• User Newbie

    lavoratore dipendente, prestazioni occasionali verso privati, regime fiscale?

    Ciao a tutti,
    so che è ferragosto e non ci sarà nessuno a leggere 🙂 comunque spero che qualcuno gentilmente al ritorno dalle vacanze possa darmi qualche dritta 🙂
    Premesso che mi sono informato e documentato abbastanza, spulciando anche questa sezione del forum abbastanza esaustivamente , vorrei presentarvi la mia idea di micro-imprenditorialità e capire alla fine il regime fiscale da adottare.
    Sono lavoratore a tempo indeterminato , e nei weekend e più limitatamente alla sera durante la settimana, vorrei fornire micro servizi alla famiglia, tipo fare la spesa al supermercato, dog/cat sitter,farmacia, bollette alla posta , lezioni private , ecc...
    Ciò premesso , immaginando il ristretto numero di potenziali clienti , pensavo che utilizzare il regime delle prestazioni occasionali sarebbe stato l'ideale , soprattutto per via del tetto dei 5000 euro annui che non credo assolutamente di superare.
    L'idea era di rilasciare una semplice ricevuta fiscale di quelle incluse nei blocchettini che si vendono in cartoleria, con i miei dati, il codice fiscale, la natura della prestazione, e infine nel 730 dichiarare il totale nella sezione REDDITI DIVERSI, totale che si cumulerebbe con il mio reddito da dipendente.
    Non ci sarebbe nessuna ritenuta d'acconto in quanto prestazioni tra privati.
    IL primo dubbio, che è anche il principale, è relativo non tanto al reddito presunto ( presumibilmente molto basso ) , ma alla QUANTITA' di ricevute fiscali emesse durante l'anno.
    Esempio, ammettiamo di fare una ricevuta alla settimana, alla fine dell'anno sarebbero una 50 ina, magari da 10 euro l'una, ma sempre 50 sono!
    Volevo capire da voi se il fatto che le prestazioni potrebbero essere numerose anche se di importo basso , farebbe già di per sè far decadere il principio di occasionalità.
    IN questo caso sarei obbligato immagino ad aprire partita IVA nel regime dei minimi , corretto?
    Avrei lo svantaggio del commercialista da pagare , ma il vantaggio di detrarre / dedurre le spese tipo benzina e cellulare utilizzate per svolgere l'attività, cosa che non è possibile fare nelle prestazioni occasionali.
    ALtro dubbio riguarda la pubblicità. Le prestazioni occasionali presumono nessun tipo di pubblicità a differenza di quelle imprenditoriali .
    Però ammetterete che è quasi impossibile recuperare clienti specie nel proprio bacino di utenza se non si diffonde in qualche modo la propria attività.
    Quindi l'utilizzo di biglietti da visita, volantini, sito internet ( seppur molto banale) già indirizzerebbe il discorso verso una partita iva nei minimi ?
    Secondo voi sarebbe possibile tipo iniziare come prestazione occasionale adesso e poi a fine anno valutare l'eventuale convenienza/obbligo di aprire Partita Iva in funzione dei risultati ottenuti in questi ultimi mesi dell'anno?
    Grazie mille in anticipo e buon rientro a chi è in vacanza!
    Claudio.


  • User Attivo

    E' necessario premettere che le varie attività autonome eseguite occasionalmente non devono essere eseguite in concorrenza con l'attuale datore di lavoro con il quale è stato stipulato un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Spesso i contratti prevedono di comunicare al datore di lavoro le attività lavorative extra che si intendono eseguire.

    Secondo il mio parere la prestazione di lavoro per esercitare le attività indicate (portare la spesa, pulizie, a spasso il cane, baby sitter, lezioni private, ecc) sono attività occasionali documentate dal numero delle ricevute per gli importi indicati, soprattutto se eseguite per clienti diversi.

    Svolgere piccole attività di promozione per le varie attività occasionalmente svolte non credo possa generare problemi fiscali: insomma le somme registrate su un blocchetto di ricevute sono documentate e comunicate al tuo datore di lavoro che le includerà come redditi diversi nella compilazione corretta del 730, ma per maggior sicurezza raccomando una visita all'ufficio informazioni della Agenzia delle Entrate territorialmente competente, sperando di ottener una risposta, o meglio un parere scritto (a scanso di equivoci).