• Bannato User Newbie

    Ciao a tutti.
    Ragazzi, sono nella stessa situazione di sognatrice89.
    Oggi pomeriggio, è giunta una telefonata a casa da parte della polizia postale che vuole incontrare mia madre, intestataria della linea telefonica fissa domiciliare.
    Il poliziotto le ha detto di stare tranquilla e che non è necessaria la presenza di un avvocato.
    Ora, che devo dire a mia madre? Mi devo presentare con lei?
    Devo ammettere la colpa, le faccio dire di non sapere nulla, ipotizzo qualche scusa (connessione non protetta in casa, feste a casa) o che altro?

    Sono disperato.


  • Super User

    Ciao Luciano. Benvenuto nel Forum GT.
    La PG quando invita per le sommarie informazioni dice sempre che non è necessaria la presenza di un avvocato. Lo dice perchè in effetti la presenza non è obbligatoria sino all'avviso di garanzia...e perchè un soggetto, senza un legale, potrebbe dire cose che crede giuste ma che in effetti non lo sono e saranno indizianti.
    Il consiglio più sensato da dare in questi casi è quello di rivolgersi ad un legale e presenziare con quest'ultimo.
    In questa sede non è possibile dire altro non potendoti certo alcun utente dirti, per es., di raccontare il falso alle autorità.


  • Bannato User Newbie

    Grazie per la risposta, sig. giurista.
    Dove lo trovo un avvocato in poche h?
    Almeno, mi dica qualcosa sul da farsi, se sia giusto che mi presenti con mia madre, se mi autodichiari, se fornisca qualche alibi ecc...


  • Super User

    L'invito è per la madre, non per altri. Se ti presenti spontaneamente ti ascolteranno ma se fornirai prove autoindizianti la PG, per poterle ricevere, dovrà non intervenire in alcun modo, ossia senza porre domande, su quel che dirai. Diversamente sarebbero inutilizzabili. (principio statuito dalla Cass. pen. sez. VI 27464/2011). Diversamente, se intervenisse, dovrebbe interrompere l'audizione e darti gli avvertimenti di rito.
    Ribadisco, l'invito è per la madre, che ben potrebbe chiedere di spostare di un paio di giorni la SIT (adducendo qualsiasi motivo) per cercare un difensore.
    Questo è il consiglio più sensato che in questa sede, senza conoscere nei dettagli la vicenda e soprattutto in veste terza imparziale, un utente ti possa dare.


  • Bannato User

    Caro Luciano, ho seguito un caso simile al tuo, l'anno scorso. Se vuoi un consiglio spassionato, lascia stare tua madre, presentati di tua sponte, ammetti le responsabilità senza nominare un legale. Verrai di conseguenza indagato da subito, e quindi potrai usufruire poi dell'apporto di un avvocato nominato di fiducia. Ormai t'hanno individuato.


  • Super User

    Anche in fase di SIT il difensore è di fiducia...ed in questa fase l'assistenza è fondamentale. Per accusare qualcuno la procura deve avere le prove che in un dato momento di un dato giorno dietro al monitor vi era il Sig. X. Ovvio che se va X stesso a dirlo il difensore non potrà che patteggiare o affrontare un processo dove la condanna è certa...


  • Bannato User Newbie

    Ehm, scusate, cosa devo fare allora?
    Simone Pavi mi dice di andare con mia madre e di accusarmi, dicendo la verità. giurista mi dice di non andare e che la polizia dovrà dimostrare la colpa di mia madre.
    Premetto che mia madre ha 80 anni quindi è difficile immaginarla ad usare Facebook e quant'altro.

    Una domanda per Pavi:
    se mi dichiaro avrò sconti di pena?

    Una domanda per giurista:
    se la polizia non riesce a dimostrare che mia madre sia stata la colpevole, la colpa cadrà sul sottoscritto, unico convivente presso il domicilio relativo a quel numero telefonico fisso?


