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Google Plus e la memetica: attacco frontale agli altri social network?
Nuova funzione per GG+: la possibilità di aggiungere frasi sovrimpresse alle foto che si condividono ? non didascalie, ma veri e propri "strilli" come questo:
Istruzioni tecniche: quando si condivide (share) una nuova foto e la si carica da una sorgente ? computer, smartphone ? mediante l'apposito sistema, appare sotto la miniatura dell'immagine un collegamento alla scritta "inserisci testo".
Cliccandoci sopra si accede a una finestra di dialogo con tre campi da riempire (alto, centrale, basso) con frasi a scelta. Per ogni rigo può essere cambiato l'allineamento orizzontale (a destra, a sinistra, al centro); è anche disponibile un'opzione globale di cambio del font, che però agisce su tutto quello che si è sovrapposto alla foto e non selettivamente sulle singole righe.
Il sistema acquisisce le frasi e la scelta della posizione, poi ridimensiona automaticamente il testo per adattarlo al campo immagine sottostante ed evitare sconfinamenti fuori cornice.
Qualche risultato:
http://7.mshcdn.com/wp-content/gallery/google-plus-memes/google-plus-meme-5.jpg
Sembra una stupidaggine, vero? È difficile pensare a un uso di questa opportunità per inserire didascalie espressive alle foto (la scritta intralcia la visione dell'immagine, e poi l'integrazione con PicasaWeb garantisce già numerosi spazi per inserire didascalie 'classiche' alle immagini).
La Rete, tuttavia, ha mostrato negli anni un attaccamento fortissimo a queste immagini con didascalie bislacche e "strilli" paradossali, fino a dare a queste unità minime di contenuto multimediale dal significato facilmente riconoscibili un nome e una disciplina di studio.
Queste immagini si chiamano meme e la branca che le analizza ha nome di memetica (definizioni qui e qui, rispettivamente).
Forse avrete sentito parlare dei meme più famosi, ad esempio Forever Alone, Trollface, The most interesting man in the world, Annoying Facebook Girl, High Expectations Asian Father e simili ? oppure, più probabilmente, li avrete incontrati sulle bachece di Facebook o sui siti specializzati, facendovi una breve risata con le loro frasi assurde e i loro messaggi deliranti.
Esistono siti giganteschi che pazientemente catalogano i meme che appaiono su internet (l'origine tipica è all'interno di siti di fotografia o grandi portali per l'intrattenimento, ad esempio 4chan o Reddit), tra i quali meritano una menzione almeno l'enciclopedia Know Your Meme all'indirizzo knowyourmeme.com/memes e il Meme Generator che si trova all'url memegenerator.net/ (quest'ultimo offre un servizio interattivo di generazione del meme simile a quello inaugurato da GG+, ma molto più focalizzato sulla memetica internettiana classica).
In questo senso, la mossa tecnica di Google (apparentemente "banale") potrebbe invece essere stata un tentativo miratissimo di incrementare ulteriormente la sua massa critica di utenti iscritti coinvolgendo le legioni di giovani "creativi" che quotidianamente producono tonnellate di immagini ironiche ? o pseudo-tali: c'è chi considera questo prodotto della cultura popolare contemporanea l'ennesima aberrazione del pensiero creativo, forse non del tutto a torto.
Insomma una risposta, o una parte della risposta, alla diffusione della nuova Timeline di Facebook e un attacco frontale ad altri tipi di siti a vocazione sociale ? i suddetti Reddit e 4chan ? per rosicchiare fette via via più consistenti di mercato.
Inquadrata in un contesto più generale di piccole migliorie e "trappole" sempre meglio studiate (il fatto che oggi l'iscrizione a Gmail porti come conseguenza l'apertura di un profilo GG+), questa aggiunta apparentemente marginale alle funzioni di condivisione di GG+ diventa invece l'ennesima mossa del colosso della ricerca nella serrata lotta per il predominio del mercato della socialità virtuale.
Voi come la vedete?
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Ottimo post e il tuo ragionamenti fila, ma da come la so io (correggetemi se sbaglio) sono i ragazzi che generano questa quantità di meme, ragazzi dai 13 ai 18 anni, che attualmente non possono iscriversi a Google+, anche se la recente chiusura di Picnik e alcuni post su (groups.google.com/a/googleproductforums.com/forum/#!topic/pages-discuss/ZC5roLQzKKU) google groups fanno pensare a una rapida apertura ai minorenni, per ora vietata dalle (support.google.com/plus/bin/answer.py?hl=it&answer=1350409) linee guida, per cui appena aprirà a queste fasce di età la mossa sarà molto utile, ma attualmente non vedo l'enorme utilità, anzi l'obbligo di creare un account g+ e gmail iscrivendosi a Google search è forse una mossa migliore per aumentare gli utenti, o la stessa chiusura di Picnik, che obbliga di fatto l'utilizzo di g+ per continuare ad usarlo.
