• Super User

    se lei ha chiesto il permesso di accedere, ha con ciò dichiarato di avere ceduto la casella...
    comunque io non credo proprio che vi sarà una querela...

    se solo ieri ha avuto la certezza di non rientrare in possesso di cose sue allora vi sono gli estremi per l'appropriazione indebita...


  • User

    No non ho assolutamente chiesto il "permesso" di accedere!
    Gli ho detto di ridarmi la password perché mi serviva la roba mia, specificando che anche se si sono appropriati della casella di posta (e comunque solo "fisicamente" non formalmente, dato che era intestata a me!) la posta che c'è dentro è e rimane sempre roba mia e corrispondenza personale!
    Non mi hanno risposto.

    Cioè è come se uno mi ruba la macchina e io so chi è stato: prima di fare cose complicate è ovvio che gli telefono e cerco di convincerlo a ridarmela. Ma non con questo intendo cedergliela!
    Sul fatto che se la sono presa la casella, che hanno cambiato l'intestatario senza chiedermelo, che mi hanno impedito di accedere alla mia posta, precedente e successiva, e che in futuro chiunque mi scriverà ancora lì non troverà me ma terzi, ecc..., non sono mai stato, non sono e non sarò mai d'accordo!
    L'ho solo "tecnicamente" tollerato per alcuni mesi, ripromettendomi di intervenire con gli strumenti informatici legali che Google mette a disposizione quando ne avessi lo stretto bisogno.

    Altro dettaglio importantissimo:

    Ci tengo molto a specificare una cosa, che non riguarda tanto le questioni tecniche qui trattate ma più un discorso "etico".
    Sto parlando della "mentalità" con cui è avvenuto da mesi tutto ciò:

    Non ho mai avuto mentalità di vendetta, o di "giustizia privata" anziché ricorrere all'autorità, né mentalità "delinquenziale"!

    In particolare:

    1. Quando mi sottrassero la casella e la posta ivi contenuta per la prima volta, sapevo che avevano fatto un illecito gravissimo, ma non li denunciai innanzitutto per pietà nei loro confronti, per non fargli passare dei guai.

    2. Inoltre non procedetti legalmente anche perché pensavo che se in futuro avessi avuto bisogno di recuperare miei dati/corrispondenza vecchi, potevo sempre fare la procedura prevista da GMAIL e recuperare la casella. E se anche loro dopo se ne riappropriavano con la stessa procedura, sapendola fare, potevo rifarlo io ancora se successivamente mi fosse servito altro materiale.

    3. Quindi fino a tale momento, come poi è avvenuto 2 volte:

    a) sono sempre rimasto il legittimo intestatario/proprietario della casella, derubato di essa e della posta in essa contenuta
    b) sono sempre rimasto profondamente convinto di stare subendo un'ingiustizia ed un'illecito
    c) sono sempre rimasto profondamente convinto che, avendo cambiato intestatario della casella senza il mio permesso, ed avendomi derubato della mia posta, ero io dalla parte del giusto e, in qualsiasi momento, potevo fare la procedura di recupero gmail in modo perfettamente lecito e legale, senza incorrere in nessun reato o delitto di sorta.

    Tanto più che quando iniziò tutta questa storia, la prima volta che recuperai la casella con la procedura di gmail, parlai con un avvocato penalista, amico di un mio conoscente, con cui ci trovammo e, dopo cena, gli spiegai tutto e gli chiesi se potevo riprendermi la casella senza incorrere in reati od irregolarità di qualche tipo, e lui mi tranquillizzò dandomi carta bianca e dicendomi che potevo fare tutto quello che volevo.

    Quindi non ero minimamente conscio, né avevo la minima volontà, di stare facendo una cosa minimamente o anche solo lontanamente illecita!
    Ci mancherebbe che uno trova un proprio oggetto rubato contro la propria volontà e non può riprenderselo senò commette un illecito! Non avrei mai neppure immaginato che potesse esistere un regolamento del genere!
    Quindi quando ho ripreso la mia casella per recuperare la mia posta, non l'ho minimamente fatto con mentalità di "giustizia privata" che vuole scavalcare la "giustizia ordinaria", ma semplicemente con mentalità di uno che ritrova un proprio oggetto rubato e se lo riprende.

