• Super User

    Ciao 4pino.
    L'estorsione ha come elemento costitutivo la violenza o minaccia. Talchè se non puoi provare la condotta intimidatoria del proprietario il reato non sussiste.
    Fai attenzione alla calunnia se proponi una denuncia simile sulla scorta delle informazioni fornite nel forum.
    Io ci vedo più un tentativo di truffa...ma temo che siano trascorsi i termini per proporre querela.


  • User Attivo

    Grazie per la risposta!!

    La vicenda è tutta documentata dai verbali stilati in sede di conciliazione. Ricevuto il preventivo (a fine luglio) ho contattato (lettere a.r. e posta certificata) la ditta e l'avvocato che rappresenta l'ente evidenziando gli importi fuori mercato e l'approssimazione del preventivo.
    L'avvocato, anche in presenza dell'ufficiale giudiziario, in questo mese ha ribadito la correttezza del preventivo e che se non versavo la somma di euro 50.000 nelle casse dell'ente proseguiva (come ha effettuato) lo sfratto.
    Recentemente ho diffidato il presidente dell'ente nel proseguire l'azione di sfratto dopo l'accordo effettuato in sedi di conciliazione.
    Evidenzio che sono un ingegnere informatico, esperto in lavori edili (in passato ho più volte diretto degli importanti lavori simili) e in condizioni normali una ditta non può proporre un tale preventivo.
    Una delle tante voci anomale del preventivo:

    • indennità per difficoltà nel trasporto dei materiali: euro 2.100,00 + iva (il locale è a piano strada, su un unico livello, con la possibilità di brevi soste a 4 metri ed un ampio parcheggio di carico / scarico a 20 metri; una importante rivendita di materiali edili è a circa 1 km).

  • Super User

    Sì... ma il comportamento della controparte non è intimidatorio...
    Non ravviso in alcun modo gli estremi dell'estorsione ma, ripeto, quelli della truffa querela oggi improponibile.


  • User Attivo

    La richiesta dei 50.000,00 è in corso ed è stata espressamente rinnovata da alcuni giorni; la richiesta negata di revisione del preventivo è di 30 giorni; il preventivo è invece di 120 giorni; possibile sia già prescritto il reato?


  • Super User

    Non ho specificato sui termini... chiedo scusa.
    Non è una questione di prescrizione, ma di termini per proporre la querela (nel caso della truffa che ha questa condizione di procedibilità).
    I termini per proporre detta querela sono di mesi 3 dalla conoscenza del fatto. Tu questa conoscenza l'hai certamente avuta, visto lo stato della procedura, ben oltre 3 mesi or sono...


  • Super User

    No... non credo sia così.
    L'utente ha scritto:
    "L'avvocato, anche in presenza dell'ufficiale giudiziario, in questo mese ha ribadito la correttezza del preventivo". Ribadito. Ciò significa che gli avevano già comunicato che, secondo loro, la cifra era corretta.
    Peraltro, a fronte di una richiesta di chiarimenti non puoi iniziare un procedimento senza aver prima replicato perchè sarebbe irrituale.

    I termini per proporre querela sono 3 mesi non 90 giorni.


  • Super User

    Mah... se l'avvocato ha dichiarato questo innanzi all'ufficiale giudiziario significa che la procedura è in stato avanzato perchè era già in possesso di titolo esecutivo.
    Anche ammettendo che il titolo fose un D.I. (inaudita altera parte) comunque l'utente ne è venuto a conoscenza tempo fa e non l'ha opposto.

    Circa la data certa c'è da dire che il penale non è come il civile. Se ricevi una raccomandata in cui ti si replica la data è una presunzione che inverte l'onere della prova sulla conoscenza del fatto.
    Non è una strada percorribile. Peraltro, si rischia una contestazione di false dichiarazioni perchè nel momento in cui dichiari all'Ag che non è quella la data in cui sei venuto a conoscenza del fatto e l'altro può dimostrare (mediante testi) il contenuto della lettera e l'invio il denunciato diventi tu.

    Comunque aspettiamo.


  • User Attivo

    Il reato ritengo sia nella forzatura a farmi accettare un preventivo gonfiato, non nella presentazione di un tale preventivo.
    ...................
    Attualmente è in corso una procedura per la convalida dello sfratto, attivata dal locatore (il titolo esecutivo lo avevano ottenuto nel 1999).
    Le date:

    • 5 aprile 2012: istanza di avvio della mediazione
    • metà luglio: accordo durante la mediazione (lavori a mio carico pagati anticipatamente, ditta di fiducia dell'ente)
    • 27 luglio 2012: preventivo
    • 30 luglio 2012: ultima seduta del tentativo (fallito) di conciliazione
    • 29 ottobre 2012: mia vana richiesta (pec) all'avv dell'ente a poter eseguire i lavori con una ditta di mia fiducia, sotto la direzione dei lavori del geometra dell'ente
    • 9 novembre 2012: richiesta di revisione del preventivo e diffida alla ditta (pec + copia all'ente), evidenziando che stava causando l'esecuzione dello sfratto
    • 5 e 21 novembre 2012: tentata esecuzione sfratto con nuova espressa richiesta dell'avv a versare la somma di 50.000,00 euro
    • 19-22 novembre: lettere (pec + raccomandata a.r.) all'ente (che è un importante ente morale) con richiesta di cambio ditta o di revisione del preventivo
    • 4 dicembre 2012: prossima e definitiva esecuzione dello sfratto: (ho offerto le chiavi per non fare intervenire la forza pubblica)

  • Super User

    4pino la domanda è una sola: QUANDO hai ricevuto la risposta alla tua raccomandata che il preventivo era corretto?
    In sede di mediazione tu hai eccepito o no che il preventivo era scorretto? In quella sede loro che sostenevano?
    Spedire una raccomandata di contestazione dopo il tentativo di mediazione non ha pregio.