  • Super User

    Tua madre ha 80 anni...inoltre il reato di sostituzione di persona richiede che si voglia perseguire un vantaggio. Tua madre forse conosceva la persona sostituita, oltre ad avere difficilmente interesse nell'accedere a siti quali facebook?
    Tua madre deve dire quel che sa, cioè nulla. Le chiederanno se il convivente usa la connessione a lei intestata...basta che lei dica, come di certo in effetti è, che non ha idea di chi possa connettersi ad internet mediante quella linea, ossia che non sa quante persone possono averla utilizzata.
    Un qualsiasi hacker di primo pelo fora le connessioni come gli pare...esistono programmi che in pochi secondi decodificano le password...
    Sono risaliti a tua madre in quanto intestataria della linea.. ma dimostrare chi si è connesso in quel preciso giorno ed in quel preciso momento è ben altra storia...


  • Bannato User

    Scusa per il ritardo Luciano, ma ho avuto problemi di lavoro e non t'ho risposto.
    Allora, circa la tua domanda beh, si, esiste appunto il patteggiamento col quale saresti condannato ad una multa, più al pagamento delle spese processuali e legali.
    Circa tua madre, poi, è ovvio che ove escussa, difficilmente la polizia sospetterebbe che una signora 80enne si metta a falsificare profili di Facebook ergo, la colpa passerà a chiunque altro usufruisca sovente della connessione Internet di casa.


  • Super User

    E' necessario precisare quanto segue circa il patteggiamento:
    l'art. 494 cp prevede la pena della reclusione sino a un anno e nessuna multa. Di talchè, per chi ne ha diritto (tra gli altri, incensuratezza), patteggiando la pena prevista dal reato (in questo caso la reclusione) si subordina il patteggiamento stesso alla sospensione condizionale della pena che è concesso circa il calcolo delle pene sino a due anni di reclusione considerando che la scelta del rito consente la riduzione di un terzo dalla pena prevista. Il patteggiamento risulta nel casellario giudiziale generale ma non in quello consultabile da privati se si chiede il beneficio della non menzione.
    In questa sede NON opera la conversione della pena in sanzione pecuniaria. Tale conversione la si deve chiedere al pm nel caso in cui non si voglia o non si possa usufruire della sospensione condizionale della pena e si voglia eseguire la sentenza e SOLO nel caso in cui la pena definitiva NON sia superiore ai sei mesi (l. 689/81)
    I benefici del patteggiamento NON sono concessi solo a chi "confessa" ma a chiunque abbia diritto di usufruire dell'istituto ossia quando la pena prevista è sino a 2 anni di reclusione nel patteggiamento ordinario,come in questo caso. Non entro nel merito del patteggiamento allargato perchè qui non interessa a questione.

    La conversione della pena opera anche in altre sedi quali l'emissione del decreto penale di condanna (dove è il pm a deciderla in autonomia) ovvero la condanna a seguito di giudizio ordinario o abbreviato sempre entro i limiti di sei mesi di condanna.

    Altra precisazione necessaria:

    il Sig. Pavi ha parlato, nel suo, intervento, di "colpa". Devono intendersi queste parole nel senso di addebito (e non del diverso concetto colpa-dolo quale elemento psicologico del reato), cioè contestazione di un fatto da parte della Procura. Ora: la Procura non contesta qualcosa senza prove.
    Nel caso di specie una volta escluso che la signora ottantenne possa dedicarsi a tali attività, la Procura non addebita alcunchè a nessuno solo perchè utilizza tale connessione, ma deve dimostrare che il Sig. Tizio, con quella connessione, ha commesso quel fatto-reato.
    Ne segue che la PG andrebbe a sentire in sede di SIT altri utilizzatori della connessione laddove la signora li nomini, ma dovrà dimostrare che queste/a persone/a erano fisicamente dietro ad un monitor commettendo quel fatto con quella connessione in quel preciso momento.
    Utilizzare frequentemente la connessione non basta per essere condannati a nulla. Se la Procura rinviasse a giudizio taluno sulla sola base di questa circostanza il difensore dell'imputato avrebbe gioco facile nel suo patrocinio atteso che la procura non ha fondato la propria accusa su alcunchè possa dimostrare che Tizio, proprio lui, era fisicamente dietro a quel monitor in quel momento.
    Basterebbe infatti dimostrare che "bucare" una connessione è un'attività estremamente semplice e che l'IP non identifica il soggetto che digita. Per tacere poi del fatto di che accadrebbe se l'imputato può fornire la prova che, in quella circostanza, era altrove...