Google+ fino ad ora si è differenziato per la qualità dei contenuti, con una nicchia di geek che ora si sta espandendo, ottenendo risultati impressionanti (il 60% degli utenti si collega ogni giorno e l'80% almeno una volta a settimana), se ci saranno queste aperture questa qualità rimarrà tale?
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Salve Morettolss.
Grazie per le puntuali precisazioni, che integrano alcune lacune del mio ragionamento.
Per la questione delle limitazioni all'età per iscriversi, dalle riposte dei rappresentanti dell'azienda su GG Groups sembra che qualcosa si stia davvero muovendo (l'ultimo post, abbastanza promettente, è di appena 11 giorni fa).
Non sottovaluterei però tutto il crescente (sotto)mondo dei "creativi" ? spesso sedicenti ? e di molti giovani non più minorenni che però continuano a indugiare nell'adolescenza lunga oggi imperante e, tra un vacuo, tachigrafico 'lol' sotto a una foto di 9Gag.com e una video-recensione sgangherata dell'ultimo videogioco appena concluso, stanno diventando legioni.
È il nuovo che avanza nelle aule universitarie, negli studi professionali e in generale nella civiltà occidentale. O fa marcia indietro, non l'ho ancora capito bene.
La mossa di Google, come detto, resta marginale, ma vista l'attenzione che il colosso sta mettendo nello sviluppo di Plus (cui evidentemente spera di evitare l'ingloriosa fine di prodotti come Orkut e Wave finiti magari troppo presto nel dimenticatoio) mi sembra giusto non sottovalutarla oltre la soglia di guardia.
Se hanno lanciato questa caratteristica (e prima di questa i giochi in puro stile FB, e poi dopo le pagine professionali), vuol dire che l'hanno giudicata un'idea potenzialmente buona, magari una mossa tattica in una strategia più ampia di cui solo col tempo potremo accorgerci compiutamente.
Un commento ancora, forse lievemente OT ma tutto sommato a tema con il discorso che è cominciato. A proposito della tua frase:
@morettolss said:
Google+ fino ad ora si è differenziato per la qualità dei contenuti, con una nicchia di geek che ora si sta espandendo, ottenendo risultati impressionanti (il 60% degli utenti si collega ogni giorno e l'80% almeno una volta a settimana), se ci saranno queste aperture questa qualità rimarrà tale?
Concordo con te sulla media qualitativamente alta dell'utenza di Plus (anche se, almeno dal mio punto di vista, troppi miei conoscenti davvero interessanti restano saldamente ancorati a Facebook e difficilmente passeranno a Plus in un futuro prossimo), tuttavia appena pochi giorni fa leggevo di un commento sconsolato ? su GG+ ? che stigmatizzava la pesante decadenza recente del pubblico di quel social network.
Si parlava di una marea di falsi profili aperti a nome di aziende e servizi (vero, l'ho sperimentato anch'io; ma non lo sanno che esistono le pagine professionali adesso? ), di un'invasione di "bimbiminkia" e soprattutto di un oceano di spam.
Ora, a fronte di alcuni alfieri della trasparenza dei profili come Enrico Altavilla, che promuove da sempre una campagna di tolleranza zero contro i profili-fake (con blocco e segnalazione immediata), c'è d'altra parte una folla di altri utenti che per pigrizia o per quieto vivere si limita a ignorare le richieste di "accerchiamento" senza prendere contromisure anche quando è palese la falsità del profilo. Ciò forse non contribuisce a far crescere la spazzatura, ma non può definirsi una vera contromossa di risposta e lotta al fenomeno.
Forse la valutazione iper-critica che faceva quell'utente era un tantino esagerata ? e poi sappiamo bene che c'è sempre chi è disposto a tirare fuori la storia del "si stava meglio prima" ? ma devo constatare per esperienza personale che mi ritrovo nelle liste di tanti esimi sconosciuti dai profili desolatamente vuoti o squisitamente auto-promozionali con i quali non c'è davvero nulla in comune, né interessi né altro, mentre probabilmente mi sto perdendo qualche contatto interessante perché non ho ancora compreso bene i meccanismi di interazione del network e lo vivo in maniera drasticamente incompleta.
Alla domanda "L'avvento della "generazione-meme" potrebbe segnare un peggioramento dell'ambiente?" rispondo allora: "Sì, possibile e anche probabile".
Constato tuttavia che gli strumenti per difendersi dall'invasione messi a disposizione da Plus mi sembrano abbastanza efficaci e credo che, al pari di quanto accada perfino sul molto più "nazional-popolare" Facebook, lo spazio per ricavarsi una piccola isola felice lontana dal pattume ci sia ancora tutto.
Starà ovviamente a noi combattere per difendere i confini e la possibilità stessa di esistenza di quell'isola.
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E' una discussione senza dubbio interessante, ma neanche i meme possono salvare Google a mio avviso.
CheezBurger Network, il sito che ha inventato i LOLCATS, offre già da tempo la possibilità di creare Meme in un attimo (mi pare che non sia l'unico tra l'altro). Ma se anche questa idea di Google fosse un'esclusiva, ancora non basterebbe. Sapete su quali social si trovano i meme? Su 4chan, su Tumblr, su Pinterest.
