SEI TE OH DESIREE.

Sei te ?l mio sorriso,
Sei te ?l mio pianto.
Agogno ?l tuo viso,
?l tuo castano manto.

Sei te ?l cor mio liso,
Sei te ?l mio canto.
Spero un dolc?avviso,
Spero un tuo rimpianto.

Ov?è ciò ch?or non vale?
Che lo cerca ?l cor mio.
Ov?è quel dolce Natale
Ove la voce tua fu idillio.

Ov?è ciò ch?or non è reale
Che mi porta ?n oblio?
Ov?è quel?evo co? te leale
Ove non serviva Iddio?

A te or mi genufletto
E ?n pianto prego mercè,
Tornar vorria ?n tuo petto

E pace più non ho in me;
Un bacio di tant? affetto
Si posi su te, mia Desirèe.

( Dedicata a Desirèe Q. mia compagna di classe e amica di scuola )

MAEROR ( Tristezza )

Passan l?anni, passan le risa,
Passa la gioventù,la spensieratezza,
Ma di te la mi? alma è intrisa
E sento una molto triste brezza.

Cupo è ?l ciel,cupa è la banchisa,
Qua al gelo v?è sol tristezza.
Mesto è l? alcione che m?avvisa
Ed i? T?amo,mia tenerezza.

Spunta a primavera ?l sol lucente
Ed i? ancor spossato ti penso.
Fuggo dallo mondo,dalla gente:
La luce fa uscir fori chi è melenso.

Sento vicina la fine, è imminente,
Ho sentor d?orazion, d?incenso.
Tutt?intorno a me è fermo,silente.
Il popolo non mi vede. Mi fa senso!

Flemme al fiume m?incammino;
Pur dal cor tuo son pugnalato.
Or memento quand?ero bambino

Ove carezze al cor mio hai donato.
Decedo com?ho vissuto: da cor fino
E sempre da etterno innamorato.

( Dedicata al mio essere triste )

SODOMA E GOMORRA

Empie pupille senza alcuna onestà
Che da sempre infamie mostrate,
Or ?l di voi viso non più a vista sta
E immoralità nelle menti richiamate.

Oh assassine della bella moralità
Che mai in etterno alzar vi possiate,
Incestuose,vili e senza castità
Gioisco al foco che v?ha bruciate.

Ecco,calano i vostri giuochi,facezie
E risa portate dal mal uso del sesso,
Or sotterra siete ridotte ad inezie

E poste siete dell?Inferno all?ingresso;
Or non avete dolci profumi e spezie
E l?olezzo vostro è ?l mondo d?adesso.

( Dedicata a Sodomia e Gomorra )

A JACK THE RIPPER

Qual omo più di te efferato
Che nella storia sangue ha bramato?
Chi più di te esibiva la mantella
A far visita alla Londra meno bella?

Nera figura ma tra le menti più sane
Che abbracciasti pugnali e puttane,
Incedevi verso l?efferata storia
E fra i demoni hai avuto gran gloria!

Hai avanzato i secoli con fare cupo
Agendo con l?eleganza d?un lupo.
L?occhi tuoi videro nell? angolo ella,
Povera,al momento sfortunata donzella.

Cade sulla buia e tetra notte la morte
Ch?avanza affidando a te l?altrui sorte.
Mai su di te vi sarà alcuna figura
A dar nome a chi diede per strade tortura.

I? CHE SON PAZZO DI TE

Oh Ofelia, i? che son pazzo di te
Mi percuoto nel tuo rifiuto.
Te che non vedi l?Amleto in me
M?allontani dal tuo cor arguto.

Oh Ofelia, i? ch?esto perché
Non scovo penso al mio vissuto
Teco, ninfea di me Monet
Che nel cor mio ho sì tessuto.

Oh Ofelia ch?or vita nova hai
E mi poni figura del tuo passato,
Sarai in me ovunque andrai

Posando sul tuo del momento amato
Le tu? labbia, e tristo mi farai,
Ma i? t?amerò e mai di te sarò placato.