    Quindi, quel sentir dire che anche io ho commesso degli illeciti, mi fa cadere proprio dalle nuvole!

    Siccome all'etica ci tengo moltissimo, anche se questo non mi è di alcuna utilità, ho voluto ugualmente specificarlo, perché mi fa star molto più male il fatto di sentire che ho commesso un illecito, quando credevo di agire nella piena liceità e legalità, che il danno subito per il furto della mia posta!
    E non ho neppure agito in modo sprovveduto, dato che la mia parte l'avevo anche fatta, essendomi preoccupato anche di chiedere il parere ad un avvocato, proprio per non rischiare di incorrere in qualche illecito, anche se solo indirettamente.

    Concludo dicendo:

    Se mi accorgo che un hacker è entrato nel mio computer e lo controlla continuamente, tutti i miei dati. Se però il mio antivirus è scadente, non ho i soldi per acquistarne uno migliore e, dato che non ho informazioni particolarmente importanti e questo hacker non mi fa danni grossi, decido di **tollerare **la sua intrusione, anche se continua e prolungata.
    Tollerare, non approvare o autorizzare!
    Se un giorno però mi rendo conto che mi sta facendo danni maggiori e decido di tagliarlo fuori dal mio computer, come prima cosa stacco il cavo del modem e poi faccio qualche sacrificio in più, compro un antivirus migliore, e pulisco il PC dal Trojan che gli permetteva di entrare. Riprendendo il controllo di ciò che è mio.

    Come posso mai lontanamente immaginare di star facendo un illecito, di stare io appropriandomi di una cosa altrui e che avrei io dovuto contattare l'hacker per chiedergli il "permesso" di riprendermi il controllo della mia roba o del mio computer?
    O come potrei immaginare di dovermi rivolgere alla giustizia?
    C'è un virus, e con il virus un hacker mi controlla il PC: rimuovo il virus e taglio fuori l'hacker. Come può uno pensare che, invece, deve lasciarlo agire, non può togliere il cavo o il virus e deve invece sporgere denuncia?


  • User Attivo

    Ragazzi, sbaglio oppure Internet sta diventando un'arena in cui sfogare le proprie pulsioni intestine?
    Non so se vi capiti, ma ogni tanto scrivo in foum dedicati a squadre di calcio, a cantanti, a partiti politici e lì c'è gente, in prevalenza giovani di ventanni, che si scanna per stupidaggini, arrivando a minacce di morte, tra l'altro supportando tesi sovente errate, inventate.

    M'auguro che la polizia non passi le giornate a dirimere controversie legate a queste stronzate virtuali.


  • Super User

    "Mi hanno chiamato e, dopo averli calmati, sono riuscito ad ottenere 24 ore di tempo per prendere la roba che mi serviva"
    "Dopo 6-7 mesi gli ho chiesto di farmi accedere di nuovo almeno per poche ore perché mi serviva di reperire roba mia, dicendogli di accordarci sul giorno e l'ora in modo che loro potevano contemporaneamente entrare dai loro PC e refreshare sempre la schermata dopo aver grassettato tutte le loro email affinché potessero vedere che io non stavo leggendo nulla della loro roba. Non hanno accettato e non mi hanno fornito l'accesso."

    Questo è quello che lei ha scritto nel suo primo post ed equivale a cedere la casella.

    Ora, tutto dipende dalla circostanza del fatto che le cose sono avvenute come nella sua prima versione o se come nella sua ultima versione.
    Se come nella prima lei ha commesso un paio di reati; se come nella seconda non li ha commessi...c'è da dire che se uno si introduce nel mio pc e io so chi è, al di là della querela, per dimostrare che la mia è solo tolleranza e null'altro, devo almeno preoccuparmi di diffidarlo dall'introdursi di nuovo.

