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    • Edoxaban approvato dalla Commissione Europea per Prevenzione Ictus

      La Commissione Europea ha annunciato l?autorizzazione alla commercializzazione in Europa di LIXIANA® (edoxaban)

      Roma, 25 giugno 2015 ? Daiichi Sankyo ha annunciato oggi che la Commissione Europea ha rilasciato a LIXIANA (edoxaban), l?inibitore selettivo del fattore Xa in monosomministrazione orale giornaliera, l?autorizzazione alla commercializzazione per la prevenzione dell?ictus e dell?embolia sistemica in pazienti adulti affetti da fibrillazione atriale non valvolare (FANV) che presentano uno o più fattori di rischio, e per il trattamento e la prevenzione delle recidive di trombosi venosa profonda e embolia polmonare, in pazienti adulti affetti da queste patologie.

      ?Anche in Europa gli ictus correlati a fibrillazione atriale e il tromboembolismo venoso hanno un significativo impatto sociale, economico e sanitario, perciò Daiichi Sankyo accoglie con soddisfazione l?approvazione della Commissione Europea di LIXIANA, della quale beneficeranno soprattutto medici e pazienti, che avranno a disposizione una nuova opzione di trattamento per gestire più efficacemente queste patologie debilitanti e pericolose - ha dichiarato Jan van Ruymbeke, CEO di Daiichi Sankyo Europa - LIXIANA in monosomministrazione giornaliera offre, infatti, una combinazione unica di sicurezza, facilità di somministrazione ed efficacia, in un ampio range di pazienti, con inoltre una riduzione dei sanguinamenti rispetto al trattamento a base di warfarin?.

      A beneficiare della nuova opzione di trattamento per la fibrillazione atriale non valvolare saranno anche i pazienti che presentano uno o più fattori di rischio, come età uguale o superiore a 75 anni, insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione, diabete mellito o che hanno già subito un ictus o un attacco ischemico transitorio.

      La fibrillazione atriale, un disturbo del ritmo cardiaco che rende il battito rapido e irregolare, colpisce oggi più di 6 milioni di europei, e i pazienti che ne sono affetti incorrono in un rischio 5 volte maggiore di subire un ictus, rispetto alla popolazione generale, con un conseguente impatto economico che supera i 38 milioni di euro all?anno. Il tromboembolismo venoso, causato dalla formazione di un coagulo di sangue nelle vene, rappresenta anch?esso una delle maggiori cause di morbilità e mortalità, causando oltre 500.000 decessi l?anno nella sola Unione Europea.

      L?approvazione della Commissione Europea si è basata sui risultati di ENGAGE AF-TIMI 48 e Hokusai-VTE, due trial clinici di fase III che hanno confrontato il trattamento con LIXIANA in monosomministrazione giornaliera con quello a base di warfarin, l?attuale standard di cura per la prevenzione dell?ictus nei pazienti affetti da fibrillazione atriale e per il trattamento e la prevenzione del tromboembolismo venoso. Questi due studi rappresentano i più ampi trial comparativi singoli su un nuovo anticoagulante orale in queste popolazioni di pazienti, e hanno coinvolto rispettivamente 21.105 e 8.292 soggetti.

      Nello studio ENGAGE AF-TIMI 48, LIXIANA in monosomministrazione giornaliera ha dimostrato una efficacia comparabile al warfarin sull?incidenza di ictus ed embolia sistemica (1,18% con LIXIANA 60 mg vs. 1,50% con warfarin ogni anno; hazard ratio 0,79; intervallo di confidenza * 97,5%: 0,63; 0,99; p<0,001) e superiore sicurezza, riducendo significativamente i sanguinamenti maggiori (rispettivamente 2,75% vs. 3,43% ogni anno; HR 0,80; CI 95%: 0,71; 0,91; p<0,001), in un?ampia popolazione di pazienti affetti da fibrillazione atriale non valvolare.

