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    • Giovanni Gelmetti della Giax Tower ?Il grattacielo di moda a Milano? unico vero ospit

      Emozioni straordinarie per chi c?era Martedì 4 Giugno 2013, al concerto del mitico Bruce Springsteen, allo stadio San Siro di Milano. Ben 210 minuti di grande spettacolo che passerà alla storia, dove l?artista americano ha avuto tutta la forza e l?energia per incantare più di 60.000 spettatori con addirittura 34 tra i suoi successi. Pubblico in visibilio quando Springsteen concede, a una giovanissima fan, l?enorme privilegio di salire sul palco con lui per cantare insieme un brano, portandola sulle spalle. Presente in prima linea, l?imprenditore immobiliare Giovanni Gelmetti che è stato l?unico vero ospite che la famosa rock star ha voluto nel suo camerino, dopo l?indimenticabile concerto milanese. Il vulcanico Gelmetti è noto a livello internazionale per aver ideato la ?Giax Tower? l?avveniristico grattacielo, diventato molto di moda a Milano, che sorgerà nel quartiere storico Maciachini, zona che in questo periodo sta vivendo una vera e propria metamorfosi socio culturale, iniziata con la costruzione dell?omonimo centro del business, di proprietà delle Assicurazioni Generali e sede delle più importanti multinazionali quali Zurich, Montblanc, Cartier, Piaget, Societé Générale,? Giovanni Gelmetti, in un periodo così difficile per l?economia, ha avuto la capacità di ideare qualcosa di veramente innovativo. In un polmone verde tra piscine, palestra, Spa e Clubhouse, il grattacielo alla moda di Milano, ha mantenuto prezzi molto bassi per la felicità dei suoi importanti ed esigenti acquirenti. GIAX TOWER Il grattacielo di moda a Milano Quartiere Maciachini, via Imbonati 62-2, Milano

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    • Giuliano giuman presenta le sue opere nel viaggio di ?virus vitreum?

      Musei di Villa Torlonia, Casina delle Civette
      mercoledì 13 febbraio - domenica 28 aprile 2013

      E se il mondo diventasse di vetro? Come contagiato da un virus, ogni oggetto si cristallizzerebbe nella trasparenza e rifletterebbe mille bagliori?

      A questo mondo incantato rimanda il viaggio di VIRUS VITREUM, dove le opere di Giuliano Giuman superano il virtuosismo della materia e la forma dei puri oggetti, verso un nuovo linguaggio simbolico e concettuale. Un dialogo espressivo personale in cui l?artista si avvale del vetro come protagonista per realizzare contaminazioni, attraverso diversi passaggi e spesso cambiando la funzione degli oggetti, pur rimanendone sempre complice.
      Antesignano della ricerca con il vetro, che lo caratterizza nel panorama internazionale da alcuni decenni, Giuman vi fa confluire i presupposti concettuali del suo lavoro, uniti a una perizia tecnica straordinaria.

      A quasi quattro anni di distanza dall?ultima mostra romana, dedicata alla sua fotografia concettuale degli anni Settanta, Giuliano Giuman torna a Roma con la mostra VIRUS VITREUM, promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovrintendenza Capitolina, con il supporto organizzativo e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, e ospitata da mercoledì 13 febbraio a domenica 28 aprile 2013 alla Casina delle Civette di Villa Torlonia.

      La prestigiosa sede, già teatro delle sperimentazioni vetrarie di Duilio Cambellotti e oggi riferimento imprescindibile per la sua organica documentazione delle esperienze legate al vetro e alle arti applicate, rappresenta allora una cornice ideale per l?esposizione delle 23 opere, per la maggior parte inedite e legate alla stagione creativa ancora in corso di Giuman.
      Così opere di grandi dimensioni, sculture e installazioni dialogano con la luce di Roma e con i colori di Villa Torlonia in un emozionante percorso, stimolando il visitatore a coglierne analogie o contrasti.

      VIRUS, dunque, come contagio, raccontato attraverso le sculture tra archetipi mitici e immaginazioni fantastiche, come la grande opera Polifemo, installata nel portico della Casina, che anticipa e introduce il viaggio alla mostra e il confronto, non solo concettuale e materico, lungo le stanze del museo.

