• User Attivo

    Ti invito a rileggere quanto scritto sopra: il dropshipping non è una raccolta di ordini ma una vera e propria vendita. La proprietà dei prodotti passa in capo a te e poi tu la trasferisci in capo ai tuoi clienti italiani. Il fornitore tedesco effettua solo la consegna.
    Diverso è il caso del procacciatore d'affari. Informati bene su quale delle due soluzioni ti viene prospettata anche perchè la scelta credo avrebbe non poche ripercussioni sul piano legale e delle autorizzazioni. Quest'ultimo è un terreno molto vasto sul quale non ho le competenze adeguate per avventurarmi. Lascio ai più esperti. Per quanto ne so gli integratori, almeno sul piano fiscale, non sono considerati farmaci ma prodotti alimentari quindi è necessario per lo meno il rispetto dei requisiti per la vendita di prodotti alimentari. Per tutti gli altri prodotti devi attenerti alla normativa in vigore che può variare nell'ipotesi in cui tu operi direttamente la vandita o agisca da semplice intermediario/distributore. Credo che il sito del Ministero della Salute possa offrire tutta la documentazione necessaria.
    Tra l'altro, per quanto ne so, il famoso decreto Bersani sulle parafarmacie, si applica esclusivamente agli esercizi di vicinato e alle medie/grandi strutture di vendita. Sono quindi escluse le forme speciali di vendita incluso l'e-commerce.


  • User Newbie

    Solo per ringraziarti. Mi sembra tutto molto chiaro. Salvatore


  • User

    Mi sembra chiaro che l'apertura della P.I. sia necessaria anzi obbligatoria. Spero di trovare un consulente esperto in materia nella mia città che mi dia una mano per attivarmi in tal senso, da premettere che io un lavoro già ce l'ho e valuterò se lo posso far diventare come mia fonte di attività primaria.
    I costi per l'avviamento e tutto a quanto ammonterebbero?
    Grazie Francesco


  • User Newbie

    Scusate se mi intrometto...........state girando attorno a questi 5.50 euro.
    Dato che la merce viene importata dall'estero, e normalmente viaggia per posta, quando arriva in Italia, sono le poste italiane che ti fanno arrivare la busta/pacchetto a casa.
    Le poste italiane, a parziale copertura dei costi sostenuti per lo svolgimento delle attività legate allo sdoganamento, percepiscono la somma di euro 5.50 per invii di carattere commerciale per importi che vanno da euro 22,01 a ....350,00.
    Sotto i 22,00 euro non si pagano neppure questi 5.50 euro mentre se la somma dichiarata e' superiore a 350,00 euro le poste percepiscono un compenso pari a 11,00 euro.

    Tutto chiaro?

    Buona serata a tutti
    Marco


  • User Newbie

    gentile Marco,

    sono nuovo del forum!
    sono titolare di partita iva, ho un regolare negozio online su ebay, ed oltre a commercializzare prodotti che ho in magazzino, faccio attività di dropshipping con una azienda tedesca.
    il mio problema è il pagamento dell'iva per i miei movimenti con quest'ultima;
    ne il mio consulente ne il direttore dell'ufficio delle entrate del mio paese, riescono a trovare la soluzione.
    in pratica l'azienda tedesca opera in questo modo:
    se la merce viene acquistata dal sottoscritto, e viene spedita all'indirizzo del sottoscritto, la fattura mi viene stipulata esente da iva, quindi non verso alcuna iva in questo caso!
    tutto cambia quando invece la merce viene acquistata dal sottoscritto, ma viene spedita da loro, direttamente al cliente finale (quindi in normale attività di dropshipping), la fattura mi arriva con iva al 21% (loro asseriscono che in questo caso versano l'iva allo stato italiano)!
    il vero problema però, è il fatto che su queste fatture ci vado a pagare una seconda volta l'iva!
    il mio consulente dice che il sistema non gli permette di scaricare questa iva,
    è l'ufficio delle entrate è sulla stessa linea.
    quindi io pago questa iva e non posso scaricarla!
    spero che qualcuno mi possa aiutare.