    In ogni caso io non mi preoccuperei...nel processo penale è fondamentale la PROVA di come sono avvenuti i fatti...ossia se costoro possono provare che lei ha aperto una casella elettronica che in realtà era dell'associazione fino a che è rimasto nella stessa o meno...

    Non sono d'accordo con il consiglio del Collega nell'autorizzare un accesso ad una casella mail di cui altri pretendono averne il possesso senza precostituirmi una prova della liceità all'accesso (nella specie: diffidare l'altro ad accedere nuovamente ad una casella che dichiaro di mia esclusiva proprietà).


  • User

    La ringrazio, comincia a delinearsi più chiaramente la situazione.

    Chiarisco:
    A suo tempo, "sono riuscito ad ottenere" e "mi concessero eccetera eccetera..." non perché io fossi d'accordo con tale comportamento.
    Né perché io li avessi formalmente "autorizzati" a comportarsi così.
    Perché io, per evitare grane (Anzi! Altro che per evitare grane! Non solamente! Ero coscientissimo di poterli denunciare, ma per pietà non volli rovinarli!), semplicemente, volli concedergli di accedere alla casella e di continuare ad usarla (non di espropriarmela!!!): un pò come quando un proprietario di un terreno concede al confinante di passare coi veicoli nel proprio terreno, non ricordo come si dice..., quindi non intende affatto cedergli la proprietà di quella striscia di terra.
    Io rimasi sempre fermamente convinto di essere il legittimo intestatario legale di quella casella, e che gli altri al massimo godevano solo moralmente di una co-proprietà parziale, sempre e comunque inferiore alla mia, essendone io l'intestatario legittimo e legale.

    Mi si potrebbe obiettare: ma tu accettasti sapendo che poi avrebbero cambiato la password e non saresti più potuto entrare, quindi questo è come cedergliela.
    Rispondo:

    1. Anche se fosse stato così, non autorizzai affatto, semplicemente tollerai la cosa, palesando chiaramente il mio disappunto.
    2. Ma non è così, perché io creai la casella, dunque possiedo tutti i dati iniziali ed in qualsiasi momento, anche 100 volte, posso tranquillamente entrarci con la procedura di recupero casella di Gmail (procedura che, ripeto, è legale). Quindi la password per me è un particolare del tutto insignificante per l'accesso alla casella. Per quanto mi riguarda, non avere la password non mi cambia assolutamente nulla, è un atto privo di significato. Io è come se avessi SEMPRE la password. Infatti anche per questo stavo tranquillo. E questo loro lo sapevano benissimo.

    Inoltre, quando mi cambiarono la password la prima volta ed io recuperai la casella, feci presente esplicitamente che la mia volontà era quella di condividerla insieme.
    Loro si opposero a questa volontà e "forzatamente" mi diedero 24 ore di tempo per prendermi ciò che della mia roba mi serviva.
    Allora gli "concessi" di accedere (ripeto come l'esempio del terreno indicato sopra) e di scegliersi una password.

    Dopo un pò di mesi mi si presentò la necessità di recuperare alcuna mia corrispondenza personale contenuta nella casella.
    Provvidi a contattarli ed a riferirglielo per farmi dare la password (solo per avvisarli, non perché io non fossi tecnicamente in grado di recuperarne l'accesso con la procedura di google!) ma si rifiutarono (di nuovo palesemente contro la mia volontà), dicendo che gli avrei dovuto riferire cosa mi serviva e me l'avrebbero girata, senza farmi entrare.

