guarda in home page nel source di decathlon.
troverai application/ld+json
con il type @type": "SearchAction
questo consente la casella di ricerca su google
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con il type @type": "SearchAction
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prima memorizzi i dati sul database, poi invii il cliente al pagamento
e tramite IPN di PAYPAL verifichi quali clienti hanno portato a termine l'acquisto e quali no.
se lavori con l'estero, paypal sul tuo sito è un bel biglietto da visita.
parlo solo dell'effetto prodotto sull'utente del tuo sito.
immaginiamo il diverso impatto se ci dovessimo presentare ad un cliente americano offrendo il pagamento su una qualsiasi banca italiana prestigiosissima, ma che però per lui è assolutamente sconosciuta...
se lavori con l'estero, paypal sul tuo sito è un bel biglietto da visita.
altro aspetto negativo è la loro gestione delle contestazioni:
in pratica se vendi servizi non sei molto tutelato in caso di contestazione
x ziobudda:
magari l'esiguo costo del sito web (1000 Euro, come da esempio) è così esiguo proprio perchè il progetto si basa su sorgenti riciclati (cms o similia)
E' chiaro che per l'espandibilità del sito web sei legato al fornitore ed ai prezzi da esso praticati, e sono d'accordo sulla correttezza nello specificare il tutto nel contratto.
Ma a priori non mi sento di sconsigliare questa pratica; ci sono realtà dove può funzionare senza problemi. Ritengo sia solo questione di trasparenza tra web agency e cliente.
Se il sito web è ospitato su un account su un server del cliente o di terze parti a nome del cliente e pagato dal cliente allora il cliente ha la possibilità di accedere a quell'account e quindi di vedere i sorgenti.
il codice potrebbe ceduto al cliente in maniera criptata: è il caso di un linguaggio di programmazione, come anche un intero sito in flash, dove la web agency non fornisce i files .fla
io ritengo che la web agency abbia il pieno diritto (purchè lo riporti nel contratto) di NON fornire i codici sorgenti di un suo lavoro o fornirli a pagamento.
Il cliente del resto paga per ottenere il risultato ( il sito web bello compilato e pronto), e non i sorgenti Photoshop o i codici di programmazione che sono alla base del sito.
Ipotizzando che il sito web sia frutto di una programmazione di mesi, molto avanzata, e che con tale programmazione la web agency ottenga un cms che sfrutta per tutti i propri clienti, non vedo nulla di male nel criptare il codice sorgente prima di uploadarlo online.
in questo modo il cliente ha quello per cui ha pagato (il sito internet) e la web agency mantiene il pieno controllo sul codice.
PS: molti fotografi quando fanno i servizi matrimoniali adottano lo stesso criterio: i sorgenti ad alta risoluzione vengono forniti solo a pagamento
Vado un po' a memoria: sono cose che ho fatto diverso tempo fa..
Per i venditori: il blocco arriva dopo essere arrivati ad un determinato importo ricevuto. A quel punto è necessaria la verifica, che consiste in genere nell'invio di una bolletta (enel, telefono, ...) a paypal.
Per gli acquirenti: il blocco può essere rimosso procedendo con l'addebito di 1-2 euro di cui ho scritto sopra
Ciao. Le PostePay non sono "bruciate" ma hai raggiunto un limite nei pagamenti oltre cui Paypal richiede una verifica.
Di fatto la verifica consiste in un addebito di 1-2 euro sulla carta fatto direttamente da Paypal: tu controlli l'estratto conto e verifichi la password associata a tale operazione, e la inserisci su paypal
a questo punto i limiti vengono rimossi e l'importo prelevato viene restituito
le altre non mi sovvengono or ora
6- Nel tuo sito viene aggiornato il flag sul db
Per fare questo puoi utilizzare la chiamata da server a server che paypal mette a disposizione
Fai una ricerca nella documentazione di paypal per IPN (Instant Payment Notification); tra l'altro dovresti trovare anche lo script PHP già pronto
Ti ha fornito un codice di tracciatura?
