Buongiorno,
sono amministratore in una Srl semplificata di cui possiedo il 50% delle quote, la società ha soli 2 soci ed è a tempo indeterminato.
Circa 3 mesi fa ho dichiarato al mio socio la volontà di uscire dalla società per il mancato raggiungimento degli obiettivi aziendali (tra gli obiettivi c'era la realizzazione di prodotti cui è sempre mancato l'interesse da parte del mio socio interessato invece alla sola consulenza).
Il rapporto si è subito incrinato ed il mio socio ha cercato in tutti i modi di rinviare qualunque decisione, rimandandomi di mese in mese (abusando soprattutto della mia buona volontà nel chiudere in accordo la faccenda). Dopo circa un paio di mesi sono riuscito ad avere il bilancio della società in modo da quantificare il valore della mia quota sociale, purtroppo il commercialista della società è amico suo e si danno la manina nel cercare di ostacolarmi.
A questo punto ho inoltrato a lui e ad alcune persone la mia richiesta per la vendita quote, alla quale lui ha risposto con un "non mi interessa" e successivamente ha reso difficile la vendita delle mie quote ad altre persone.
Sembrava che ultimamente si fosse rassegnato accettando la messa in liquidazione, tuttavia subito dopo aver prenotato l'appuntamento con il notaio, ha minacciato di non presentarsi ostacolando nuovamente quella che poteva essere una soluzione.
E' chiaro che parliamo di una persona insicura, timorosa delle conseguenze e sicuramente non in grado di decidere in queste circostanze, tuttavia la sua cattiva condotta sta compromettendo lo stato della società (sono mesi che non prendiamo nuovi progetti e che quindi non ci sono nuove entrate se non quelle legate, per fortuna, a consulenze in corso), sta attentando al mio stato patrimoniale in quanto non mi permette di avere delle entrate e minaccia continuamente la sospensione dell'erogazione degli stipendi per mancanza di liquidità.
Visto e considerato che io ho una famiglia da mantenere mentre lui ancora gode dell'agio familiare per vitto e alloggio in più non ha figli e moglie a carico, mi urge una soluzione unilaterale e risolutiva.
Sono pertanto qui a sottoporvi le seguenti domande:
- da statuto posso recedere dalla qualifica di socio anche senza giusta causa (vedi bit.ly/1MDt3ze per società a tempo indeterminato), tuttavia come mi libero anche della qualifica di amministratore unilateralmente?
- in questo momento la società ha liquidità a sufficienza per pagare la mia quota societaria, tuttavia vorrei sapere se il mio socio è "costretto" a farsene carico e quindi a liquidarmi oppure può scegliere di "costringermi" a mettere la società in liquidazione e stare ancora insieme a lui per tutto il tempo della liquidazione?
- nel caso volesse liquidarmi deve farlo appena hai i soldi, quindi anche subito, oppure può attendere lo scadere dei 180 giorni previsti?
- ci sono altre soluzioni?
Nel ringraziarvi per l'attenzione,
vi auguro buona giornata.