grazie rubis credo di avere finalmente capito... e nel mio caso è una vera fregatura...
di nuovo franco
pelo49
@pelo49
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RE: Ancora sui contribuenti minimi
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RE: Ancora sui contribuenti minimi
@Rubis said:
Uno dei requisiti per accedere al regime dei minimi è quello di avere un volume d'affari non superiore a 30.000 euro in un anno.
Nel tuo caso per verificare tale limite non devi prendere in considerazione l'ipotetico reddito a fine anno ma devi prendere in considerazione il volume d'affari, ossia i compensi fatturati nel corso dell'anno per cui se, ad es., tua figlia emetterà fatture per 40.000 euro e ha costi per 15.000 euro nel 2010 dovrà adottare il regime ordinario in quanto ha perso uno dei requisiti per poter restare nel regime dei minimi (superamento della soglia di 30.000 euro di volume d'affari).
Saluti.scusa ma
quindi i ricavi che fanno testo alla formazione dei 30000 non sono abbassati dalla detrazione dei contributi previdenziali a monte della formazione del reddito.?se 30.000 è il massimo fatturabile togliendo previdenza 8.000 imposte 20% =6.000
spese consulente p.iva 800 mi rimangono solo 15.200 euro l'anno oltre i quali non si può avere il requisito di contribuente minimo?
[LEFT]?principio di cassa?, e cioè in considerazione
del momento di effettiva percezione del ricavo o compenso, nonché di effettivo sostenimento[/LEFT]
del costo o della spesa
io questo (forse per convenienza) lo interpretavo come deduzione immediata del compenso che poteva diminuire il compenso che portava alla formazione dei 30.000 -
RE: Ancora sui contribuenti minimi
[quote=Rubis;531984]1) 3) I contribuenti minimi deducono i contributi direttamente in contabilità sempre seguendo il principio di cui sopra.
anchi'io sto preparando una proposta economica in contrapposizione ad una proposta "scandalosa" ricevuta da mia figlia farmacista dipendente.
Preferisco tralasciare la proposta fattale da srl e parlare di quella che ho costruito io dopo aver consultato un consulente, un sindacalista, un esperto di previdenza.
Il consulente mi ha suggerito di partire fiscalmente come contribuente minimo.
La nuova attività partirà dal gennaio 2009. mia figlia coprirà l'apertura di una parafarmacia per 39 ore settimanali per le quali emetterà fattura, penso mensilmente.
Per calcolare il compenso massimo possibile pur restando tra i contribuenti minimi (sarebbe impossibile per lei dover gestire una tassazione ordinaria vista la proposta indecente ricevuta)
Sono partito da quello che costa mia figlia all' azienda dove lavora attualmente come dipendente
36.974,91 euro dal quale deduco subito in contabilità (ed è questo che non sò se è corretto) -8000 euro previdenza ente naz.prev. farmacisti al quale aggiungo un bonus fisso di 4500 euro (col quale risupero i 30.000 ma resto nella tolleranza ammessa (non oltre 50%) tolgo il versamento del 20% -500 euro di costi professionali) ed il costo del consulente fiscale 850 euro.36.974,91 -8000 enpaf previdenza 28.974,91
Bonus 4.500,00
Imposte c. minimi 20%(-costi Prof.) -6194,98
Consulente fisc.,p.iva,registri e varie -850,00Totale netto annuo 26.429,93
Totale netto mensile 2.202,49a questo punto chiedo (al sig RUBIS)questa procedura è corretta :?e se no come fare ad arrivare allo stesso risultato rimanendo nei contribuenti minimi.
grazie anticipate
franco -
assicurazione malattia libero professionista
farmacista libero professionista con partita iva che usufruisce dell'articolo 13 della legge 23/12/2000 n°388 Regime fiscale agevolato per le nuove iniziative imprenditoriali...
In che modo può fare un'assicurazione assistenziale per avere una diaria di malattia come un lavoratore dipendente nel caso di assenza dal lavoro?
grazie franco -
RE: un caloroso saluto a tutti
per me parlandone e scambiandoci i pareri si può arrivare quantomeno a chiarirsi le idee.
franco -
cambiare lavoro da farmacista dipendente in farmacia a libero profes in parafarmacia.
Saluti a tutti, sono un padre e devo fare per mia figlia farmacista CTF, una ricerca sul pro e contro Farmacista collaboratore dipendente e Farmacista libero professionista.
Un pò di cronologia.. mia figlia, 28 anni, farmacista, è assunta a tempo determinato da circa un anno in una farmacia a 1500 euro netti mese, ed a fine anno dovrebbe cambiare come da accordi col datore di Lavoro, passare a tempo indeterminato alle stesse condizioni.
Siccome l'ambiente di Lavoro è quello che è.... anzi è molto stressante (il Titolare le ha detto in questi gg che gli costa 45000 euro l'anno) e faticoso, è abbastanza lontano dal suo domicilio ed è quindi costretta a passare più di dodici ore fuori casa, più spese dell'auto più il pasto di mezzogiorno.
Ha avuto un'offerta di lavoro, vicino a casa max 5 km in una parafarmacia, con 39 ore settimanali non a turni escluso il sabato.
L'impressione avuta è che tutto sia molto bello... ma i datori di lavoro però le chiedono un rapporto in libera professione...
Per questo sono stato da lei incaricato (essendo il suo tempo libero molto scarso) a verificare vantaggi e svantaggi dei due tipi di rapporto di lavoro e sopratutto a quanto dovrebbe corrispondere la remunerazione in libera professione (con annessi e connessi, previdenza , partita iva, tasse, consulenza fiscale,malattia , maternità ferie ecc.)
sono nuovissimo del forum e spero che qualcuno sia in grado di aiutarmi a capire e nello stesso tempo penso che l'argomento che interessa il lavoro dei giovani possa essere interessante anche per la comunità.
scusate se non sono stato abbastanza chiaro, chiarirò ed arricchirò successivamente di dettagli...
grazie anticipate francoPS ho visto solo ora che ho aperto il tread negli annunci piuttosto che in un titolo più inerente al caso ma in questo momento non ho ancora capito come fare a spostarlo...
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un caloroso saluto a tutti
sono relativamente un neo pensionato...
come penso gran parte delle famiglie, ho una figlia alle prese con problemi di lavoro e spero che con l'aiuto del forum riuscirò a chiarirmi le idee ed ad aiutare mia figlia a fare le migliori scelte possibili.