Il problema di Google è che è ridondante. Ho un profilo Facebook, ho un account Twitter, ho un blog personale, ho Tumblr e ho Pinterest e questi social li uso tutti giornalmente: ognuno di questi social ha una funzione precisa.
Sono iscritta su G+ da quando era ancora ad invito (inserire Hipster Cat Here ), ma lo visito poco (complice anche il fatto che il mio account Youtube è un altro, per la serie "divide et impera"). In parole povere G+ non mi serve, perché è nato troppo tardi ed è troppo simile a Facebook per alcuni versi, a Twitter per altri. E i meme non lo salveranno per il semplice motivo che i meme hanno già i loro posti di condivisione.Questa è la mia modesta opinione
P.S. Quando dico che G+ non mi serve intendo come Social Network, (purtroppo) sta diventando (troppo) importante per la SEO.
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Salve AcrossNowhere, piacere di leggerti qui.
@AcrossNowhere said:
Il problema di Google è che è ridondante. Ho un profilo Facebook, ho un account Twitter, ho un blog personale, ho Tumblr e ho Pinterest e questi social li uso tutti giornalmente: ognuno di questi social ha una funzione precisa.
Punto di vista molto interessante. Meriterebbe forse uno spazio a parte, ma visto che siamo in ballo, balliamo.
È vero, GG+ arriva buon ultimo in una scena già satura in cui ricavarsi nicchie di mercato è diventato quasi impossibile; ho apprezzato di recente il caso di Pinterest, che non uso ma su cui ho letto analisi lusinghiere.
Tuttavia non mi è difficile immaginare che uno dei punti di forza di un colosso come Google sia ? almeno in prospettiva ? la facilità di integrazione del suo Social Network con una miriade di servizi (Calendar, Reader, Gmail naturalmente, PicasaWeb etc.) che hanno un loro mercato solido e un loro pubblico affezionato.
Gli sviluppatori hanno già "armonizzato" molti prodotti Google con la veste grafica del Social (non sempre in modo riuscito: le critiche all'upgrade di GG Reader sono state piuttosto feroci), con ciò indicando quasi certamente una strada da cui non si potrà tornare indietro.
Se allora l'utente verrà dotato di una vera piattaforma integrata che contenga tutti questi servizi, magari facilmente accessibile da dispositivi mobili, e che presenti una transizione genuinamente fluida tra le diverse aree probabilmente assisteremo a un tentativo di confinamento dell'esperienza multimediale in un'unica "bolla" dalla quale non sarà più necessario uscire.
Facebook già cerca di fare qualcosa del genere con le nostre vite personali e le nostre relazioni affettive; LinkedIn vorrebbe fare la stessa cosa per l'ambito lavorativo, ma non so quanto sia efficace la sua strategia. Non conosco gli obiettivi di Twitter dal momento che lo uso pochissimo, ma immagino che anche lì si miri a inquadrare l'utente in un flusso unico ? la comunicazione veloce, istantanea, da consumo immediato ? che egli non sia più costretto ad abbandonare per cercare qualcosa di mancante altrove.
Per non parlare del vero Maestro di quest'arte, cioè la Apple, che fin dall'inizio della seconda gestione di Jobs ha sempre mirato chiaramente ad offrire al suo cliente non una singola macchina o una soluzione a uno specifico problema, ma più che altro un'idea, uno stile di vita, un bozzolo perfetto e autosufficiente in cui non ci fosse bisogno di altro.
[Con la musica ci stanno quasi riuscendo; ora ci provano coi libri di scuola; domani chissà.]
@AcrossNowhere said:
In parole povere G+ non mi serve, perché è nato troppo tardi ed è troppo simile a Facebook per alcuni versi, a Twitter per altri. E i meme non lo salveranno per il semplice motivo che i meme hanno già i loro posti di condivisione.
Su quest'ultimo punto concordo in pieno, e ci saranno sempre affezionati irriducibili che non creerebbero mai un meme su GG Plus quando possono metterlo su 4chan.
In fondo c'è ancora chi usa tranquillamente Hotmail, o chi si serve di Flickr per le foto.
Se però provo ad ampliare lo sguardo, a cercare una prospettiva su scala più vasta, vedo un tentativo da parte di GG di piazzare un'altra pedina sulla scacchiera.
Sta fornendo l'ennesimo "servizio possibile" che gli utenti di prossima generazione non dovranno cercare altrove e che potrebbe fare da esca per gente che inizierà postando foto assurde (quindi usando PicasaWeb), poi magari si abituerà a segnare gli appuntamenti sul loro calendario ? in fondo è così facile: basta cliccare sul link nella barra nera in alto e ci si trova in un'interfaccia familiare... ? per poi diventare tutt'uno con la filosofia di Google, qualunque essa sia.
La strategia si misura sulla lunga distanza, così come l'evoluzione si stima su tempi geologici, non nell'arco di poche generazioni. Staremo a vedere cosa accadrà.