    grazie e cordiali saluti


  • User Newbie

    Buona sera,i due precedenti utenti hanno evidenziato due situazioni distinte ,a cui cercherò di dare in una risposta (sperando di non dilungarmi troppo):

    Dropshipping extracee (Cina):
    Per poter inviare al proprio cliente direttamente la merce dal grossista (EXTRACEE) l'unica soluzione sarebbe stipulare con un corriere (UPS,EMS,FEDEX,TNT,GLS ecc. ecc-) un abbonamento tale che le spedizioni dalla Cina partano con il suddetto (quindi non con quello del grossista),recapitando la fattura (la cui iva e dazi da pagare sono calcolati in dogana) al venditore italiano e la merce al proprio cliente.Successivamente il venditore italiano emetterà fattura oppure ricevuta oppure scontrino ecc. ecc. al proprio cliente.
    Nel caso in cui ,come si vede spesso fare,iva e dazi arrivino al cliente finale il procedimento non sarebbe fiscalmente corretto .Per fare un esempio più semplice riportiamo un situazione analoga di dropshipping che si verifica in Italia (ma nel modo corretto):
    Rapporto di tipo imprenditoriale : Rivenditore(A) vende il proprio prodotto ,una volta ricevuto il pagamento invia il suddetto al proprio grossista (B) che spedisce all'utente finale (C). B fattura ad A e A fattura a C.
    Rapporto provvigionale: Il venditore vende il proprio prodotto al cliente ma quest'ultimo invia il pagamento direttamente al Grossista ,il venditore emetterà poi una fattura provvigionale al grossista per quanto concerne il proprio guadagno,quest'ultimo provvederà a pagargli appunto la provvigione.In questo caso più che di dropshipping si parla di rappresentanza/agenzia di un soggetto (venditore ) nei confronti di un'azienda .

    Nel caso della Cina ritengo infattibile effettuare un discorso provvigionale come quello appena citato ,l'unica impostazione a parer mio fattibile è quella descritta all'inizio del post.
    Far pagare direttamente l'iva e i dazi al cliente finale equivale a far nero,anche perchè visto che la fattura doganale arriverà al cliente come si giustificano i movimenti contabili?Come vengono pagate le tasse inerenti al profitto dal venditore?

    Dropshipping intracee:rispondendo al secondo utente ritengo che l'azienda tedesca sia in errore ,dovrebbe fatturare in esenzione iva e poi lei seguire l'iter (intrastat ecc. ecc.) che sicuramente conoscerà,a prescindere dal fatto che sia lei o il suo cliente a ricevere la merce.

    Spero di essere stato utile
    Jean Pierre Binelli


  • User Newbie

    posso finalmente dire di aver risolto il mio problema, dopo aver infastidito a lungo il responsabile amministrativo dell'azienda tedesca, mi sono visto recapitare un documento contenente un loro prestanome con partita iva italiana. adesso con questo documento riesco finalmente a scaricare regolarmente l'iva, che loro aggiungono(come prima)nelle fatture.
    mentre per quanto riguarda l'iva persa nello scorso anno, mi è stato suggerito di chiedere il rimborso allo stato tedesco; per questo ho incaricato una società che si occupa di queste cose, lavorando a percentuale.
    spero di essere stato utile a qualcuno.


  • User Newbie

    Buongiorno,mi sono appena scritto a questo forum poichè lo trovo interessante. Anche io, come tante persone iscritte a questo forum, sarei interessato ad aprire una seconda attività in dropshipping, pertanto volevo sapere se ho requisiti adatti per poter affrontare un discorso del genere. In questo momento lavoro come impiegato (privato), pertanto mi chiedevo se esiste la possibilità, nonostante la prima atività , di aprire un ecommerce come seconda attività. L'attività vorrei aprirla con un mio amico, che anche lui, come me, sta già lavorando come privato. Esiste la possibilità di aprire la partita Iva per 2 persone? posso sovlgere 2 attività in tipologie di lavoro diverse? C'è un limite massimo di fatturato che devo raggiunegre? Inoltre mi chiedevo se per gli over 35 esiste la possibilità di aprire la partita Iva agevolata. Attendo un cenno dal Dott. Marco (commercialista). Grazie in anticipo! Angelo