      Il trial Hokusai-VTE ha dimostrato che LIXIANA riduce efficacemente le recidive sintomatiche di tromboembolismo venoso, inclusi il rischio di trombosi venosa profonda e di embolia polmonare fatale e non fatale, in un?ampia popolazione di pazienti (3,2% con LIXIANA 60 mg rispetto al 3,5% di pazienti con warfarin; HR 0,89; CI 95%: 0,70; 1,13; p<0,001). Il nuovo anticoagulante orale mostra anche una significativa riduzione del 19% di sanguinamenti clinicamente rilevanti rispetto al warfarin in pazienti affetti da tromboembolismo venoso (rispettivamente 8,5% vs. 10,3% dei pazienti; HR 0,81; CI 95%: 0,71; 0,94; p=0,004).

      Fonte: Daiichi Sankyo

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    • Tromboembolismo Venoso, Hokusai-VTE Cancer nuovo studio su pazienti oncologici

      *Daiichi Sankyo annuncia l?avvio di Hokusai-VTE Cancer, uno studio internazionale che valuterà l?efficacia del nuovo anticoagulante orale edoxaban nel trattamento del tromboembolismo venoso associato a cancro

      *image

      Milano, 22 giugno 2015 ? Daiichi Sankyo annuncia l?avvio di Hokusai-VTE Cancer, uno studio internazionale che valuterà l?efficacia e la sicurezza di edoxaban, inibitore orale selettivo del fattore Xa, in monosomministrazione giornaliera, per il trattamento del tromboembolismo venoso (TEV) associato a cancro (diverso da carcinoma della pelle a cellule basali o squamose), in pazienti per cui è previsto un trattamento a lungo termine con eparina a basso peso molecolare.
      Lo scopo dello studio è valutare, nei pazienti malati di cancro, edoxaban rispetto a dalteparina nella prevenzione delle recidive di TEV o di sanguinamenti maggiori a seguito di una trombosi venosa profonda (TVP) o embolia polmonare (EP). L?arruolamento è appena iniziato e coinvolgerà 1.000 pazienti nei centri clinici di 13 Paesi distribuiti tra Nord America, Europa, Australia e Nuova Zelanda.

      ?Il tromboembolismo venoso è una delle maggiori cause di morbilità e mortalità nei pazienti affetti da cancro, con un?incidenza annuale che può salire al 20 per cento, a seconda del tipo di cancro, del background di rischio e del tempo trascorso dalla diagnosi. Rispetto a coloro che non ne sono affetti, i pazienti con cancro sottoposti a chemioterapia vanno incontro ad un rischio da 4 a 7 volte maggiore di sviluppare TEV - dichiara Gary Raskob, ricercatore e professore di Epidemiologia e Medicina all?Health Sciences Center dell?Università dell?Oklahoma - Questo trial ci consentirà una più profonda comprensione dell?efficacia e sicurezza di edoxaban rispetto agli attuali standard di cura riservati a questo tipo di pazienti.?

      Hokusai-VTE Cancer è un trial internazionale, prospettico, randomizzato, in aperto con endpoint in cieco, (PROBE) il cui scopo principale è confrontare edoxaban con la dalteparina, nella prevenzione delle recidive di TEV o di sanguinamenti maggiori in pazienti oncologici affetti da tromboembolismo venoso. Altri obiettivi dello studio andranno a valutare gli effetti del trattamento sulle recidive di TEV, i sanguinamenti clinicamente rilevanti, la sopravvivenza libera da eventi (la proporzione di soggetti che nel tempo non presentano recidive di TEV) e la mortalità. I pazienti, dopo trattamento per almeno 5 giorni con eparina a basso peso molecolare, saranno randomizzati per ricevere 60mg di edoxaban in monosomministrazione giornaliera (ridotti a 30 mg per pazienti con clearance di creatinina [CrCL] 30-50 mL/min, peso corporeo uguale o inferiore a 60 kg, o uso concomitante di inibitori della glicoproteina P), o dalteparina SC 200 IU/kg in monosomministrazione giornaliera per 30 giorni, seguiti da150 IU/kg una volta al giorno fino alla fine dello studio, che ha una durata totale di 12 mesi.