    Allora io risposi con testuali parole che le invio in Messaggio Privato (non mi risponda in PVT, dato che non le è consentito, mi risponda qui nel forum, glielo invio via messaggio solo per riservatezza), che si possono riassumere in tal modo:

    "Ribadisco che la casella la intestai a me, fui sempre io il responsabile, e l'ho usata sempre a titolo personale. C'è tutta la mia posta dentro, quindi, anche se la casella non fosse stata intestata a me, comunque rimanevo proprietario ALMENO della posta mia personale che vi è dentro e CON-PROPRIETARIO della casella. E quindi comunque avrei conservato sempre il DIRITTO di accedervi liberamente per recuperare le mie cose e per continuare a ricevere la posta futura. Questo se non fosse stata intestata a me. Ma in più c'è da dire che la intestai a me e sotto la mia responsabilità, quindi conservo il diritto anche sulla CASELLA, non solo sulla mia posta che vi è contenuta dentro - quindi non solo sul contenuto ma anche sul contenitore".

    Non mi risposero.
    Allora, ancora per evitare grane e per pietà di loro, dopo aver ribadito così ulteriormente il mio pensiero per iscritto a loro, semplicemente per quieto vivere rinunciai (ma TACITAMENTE, non "dicendoglielo") temporaneamente a reperire quel materiale fino a successivo bisogno. In caso di estremo bisogno di reperimento di roba mia, avrei in futuro direttamente recuperato la casella con la procedura di Google Gmail.

    Così è stato pochi giorni fa, quando ho avuto particolare necessità di reperire mia vecchia corrispondenza:

    • visto che avevano completamente ignorato la mia volontà e non mi avevano più risposto.
    • Visto che mi avevano espropriato della mia corrispondenza,
    • cosciente del fatto che era INUTILE scrivergli di nuovo,
      ho fatto la procedura di GMAIL per recuperare la casella, e, sorpresa sorpresa, ho riscontrato che, ancora senza il mio permesso, anzi, contro la mia esplicita volontà di conservare la proprietà e l'accesso alla MIA CORRISPONDENZA PERSONALE di ANNI, la hanno cancellata tutta!!!!
      Riscontrando anche che mi avevano mentito quando mi hanno detto: "se ti serve qualcosa, comunicaci cosa e noi te la cerchiamo e spediamo". Perché avendo cancellato tutto, non vedo proprio come avrebbero mai potuto girarmi parte della mia posta, non essendovi più.

    Inoltre, quando gli scrissi e non mi risposero (di cui il testo che le mando in privato) ribadii anche la mia ferma volontà a conservare la PRIVACY sulla mia corrispondenza, per cui spiegavo chiaramente che anche per questo motivo non accettavo la modalità di dire a loro quali email mi servivano e fargli curiosare tra la mia corrispondenza per poi girarmele.

    Questo è il quadro completo della situazione.
    Lei che ne pensa?


  • Super User

    Allora... se uno mi sfratta da casa e nell'appartamento rimangono cose mie, io non posso forzare la serratura per riprendermele... devo seguire le vie istituzionali ossia diffida etc.
    Se la casa invece è mia ma taluno dice che è sua e cambia la serratura anche qui, mi rivolgerò alle vie istituzionali affinchè si accerti il mio diritto e la conseguente sanzione all'autore del danno.
    Il problema qui è che la titolarità della casella è contesa... capisci?

    Dipende tutto dai toni in cui tu hai scritto loro, le parole etc...se non li hai diffidati ma hai chiesto l'accesso hai ammesso la loro titolarità. E' un riconoscimento tacito.

    Comunque io credo che anche costoro sanno di non aver tenuto una condotta corretta...non faranno nulla.
    Ma se capita un'altra volta ricorda che per difendersi dagli abusi ci si deve rivolgere all'autorità.. non fare da sè. E' sempre rischioso.


  • User

    Bello il cricetino!

    Informazioni TECNICHE:
    Dunque, non si è mai utilizzato un client di posta elettronica! Inoltre la casella non è stata "ripulita" di tutto, c'è tanta roba.
    E' la mia roba (sottocartella) che non c'è più, neppure cercando con parole chiave. Neanche una email. Niente.