  • User Attivo

    Ciao Angelo,

    puoi aprire una partita IVA anche se sei già lavoratore dipendente (anzi, potresti avere anche l'esenzione dall'iscrizione all'INPS se il tuo lavoro dipendente è a tempo pieno).
    Se, invece, vuoi avviare l'attività con il tuo amico, potresti costituire una società (alcuni aprono lo stesso una ditta individuale a nome di una sola persona però sinceramente la sconsiglio a causa di possibili "rotture" di amicizie).
    Infine puoi aderire al regime dei minimi o al regime forfettario . Attualmente sono i due regimi fiscali più vantaggiosi. Va, però, sempre valutata la convenienza in base alla propria situazione.


  • User Newbie

    @Jean Pierre Binelli said:

    Buona sera,i due precedenti utenti hanno evidenziato due situazioni distinte ,a cui cercherò di dare in una risposta (sperando di non dilungarmi troppo):

    Dropshipping extracee (Cina):
    Per poter inviare al proprio cliente direttamente la merce dal grossista (EXTRACEE) l'unica soluzione sarebbe stipulare con un corriere (UPS,EMS,FEDEX,TNT,GLS ecc. ecc-) un abbonamento tale che le spedizioni dalla Cina partano con il suddetto (quindi non con quello del grossista),recapitando la fattura (la cui iva e dazi da pagare sono calcolati in dogana) al venditore italiano e la merce al proprio cliente.Successivamente il venditore italiano emetterà fattura oppure ricevuta oppure scontrino ecc. ecc. al proprio cliente.
    Nel caso in cui ,come si vede spesso fare,iva e dazi arrivino al cliente finale il procedimento non sarebbe fiscalmente corretto .Per fare un esempio più semplice riportiamo un situazione analoga di dropshipping che si verifica in Italia (ma nel modo corretto):
    Rapporto di tipo imprenditoriale : Rivenditore(A) vende il proprio prodotto ,una volta ricevuto il pagamento invia il suddetto al proprio grossista (B) che spedisce all'utente finale (C). B fattura ad A e A fattura a C.
    Rapporto provvigionale: Il venditore vende il proprio prodotto al cliente ma quest'ultimo invia il pagamento direttamente al Grossista ,il venditore emetterà poi una fattura provvigionale al grossista per quanto concerne il proprio guadagno,quest'ultimo provvederà a pagargli appunto la provvigione.In questo caso più che di dropshipping si parla di rappresentanza/agenzia di un soggetto (venditore ) nei confronti di un'azienda .

    Nel caso della Cina ritengo infattibile effettuare un discorso provvigionale come quello appena citato ,l'unica impostazione a parer mio fattibile è quella descritta all'inizio del post.
    Far pagare direttamente l'iva e i dazi al cliente finale equivale a far nero,anche perchè visto che la fattura doganale arriverà al cliente come si giustificano i movimenti contabili?Come vengono pagate le tasse inerenti al profitto dal venditore?

    Dropshipping intracee:rispondendo al secondo utente ritengo che l'azienda tedesca sia in errore ,dovrebbe fatturare in esenzione iva e poi lei seguire l'iter (intrastat ecc. ecc.) che sicuramente conoscerà,a prescindere dal fatto che sia lei o il suo cliente a ricevere la merce.

    Spero di essere stato utile
    Jean Pierre Binelli

    Buongiorno a tutti,

    tutto chiarissimo nella discussione e chiedo venia per averla ripescata nonostante sia abbastanza vecchia.
    Avrei una domanda: se l'importazione dei prodotti avviene dalla Cina verso clienti Italiani per soli articoli che hanno valore inferiore ai 22 euro (e quindi non soggetti ad oneri doganali) è possibile utilizzare la fattura fatta dal drop shipper per pagare le tasse dovute?

    Grazie e buona serata a tutti voi.
    Emanuele


  • User Newbie

    Proprio nessuno ne sa nulla? 🙂