Già che ci siamo, avrei un dubbio riguardo la condivisione dell'immobile: come avviene il "riaddebito" di parte del canone agli altri professionisti, tramite quale documentazione? Non credo tramite emissione di una fattura, non è mica un compenso...
Ribaltando la domanda: per portare in deduzione la loro "porzione" di canone, di quale documentazione hanno bisogno gli altri ipotetici professionisti che condividono il locale?
Forse una sorta di ricevuta...non ne ho idea!

Riporto il testo tratto dalla guida dell'Agenzia:

nel caso in cui più professionisti si dividano un unico appartamento, ma il contratto di locazione e quelli relativi alle utenze siano stipulati da uno solo di essi, il quale riaddebita detti costi agli altri professionisti, al fine di verificare il rispetto del requisito dei beni strumentali, occorre far riferimento al costo che risulta effettivamente sostenuto da ciascun contribuente. Dunque, per il professionista che risulta intestatario del contratto di locazione rileva il canone corrisposto al locatore al netto del canone riaddebitato ai professionisti subconduttori. Per i subconduttori, rileva la quota corrisposta al sublocatore a titolo di riaddebito dei costi;Grazie!

Uhm a quanto pare ho posto una domanda...difficile!
Nessuno sa consigliarmi?

Grazie per il chiarimento.
In effetti, la norma pone come fattispecie nella quale sopravviene la cessazione del regime

Acquisti nel triennio di beni strumentali che eccedono i 15.000 euro

Quindi il fatto che vengano poi portati in deduzione o meno sembrerebbe non importare...

Nel caso dell'affitto, se non altro, resta la possibilità di condividere il locale con altri professionisti in modo da riaddebitare parzialmente il canone di locazione e mantenersi sotto la soglia dei 15.000

Ciao, sono anch'io interessato alla questione.

In particolare mi chiedevo se nel caso ad es. di un contratto di affitto di 600? al mese, che in tre anni mi porterebbe oltre il limite dei 15.000?, io possa decidere di portare in deduzione solamente una parte dell'importo (es 5000? l'anno), in modo da non oltrepassare la fatidica soglia dei 15.000? in tre anni.

I dubbi sono quindi:

1. a fronte di un costo sostenuto per l'attività, portarlo in deduzione dovrebbe essere una facoltà, non un obbligo...o sbaglio?
2. più in generale, sarebbe quindi possibile portare in deduzione solo una parte di un costo sostenuto oppure è una sorta di tutto o niente?

Grazie!

Ciao a tutti,
da tempo leggo su questo forum e se finora non ho mai sentito l'esigenza di iscrivermi, è semplicemente perché ho sempre trovato le risposte ai miei dubbi ricercando tra i topic già aperti e senza bisogno di aprirne di nuovi...quindi grazie sin d'ora per tutte le preziose informazioni avute in precedenza!

Stavolta però vorrei un consiglio specifico su una situazione "peculiare": sono veterinario libero professionista, ma lavoro anche saltuariamente come skipper. Quest'anno in particolare ho avuto un contratto di 5 mesi su una barca a vela battente bandiera straniera (Saint Vincent and Grenadine) con una società del Costa Rica.
Sono stato pagato in contanti e ho già provveduto a versare il compenso nel mio conto corrente, ma:

1. non ho capito cosa fare per registrare/dichiarare questo reddito nel sistema RFA web...si possono inserire anche redditi di lavoro dipendente? Oppure dovrò "aggiungerlo" nell'Unico in sede di dichiarazione?
2. il fatto che sia un reddito "estero" cambia qualcosa?
3. a livello previdenziale ho qualche obbligo? Non credo verso la mia cassa (enpav), non essendo un reddito attinente la professione...

Grazie in anticipo!