      La definizione di tromboembolismo venoso include la trombosi venosa profonda e l?embolia polmonare. La prima è una patologia causata da un coagulo di sangue nelle vene profonde solitamente di gambe, cosce o pelvi, ma anche di altri distretti del corpo; l?embolia polmonare si verifica invece quando una parte del coagulo si distacca e raggiunge i polmoni, causando una condizione potenzialmente fatale. Il TEV è una delle maggiori cause di morbilità e mortalità nel mondo e nei pazienti affetti da cancro, i quali presentano fattori di rischio multipli, soprattutto se sottoposti a chemioterapia. Inoltre, i pazienti oncologici con TEV associato hanno una sopravvivenza inferiore rispetto a coloro che non ne soffrono.

      ?L?avvio del trial Hokusai-VTE Cancer study rappresenta un nuovo importante passo nella ricerca clinica su edoxaban? commenta Glenn Gormley, capo del dipartimento globale di Ricerca e Sviluppo Daiichi Sankyo e presidente di Daiichi Sankyo Stati Uniti, ?I trial Hokusai-VTE Cancer ed ENSURE-AF dimostrano il continuo impegno dell?azienda nella ricerca e sviluppo di soluzioni che migliorino le condizioni di pazienti a rischio a causa della trombosi.?

      Edoxaban è attualmente commercializzato in Giappone, Stati Uniti e Svizzera, e in Europa ha recentemente ricevuto parere positivo dal Comitato per i Medicinali ad Uso Umano dell?EMA.

      Per maggiori informazioni sul trial: https://www.clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT02073682

      Fonte: Daiichi Sankyo

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    • Congresso ANMCO 2015: Edoxaban terapia personalizzata per prevenire l?ictus

      Congresso ANMCO 2015, prevenzione ictus, Edoxaban per una terapia ?personalizzata? nel trattamento di fibrillazione atriale e tromboembolismo venoso

      image

      Milano, 5 giugno 2015 ? Una terapia più comoda, sicura ed efficace del warfarin, quella di edoxaban in monosomministrazione giornaliera per il trattamento dei pazienti affetti da fibrillazione atriale o embolia polmonare al fine di prevenire ictus e recidive di tromboembolia venosa. E? quanto emerso oggi durante il simposio ?Nuove sfide dell?anticoagulazione orale?, l?evento promosso dall?azienda farmaceutica Daiichi Sankyo nella cornice del Congresso dell?Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri.

      Il simposio, che prendeva le mosse dall?analisi dei benefici delle nuove terapie anticoagulanti rispetto allo standard terapeutico degli antagonisti della vitamina K come il warfarin, è stata l?occasione per esaminare nel dettaglio le caratteristiche di edoxaban, il nuovo inibitore del fattore Xa a dosaggio flessibile, che ha già ricevuto l?approvazione in Svizzera e il parere positivo del CHMP dell?EMA.

      Rispetto al pur efficace standard terapeutico warfarin, i nuovi anticoagulanti orali presentano numerosi vantaggi, sia nella gestione del trattamento che nei risultati: una finestra terapeutica più ampia tra efficacia anticoagulante e rischio emorragico, più veloce inizio e cessazione degli effetti, meno interazioni con altri farmaci, e nel caso di edoxaban, anche l?assenza di interazioni con gli alimenti, rendono più semplice la terapia, determinando al contempo una minore incidenza di emorragie maggiori, di ictus, tromboembolia e mortalità. ?La prevedibilità e la stabilità degli effetti dei nuovi anticoagulanti orali, nonché la scarsa interazione con cibi e farmaci, rendono possibile la somministrazione dei dosaggi fissi. Il mal tollerato monitoraggio periodico della coagulazione diviene così superfluo. Questa terapia, tra l?altro anche in monosomministrazione, è meglio accettata dai pazienti grazie alla maggior semplicità ed anche alla percezione di un minor rischio di complicanze emorragiche. Si spera così di aumentare l?aderenza a lungo termine alla terapia anticoagulante che con il warfarin è del 24%?, spiega il Dott. Massimo Grimaldi, Responsabile di Unità Operativa Semplice di Aritmologia presso l'Ospedale "F. Miulli" di Acquaviva delle Fonti (Bari).