    In sintesi: prima di portarsi a casa una condanna (anche se sospesa) si lasci che sia la Procura a dimostrare l'addebito...una condanna comunque segna un soggetto dal punto di vista del casellario giudiziale anche in caso di successiva riabilitazione...


  • Bannato User Newbie

    Allora, l'incontro sarebbe per domani, venerdi, ma mia madre ha chiesto di spostarlo per problemi familiari.
    Non ho capito una cosa, giurista e simone pavi, in questi casi si patteggia o no scusate?
    Simone Pavi parla di patteggiamento e di cifra da pagare, mentre giurista dice che in questi casi non si deve pagare nulla perchè ci sarebbe la reclusione, sospesa con condizionale, vero?

    Un'ultima cosa, signori, e se avessi utilizzato il mio numero di cellulare per iscrivermi a Facebook? In quel caso sarei sicuramente inchiodato?


  • Super User

    Il patteggiamento si fa con il Pm DOPO che è stato contestato il reato e non i sede di SIT.
    In genere si patteggia all'udienza di smistamento prima che il giudice dichiari aperto il dibattimento.
    Qui non è stato contestato ancora nulla...non riesco proprio a capire perchè discutere del rito alternativo invece di difendersi.
    Il reato è punito con la reclusione. Sia in caso di sentenza di condanna che in caso di patteggiamento si avrebbe diritto alla sospensione della pena e non menzione a meno che non si voglia eseguire la condanna (patteggiata o no) rinunciando alla sospensione chiedendo di convertire la pena in sanzione pecuniaria laddove la condanna definitiva sia inferiore a mesi 6 di reclusione.

    Principio penalistico: solo la flagranza di reato "inchioda". Di tutto il resto si discute...


  • Bannato User

    Ti rispondo io, giurista.
    Se sono risaliti sino a lui anzi, sino a sua madre, è evidente che abbiano delle prove certe e sostanziose. Ove la signora, o lui stesso, si trincerasse dietro un generico "non so, non conosco quella persona ecc...", non ci sarebbe l'immediato rinvio a giudizio causa dichiarazioni autoindizianti od ammissione, ma la cosa accadrebbe di lì a poco.
    Ergo, non ha senso dilatare tempi di una condanna praticamente certa. Se sono risaliti alla persona, l'hanno escussa per un SIT, negare non porterà a nulla.
    Ripeto Luciano, quello è il mio consiglio ed anzi, ti consiglierei l'assunzione immediata di un penalista.
    [...]


  • Super User

    Simone, risalgono mediante il mero indirizzo IP... che, allo stato, non è una prova nè certa nè sostanziosa. Devono provare l'utilizzo di Caio o Tizio.
    Se sei un collega sai benissimo del vuoto legislativo in materia.
    Nella professione ho visto persone negare pure la sfericità dela terra in tale materia...e la Procura non ha potuto farci niente...


  • User Attivo

    Scusate se mi intrometto, vorrei usare questo argomento già aperto per chiedere un paio di cose che non mi tornano sull'argomento.

