Il problema è che se si apre partita IVA bisogna poi dichiarare anche il nome del sito che ospita l'attività di commercio elettronico, si è sottoposti agli studi di settore, e se viene fuori che i tuoi proventi arrivano da un sito porno si possono avere dei grattacapi con la legge italiana che, in materia di pornografia, è quanto di più ambiguo e contraddittorio si possa immaginare. Da noi è permesso proiettare film porno, ma è rischioso girarli (a causa della presenza nel nostro ordinamento del reato di prostituzione),
e del resto non credo sia un caso se tutti i più noti attori e registi porno italiani vivono e lavorano solo nelle Repubbliche dell'Est. Recentemente, poi, ho letto di una sentenza della Cassazione che ha addirittura equiparato le sessioni a luci rosse sulla webcam allo sfruttamento della prostituzione. Acquistare un hosting all'estero non aiuta, finché si risiede in Italia si è comunque soggetti alla legge italiana e tocca prima o poi rendere conto alle autorità del proprio operato. Io, che pure qualche anno fa avevo accarezzato l'ipotesi di aprire un sito softcore alla fine ho sempre rinunciato, perché non mi ci vedevo proprio ad andare col commercialista all'Agenzia delle Entrate ad aprire partita IVA per la "Donnine Allegre Srl" o roba del genere. Non so come si regolino in materia i gestori italiani di siti erotici, se qualcuno ha qualche delucidazione in materia è benvenuto.