Buonasera a tutti,
sono un ragazzo di 23 anni che da ormai 8 mesi lavora come venditore, senza nessun tipo di contratto.
Nel dettaglio, ho iniziato a lavorare insieme ad un mio conoscente nonchè titolare dell'azienda, con l'accordo iniziale di dividere al 50% sia i guadagni che le spese aziendali in previsione di apertura della mia partita iva e di un possibile inserimento all'interno della società come socio paritario. Dopo i primi 2/3 mesi che i guadagni sono stati di pochi euro visto le spese da sostenere, il mio conoscente mi ha detto che preferiva pagare lui le spese e tenersi i guadagni, dando a me una percentuale sulle mie sole vendite.
Io credendo nel progetto e nella persona ho detto che mi andava bene ma che avrei preferito andare in ufficio meno (non 8 ore e più tutti i giorni) viste le spese personali quali benzina, pranzi, etc e andare di più in giro a trovare clienti o stare a casa per portare avanti progetti dell'azienda (si mi occupavo anche dei progetti, dei colloqui, della gestione degli agenti e della formazione).
Arriviamo così a inizio Gennaio, dove io non ho più voglia di lavorare a queste condizioni e parlando a questo mio conoscente gli ho detto che per continuare a lavorare avrei voluto essere pagato a provvigione per la parte di vendita e ricevere una percentuale sul fatturato utile e pagare la stessa percentuale di spese (per intenderci, 25% fatturato - 25% spese). Lui inizialmente ha detto si con la promessa di farmi vedere un contratto già la prima settimana di Gennaio. Siamo arrivati al 22 e io contratti non ne vedo (nonostante gli altri agenti siano in regola), mi ha detto che faceva partire l'accordo a febbraio però mi ha chiesto di pagare alcune spese di questo mese.
Ora come devo comportarmi?
Se volessi andarmene e procedere per vie legali viste le condizioni di lavoro alquanto degradanti per la mia persona, quali sarebbero i risultati possibili di tale azione?
Grazie a tutti in anticipo per le risposte.
Presoingiro