• User Newbie

    pensionato P. IVA regime dei minimi 2016

    Buongiorno a tutti,

    Sono un dipendente di una azienda privata e nel gennaio del 2017 andrò in pensione con un reddito superiore a 30.000 euro, vorrei iniziare una attività come libero professionista ma non so se fiscalmente mi conviene, questi sono i miei dubbi:

    1. posso rientrare con apertura P. IVA nella fiscalità irpef 15% (regime dei minimi)?

    2. I miei due futuri redditi (pensione e libero professionista) fanno cumolo aumentando l'aliquota di tassazione?

    3. Se non rientrassi nella fiscalità "regimi dei minimi 15%", quali aggravi di tasse e incombenze dovrei affrontare?

    4. Ci sono altre forme di lavoro che potrei utilizzare per continuare a svolgere mia attività specialistica?

    Ringrazio sin da subito tutti coloro che potranno darmi risposte e consigli.

    Antonio


  • User Attivo

    ciao 🙂
    Tra i casi di esclusione dal regime forfettario o regime dei minimi al 15% vi é anche il seguente:
    aver conseguito , nell'anno antecedente a quello in cui si intende avvalersi del regime agevolato, redditi di lavoro dipendente o assimilato, eccedenti la soglia di 30mila Euro.
    Nella Circolare 10/E/2016 l'Agenzia delle Entrate ha chiarito che il rispetto di tale limite: non rileva se il rapporto di lavoro dipendete o assimilato risulti cessato nell'anno precedente ma rileva nel caso in cui, nello stesso anno, il contribuente abbia cessato il rapporto di lavoro dipendente e ne abbia intrapreso uno nuovo, ancora in essere al 31 dicembre.come é il tuo caso.. ecco perche ti consiglio di accedere al regime ordinario ** il quale non presenta limiti di fatturato e vi possono accedere tutti coloro che non possono rientrare nel regime agevolato.**
    Saluti
    mich


  • User Newbie

    Grazie mich.
    ciao


  • Bannato Super User

    Buonasera @fr0608

    Le consiglio di valutare MOLTO attentamente con un professionista la convenienza ad aprire partita iva in regime ordinario è pieno di adempimenti costosi, la contabilita ha un elevato costo ed è pure soggetto a studi di settore.

    Inoltre il sistema fiscale italiano è progressivo dunque piu guadagna e piu paga in imposte dunque spesso non è neppure conveniente guadagnare molto perche compora molta fatica ma la maggior parte del reddito in piu guadagnato viene assorbito dalle imposte progressive, dunque per avere poco in piu rischia di dover lavorare moltissimo di piu.

    Ovviamente il mio è solo un parere personale, ma le consiglio di valutare il tutto con un professionista e sull'effettiva convenienza.

    Saluti


  • User Attivo

    Grazie mille guadagnaeuro...
    il tuo intervento mi ha fatto riflettere : Antonio potrebbe adottare il regime forfettario previsto per le start up (soggetti che iniziano una nuova attività) non sussitendo nessuna preclusione in tal senso
    Infatti per effetto delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2016, i soggetti che intraprendono una nuova attività beneficiano di una riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva che, per i primi cinque anni di attività, sarà pari al 5% (in luogo del 15%).


  • Bannato Super User

    Buongiorno @mich78

    Per aderire al regime forfetario è necessario non avere altri redditi superiori ai 30.000 euro ma nel post l'utente ha specificato che avra una pensione superiore a tale importo dunque ritengo che non possa aderire al regime forfetario

    andrò in pensione con un reddito superiore a 30.000 euro

    Saluti


  • User Attivo

    giusto giusto hai ragione!!!
    quindi i 3 requisiti sopramenzionati da me si aggiungono agli altri
    quindi l'unica alternativa per me é il regime ordinario..ma come dici tu..é costoso...accidenti...
    mi riservo di trovare cmq una valida alternativa per Antonio in tempi rapidi 🙂
    c'è qualche giuslavorista nel forum?


  • User Newbie

    grazie guadagnaeuro e mich78, come presupponevo iniziare una attività con partita IVA non mi agevola perché avrò una pensione superiore a 30.000 euro lordi, devo sperare a variazioni di legge nel 2017.
    Comunque verificherò se esiste la possibilità di fare qualche consulenza senza pagare troppe tasse, altrimenti farò il pensionato al 100%.
    grazie
    Antonio


  • User Attivo

    resto a disposizione 🙂
    grazie a te per averci sottoposto il quesito
    mich 😉


  • User Attivo

    Per fre0608
    Nb Per quanto concerne l'attivita di consulenza , ipotizzando che le tue consulenze mantenganoil carattere dell’occasionalità e che vi sia“indipendenza” giuridica del prestatore dalcommittente, i compensi erogati da quest’ultimogenereranno redditi di l.a.o. che, ai sensi degliartt. 67, comma 1, lett. l) e 71, comma 2 del Tuir,sono considerati redditi diversi.
    Quindi puoi farlo tranquillamente 🙂
    saluti
    mich


  • User Newbie

    mich78, se ho capito bene quanto mi dici, posso una volta in pensione, svolgere attività di consulenza senza partita IVA se avrà carattere occasionale e sarà soggette a ritenuta del 20% alla fonte, oltre alla ritenta INPS da parte del committente relativamente all'eccedenza dei 5000 euro.
    Mi risultava che con il lavoro occasionale, superati i 5000 euro bisognava aprire la partita IVA, però in questo caso non dovrebbe essere un vincolo, giusto?
    ciao
    Antonio


  • User Attivo

    @fr0608 said:

    mich78, se ho capito bene quanto mi dici, posso una volta in pensione, svolgere attività di consulenza senza partita IVA se avrà carattere occasionale e sarà soggette a ritenuta del 20% alla fonte, oltre alla ritenta INPS da parte del committente relativamente all'eccedenza dei 5000 euro.
    Mi risultava che con il lavoro occasionale, superati i 5000 euro bisognava aprire la partita IVA, però in questo caso non dovrebbe essere un vincolo, giusto?
    ciao
    Antonio
    Esatto
    vai tranquillo!
    il limite dei 5000 vale solo ed esclusivamente per le collaborazioni occasionali e non per il lavoro autonomo occasionale 🙂:smile5:
    L'unico limite , ai fini previdenziali, in base all’articolo 44 del D.L. n. 269/2003, convertito dalla Legge n. 326/2003, a decorrere dal 1 gennaio 2004, i soggetti esercenti attività di lavoro autonomo occasionale, se il reddito annuo derivante da detta attività è superiore a €. 5.000 (intesi come compenso lordo considerando la somma dei compensi corrisposti da tutti i committenti occasionali), sono obbligati all’iscrizione alla Gestione separata inps e al versamento di contributi previdenziali dovuti.