il cattivo per quanto mi riguarda è solo il Giudeo. Chi ha venduto Cristo? i Giudei. Qual'è stato il popolo che lo ha tradito? i Giudei. Chi non trovò alcuna colpa? i Romani. Chi volle per forza crocifiggerlo? i Giudei. Solo un centurione Romano lo fece bere. Era Romano,non Giudeo

ho voluto dedicare questa poesia ad Emanuela Orlandi come per chiedere scusa. Scusa per lo Stato in cui viviamo che usa le Bande per i propri fini e poi le fa scannare da sole o le scanna esso stesso. Scusa per il silenzio di questi anni e per non aver sentito le tue urla.
Molti dei miei famigliari sono del quartiere Magliana e vorrei dire in merito una cosa: non tutti quelli che sono della Magliana sono terroristi e assassini. So che non avete dubbi ma lo dico solo perché in questi giorni alcuni miei amici e altri miei conoscenti sapendo che molti famigliari miei sono di quel quartiere (che poi è accanto al mio ed ancora oggi ha una nera fama ) dicono che i miei sono assassini e che sapevano. Invece no,non fare di tutta l'erba un fascio. Non perché una persona è di un posto allora è colpevole di reato o di essere stato taciturno.
E' questo solo uno sfogo,so che in merito non avete dubbi

la prima poesia vuol far capire che Dio sì può essere nei nostri cuori ma non seguire la Chiesa,i preti ecc.
la seconda parla della crocifissione di Cristo e dell'indifferenza di Dio in quei giorni,in quei momenti. Il fatto del Romano è riportato anche nella Bibbia: questo centurione si mette sotto la croce del Cristo e gli da da bere con una spugna. Lo ha fatto un ebreo? no,loro ridevano,levando i famigliari gli altri ridevano. I Romani erano pagani,miscredenti per i giudei dell'epoca ma fu proprio uno di noi che gli ha dato da bere.

RIDATECI EMANUELA

Ridateci Emanuela,voi della mal vita
Di quest?Italia che fu insanguinata.
Datecela,oh Stati dalla giustizia finita.
Verità! Amabile parola or scordata!

Ridateci Emanuela,chiudete esta ferita
Che questa nazione ha devastata.
Liberatela dalle vostre mani e dita
E rimandatela da chi l?ama e l?ha amata.

Si sente dir che si deve pazientar
Che lungo è il tempo,amara la verità.
Ditelo a chi a casa ancora sta ad aspettar
Una bimba che forse mai più ritorno farà,

Ditelo a chi ha dovuto tanto lottar
E ch?un di ricompensato per l?amor sarà.
Ditelo a chi non ha potuto più sognar
Senza di lei che chissà se tornerà.

Dio se hai Emanuela con te in paradiso
Donala di nuovo alla sua famiglia,
Fa riveder a sua madre quell?andato sorriso,

D'altronde Signore,se l?hai,hai sua figlia.
Falle rimirar quel quindicenne viso
Che tutta la patria nostra di dolor piglia.

.
A MARZIA

Mai di te mi feci deserto
in ogne tempo ch’ho vissuto,
semper per te ei sofferto
e mai dei tuoi sorrisi ho goduto.
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Semper dell’amor portai ‘l serto
pur se da figlio poc’astuto,
semper da la tristezza fui erto
più di chi mai ha amato,ma goduto.

Qual mal feci al tuo cospetto
per esser così lasciato a marcir?
Che dolor recai a ‘l tuo petto
per esser privato del tu’avvenir?

Se mal ti feci mal m’aspetto
oh nobil rosa de li miei desir,
che mai sorridesti al mi’cospetto
facendo lo cor mio sì soffrir.

Fa oh morte di me un aedo
poich’ella d’amor non m’arride,
ed io,oh morte,sol te infin vedo

or,tristo e fioco da le mie sfide,
sanguinante in cor m’avvedo
ch’ancor l’amor di me,gaia,ride.

A CHI DI DOVER

Dirò a chi di dover plorando,di te,
che lo cor mio dolce rapisti un dì.
Dirò a chi di dover plorando,di me,
e come ?l mio io debole per te soffrì.

Dirò a chi di dover de ?l cor lacchè
e di come schiavo per amor finì.
Dirò a chi di dover che prega mercè:
che mors optima est perché non patì.

Dirò a chi di dover del gran Dagoberto(1)
ch?amor per la cultura infin sì mostrò.
Dirò a chi di dover di quel gran serto,
che ?l popolo gaudium mugnum lodò.

Dirò a chi di dover che di risa è esperto
che ilarità a lo mondo mai s?accostò.
Dirò a chi di dover di magna felicità erto
che prav?è ?l gaio ?che dolor mai provò.

Dirò a me stesso che nefando è amar
giacché ?l cor gaudio non conosce,
e l?alma dolce esto atto sì fa dannar.

Dirò che sì amor provai fra quelle cosce,
che di cor son prive,ma che sanno cantar
cos?è la gioia che ?l mio io non conosce.

( Dedicata a chi sa capirmi )
1= Re merovingio dal 629 al 639 d.C. fu un grande e saggio re

LA MIA MORTE

Ed il volgo mi vedrà cader tremante,
le mie risa e paventi non più vivi:
sarò ?n suol atterrito e schiumante
vicin a Cesare ed ai Romani divi..

