La critica era espressa in modo colorito (quello sopra è un esempio attinente) ma scaturita da un atto pubblico ed ufficiale, e solo da quello. Del privato del signore in questione non sapevo davvero nulla e non c'è stato altro, se non un tentativo da parte mia di ricomporre la situazione e il suo imperterrito proseguire annunciando querele per chiunque e facendo continuo riferimento ai tanti soldi che ne guadagnerebbe.
Che sia possibile querelare anche centinaia di persone non lo metto in dubbio, non ci vuole nulla a mettere un bell'elenco di nomi su un foglio. Quello che mi interessa capire è quali possibilità ci sono, realisticamente, che la giustizia si occupi effettivamente di casi così grotteschi (ricordo che il signore ha ignorato le scuse e ha iniziato a insultare a sua volta oltre che a parlare insistentemente di soldi).
Da quanto avevo sentito dire in precedenza la maggior parte dei casi di scaramucce internettiane finiscono ad appesantire le pile di scartoffie che nessuno legge, specialmente nei grossi centri, o si decide per la non procedibilità. Voi ne sapete certamente più di me, comunque.
Per la cronaca, oggi ha scritto di essersi sentito diffamato da un altro giornalista. In questo caso si tratta di uno che ha scritto dello stesso atto pubblico di cui sopra: non ha usato espressioni come quella di sopra ma il messaggio era nella sostanza identico al mio (meglio che si trovi un lavoro a lui più consono). Sta litigando con parecchia altra gente ma sembra che abbia messo da parte il cavallo di battaglia della querela a tappeto.