il fatto di chiedere i soldi per la rivalutazione seppur già presenti in patrimonio sono stati chiesti da Tizio a Sempronio facendogli credere che, nonostante fosse recesso dalla società, era ancora compropietario dell'immobile e quindi rassicurandolo su un futuro guadagno anche per lui, tutto questo all'insaputa del socio Caio( stiamo parlando di soci che facevano i meccanici e carrozzieri, quindi con tutto il rispetto persone che poco potevano sapere di diritto societario fidandosi gli uni degli altri). gli assegni sono stati versati alle mogli, suppongo, perché la società ed il socio Tizio apparissero nullatenenti. comunque mia madre e mio padre Caio sono in comunione dei beni. per quanto riguarda i prelevamenti questi avvengono normalmente, ma mai per cifre pari o superiori ai 10.000,00 euro. il problema è che per evitare un mutuo personale mio padre voleva liquidare il debito di 15.000,00 in un unica soluzione prelevando la sua parte di utili.
inoltre volevo chiedere se mio padre poteva rifarsi per vie legali sul suo socio in quanto, e purtroppo, non si è mai interessato alla gestione della società, ed ha sempre agito in buona fede.

Grazie