Sono alla ricerca di consigli per una situazione molto ingarbugliata della quale sono protagonista/vittima a causa di un committente furbo che lucra sulle spalle dei propri collaboratori.
A scanso di equivoci, premetto che purtroppo non sono nella condizione di poter contrattare alcunché, per cui debbo accontentarmi di quanto mi viene offerto perché l'alternativa è non lavorare affatto.
Ecco la mia situazione:
Dall'ottobre 2010 ho iniziato a collaborare occasionalmente con una società del settore dell'editoria sul web. Fino a dicembre 2012 si è trattato di attività sporadiche per cifre modiche (sempre al di sotto dei 5mila euro e di durata inferiore ai 30 giorni all'anno), per cui ho emesso notule per prestazioni occasionali con ritenuta d'acconto del 20%.
Da gennaio 2013, tuttavia, mi è stato proposto di intensificare il mio impegno, affiancando alle solite prestazioni occasionali anche la redazione di articoli giornalistici (circa 10-15 al mese), da pagare con cessione del diritto d'autore (specifico che NON sono iscritta all'Ordine dei giornalisti). Il committente mi aveva rassicurata sulla possibilità di svolgere entrambe le attività per un unico soggetto e aveva specificato che i redditi derivanti dalla cessione del diritto d'autore non sarebbero andati a sommarsi a quelli per le prestazioni occasionali, per cui, pur superando il tetto dei 5mila euro lordi non sarebbe stato necessario iscriversi alla gestone separata dell'INPS.
All'inizio, anche mal cosigliata da un commercialsita poco competente, mi ero fidata. Poi, ad agosto ho sentito un altro professionista che mi ha messo in guardia contro il rischio che la mia attività venga considerata continuativa e professionale e che mi si contesti l'evasione dei contributi INPS, con relative sanzioni. Non avendo comunque superato, fino ad allora, la soglia dei 5mila euro, ho chiesto tempo al committente (con relativa sospensione dei pagamenti) per trovare una soluzione che mi consenta di risolvere la questione entro i confini della legalità, in quanto non è assolutamente mia intenzione sottrartmi ad alcun obbligo fiscale/contributivo.
Ad oggi non sono ancora riuscita a capire cosa sia meglio fare, visto che ricevo pareri sempre contrastanti, ma il committente mi incalza, chiedendomi di continuare comunque a svolgere il lavoro (onere al quale non posso sottrarmi se voglio anche solo sperare di guadagnare qualcosa) e minacciando che, se l'ammontare degli arretrati dovesse farsi troppo alto (al momento siamo già a circa 3.800 euro lordi), non potranno essermi versate le somme spettanti (o, quanto meno, lo saranno solo in parte).
La proposta del committente è quella di risolvere tutto con un contratto a progetto che copra tutti i 5mila euro che rimarrebbero da pagare da qui a fine anno, ma - e qui c'è la fregatura - mi viene detto che la società non può farsi carico dei 2/3 di contributi INPS che dovrebbe pagarmi, i quali andrebbero sottratti sempre da quei 5mila euro. Il che, pensando che dalla cifra dovrebbero sparire anche la parte di contributi a mio carico, l'IRPEF, l'INAIL e le addizionali (e che non ho detrazioni), vorrebbe dire che della somma mi resterebbe poco o nulla, nonostante il lavoro comunque svolto. Inoltre, cosa succede se firmo un contratto a progetto con lo stesso committente per il quale nel 2013 ho già emesso notule per prestazioni occasionali e cessione del diritto d'autore? E se l'anno prossimo il committente tornasse ad aver bisogno di me solo per pochi giorni all'anno, potrò ricominciare a svolgere prestazioni occasionali senza che questo comportamento possa essere considerato "sospetto"?
L'altra soluzione che sto valutando è l'apertura di partita IVA con il regime dei minimi, ma sono incerta rispetto alla sostenibilità della cosa, calcolando che il mio guadagno lordo annuale si dovrebbe aggirare sui 7200 euro e che ho un unico committente.
Qual è il modo migliore di procedere per mettermi al riparo dalla possibilità di future sanzioni, facendo comunque in modo che mi rimaga qualcosa in tasca? Soprattutto, quello che vorrei è "fare meno favori possibili" al mio committente, che si sta comportando in un modo molto scorretto e prepotente, facendo leva sul fatto che sono praticamente costretta ad accettare tutte le sue condizioni. Insomma, non vorrei mandare tutti a quel paese, ma nemmeno fare la figura dell'ingenua o della disperata, e al contempo non vorrei dover trascorrere i prossimi anni con il terrore che mi arrivi una multa bella salata.
Spero che possiate aiutarmi a dirimere una questione che ormai mi ha tolto il sonno.
Grazie in anticipo a chiunque mi risponderà.