• User Newbie

    Associazione No Profit e fisco

    Buon giorno a tutti,

    sono Vicepresidente di un associazione no profit che opera nella cultura. Da un pò di tempo a questa parte il C.D. sta pensando all'apertura di P.IVA per poter effettuare vendite di oggetti durante le manifestazioni culturali.

    Sò che la legge 389/91 è chiara in materia, se le entrate commerciali sono superiori alle entrate "sociali" le agevolazioni fiscali per le associazioni cessano di esistere e si diventa (praticamente) una società.

    Ora mi chiedo, come fanno tutte quelle associazioni pro loco che organizzano la festa della pagnotta o della birra e vendono tali beni? Sono tutte società commerciali? Oppure per la vendita occasionale ci sono regole diverse?

    Quali sono le entrate intese come "sociali" oltre alla retta sociale che ogni socio versa annualmente?

    Vi ringrazio della vostra attenzione.


  • User

    Buona sera.
    Le altre entrate "istituzionali" (che Lei chiama "sociali") sono:

    • quote sociali;
    • quote per partecipare alle attività dell'Associazione (corsi);
    • contributi liberali/donazioni.

    Per quanto riguarda le attività commerciali, è vero che c'è un indicazione quantitativa (250.000 euro/anno di attività commerciale o comunque non superiore a quella istituzionale), ma è anche vero che bisogna tenere conto anche dell'aspetto qualitativo. In sede di eventuale accertamento dovrete essere in grado di dimostrare quindi che le entrate commerciali, anche se quantitativamente superiori, sono indispensabili per portare avanti le attività istituzionali.
    A disposizione per qualsiasi chiarimento.
    I migliori saluti
    Gabriele Aprile

    Consulente enti non profit

    @barto979 said:

    Buon giorno a tutti,

    sono Vicepresidente di un associazione no profit che opera nella cultura. Da un pò di tempo a questa parte il C.D. sta pensando all'apertura di P.IVA per poter effettuare vendite di oggetti durante le manifestazioni culturali.

    Sò che la legge 389/91 è chiara in materia, se le entrate commerciali sono superiori alle entrate "sociali" le agevolazioni fiscali per le associazioni cessano di esistere e si diventa (praticamente) una società.

    Ora mi chiedo, come fanno tutte quelle associazioni pro loco che organizzano la festa della pagnotta o della birra e vendono tali beni? Sono tutte società commerciali? Oppure per la vendita occasionale ci sono regole diverse?

    Quali sono le entrate intese come "sociali" oltre alla retta sociale che ogni socio versa annualmente?

    Vi ringrazio della vostra attenzione.


  • User Newbie

    La ringrazio molto della sua risposta dittaprile,

    le entrate da attività commerciale della nostra associazione DEVONO essere utilizzate per portare avanti le attività istituzionali. Mi spiego meglio se facciamo attività commerciale tutto il ricavato deve essere messo da parte per poi far fiorire progetti culturali che interessano i soci, realizzazione di manifestazioni, seminari e quant'altro.

    Il dubbio mio è che non essendo esplicitato dalla legge l'argomento che lei sostiene e cioè che anche nel caso in cui le entrate commerciali siano superiori all'entrate istituzionali basti dimostrare che le stesse sono indispensabili alle attività istituzionali, la cosa venga lasciata alla "sensazione" di chi eventualmente effettua il controllo. O mi sbaglio?

    Poniamo un esempio:

    20 soci con quota annuale associativa di 10? = entrata istituzionale di 200?
    Attività commerciale di vendita oggetti a una manifestazione = 2000?

    Togliendo tasse e iva al 10% il ricavato della vendita commerciale che ho mi servirà per creare / promuovere un nuovo progetto culturale, documentato e realizzato nella carta. Nel caso in cui venga un controllo come viene presa l'evidenza?

    Grazie ancora del prezioso aiuto


  • User

    Buongiorno.
    In realtà ci sono risoluzioni e sentenze che invece distinguono proprio questa parte quantitativa da quella qualitativa.
    In qualsiasi caso è corretto quanto sostiene Lei, cioè che in sede di eventuale controllo l'accertatore possa sostenere che possa andare bene o meno...il mio consiglio è comunque di documentare tutto con più verbali (di c.d. e assemblea soci), al fine di dimostrare come vengono utilizzati questi denari.

    A tal proposito, mi permetto di consigliarVi la consultazione di alcune guide, nello specifico "guida al non profit: come creare e gestire
    un'associazione" e "verifiche fiscali agli enti non profit". Le guide potete trovare, insieme ad altre

    sull?argomento, su sito movidastudio punto it nella sezione edizioni

    **Dott. GABRIELE APRILE
    **

    @barto979 said:

    La ringrazio molto della sua risposta dittaprile,

    le entrate da attività commerciale della nostra associazione DEVONO essere utilizzate per portare avanti le attività istituzionali. Mi spiego meglio se facciamo attività commerciale tutto il ricavato deve essere messo da parte per poi far fiorire progetti culturali che interessano i soci, realizzazione di manifestazioni, seminari e quant'altro.

    Il dubbio mio è che non essendo esplicitato dalla legge l'argomento che lei sostiene e cioè che anche nel caso in cui le entrate commerciali siano superiori all'entrate istituzionali basti dimostrare che le stesse sono indispensabili alle attività istituzionali, la cosa venga lasciata alla "sensazione" di chi eventualmente effettua il controllo. O mi sbaglio?

    Poniamo un esempio:

    20 soci con quota annuale associativa di 10? = entrata istituzionale di 200?
    Attività commerciale di vendita oggetti a una manifestazione = 2000?

    Togliendo tasse e iva al 10% il ricavato della vendita commerciale che ho mi servirà per creare / promuovere un nuovo progetto culturale, documentato e realizzato nella carta. Nel caso in cui venga un controllo come viene presa l'evidenza?

    Grazie ancora del prezioso aiuto