      Gli esperti hanno raccontato nei dettagli il disegno e i risultati dei due trial clinici che hanno valutato la molecola edoxaban in monosomministrazione giornaliera, per il trattamento della fibrillazione atriale (ENGAGE AF-TIMI 48) e del tromboembolismo venoso (HOKUSAI- VTE)
      Rispetto agli altri mega-trials sui NAO, ENGAGE AF-TIMI 48 è lo studio con la più vasta casistica (21.105 soggetti) e con il più lungo follow-up (media 2,8 anni), ed è anche l?unico trial che ha previsto la possibilità di modificare la dose, non solo all?inizio della randomizzazione ma anche durante il follow-up, da 60 mg a 30 mg in base alla presenza di uno o più fattori di rischio quali, ad esempio, clearance della creatinina (CrCL) compresa tra 30 e 50 mL/min, peso corporeo uguale o inferiore a 60 kg, o uso concomitante di determinati inibitori della glicoproteina P. I risultati del sottogruppo di pazienti a rischio sono stati coerenti con quelli del gruppo principale, ottenendo un ottimo bilanciamento tra il profilo di efficacia nella prevenzione dell?ictus e degli eventi embolici sistemici e la sicurezza, con la riduzione fino al 50% dei sanguinamenti maggiori e intracranici. ?La flessibilità del dosaggio inclusa sin dalla fase di randomizzazione dello studio, rende edoxaban adatto anche per pazienti anziani, fragili, che presentano co-morbidità e quindi maggior rischio di sviluppare eventi avversi. Dunque con i nuovi anticoagulanti orali è chiara la possibilità di una terapia personalizzata: il giusto farmaco per il paziente più indicato?, dichiara il Prof. Paolo Colonna, dirigente medico di cardiologia ospedaliera dell?azienda ospedaliera universitaria Policlinico di Bari e Presidente nazionale SIEC (Società Italiana di Ecografia Cardiovascolare)

      Il trial HOKUSAI-VTE ha invece valutato, su un totale di 8.292 pazienti, l?efficacia di edoxaban in monosomministrazione giornaliera nel trattamento e nella prevenzione delle recidive di tromboembolismo venoso, compresa quindi l?embolia polmonare, che risulta essere la terza emergenza cardiovascolare dopo sindrome coronarica acuta e ictus, con notevole impatto in termini di morbilità e mortalità, prevalentemente nelle prime ore dall?episodio.

      Grazie al lead-in di eparina, lo studio ha permesso una maggiore aderenza alle linee guida, arruolando anche il numero maggiore di pazienti a più alto rischio. In particolare in pazienti con embolia polmonare severa, con valori del biomarker NT-proBNP ≥ 500 pg/mL, si è ottenuta una riduzione delle recidive di tromboembolia venosa di circa il 50%, con una contemporanea riduzione statisticamente significativa di sanguinamenti clinicamente rilevanti, con un risultato di 7,9% rispetto al 12,8% del warfarin. ?All?efficacia edoxaban affianca, dunque, un consistente profilo di sicurezza, in un ampio range di pazienti, inclusa un?alta percentuale di coloro che presentavano condizioni severe di embolia polmonare, arruolati grazie ad un iniziale trattamento con eparina. La flessibilità di dosaggio, non solo per la possibilità di ridurre la dose di 60 mg a 30 mg in popolazioni di pazienti ben precise, ma anche per quella di poter interrompere la terapia secondo il giudizio clinico, ha permesso una maggior aderenza dello studio alla pratica clinica?, ha commentato il Prof. Davide Imberti, Direttore Unità Operativa Complessa di Medicina Interna Centro Emostasi e Trombosi dell?Ospedale Civile di Piacenza.

      Per una migliore comprensione degli esiti della pratica clinica reale, inoltre, tutti i pazienti sono stati seguiti per 12 mesi, nonostante sia stata lasciata al medico la scelta e la flessibilità di interrompere la terapia dopo il terzo mese, termine minimo indicato dalle linee guida.

      Fonte: Daiichi Sankyo

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