    Quanto alle modalità di recupero: si possono variare, ma non la procedura, come dire, di "recupero generale" di GMAIL.
    Cioè, se una persona ricorda sufficienti informazioni sulla casella di posta elettronica GMAIL (data di creazione, corrispondenti abituali, ecc...), può riottenere l'accesso da parte di Google: entrambi ricordiamo sufficienti informazioni.
    Io ne ricordo di più: perché avendola creata io ed intestata a nome mio, io sono uso a conservarmi ed archiviarmi tutto ciò che faccio di "Burocratico". Ma anche loro mnemonicamente ricordano informazioni sufficienti, quindi entrambi, ogni volta che vogliamo, possiamo ricuperare l'accesso e cambiare password e modalità di recupero (domanda di riserva, numero di cellulare, email secondaria, ecc....), in un tira e molla virtualmente senza fine.

    Quanto all'abbandono del sodalizio le faccio una domanda:
    Se, per esempio, degli studenti universitari condividono un appartamento e ad un certo punto uno di loro cambia luogo di residenza e va via, ma fa presente CHIARAMENTE che tutta la sua roba che rimane lì rimane sua e non intende affatto cedergliela ed al bisogno periodicamente si ripresenterà per riprenderla, possibile che per il solo fatto di essersi fisicamente allontanato dall'appartamento gli altri occupanti sono autorizzati a non farlo entrare più ed a fare ciò che vogliono delle proprietà di colui che si è allontanato? Corrispondenza personale, effetti personali, valori, foto, diari, ecc...?
    Mi sembra un pò strano... ma il diritto alla proprietà privata esiste solo sugli immobili o anche sugli oggetti?

    ATTENZIONE che l'esempio è un pò improprio! Perché in questo esempio lo studente universitario se ne è andato di sua volontà!
    Invece in questo caso io me ne sono andato fisicamente da quel luogo (l'associazione già non esisteva più!), ma mai me ne sono voluto andare dall'email!!!! Sono loro che mi ci hanno cacciato! Dall'inizio gli ho mostrato la mia volontà di non lasciare l'email e che la mia volontà era quella di continuare a condividerla, concedendo anche a loro l'accesso (NON LA PROPRIETA'!), proprio perché sapevo che serviva anche a loro.

    Inoltre, nel nostro caso, a maggior ragione, questo "appartamento" "condiviso" era intestato a me fin dall'inizio! Loro mi ci hanno buttato fuori cambiando la password (la serratura della porta d'ingresso).
    Fatto che, TECNICAMENTE è privo di senso, perché io posso riaccedervi ogni volta che voglio con la procedura di recupero generale suddetta (come se possedessi un passe-partout universale che funziona sempre), ma che FORMALMENTE ha mostrato la loro volontà di buttarmi fuori da un appartamento legalmente intestato a me!
    E poi, sempre senza il mio permesso, non solo mi hanno buttato fuori, ma hanno anche cambiato intestatario sul citofono! Ed, ILLEGALMENTE (perché senza il mio permesso), come se avessero falsificato una mia firma su una falsa delega, hanno anche cambiato intestatario al catasto o al comune, intestandola a nome di uno di loro!

    Riguardo a chi sia l'effettivo proprietario della casella, spiego meglio la situazione.

    Quanto al "contenitore" (la casella di posta elettronica):

    Quando creammo all'inizio la casella di posta elettronica in questione, la creammo con i seguenti fini:

    1. utilizzarla per le attività dell'associazione
    2. utilizzarla per la corrispondenza personale di ognuno di noi

    e per tali due fini la usammo sempre. Quindi sono due fini "fusi" per così dire.
    Questo a livello "materiale", diciamo anche "morale".

    Invece, a livello "formale"/"legale", la creai io, a nome mio, intestata a me sin dall'inizio, e me ne presi io la responsabilità.
    In fase di creazione gli altri esitarono a proporsi come intestatari avendo un certo timore (tra l'altro immotivato) di mettere il proprio nome e di caricarsene la responsabilità: motivo per cui mi proposi io e mi presi io l'onere. Così come quasi ogni volta che ci intestammo qualsiasi altra cosa: iscrizione a siti internet, nomi di dominio, ecc...
    Oneri e onori. Responsabilità, ma anche titolarità legale.

