in giro che il garante si è pronunciato anche su queste. Infine chiedo a Nazzareno se cortesemente può chiedere all'avv. Maglio il riferimento giuridico che regolamenta la possibilità di utilizzo delle email presenti negli elenchi pubblici dei siti degli ordini per invio di messaggi con forte affinità alla categoria professionale a cui ci si rivolge. Lo chiedo perchè nel caso decidessi di utilizzare anche tale metodo vorrei leggere il provvedimento del garante per sapere di preciso come muovermi e per non andare contro la legge. Grazie di nuovo a Bago e Nazzareno e grazie in anticipo a chiunque altro vorrà contribuire con la sua esperienza.
-
Purtroppo "per non andare contro la legge" non ti basterà leggere uno degli articoli che sembra prevedere il tuo caso perchè potrebbero essercene altri che specificano meglio o diversamente. Per non andare contro la legge ti tocca leggere tutta la legge in questione o un libro che la interpreti in toto. Potresti partire dal sito http://www.garanteprivacy.it/ anche solo limitandoti alla categoria marketing e leggendo un po' di newsletter di aggiornamento e di sentenze su casi passati. Io ne ricordo una in cui un avvocato facendo causa a chi gli aveva mandato email di spam riusciva ad ottenere 1000€ di risarcimento solo perchè sosteneva che la sua casella in quanto professionista veniva usata sia per scopi professionali che per scopi privati. Troverai numerosi documenti in cui si specifica anche che il fatto che un indirizzo email sia pubblicato in un elenco non ti da alcun diritto a mandargli una email. A volte gli elenchi servono a chi, avendo già a che fare con un professionista, debba verificarne l'appartenenza ad un ordine (per fare anche solo un esempio della funzione che hanno, che non è quella di essere raccolti per fare spam).
Non conosco nessuno che abbia avuto risultati utili con Linkedin ADS: io personalmente qualche anno fa (appena lo lanciarono) ci ho messo qualche centinaio d'euro (non ricordo esattamente) senza ottenere nemmeno un clic: non dico un contatto, proprio nemmeno un clic (usando annunci B2B che su AdWords convertivano i clic a pochi centesimi di euro). Per approfondimenti su Google AdWords e Facebook Ads ci sono sezioni del forum più adatte. Ti conviene provarli con qualche decina di euro e poi chiedere cosa è andato bene e cosa è andato male sul caso concreto...
-
Quoto bago.. Il problema non è la legge ma la miriade di filtri antispam attualmente esistenti..
Se entrerai in un sistema antispam non ti verrà semplicemente bloccato o segnalato il tuo indirizzo email come spammoso, verrà segnalata qualsiasi email che contiene un link a quel sito e questo non ti permetterà di inviare più email con la tranquillità che arrivino a destinazione.. Neanche se vorrai inviare una newsletter ai tuoi utenti per informarli di un nuovo servizio con un link al tuo sito.