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Italiani lontani dalla politica perché sfiduciati
Dalla ricerca dell'ISTAT (http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20100308_00/testointegrale20100308.pdf)
Tiscali notizie trae:"Circa due terzi di chi non si informa di politica (66,4%) sono motivati dal disinteresse, un quarto (24,8%) dalla sfiducia nella politica. Il 13,8% considera la politica troppo complicata e il 6,2% non ha tempo da dedicarvi. Le donne esprimono più degli uomini, tra le motivazioni, il disinteresse e il linguaggio troppo complicato; gli uomini più delle donne il non aver tempo e la sfiducia nella politica.
La mancanza di interesse è particolarmente diffusa tra i giovani fino a 24 anni (oltre il 72%) indifferentemente tra maschi e femmine, mentre la sfiducia nella politica è crescente con l'età e raggiunge il massimo tra i 60-64 anni. La mancanza di fiducia è relativamente più diffusa tra gli occupati (30,7%), specie se impiegati (38,6%) o operai (28,1%).
Anche al crescere del titolo di studio aumenta la rilevanza della sfiducia e della mancanza di tempo (rispettivamente 30% e 11,5% tra i laureati), mentre il disinteresse ha un andamento opposto (è indicato dal 65,5% dei laureati e dal 67,7% di chi ha al massimo la licenza elementare). Tra laureati e diplomati i comportamenti maschili e femminili tendono a divenire meno divergenti, anche se il ritenere la politica argomento troppo complicato tra laureate e diplomate ha una rilevanza superiore che negli uomini.
Lo studio testimonia poi che il disinteresse per la politica è più diffuso al Sud. Quasi un terzo della popolazione non si informa di politica e il 71,9% non lo fa per mancanza di interesse. Oltre un quarto dichiara di non informarsi per mancanza di fiducia. Questa argomentazione riguarda anche il 26% delle persone che non si informano di politica nel Nord-est. Il 73% delle donne del Sud non si informa di politica per mancanza di interesse e il 24,8% per sfiducia.
La sfiducia verso la politica ha, comunque, un discreto rilievo anche tra le donne del Nord-est che non si informano di politica (26,4%), raggiungendo la quota massima tra le donne dell'Emilia-Romagna.
La ricerca testimonia come sia la Tv il canale di informazione che viene utilizzato di più (93,5%). Seguono i quotidiani (49,9%), la radio (31,2%), le discussioni con amici (24,9%), con parenti (18,8%) e con i colleghi di lavoro (15,4%), la lettura di settimanali (11,3%), i conoscenti (10,4%), altre riviste non settimanali (3,6%) e altri canali (2,8%). Il ricorso a organizzazioni politiche (1,8%) e sindacali (1,7%) si colloca in fondo alla graduatoria".
Se gli italiani sono lontani dalla politica, di certo la politica non è lontana dagli italiani, ma anzi per il grosso della popolazione (ceti bassi e medi) ne determina gli sbocchi occupazionali, la qualità della vita in senso ecologico, ...
Io credo che senz'altro dibattiti come quello odierno su leggi elettorali o come quello sempre vivo sulla giustizia siano al di fuori dell'interesse dei cittadini, ma più partecipazione sulla spesa pubblica, un po' di fiato sul collo agli onorevoli, un controllo locale dei servizi eviterebbe di lasciare libero un Parlamento d'interpretare la volontà del popolo.
Guardate per esempio ai programmi sbandierati in fase elettorale da qualsivoglia partito e controllate quello che ha realizzato una volta al potere lo scostamento è imbarazzante, è questo a mio parere che giustifica la sfiducia degli italiani nella politica. Ma che in un ciclo perverso in Italia come in altre democrazie più solide, (vedi gli USA), sta determinando un sempre maggior potere a degli onorevoli eletti da una percentuale sempre minore di cittadini (negli USA vota il 42%).
Dite la vostra e soprattutto partecipate alla politica!!!:o
ciao
marlomb