Mi guardo dagli occhi aperti
e spiritati.
Il tuo viso stirato,
crespa cornice di fin troppi denti,
a me volto, principia turbamento.
Imbrogliati
movimenti e frenetici ti trascinano intorno
ma non te ne rendi conto,
cieca beffa del mondo.
Quanto ancora debba durare questa danza balorda
mi chiedo
tra quanto tempo le gambe smetteranno di sorreggerti.
Il tuo sentimento ha ecceduto ragione.
Se dicessi ciò che penso, ti priverei del sorriso.
Serra dunque quelle labbra, di tua sponte
e soffoca il tuo cinguettare.
Perdio
se sentissi ciò che sento,
brameresti il silenzio.
Mi sorprendo ogni istante di più
della mia illimitata attitudine
a detestare
le tue carni imbellettate e virulente.
Un?immagine mi conforta:
quando tutto sprofonderà
mi sarà forse concesso
di fermarmi un istante
e voltarmi;
cercherò te. Di nessun altro osserverò la fine.
Se provassi ciò che provo
ti rivolgeresti al prossimo;
diresti: ?Taci, ottusa canaglia.
Se sapessi ciò che so,
il disprezzo sarebbe il tuo solo orgoglio?.
Hai inteso? Per un istante, forse.
Poi sei tornato tra le menzogne.
Se fossi te, lo ammetto, non tenderei ad altro;
essendo me, perseguo il Nulla.
Ti concendo tanto e nulla più.
Perchè quando ti ho in coscenza, la mia mente
sempre atterrita
dal final disfacimento
ne divien devota discepola.

Buonasera, sono Mercure. Uomo. Scrivo poesie e la mia indole narcisistica mi impone di farle leggere ad altri.