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Decreto dignità e SEO marketing
Buonasera a tutti. Mi iscrivo al forum per chiedere informazioni riguardo un dubbio che non riesco a risolvere in maniera definitiva con le info che posso reperire online.
Spero che qualcuno in Forum GT sia informato in merito e possa aiutarmi.Il 14 luglio 2019 è entrato in vigore definitivamente il Decreto Dignità. Tra le altre cose è stata vietata ogni forma di sponsorizzazione a quasi tutti i tipi di gioco d'azzardo in Italia.
Lavorando come SEO freelance, ho tra gli altri anche per cliente un portale di recensioni di casinò online, per il quale svolgo attività SEO, principalmente content (gestione di un profilo associato al sito su communities come Quora, Reddit e altre minori e quindi relativi contenuti) e linkbuilding (stesura di articoli con rimando coerente al nostro portale, da proporre a varie riviste di settore e non).
La domanda riguarda la legalità delle mie pratiche: è da considerarsi sponsorizzazione e quindi illecita? Oppure sarebbero da intendersi come pratiche di comunicazione diverse da quelle specificate nel decreto?
Come ho anticipato all'inizio non sono stato in grado di rispondermi da solo, né leggendo attentamente il corpo del decreto legge, né hanno saputo finora rispondermi certamente svariati professionisti che ho provato a contattare. Spero di trovare qui la risposta al mio dubbio.
Intanto vi ringrazio
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Stando all'AgiPro:
stop alle sponsorizzazioni di scommesse sulle maglie dei giocatori di calcio e a bordocampo, all?inserimento di prodotti pubblicitari legati al gioco nei programmi televisivi e nei film, vietati i gadget, l?organizzazione di eventi con premi, la pubblicità redazionale e quella, diretta e indiretta, effettuata dagli ?influencer?. Sono permessi invece i servizi di comparazione di quote, gli spazi quote nei progammi tv o web sportivi, l'esposizione delle vincite, i servizi di indicizzazione web, le comunicazioni commerciali business to business, le fiere destinate agli operatori del settore, le comunicazioni di responsabilità sociale, le campagne informative sui rischi del gioco.
Secondo me rientri proprio nella pubblicità redazionale; più o meno anche in quella da "influencer"... vero che non si parla di social, ma proporre come utente nelle varie community, links che indirettamente portano a siti di gioco d'azzardo, è una pratica simile.
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Come al solito la legge è troppo sommaria credo che per ora puoi stare tranquillo e premunirti di un buon avvocato eventualmente dovesse accadere qualcosa.
Altrimenti trovare degli ampliamenti alla legge, perché scritta così davvero vuol dire tutto e niente.
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@alessandrog su Facebook scrive
Ti rispondo tranquillamente, visto che ho seguito questa faccenda per diversi editori nazionali. Purtroppo o per fortuna, si. Qualsiasi tipo di attività legata alla pubblicità in qualsiasi forma (quindi anche link building) viola l'articolo 8 del Titilo 3 del Decreto Dignità. Che riporto per interezza: "il divieto di qualsiasi forma di pubblicità relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni
televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet. Il divieto si applica anche alle sponsorizzazioni e a tutte le forme di comunicazione di contenuto promozionale non annoverabili fra i consueti messaggi di pubblicità tabellare e comprende le citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti che promuove il gioco d’azzardo o la scommessa. "
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Vi ringrazio molto per le risposte.
Un'ultima domanda. Il divieto riguarderebbe dunque solo il link building legato ai redazionali? O anche tutte, ovvero quelle riguardanti la gestione dei profili nelle communities?
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Buongiorno a tutti,
questo argomento mi interessa molto dato che anche io seguo la faccenda per conto di un editore locale (sono il loro consulente legale).
Purtroppo sia il testo normativo che le linee guida non chiariscono tutti i possibili risvolti pratici lasciando agli addetti del settore l'arduo compito di comprendere se l'attività posta in essere rientri o meno nel divieto.
Nel mio caso l'editore in questione pubblicava, su richiesta di vari siti di scommesse, articoli sportivi contenenti link diretti alle pagine dei committenti. Il tutto veniva effettuato nell'ottica di ottenere, tramite l'aiuto di un professionista SEO, un miglior posizionamento.
Anche a mio parere questo tipo di attività rientra nel divieto di cui alla norma anche in ragione della definizione di pubblicità indiretta indicata nelle linee guida dell'Agicom "alla nozione di pubblicità indiretta va ricondotta ogni forma di comunicazione diffusa dietro pagamento o altro compenso, ovvero ai fini di autopromozione, allo scopo di promuovere la fornitura, dietro pagamento, di beni o servizi, a prescindere dall'esplicita induzione del destinatario ad acquistare il prodotto o servizio offerto...".
Concordate con me?
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Ancora oggi mi capita di incrociare articoli che sono stati pubblicati su giornali online e rimandano a siti di gambling. È molto sporadico, evidentemente qualcuno ancora ci prova, per il resto però pare che ci sia stato un allineamento sulla questione: stop al link building per queste aziende. Ciò nonostante conosco diversi colleghi impegnati nella realizzazione di testi SEO per i portali delle medesime attività, e in questo caso non si tratta di reato.
Ciò detto, io ho sempre trovato questo provvedimento un po' inutile, ma magari i futuri dati sul crollo del gioco mi smentiranno.