Saluterò te,vita,che non mi sei amante,
guardando dietro plorando,quand?ivi
ai Campi Elisi giunto,io,tristo e galante
sentirò ciò che te per me sentivi.

Or ch?in vita son solo e calpestato
Ade bramo ne la tristezza e pianto
mio, omo savio ?n cor trasandato.

Oh vag?alma di me povero santo,
ti chiedo venia quand?il volgo dannato
ti vedrà senza corpo e senza manto.

( Così come io vedo la mia morte )

grazie

SERVI D?UNO CHIAMATO DIO

Nel pugnar sì l?idee del mondo
M?avvedo che sano è ?l cor mio
Che non s?unisce all?immondo
Gregge ch?è servo d?uno chiamato Dio.

Verranno a cercarmi sì ?n fondo
A lo cor mio, ma al fin ne l?oblio
Trovo la pace che l? errabondo
Non trovò cercando di Dio ?l desio.

Non lesino parole astiose
Per chi al Bambinello si genuflette,
Ma innalzo altresì lodi sì odiose
Per chi a lui si china e non riflette.

Rido vedendo le scene penose
Di chi pregando giù si mette:
Tante pecore al pascolo operose
Che vezzeggerei con sferze e bacchette.

Andrò sì se c?è all?inferno
Ma giammai rinnegherò ?l mio credo
E di ciò ne sarò giocondo in etterno.

Pur odiato da colui che recita il ?Credo?
E che vuol far scender su la verità l?inverno.
In piedi a recitar messa. Io rido e mi siedo.

GESU? CROCIFISSO

Il dì è venuto e innanzi a tutti sei isso
Per voler di chi chiami?Padre?crocifisso.
Sul Golgota spossato sei giunto,
Con sputi e sangue su di te unto.

Or sei al grado d?un malfattore
Colmo d?insulti e di mal sentore:
Schernito da soldati e sacerdoti
Che vedon il blasfemo e non le tue doti.

Dov?è or tuo padre a toglierti dalla croce?
Non s?ode un dolore,né una voce.
Dov?è colui che non si fa sentir
Pur vedendo suo figlio tanto patir?

Il viso tuo sbiadito dal bacio della morte
Ch?or su di te ha messo la sua corte
Apre la speranza di chi a te crede,
E fa sorrider chi a te pungente lede.

Il sol anche s?è fatto sul calvario triste
Per voi tre che la beffa e ?l dolor patiste.
Ai piè della croce ti mira silente un pagano,
Ti carezza con l?occhi. Non è Giudeo,ma Romano.

LETTERA ALLA MORTE

Per il compito tuo ti lodo
Dama nera ch?agisci con baldanza
In silenzio,scaltra e senza fidanza
Portando ovunque lai ch?i?silente odo.

All?altra sponda gaio approdo:
Mentre m?accompagni in stanza
Guardando quest?omo in erranza
L?anime prave stanno in sinodo.

Posa l?ombra tua su chi non è amato
Pur s?egli in vita tanto l?ha fatto,
Donagli quiete e rapiscilo ratto
E chi lo fece soffrir or l?ha lacrimato.

Innanzi a te morte sono sol armato
Della mia tristezza, son atto
A prenderti per mano: il tatto
È freddo e severo ma tanto agognato.

Ti sposo e allargo le mie braccia,
posa le tue labbia sulle mie
E che la tua sia pur la mia faccia.

Non passerem tra cento e mille vie
Per arrivar tardi alla barcaccia.
Or andiam all?inferno,loco di follie.

T?AMO MIA FOLLIA!

Il caldo ch?un tempo aveo in cor
or co?dolor più fiate lo rammento!
Non vi prestavo grande ascolto allor
indi persi ?l gaio amor e momento.

Ricordo ?l piglio suo,del viso ?l color,
l?andar dolce e leggiadro ogne momento,
e ?l inceder de?cavalieri ?n magn?ardor
mi rapì ogne fiate ch?ella mirava l?io spento.

Or est?amor resta ne lo cor mio?n storia:
nefanda per me e la mia malinconia
che non puote lasciar esta dama ?n boria.

Leggera un dì era più fiate l?anima mia,
agognando ?l gran momento di gloria
per pronunciar al fin: ?T?amo,mia follia!?

CHETATI COR MIO

Chetati cor mio alla sua vista
Poich?ella a te non agogna,
Chetati oh mi?alma trista,
E ?l cor d?amar non si vergogna.

Chetati alma ?l cor gioia non avvista,
E mal sento per ella che non sogna
Di me che non son in sua lista,
I? che porto in cor suo mal rogna.

