La ringrazio innanzitutto.

Volevo capire: l'esdebitazione serve per stralciare la chiusura fallimentare di uno dei soci (che si trova nelle condizioni possibili per tale operazione)malgrado la procedura principale rimanga aperta?

Gentili Avvocati, Vi contatto per avere un aiuto/chiarimento/consiglio riguardo una situazione fallimentare che coinvolge mia madre.
Circa 25 anni addietro (25 anni !!!) una grossa società (Snc) di costruzioni edili dove mia madre era socia è stata dichiarata fallita (in tempi mooooooolto veloci). Immediatamente mia madre è stata dichiarata fallita e i beni personali e dotali (3 appartamenti di pregio + box) sono stati sequestrati. E' iniziata la via crucis di mia madre. Ora mia madre ha 75 anni vive di un misero assegno alimentare mensile (euro.700) da dove paga condominio e utenze. Gli appartamenti che prima erano affittati sono stati , nel tempo e dai vari curatori, sfittati e nel tempo si sono degradati moltissimo (preventivo una spesa di circa Euro.120.000 per rispristinarli).
Nel frattempo i debiti personali di mia madre sono stati pagati (esattoria + condominio) in toto.
Due anni fa abbiamo fatto istanza di stralcio e chiusura del fallimento personale, premesso che la Società fallita (SNC) ha attualmente un patrimonio immobiliare enorme e che il curatore in cassa ha diversi milioni di euro e che lo stato passivo allo stato attuale è di moltissimo inferiore a tutte queste attività. Questa nostra istanza è stata rigettata perchè trattasi di una SNC e quindi...!! Tutti noi siamo molto depressi e mia madre in particolar modo.
Vi chiedo: in che modo è possibile "spingere" il curatore alla chiusura del fallimento "personale" e societario ? o quantomento farlo uscire da questo stand-by che si protrae da anni? Intendo usufruire anche della Legge Pinto , in che modo secondo Voi è possibile?
Vi ringrazio anticipatamente e spero nel Vs aiuto.
Saluti.
Saverio P.