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Le assurde penalizzazione delle pensioni erogate in regime di totalizzazione.
Mi sto occupando per un mio familiare delle sue pratiche pensionistiche e posso solo concludere
che c'e' da rimanere a bocca aperta per quanto incoerente, assurda e ridicola sia la legislazione in materia.
Questo mio familiare, compirà 65 anni a fine settembre del corrente anno.
Ha accreditati presso la cassa dei lavoratori dipendenti 458 settimane.
Inoltre ha accreditati 130 mensilita' presso la gestione separata.
Da quello che mi risulta, per convertire un mese in settimane, si passa da 1 mese
a 26 giorni e poi si divide per 6 (una settimana equivale a 6 gg). Quindi i 130 mesi di g.s. sarebbero equivalenti a
563 settimane.Il primo problema e' che alcune di questi periodi lavorativi sono svolti contemporaneamente,
in particolare dal 2006 al 2011. Se uno cercasse di fare una totalizzazione, ai fini dell'anzianita',
dovrebbe contare una volta sola questi periodi, ma qua c'e' il primo problema: come?
Non riesco a trovare un riferimento che sia uno su come vada effettuato questo calcolo.
Il problema non e' banale: i contributi da gestione separata derivavano da un'attivita' di
"venditore porta a porta" regolamentata a parte e che prevedevano una franchigia fino
a 6000 euro e qualcosa. Ragion per cui, pur lavorando quasi a tempo pieno, a partire dal
2004 essa si ritrova, invece che 12 mesi, 4 mesi, 6 mesi, 5 mesi, 3 mesi a seconda di quanto
versato in base all'eccedenza della franchigia. Avendo quindi dei "buchi" sicuramente una parte
di quanto versato come dipendente, non sara' sovvrapposto a quanto versato come
gestione separata, ma come gia' detto, non si trova una carta che spieghi come fare questo
calcolo.
Richiedere il calcolo agli uffici INPS di zona crea una specie di panico e resistenza
al limite del ridicolo. Cosi' ci si ritrova a non sapere esattamente quante settimane
manchino per arrivare alle fatidiche 1040 settimane, che si pensava di colmare
con contributi volontari (per i quali e' gia' stata fatta domanda e accettata).Inizialmente vengo a sapere che nel caso specifico dovra' aspettare fino a 66 anni
e mezzo poiche' erano state introdotte le cosiddette "finestre mobili". Poi mi viene detto
che con l'ultima riforma queste finestre sono state abolite, e uno dice benomale,
un anno e mezzo guadagnato. Ma oggi scopro invece che se si fa la totalizzazione,
le "finestre mobili" permangono.Infine, vengo a sapere che se si fa la totalizzazione, non c'e' neanche diritto all'integrazione
al minimo.A questo punto sono sinceramente basito e frustrato: ma come e' possibile che in
un paese civile ci siano discriminazioni tanto assurde e ridicole?Domando a chi sia piu' competente di me: esiste un'alternativa alla totalizzazione
che possa risultare piu' conveniente? In altre parole, potrebbe rientrare in qualche
forma di cumolo o ricongiunzione meno penalizzante che gli permetta di non essere
soggetta alle finestre mobili e a discriminazioni come quella sull'integrazione al minimo(*)?Grazie in anticipo.
(*) Il coniuge ha un reddito da pensione pari a 22.118 euro, quindi inferiore alla soglia
di 25.763 euro ma superiore ai 19.322, dando cosi' potenzialmente diritto ad un'integrazione
parziale al minimo.
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Volevo aggiungere che, approfondendo la normativa,
ho scoperto che vi sono tre possibili strade per "mettere assieme"
i contributi di gestioni diverse:- Totalizzazione
- Ricongiunzione
- Cumolo
Della totalizzazione ho gia' parlato.
Per quanto riguarda la ricongiunzione, sembra ci sia un divieto di ricongiunzione
da gestione separata a cassa dei lavoratori dipendenti. Non si capisce se questo
diviete sia in vigore anche se uno vuole fare il viceversa. Inoltre sembra sia oneroso,
ma anche qua non riesco a trovare dei riferimenti su come fare il calcolo.
Rimane poi da capire se, in caso di ricongiunzione (fosse possibile farla), si sia
soggetti alle finestre mobili e se non si possa usufruire dell'integrazione al minimo.
Infine c'e' una nuova possibilita', il cosiddetto cumolo. E sono sincero, non c'ho capito
niente. Non si capisce se e' soggetto a finestre, se c'e' integrazione al minimo, come
venga calcolato, e cosa ci sia di pro/contro rispetto alla totalizzazione.Davvero, c'e' qualche anima pia che deve affrontare questi bizantinismi ridicoli
per professione e che abbia quindi le idee piu' chiare sulle differenze e su cosa
eventualmente possa convenire a questo mio familiare?Ringraziamenti e saluti.
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mi par di capire che vi ho messo in difficolta' .... lo capisco perfettamente, e' un casino allucinante.
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qualcuno ha trovato qualche novita' al riguardo? Essendo il cumolo una novita' forse e' venuta fuori qualche circolare o qualche messaggio inps ... io non ho trovato niente online.
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aggiornamento. Dopo mesi e mesi di discussioni e interpretazioni hanno riconosciuto finalmente il diritto ad andare in pensione con la legge del 2011, e cioe' a 63 e 9 mesi invece che 65 (+18 mesi di finestra). Ma e' saltata fuori una nuova sorpresa. Poiche' la totalizzazione e' contributiva vanno calcolati i montanti. Sulla gestione separata nessun problema, ma su quella da dipendente e' venuto fuori qualcosa che io giudico semplicemente scandaloso: Questa persona ha il grosso dei contributi da dipendente concentrati tra il 1970 e il 1985 (oltre l'80%). Ma la normativa prevede che quando si va a calcolare il montante non si faccia la solita attualizzazione di quanto versato per questi periodi (come nel caso della gestione separata), ma si vada a fare un conto (di cui vi risparmi i dettagli) sui dieci anni precedenti il 1996. Il risultato in questo caso e' che da oltre 40k euro di montante teorico per la parte da dipendente, si vede un montante cosi' calcolato pari a 2500 euro ! Praticamente un "furto" con scasso di 40k euro di montante, che e' circa la meta' del montante totale. Domanda: ma e' possibile che non ci sia una clausola di salvaguardia?!?! E' semplicemente allucinante. Come dire che se uno ha contributi versati da dipendente prima del 1986 questi non vengono computati ... e lo chiamano contributivo !!!