    • La "sostituzione di persona" avviene solo quando viene sostituita una persona realmente esistente? Un esempio banale può essere creare un profilo facebook a nome Mario di anni 30, senza foto senza cognome...in questo caso, anche se il creatore e utilizzatore non è mario (ma magari è francesca bianchi di anni 50), non sostituendosi a nessuno in particolare. Usa questo falso profilo per far partire una corrispondenza con altri, senza volersi attribuire una identità realmente esistente (mario senza foto e senza cognome è vago, non corrisponde a un mario rossi particolare)....in questo caso integra il reato?

    • So che è molto complessa la disciplina a riguardo, ma cosa si intende per vantaggio o danno? qualcosa di concreto o anche astratto? Per esempio, prendiamo il classico caso dei fake sui forum, o i falsi profili sui siti per adulti, dove magari uomini si fingono donne.
      il fatto che credendo di avere dall'altra parte dello schermo una donna, e quindi parlare di cose che con un uomo non avrei parlato, può essere considerato un "danno" per me e un vantaggio per lui perchè ha carpito cose che altrimenti non avrebbe potuto sapere (le confidenze, confessioni o altro)? O vantaggio e danno devono essere più concreti di semplici parole e discorsi?

    • La Polizia Giudiziaria, o il magistrato, si possono muovere sul sospetto e individuare una persona (violando la sua privacy) in base solo a quello? Esempio: Mentre parlo con Francesca Rossi, io sospetto che non lo sia...non ho nessuna prova, solo il presentimento che mi stanno prendendo in giro, ma prove zero. Se vado dalle autorità e dico di sospettare che Francesca Rossi di Facebook non è la vera francesca rossi, loro faranno partire un procedimento per verificare (e se non èal vera francesca rossi, far partire l'azione legale, se è la vera francesca rossi finire la questione), oppure visto che il mio è solo un sospetto non agiranno fino a che non porto una prova? (esempio la vera francesca rossi fa denuncia, o altri atti concreti)

    vi ringrazio per potere aiutarmi a chiarirmi le idee.


  • Super User

    Ciao zeta 1. Benvenuto nel Forum GT
    La sostituzione di persona deve essere nei confronti di una persona esistente.
    Per vantaggio si intende qualsiasi tipo di vantaggio anche "astratto". Quando il legislatore intende punire solo la condotta di chi ottiene un vantaggio economico usa il termine profitto.
    Il reato di sostituzione di persona è un reato procedibile d'ufficio e quindi può essere segnalato da chiunque vi abbia interesse. Il pm agirà in base alla fondatezza del sospetto. Se non vi sono elementi rilevanti al punto da fondare un indizio o fonte di prova il pm non prosegue.


  • User Attivo

    Grazie per l'accoglienza. Se non disturbo troppo vorrei cercare di capire meglio. A me sembrava di aver capito che basta attribuirsi una generalità non propria per integrare il reato. Sul sito della poliziadistato si trova

    Cassazione penale, n. 36094, 2006:
    "Integra il delitto di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) la condotta di colui che si attribuisca un falso nome in modo da poter avviare una corrispondenza con soggetti che, altrimenti, non gli avrebbero concesso la loro amicizia e confidenza."
    ( poliziadistato.it/poliziamoderna/articolo.php?cod_art=1311 )

    Purtroppo non ho avuto modo di leggere la sentenza completa quindi chiedevo qui spiegazioni in merito.
    Da quel che scrive sembra che se io mi scrivo su giorgiotave.it dicendo di chiamarmi mario (in realtà sono francesca), e intraprendo una corrispondenza con giurista e simone, che credono di parlare con mario (un non ben precisato mario, non un mario specifico realmente esistente) allora si integra il reato.