Chetati oh sogno di speranze
Ch?il riso tuo i?non odoro
Ed or ho sì perso l?allor baldanze.

Chetati oh mio celato Lindoro
Ch?è or di mutar sembianze;
Esto è quanto: solo carbon,non oro.

A PARIGI, AMORE

A Parigi,a Parigi ti condurrei
Ove la gran torre ci fa sorrisi.
Sì al lungo amor ti stringerei
Per donarti i miei pensier intrisi.

A Parigi,a Parigi ?l cor ti donerei
Che per te da parte misi,
E co? te sì a vita rimarrei
A mirar i nostri dolci nudi visi.

Apro l?occhi ne la vita mesta
E vedo che meco v?è tristezza,
Or so che sol plorar resta.

Poscia sogno dal cor tuo una carezza
Che d?amor per me si vesta,
Ma ?l tempo mi sveglia: è sol amarezza.

ANCOR T?ASPETTO

Esci! I? t?aspetto e te lo sai.
Esci! I? t?agogno amor mio.
Esci! Mi tormento più che mai.
Esci! Voglio guardar ?l mio desio.

Eccoti! Ma chissà ov?andrai?
Eccoti! Sent?avvampar ?l mio io.
Eccoti! Mi guardi ma mia mai sarai.
Eccoti! Incedi vers?il mio oblio.

Vado,vinto com?ogne giorno
Che vengo ivi per te veder,
Ma pur a pezzi ?n cor torno

Posciachè amor non potria contener.
Fai de ?l cor mio un forno
Che sì sol co? te disia giacer.

comunque la morte vince sempre

vuoi sapere se ci sarà un seguito a questa poesia o fino a come è terminata nella mia mente?

T?AMO MIA FOLLIA! ( Maggio 2006 )

Il caldo ch?un tempo aveo in cor
or co?dolor più fiate lo rammento!
Non vi prestavo grand' ascolto allor
indi persi ?l gaio amor e momento.

Ricordo ?l piglio suo,del viso ?l color,
l?andar dolce e leggiadro ogne momento
e ?l inceder de?cavalieri ?n magn?ardor
mi rapì ogne fiate ch?ella mirava l?io spento.

Or est?amor resta ne lo cor mio?n storia:
nefanda per me e la mia malinconia
che non puote lasciar esta dama ?n boria.

Leggera un dì era più fiate l?anima mia,
agognando ?l gran momento di gloria
per pronunciar al fin: ?T?amo,mia follia!?

CHETATI COR MIO

Chetati cor mio alla sua vista
Poich?ella a te non agogna,
Chetati oh mi?alma trista,
E ?l cor d?amar non si vergogna.

Chetati alma,?l cor gioia non avvista,
E mal sento per ella che non sogna
Di me che non son in sua lista,
I? che porto in cor suo mal rogna.

Chetati oh sogno di speranze
Ch?il riso tuo i?non odoro
Ed or ho sì perso l?allor baldanze.

Chetati oh mio celato Lindoro
Ch?è or di mutar sembianze;
Esto è quanto: solo carbon,non oro.

A PARIGI, AMORE

A Parigi,a Parigi ti condurrei
Ove la gran torre ci fa sorrisi.
Sì al lungo amor ti stringerei
Per donarti i miei pensier intrisi.

A Parigi,a Parigi ?l cor ti donerei
Che per te da parte misi,
E co? te sì a vita rimarrei
A mirar i nostri dolci nudi visi.

Apro l?occhi ne la vita mesta
E vedo che meco v?è tristezza,
Or so che sol plorar resta.

Poscia sogno dal cor tuo una carezza
Che d?amor per me si vesta,
Ma ?l tempo mi sveglia: è sol amarezza.

ANCOR T?ASPETTO

Esci! I? t?aspetto e te lo sai.
Esci! I? t?agogno amor mio.
Esci! Mi tormento più che mai.
Esci! Voglio guardar ?l mio desio.

Eccoti! Ma chissà ov?andrai?
Eccoti! Sent?avvampar ?l mio io.
Eccoti! Mi guardi ma mia mai sarai.
Eccoti! Incedi vers?il mio oblio.

Vado,vinto com?ogne giorno
Che vengo ivi per te veder,
Ma pur a pezzi ?n cor torno

Posciachè amor non potria contener.
Fai de ?l cor mio un forno
Che sì sol co? te disia giacer.

fino a che punto? io ho messo in chiave poetica ciò che nella realtà sono la morte e la vita...il dialogo non avrà mai fine,nella realtà,nella vita sia la morte che la vita ogni giorno si siedono in quel triclino e giocano con le vite e bevono vino