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Conviene essere sposati?
Ciao a tutti, volevo chiedervi cosa pensate di questa cosa. Convivo con la mia compagna e aspettiamo una bimba. Premesso che anche se non siamo sposati, nella vita di tutti i giorni e anche nella comunione spirituale è come se lo fossimo. Ma dal punto di vista fiscale/economico "conviene" essere sposati o no? Parlo di eventuali detrazioni a seconda di chi ha a carico la bimba, dell'assistenza sanitaria, ecc. Lei non lavora, il mio reddito è di circa 18000 euro. Come dobbiamo regolarci?
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Se lei non ha un reddito, è certo più conveniente essere sposati, non foss'altro che tua moglie diventerebbe tuo familiare a carico. Per la bambina, invece, non cambierebbe granchè.
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Grazie OEJ
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L'aspetto segnalato circa la possibilità di aggiungere a carico anche la compagna che non lavora, mi pare sia calcolabile come segue: con reddito tra 15.000 e 40.000 anno la detrazione dovrebbe essere € 690/anno - (vi prego correggete se è sbagliata)
Ma se consideriamo, indipendentemente dal reddito, che un "single" con figlia/o a carico ha più probabilità di trovare il posto al nido comunale... forse i 690 €/anno diventano meno importanti.
Aggiungo altre questioni che ritengo di interesse:
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se l'unico soggetto che lavora della "coppia di fatto" dovesse anticipare la sua partenza da questo mondo, mamma e figlia/o si troverebbero soli: l'eredità del defunto dovrebbe essere tutta per la figlia/o (nulla per la mamma), ma se l'erede è ancora minore, l'eredità sarebbe gestita dalla mamma (anche se non era sposata con il defunto).
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il figlio "naturale" della coppia di fatto non è come il figlio "legittimo" della coppia sposata: ma se il padre lo riconosce all'atto di nascita prende il cognome del padre ed i relativi diritti di eredità, esattamente come il figlio "legittimo".
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come è noto si è sempre certi della mamma del bambino/a e si è certi del padre alla compilazione dell'atto di nascita, che in genere avviene entro una settimana dalla nascita: tra il concepimento e la nascita ci sono 9 mesi di attesa e su questi 9 delicati mesi vorrei fare una precisazione che differenzia la "coppia sposata" dalla "coppia di fatto" nel caso specifico che il papà dovesse anticipare la sua partenza da questo mondo, proprio durante i 9 mesi:
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nel caso della "coppia sposata" il figlio/a "legittimo" prenderebbe comunque il cognome del padre ed i diritti sull'eredità.
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nel caso della "coppia di fatto" il figlio/a "naturale" non può essere riconosciuto dal papà defunto: quindi in questo caso certamente mamma, ma anche la figlia/o non prende nulla di eredità, anzi la piccola/o non prende certo il cognome del defunto.
Quindi, caro Andrea_P con la tua compagna prendetevi tutto il tempo necessario per esaminare l'opportunità di sposarvi o non sposarvi, personalmente mi pare molto bello che una coppia sia libera di scegliere (non tutti godono questa libertà): qualunque decisione ci rende felici è e sarà ovviamente la decisione giusta: potreste considerare ad esempio di sposarvi contestualmente alle nozze di vostra figlia/o, tra 20-30 anni: due cerimonie al prezzo di una
Ma appena leggi questo post, oltre a fare i dovuti scongiuri, sarebbe saggio che tu e la tua compagna vi recaste presso l'ufficio anagrafe del vostro Comune (se non l'avete già fatto) a sottoscrivere il modulo di riconoscimento del nascituro nel quale, fin da ora, tu dichiari che la piccola/o è tua figlia/o: non costa nulla ed il primo regalo (o la prima scocciatura) della nuova arrivata/o.
in bocca al lupo.
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@esco said:
Ma se consideriamo, indipendentemente dal reddito, che un "single" con figlia/o a carico ha più probabilità di trovare il posto al nido comunale... forse i 690 ?/anno diventano meno importanti.
Se il nido per la graduatoria utilizza l'isee (come ormai - dalle mie parti almeno - quasi tutti fanno) questa "agevolazione" verrebbe a mancare dovendo inserire nel nucleo familiare ai fini isee anche il compagno/compagna legato da un rapporto di natura stabile.
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Infatti dipende dalle amministrazioni comunali poiché i nidi sono gestiti proprio dai Comuni.
Da noi l'ISEE serve per stabilire l'importo della retta che non è unica e varia da un minimo a un massimo. Ad esempio la tariffa "bassa" è riservata a redditi ISEE incredibilmente bassi e la maggior parte degli ISEE "normali" pagano praticamente le tariffe più alte (ultima e penultima).
I requisiti di accesso però sono determinati da altre informazioni che generano il "punteggio per entrare": i genitori sigle (vedovi, separati, ecc.), ottengono più punti rispetto agli altri, sono equiparati ad esempio al caso dei genitori sposati con un coniuge in carcere.
Comunque sono regole che possono variare di anno in anno, e con le casse vuote lamentate da tutti i Comuni di Italia, potrebbero cambiare anche le caratteristiche di questi servizi, ad esempio affidandoli al libero mercato.