  • Bannato User

    Ciao Zeta, allora, sono situazioni nuove per la legislazione nazionale e tutte in divenire.
    Ergo, sovente gli stessi inquirenti si districano seguendo un'ermeneutica ed un'esegesi soggettiva.
    Premetto che tali situazioni non costituiscono la priorità per la polizia che ha ovviamente altro di cui occuparsi e che non vuole riempire i tribunali per scherzetti, masquerade ecc...
    Parti da un postulato: deve esserci una condotta concretamente illecita, concretamente. Se vado in un bar e dico di chiamarmi Pippo Baudo ed ordino un caffè, probabilmente ho commesso un illecito, ma il danno quale sarebbe verso terzi?
    Inoltre, parlavi di Internet ed anche in tale ambito la legislazione è vuota, facilmente aggirabile, come ha giustamente scritto giurista.
    Ci sono due sentenze in merito, una concernente un utente EBAY che aveva effettuato aste assumendo generalità di un terzo, ed un'altra in cui una donna aveva creato un profilo falso di Facebook prendendo nome e foto di un suo amico, ritratto mentre urinava. Ecco, in questi casi emerge una conseguenza grave al di là del mero utilizzo di un profilo falso Facebook od altro.
    In questi gg, nel nostro studio, stiamo discutendo di una richiesta di assistenza da parte di una ragazza che scrive nel forum di una cantante americana. Ecco, in seguito a dispetti, qualche altro utente ha creato un profilo falso di quel forum, utilizzando il suo nick e la sua foto, entrambe di fantasia. Il nick ricorda la cantante e la foto ritrae la cantante stessa. La ragazzina, però, è famosa tra i fans per l'utilizzo di quel nick e quindi in questo caso si può tranquillamente parlare di sostituzione di persona, seppur collegata a nome e foto poi non corrispondenti realmente all'utente.
    Ergo, è una branca nuova della giustizia.
    Sovente, tali pratiche finiscono in una bolla di sapone, vedi tu quindi.


  • Super User

    In punto di diritto il reato di sostituzione di persona è reato contro la pubblica fede e si integra nel momento in cui, per ottenere un vantaggio, si sostituisce alla propria altrui persona ovvero ci si attribuisca qualifiche professionali o soggettive che procurano quel vantaggio.
    Il reato non deve essere impossibile quindi, se nell'esempio riportato da Simone pavi, taluno si reca in un bar e dichiara di essere un nome notissimo, questo è uno scherzo non un reato.
    Ovviamente nel momento in cui si utilizzano immagini o altro che si riferisce ad un terzo soggetto, e mediante questo indebito utilizzo si trae in inganno qualcuno, il reato è consumato. Se non si trae in inganno si configurerà il tentativo.
    Allo steso modo si configurerà il reato di sostituzione di persona laddove taluno affermi: "sono mario e sono medico" et similia, per trarre in inganno altre persone.
    Il reato non si configura se si afferma: " sono mario" senza attribuirsi alcunchè...Il falso nome di cui alla sentenza riportata deve avere le caratteristiche di essere riconducibile a terzi, diversamente il reato è impossibile perchè non si sostituirebbe proprio nessuno. La norma è chiara :"...sostituendo la propria all'altrui persona". In claris non fit interpretatio.


  • User Attivo

    Ciò che avete scritto è molto interessante e utile a capire meglio la materia, vi ringrazio.
    Per completezza di cronaca, aggiungo che la sentenza di Cassazione da me riportata si riferiva "nella specie, l'imputato aveva inviato lettere a terze persone fingendosi una donna vittima di violenze sessuali."

    E da quello che ho capito, bisogna sostuire con dati anagrafici, foto o altro una persona realmente esistente. Attribuirsi per esempio un sesso diverso, un età diversa, o altri dati anagrafici diversi da quelli veri, senza impersonare nessuno nello specifico, non costituisce reato, neanche se ciò permette di avere vantaggi come "avviare una corrispondenza con soggetti che, altrimenti, non gli avrebbero concesso la loro amicizia e confidenza" per ricitare la sentenza.

    In quella setenza immagino che l'imputato deve aver necessariamente sostituito una donna vera,*e non semplicemente si è finto una generica donna vittima di violenze, *è corretto?