    La truffa si integra quando predisponi la messinscena ai fini di conseguire l'ingiusto profitto con artifizi o raggiri (nel caso de quo: preventivo non aderente alla realtà), quindi, nel caso di specie, con la presentazione del preventivo gonfiato e tua consapevolezza di tale falsità nelle somme richieste rispetto al lavoro da svolgere.
    A che data risale il primo degli altri preventivi?


  • User Attivo

    Il 29 luglio ho consegnato a mano una lettera all'avvocato dell'ente, affermando che il preventivo era a mio parere

    • gonfiato
    • totalmente approssimativo
    • parte dei lavori erano inutili e dannosi
    • parte dei lavori non erano stati concordati
      e che sarebbe più opportuno sentire altre ditte. Il 30 luglio ne ho discusso con l'avvocato dell'ente e il conciliatore. Nel verbale è stato unicamente riportato che non abbiamo raggiunto un accordo e che la fase di conciliazione si era esaurita (il conciliatore non ha voluto riportare quanto da me affermato nel verbale). Nella stessa sede ho invitato l'avvocato dell'ente a rivedere il preventivo e/o a cambiare ditta.
      Non ho mai ricevuto risposta scritta a quanto richiesto in sede di conciliazione o alle lettere che ho inviato; sistematicamente in sede di tentata esecuzione dello sfratto l'avvocato dell'ente, anche invitato dall'U.G. a trovare un accordo, ha sempre difeso il preventivo, affermando che il prezzo era congruo.
      Il primo rifiuto dell'ente a rivedere il preventivo è del 6 settembre, in sede di tentata esecuzione dello sfratto, rinviato al 5 novembre.
      Il preventivo di una seconda ditta risale al 15 novembre, con richiesta inferiore a euro 20.000,00 per il rifacimento totale del locale (non semplicemente alcuni lavori marginali come la ditta dell'ente), da quantificare esattamente dopo l'ispezione del pozzetto fognario (nel preventivo dell'ente era prevista la sostituzione di alcune parti dell'impianto, a mio parere sicuramente sane, senza alcuna preventiva ispezione).

    Nella peggiore delle ipotesi i tre mesi utili per la querela dovrebbero partire dal 6 settembre, ove ho appreso verbalmente che l'ente non intendeva variare il preventivo, ma forzarmi ad accettarlo, pena l'esecuzione dello sfratto. Il 30 luglio vi erano i presupposti per una revisione del preventivo, vista l'assurdità di alcune voci (alcune quasi comiche) e la mia richiesta era stata solo discussa con l'avvocato dell'ente.


  • User Attivo

    x criceto
    purtroppo è una attività commerciale, aperta con mio padre nel 1979, in un centro storico (in una via non di pregio). I mobili sono stati fatti su misura e difficilmente riutilizzabili; l'attività svolta (libreria scolastica) è soggetta ad esaurirsi nei prossimi anni. Mancano tutti i presupposti per uno spostamento. Personalmente mi occupo dell'attività solo in settembre ed ottobre e non ho l'energia e la voglia a fare un tale cambiamento (viste le mie quasi 60 candeline).
    Cordialmente


  • Super User

    "Il 29 luglio ho consegnato a mano una lettera all'avvocato dell'ente, affermando che il preventivo era a mio parere

    • gonfiato
    • totalmente approssimativo
    • parte dei lavori erano inutili e dannosi
    • parte dei lavori non erano stati concordati"

    I termini per la querela decorrono dal 29 luglio (giorno in cui ufficialmente hai dichiarato che il preventivo, tra le altre cose, è gonfiato) e sono scaduti il 29 ottobre.


  • User Attivo

    Lo sfratto è stato eseguito.
    All'atto dello sfratto, ho inutilmente chiesto l'indennità di avviamento (18 mensilità, già inviato pec con la richiesta da vari giorni): "l'assegno deve essere preparato; non si preoccupi, mettiamo tutto a verbale".
    L'ufficiale giudiziario mi ha intimato di lasciare il locale "altrimenti chiamo la forza pubblica". Ho lasciato eseguire lo sfratto.


    Mi sono documentato e per eseguire lo sfratto dovevano contestualmente pagare l'indennità di avviamento: Ci sono gli estremi per il reato di "minaccia di fatto grave inesistente"? - Posso far passare dei guai al Pio istituto, proprietario dell'immobile?

    Buone feste a chi legge


  • Super User

    Non vedo gli estremi per la minaccia...


  • User Attivo

    "se non permetti l'esecuzione dello sfratto facciamo intervenire immediatamente la polizia (sfratto con forza pubblica)".
    Per recuperare l'indennità di avviamento posso presentare un decreto ingiuntivo, devo intentare una causa normale o si tratta di appropriazione indebita?


  • Super User

    Perchè vi sia minaccia il male minacciato deve essere ingiusto...Quello che ti hanno detto è un loro diritto, non una minaccia. Dov'è l'ingiustizia?
    Per l'indennità di avviamento dovrai fare una causa civile.
    La questione è civile non penale.