    Per concludere, a livello materiale/morale era dell'associazione e di tutti noi.
    A livello formale/legale era la mia.

    INFATTI: ho ricordato un particolare molto importante!
    Per i domini dei siti internet, dovete vedere come sono stati docili, chiedendomi il "permesso" e di fare il passaggio a loro! Questo perché? Perché per cambiare intestatario di un dominio bisogna passare per il provider (non è come l'email, che se riesci ad entrare prendi e cambi l'intestatario): servono le firme di entrambi e i documenti di identità di entrambi.
    Essendo io l'intestatario dei domini, mi hanno chiesto di intestarli a loro come si fa verso un vero e proprio proprietario, e di fare tutta la procedura con i documenti di identità, i moduli firmati, ecc...
    Ovviamente io non gli ho fatto alcun problema. Dato che non sapevo che farmene dei siti e dei domini e che non contenevano roba che mi servisse.
    Invece per l'email, che era intestata a me ESATTAMENTE COME I DOMINI, dato che "TECNICAMENTE" potevano cambiare intestatario senza passare per altre autorità, senza bisogno di documenti e firme varie, lo hanno fatto e basta, senza chiedermi nulla, come se fosse intestata già da prima a uno di loro!

    Detto questo, posso formulare solo 3 alternative:

    1) Ipotesi più restrittiva nei miei confronti: se pur volessimo ignorare completamente queste cose appena scritte, che pur sono vere, e volessimo privarmi completamente di qualsiasi diritto come dire "di maggioranza", potrei dire con assoluta certezza che ALMENO: l'email è di tutti e ne siamo tutti ugualmente co-proprietari (ma non è così! sia chiaro, lo faccio solo come ipotesi teoricamente).
    Tanto più dopo che, qualche anno fa, l'associazione fu formalmente/legalmente sciolta: di fatto non esiste proprio più, neppure come "persona giuridica". Completamente sciolta, anche in tribunale.
    Negli ultimi anni rimanemmo solo "materialmente" "insieme" a fare lavori vari.
    In questo caso, comunque gli altri non potrebbero fare modifiche alla casella (cambio di intestatario, di password, ecc...) senza avere ANCHE il mio permesso. E io non potrei senza avere ANCHE il loro permesso: ugualmente co-proprietari.

    2) Ipotesi "intermedia" nei miei confronti: ignorando almeno parzialmente quanto ho scritto sopra diremmo che siamo tutti co-proprietari della casella, ma che dei vari co-proprietari io sono quello come dire "maggiore" (come si dice nelle società per azioni "socio di maggioranza", per intenderci), per i motivi suddetti.
    Anche in tal caso gli altri non potrebbero fare modifiche alla casella senza avere ANCHE il mio permesso. Io invece, volendo, penso che potrei farle anche senza il loro permesso (su questo chiedo un vostro parere sicuramente molto più competente del mio).

    3) Ipotesi più favorevole nei miei confronti (che poi è quella reale): sono io l'intestatario e proprietario legittimo/legale della casella di posta elettronica in questione e gli altri godono solo della possibilità di **USUFRUIRE **MATERIALMENTE della casella (l'esempio del tizio che concede al confinante si passare nel proprio terreno per raggiungere il suo), nella misura in cui io glielo concedo e, ci mancherebbe, assolutamente senza alcuna possibilità di impedirmi di fare alcunché con questa casella che legalmente è la mia!
    AL MASSIMO in tal caso io avrei solo un obbligo ESCLUSIVAMENTE MORALE (e non legale!) di garantirgli per sempre l'accesso ed il suo utilizzo, essendo appunto nata anche per questo fine sin dall'inizio.
    In tal caso gli altri non potrebbero fare alcuna modifica alle impostazioni della casella senza il mio permesso, quindi come sopra, ma al contrario LEGALMENTE parlando io potrei fare tutto quello che voglio senza il loro permesso. Solo MORALMENTE parlando non potrei fare cambiamenti senza il loro permesso. Ma legalmente si.