      Con l?opera monumentale Chiodo, una vetrata di quasi due metri per uno, l?ispirazione fa omaggio a quella già esistente del Cambellotti: il disegno rigoroso e geometrico che la caratterizza è enfatizzato per contrasto dai toni accessi e morbidamente sfumati l?uno nell?altro. Simbolico è poi il dialogo tra l?opera Carovana e la Stanza dei Trifogli che la ospita, dove i simboli della rosa e della cometa, presenti nello stemma Torlonia, richiamano allegoricamente la meta del cammino e invitano a spedizioni fantastiche.
      Nella Stanza delle rondini l?opera Volare senza ali riprende il tema del volo con vetri dipinti a gran fuoco, sovrapposti e tenuti dal piombo come per le vetrate storiche. Il blu e gli azzurri, colori che caratterizzano l?opera, si accostano a quelli presenti nella stanza. O ancora, con legame meno intuitivo ma altrettanto forte, nella Stanza della fata che ospita l?opera Narciso che dialoga concettualmente con la vetrata di Duilio Cambellotti.

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    • Novecento mai visto. Opere dalle collezioni bresciane

      DA DE CHIRICO A CATTELAN E OLTRE

      Brescia, Santa Giulia Museo della città. Dall?8 Marzo al 30 Giugno 2013.
      Brescia affronta il 2013 indagando il presente partendo dal suo illustre passato. Quello di Brixia romana, città tra le più importanti dell?Impero, ma anche successiva capitale longobarda. Due epoche fondamentali riunite simbolicamente nell?area intorno a Santa Giulia, riconosciuta nel 2011 dall?Unesco come patrimonio dell?Umanità. Ed è proprio quest?area che nel 2013 ospita tre eventi di assoluta eccezione: la riapertura del Capitolium restaurato e, proprio nel Museo di Santa Giulia, il progetto NOVECENTO MAI VISTO, che vede due importanti mostre mettere a confronto una celebre collezione d?arte contemporanea europea, quella della Daimler Art Collection, per il percorso FROM ALBERS TO WARHOL TO (NOW), con il meglio dei maestri italiani del XX secolo nelle collezioni pubbliche e private della città di Brescia, per DA DE CHIRICO A CATTELAN E OLTRE.

      OPERE DALLE COLLEZIONI BRESCIANE. DA DE CHIRICO A CATTELAN E OLTRE è un percorso, curato da Elena Lucchesi Ragni, Paolo Bolpagni ed Enrico De Pascale, che presenta più di ottanta opere di artisti italiani dai primi anni del Novecento a oggi. Dai capolavori di Romolo Romani, precursore dell?astrattismo, alle forme dinamiche del Futurismo, dalle opere di alcuni grandi maestri della figurazione tra le due guerre alla pittura informale degli anni Cinquanta. Fino ad arrivare allo Spazialismo di Lucio Fontana e poi all?Arte Povera. A chiudere, alcune installazioni recenti, collocate negli spazi e nei chiostri del Museo, in uno scambio reciproco con l?arte e l?architettura del passato.

      Un percorso, quindi, nella storia dell?arte italiana del Novecento, dalle premesse del Futurismo a oggi, attraverso le opere conservate nei depositi dei Civici Musei di Brescia e nelle collezioni private bresciane. Capolavori, quindi, poco noti al pubblico e raramente esposti, che fanno di questa mostra un evento di grande interesse. Con un omaggio particolare a Guglielmo Achille Cavellini (1914-1990), artista e collezionista d?eccezione, figura rappresentativa del clima culturale della Brescia degli anni ?60 e ?70.

      Artisti in mostra: Gino Severini, Romolo Romani, Gino Galli, Mario Nannini, Julius Evola, Gerardo Dottori, Fortunato Depero, Giorgio de Chirico, Cagnaccio di San Pietro, Giorgio Morandi, Mario Sironi, Antonietta Raphaël Mafai, Emilio Vedova, Mario Ballocco, Giuseppe Capogrossi, Ennio Morlotti, Alfredo Chighine, Piero Manzoni, Lucio Fontana, Roberto Crippa, Enrico Castellani, Paolo Scheggi, Bruno Munari, Arturo Vermi, Fausto Melotti, Mimmo Rotella, Franco Angeli, Guglielmo Achille Cavellini, Renato Birolli, Mario Ceroli, Andy Warhol, Giulio Turcato, Mario Schifano, Alighiero Boetti, Eliseo Mattiacci, Pierpaolo Calzolari, Michelangelo Pistoletto, Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone, Giulio Paolini, Gilberto Zorio, Claudio Parmiggiani, Mario Merz, Mimmo Paladino, Vittorio Tavernari, Luigi Mainolfi, Maurizio Cattelan, Anish Kapoor, Dan Graham, Franca Ghitti, Gabriele Picco, Maurizio Donzelli, Enrico Ranzanici.

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