Dopo piu' di 10 anni all'estero solo ieri ho scoperto di essere un evasore totale nei confronti del mio paese, ma solo tecnicamente.
Le tasse le ho pagate al paese dove vivo.
Sapevo dei trattati sulla doppia imposizione e dato il mio continuativo rapporto di lavoro estero in UK non mi sono preoccupato del fisco italiano.
Generalmente si fa confusione tra i principii che regolano la residenza con quelli che ne regolano l'imposizione fiscale.
a) Si puo' risiedere in Italia ma si lavora all'estero soddisfacendo le tre condizioni sotto. (si pagano le tasse in ambedue gli stati, dove all' Italia va la differenza calcolata secondo la sua aliquota e quella UK gia' corrisposta)
b) Si puo' risiedere in Italia ma si lavora all'estero non soddisfacendo le tre condizioni sotto I, II, III.(si pagano le tasse interamente in italia)
c) Si puo' essere iscritti all'AIRE ma si hanno interessi in italia
(Vedi punto 1)
d) Si puo essere iscritti all'AIRE ma non si hanno interessi in Italia
(Tasse pagate esclusivamente nel paese estero di lavoro)
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Residenza;
**Un individuo risiede in italia anche se e' iscritto all'AIRE.
Chi non lo e' automaticamente risiede in Italia.
Per gli iscritti all'AIRE (non il mio caso) l'agenzia delle entrate nel valutare la reale residenza considera i seguenti fattori (solo se sottospoti a controlli);
- il centro degli affetti e affari personali
- legami familiari
- rimpatrio di denaro dall'estero
- Intenzione futura di rientrare dall'estero (dibattibile)
- possesso di beni mobili come auto o moto con targa italiana
il mantenimento di una famiglia in Italia rende il lavoratore fiscalmente residente in Italia cosi come il possesso di una moto.
**Imposizione fiscale;
**Qualora il lavoratore all'estero non sia iscritto all'AIRE (quindi sia residente in Italia) ma sia:
I) impiegato per un periodo superiore ai 183 giorni annui,
II) impiegato da una azienda straniera
III) l'onere non sia sostituito da una stabile organizzazione o base fissa che il datore di lavoro he nel regno unito
l'imposizione fiscale sara' per la maggio parte esclusiva del paese sede del posto di lavoro.
Cio' non toglie che gli stessi redditi debbano essere comunicati all'Agenzia delle Entrate che applichera', dove ritenuto il caso, l'imposizione rimanente.
Supponendo che il lavoratore all'estero abbia gia' corrisposto il 30%, dovra', se opportuno, pagare al fisco italiano il restante 10%.
Qualora le aliquote italiane fossero piu contenute, non credo che il fisco italiano possa applicare alcuna tassa poiche' il tax credit estero sarebbe in grado di coprire qualunque addizionale italiana.
(se il max rate = 60% come in Scandinavia, e quello italiano = 40%, il fisco italiano non potra' tassare ulteriormente dato l'alto tax credit da portare a scomputo.
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Concludendo;
**Gli iscritti all'AIRE devono tagliare ogni ponte con l'Italia.
Vendere l'auto, la moto, liberarsi della propria abitazione, provare che non si risiede in Italia e che vi si fa ritorno come se fossimo degli stranieri in vacanza. (Assurdo ma e' cosi')
L'Agenzia delle entrate ogni tanto stana un iscritto AIRE che ha figli a scuola in Italia o che possiede veicoli con targa ITA. Questi individui sono automaticamente riclassificati fiscalmente residenti in Italia in virtu' dell'uso di un servizio pubblico o per l'assegnazione di un bene mobile.
I lavoratori AIRE di questa fattispecie dovranno corrispondere la differenza tra quello richiesto dalle autorita' italiane e quelllo gia' pagato al paese estero.
Per coloro che non sono iscritti all'AIRE la dichiarazione dei redditi alle autorita' italiane va effettuata in ogni caso (il mio caso).
Se i punti 1, 2 e 3 vengono tutti soddisfatti il fisco italiano dovra' accontentarsi della differenza.
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Morale**;
Dateci un lavoro in Italia e pagheremo il 100% del dovuto invece che un misero 5-8%
L'Unione Europea non esiste. Ogni paese si fa le leggi che vuole in materia fiscale e societaria. Chi ne va di mezzo e' il cittadino.
**L'Assurdo;
**Immaginate chi, non essendo iscritto all'AIRE, si trovi nella posizione di aver gia' pagato le tasse al paese straniero. Ma poiche' e' stato impiegato per un periodo inferiore ai 183 giorni ora si trovi a dover pagare la stessa somma (se non di piu' grazie alle nostre aliquote scandinave) allo Stato italiano. DOvrebbe ottenere indietro le tasse gia' pagate dall' UK.
...Campa cavallo
Uno dei motivi per i quali esiste l'evasione e' l'inefficienza degli Stati.