    Personalmente propendo decisamente per la terza ipotesi, che è l'unica delle 3 a non essere solo "ipotesi" ma "dato di fatto".

    Quanto al "contenuto" (la corrispondenza personale ivi contenuta):

    Su questo neanche le faccio le varie ipotesi! Neanche solo per speculazione puramente teorica!
    Ognuno è proprietario formale/legale e morale/materiale della propria corrispondenza personale contenuta in quella casella: come se fosse una buca delle lettere di un palazzo condivisa da più persone. Così come ogni "busta" contenuta dentro reca il nome del destinatario, ed è inviolabile agli altri che condividono la "buca", ugualmente ogni email è indirizzata ad un destinatario, ed è inviolabile dagli altri che condividono la casella elettronica.

    Quindi anche se TUTTI fossero d'accordo per la terza ipotesi, comunque io non avrei alcun diritto neppure legale di cancellare la corrispondenza degli altri oppure di impedirgli la consultazione.
    Ugualmente gli altri nei miei confronti, ed a maggior ragione nel caso della seconda o della terza ipotesi.

    Quindi, in ogni caso, anche se io non avessi alcuna voce in capitolo quanto alla "casella", oppure anche nella prima, nella seconda o nella terza ipotesi elencate sopra, gli altri:

    1. Non avrebbero nessun diritto di impedirmi di accedere liberamente alla mia corrispondenza personale passata ed eventualmente futura, ogni volta che lo desidero
    2. Non avrebbero nessun diritto di frugare nella mia corrispondenza (privacy ed inviolabilità)
    3. Non avrebbero nessun diritto di distruggere la mia corrispondenza!

  • User

    Per Giurista:

    In tal caso la casa (casella) ha 2 porte (modalità di accesso)

    • la prima è quella con la password che si può cambiare
    • la seconda è un'altra porta la cui serratura non si può cambiare (procedura di recupero della casella), è come se fosse "fusa" nella porta.

    Chi mi ha buttato fuori dall'appartamento cambiando nome sul citofono ha potuto cambiare solo la serratura della prima porta (la password).
    Ma io non ho mica forzato la serratura di quella porta (procedure illegali, tipo brute force, ecc...)!
    Ho solo usufruito dell'altra porta di cui è dotato l'appartamento: ne possiedo la chiave fin dall'inizio, l'ho presa e sono entrato, in casa mia (o almeno ANCHE mia).

    Poi, da quello che gli ho detto non è andata proprio così (sul fatto di chiedere il permesso, ecc...). Se invece era andata in tal modo, per mia curiosità: se uno mi ruba il portafogli, io me ne accorgo e gli chiedo:
    "almeno fammi prendere 10 euro per fare un pò di spesa"... possibile che questo significa che gliel'ho ceduto?
    Penso che questo non sia universale, ma dipende ed è diverso da ogni persona!

    Nel mio caso, dicendo in quel modo, non sto implicando:

    "Si, accetto che tu mi rubi il portafogli. E' tuo, te lo cedo. Ne hai la proprietà.... Ora che è tuo, mi concedi di prendere almeno 10 euro?"

    Nel mio caso, con quella affermazione, io intendo esprimere un concetto completamente diverso:

    "Non accetto affatto che tu mi rubi il portafogli. E' mio e resta mio. Quindi avrei ogni titolo per denunciarti. Non lo faccio solo per non rovinarti e per quieto vivere. Fermo restando che è mio il portafogli e tutti i soldi che contiene, almeno per gratitudine del fatto che non ti denuncio mi dai una decina di euro DEI MIEI SOLDI di cui mi hai privato? Cioè, nel decidere di delinquere, vorresti decidere di non delinquere almeno per 10 dei miei euro che mi stai rubando?".


  • User

    Ah e comunque (aggiungo perché è scaduto il tempo di modifica) la ringrazio molto per il saggio consiglio che mi ha dato!
    Ed entrambi per tutti gli altri consigli.


