L'attrezzatura di cui dispongo è veramente minima. PC, software di montaggio originale e poco altro. Non dispongo nemmeno di una mia videocamera.
Tutto ruota, in definitiva, intorno al concetto di professionalità, e a ciò che si intende con tale dizione. Se intendiamo la capacità di produrre video professionali, è scontato che debba aprirmi la p. iva. Se intendiamo che io, con il mio lavoro, ci debbo quantomeno campare e lo faccio in modo continuativo, ovviamente di apre qualche spiraglio.
E difatti..
*Ai sensi dell’art. 5 del DPR 633, ―per esercizio di arti e professioni si intende l‟esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di qualsiasi attività di lavoro autonomo da parte di persone fisiche ovvero da parte di società semplici o associazioni senza personalità giuridiche costituite da persone fisiche per l‟esercizio in forma associata delle attività stesse; ai sensi del comma 1 art. 49 del Tuir, ―Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall‟esercizio di arti e professioni. Per esercizio di arti e professioni si intende l‟esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di attività di lavoro autonomo diverse da quelle considerate nel capo VI, compreso l‟esercizio in forma associata (…).”
È importante capire il concetto di ―abituale.
– La circolare 7/1496 del 30/04/1977 del Ministero delle Finanze testualmen- te afferma “(…) per attività svolta in forma abituale deve intendersi un nor- male e costante indirizzo dell‟attività del soggetto che viene attuata in modo continuativo: deve cioè trattarsi di un‟attività che abbia il particolare carattere della professionalità‖.
– Il Ministero delle Finanze con la Risoluzione n. 550975 del 21/11/1989, con- fermata dalla Risoluzione n. 551241 del 21/02/1990, ha escluso l’assoggettamento ad Iva della prestazione di un architetto, dipendente della Soprintendenza ai Monumenti, svolta in un periodo di due anni per la direzione dei lavori del restauro di un museo, adducendo la carenza del requisito dell’abitualità.
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Dunque sarebbe importante capire come e dentro quale arco temporale viene determinato il concetto di 'abitualità'. Mi spiego.. arriva una crisi economica micidiale e, per cinque anni, riesco a fare un solo lavoro malpagato all'anno. Posso tornare occasionale o chi lo è stato una volta lo resta per tutta la vita?
Ciò che mi scoccia di più è la costante fumosità e mancanza di regole e appigli sicuri, tipiche della normativa italiana. Non c'è mai nulla di certo, si vive sempre appesi a un filo. Magari sì, ti facciamo passare il lavoro occasionale, anche se non corrispondente al 100%, ti facciamo risparmiare i 1000 euro del commercialista, però saremo sempre pronti a rinfarciartelo, nel caso tu facessi uno sgarro o diventassi d'impiccio a qualche politico o boss locale. Questa è, ahimè, L'Italia.
E infatti..
Nel contesto delle norme sopra citate, l’elemento dell’abitualità, abbinato a quello della professionalità, indica esplicitamente un’attività caratterizzata da ripetitività, regolarità, stabilità e sistematicità di comportamenti.
Per contro il significato di occasionale, riferito alle attività commerciali o di lavoro autonomo, traduce i caratteri della contingenza, dell’eventualità e della secondarietà.
In sostanza, la verifica deve essere effettuata caso per caso, non essendo possibile trovare una soluzione a priori.