  • Super User

    Se una persona ti ruba il portafogli non puoi metterle le mani addosso, perquisirla o quant'altro asserendo che ti ha rubato il portafogli. Il discorso è sempre lo stesso.
    Ci si deve rivolgere all'AG per far accertare il furto e rientrare in possesso delle proprie cose.
    Il tuo esempio, poi, è surreale (ti lascio il mio portafogli, non ti denuncio, ma dammi 10 euro sennò tento di riprendermeli..)


  • User

    OK.
    In ogni caso, a titolo diciamo "cautelativo", quanto al fatto che tutta la mia corrispondenza è stata buttata, e che l'ho scoperto da pochi giorni, eventualmente l'illecito ci sarebbe e sarebbe ancora in vigore giusto?
    Ed inoltre, quanto alla sottrazione della posta che mi fecero la prima volta, comunque l'illecito civile rimane giusto?

    Inoltre, in ogni episodio, dato che tutta la mia condotta non ha mai impedito loro di accedere alla loro posta, mentre la loro condotta è sempre stata volta ad impedirlo a me, fino ad impedirlo definitivamente cancellandola, stando a queste sentenze della cassazione penale (le mando il link in messaggio privato), mi sembra di capire che navigano in acque ben peggiori, giusto?
    (Inoltre io sin dall'inizio conservavo "un ordinario titolo di accesso" e anzi molto di più!).


  • User

    Quanto all'esempio del portafogli: ci mancherebbe, non ho mai minacciato nessuno! La mentalità era l'esatto contrario: "cioè visto che mi hai fregato, almeno abbi un pò di buon senso di farmi fare un pò di spesa senza lasciarmi a piedi completamente!". Mi sono spiegato male. Ed effettivamente l'esempio non è calzante.

    Tutta la vicenda èbasata solo su parole.
    Nei server di Google, nello storico dei loro database risulta sicuramente per iscritto che la casella nacque e rimase per anni intestata a me.
    Ma tra di noi tutte parole.
    L'unica cosa che c'è per iscritto è una comunicazione che gli inviai dopo un pò di tempo dal primo episodio, quando ebbi la necessità di prendere della mia corrispondenza, mi negarono l'accesso, e cominciai a ribadirgli qualcosina (glielo invio tramite messaggio privato solo per riservatezza, ma ovviamente non le chiedo di rispondermi in privato).


  • User

    ,Le ho inviato un messaggio privato con altri dettagli.

    comunque tutto questo perche'? A suo tempo credevo di poterli denunciare a pieno titolo. Non l'ho fatto perche' mi dispiaceva.
    ora capisco perche' le persone diventano cosi' reattive. Mi domando, dopo un episodio del genere, se dovesse capitarmi di subire nuovamente un illecito, saro' ancora disposto a passarci sopra, cioe' a non denunciare?


  • Super User

    La Cassazione che mi ha inviato non è pertinente al suo caso. Quella fattispecie si riferiva al caso di un datore di lavoro che, nel pc aziendale, ha aperto la posta della dipendente. Le autorizzazioni all'accesso, in quel caso, erano valide per entrambi, riconosciute da entrambi, e, soprattutto, CONTESTUALI.
    Il suo caso attiene al differente caso di una titolarità contestata ed autorizzazioni negate.
    Comunque credo che abbiamo dibattuto ampiamente la questione, peraltro, lei continua ad inviarmi messaggi privati su questo thread e ciò non è consentito.
    Auspico che non incorra più in una situazione tanto imbarazzante ma se dovesse ricapitare ricordi che, prima di agire in qualsiasi senso, si devono percorrere le vie istituzionali.


  • User

    OK grazie ad entrambi.
    Per Giurista: mi dispiace di averla importunata in PVT.


  • Super User

    Di nulla, utentevessato. Non si tratta di importunare... è che il regolamento lo vieta.
    Direi di chiudere qui la discussione perchè ampiamente dibattuta e, in particolare, utentevessato, non fare esempi del tutto inopportuni e che, peraltro, nulla c'entrano perchè portano molto lontano in fattispecie che nel caso de quo non si sono verificate.