Questo è il punto cruciale su cui ti giochi i 10 euro
Mi spiego: se il venditore riesce a dimostrare che c'è stata una spedizione (e che questa sia stata tracciata da terzi) inviando a Paypal il tracking del corriere o delle Poste, è abbastanza difficile pretendere indietro i soldi da paypal
Però aggiungo: di per sè la sola spedizione tracciata di un CD con corriere o poste costa da un minimo di 5 ad un max di 10-15 euro, quindi non ha senso per il venditore fare una truffa per 10 euro...
Ne avrebbe se ti vendesse un gioiello o un telefono da 300 euro e ti inviasse un mattoncino tramite corriere, pagando i famosi 5-15 euro di spedizione: lui potrebbe dimostrare di aver assolto al suo compito almeno nella forma (ma non nella sostanza...)
Vorrei avere un parere autorevole in materia di cessione ad una società terza di un sito web e-commerce
il mio commercialista inquadradrerebbe l'operazione come cessione di ramo aziendale, e quindi suggerisce il ricorso ad un notaio
avete avuto esperienze in materia o suggerimenti su come affrontare la questione?
grazie per le risposte
Poichè impossibilitato a seguirlo, vendo sito web e-commerce online dal 2005, dominio presente in DMOZ. Circa 200-300 visite/giorno nei periodi di alta, intorno ai 100/giorno d'estate.
Sono prodotti di nicchia.
Riguardo i costi richiesti per farlo girare,sono davvero minimi: spazio hosting 50-100 Mb, server Win.
Fatturato dimostrabile.
Url = riservatezza.com
Prezzo: 2500 euro.
Pagamento= bonifico.
Se è per questo c'è anche la mia azienda in quella lista; che è l'elenco delle aziende ammesse al finanziamento. Non è l'elenco delle aziende che hanno poi avuto conferma. Infatti il finanziamento si esauriva sulla base della cifra stanziata che è stata utilizzata per finanziare i progetti a partire da chi aveva chiesto di più. Sbaglio? C'è forse qualcuno che aveva chiesto 25K ed ha avuto conferma?
un piccolo contributo relativamente alla mia esperienza in merito ai contributi e-commerce. Ho partecipato anch'io allo stesso bando, credo con un progetto di 40-50k.
Il progetto mi ha legato da subito le mani:
la spesa doveva infatti essere distribuita su voci predefinite, con una buona percentuale di spesa in consulenza (se non ricordo male, circa il 40% dell'investimento doveva andare in consulenza, davvero inutile x il mio business) e valori minimi e residuali su voci che a me interessavano maggiormente.
Alla fine il mio progetto è stato approvato, ma quando per lo Stato è venuto il momento di pagare, ci siamo trovati davanti ad una bella email che ci diceva:* i soldi non ci sono x tutti, quindi pagheremo solamente una percentuale di quanto promesso* (non ricordo se la metà o il 35% dei famosi 40-50k iniziali).
Ci si chiedeva quindi di
Insomma, dovevamo comunque impegnarci per una spesa di 40-50k (con risorse allocate secondo le specifiche del progetto iniziale, e quindi con una ampia fetta di consulenza x noi inutile), per poi avere un credito d'IVA del 35-50% di quanto speso.
Avrei proseguito se avessi potuto decidere in autonomia le varie voci. Così avremmo dovuto spendere dei soldi a vuoto per rivederli chissà quando...
Inutile dire la deusione: a quel punto abbiamo mollato tutto
@GloboGsm said:
Le nuove leggi, dicono che il titolare dell'azienda/ditta, comunichi l'elenco dei clienti, quindi se fatturi una vendita... [....] ...ma se una legge esiste, va rispettata.
verissimo:
io non sto dicendo di andare contro alla legge, ma solamente dico che a mio modo di vedere non cè necessità di richiedere all'utente l'apertura di un account sul sito del venditore per completare il processo dell'ordine.
le adempienze legali si potrebbero effettuare in altro modo nel backoffice...
non vorrei essere frainteso: è un consiglio, ed anzi una critica che vuole essere costruttiva ai fini del topic iniziale, ovvero "come mai non vendo come altri?".
ribadisco che secondo me la registrazione obbligatoria ai fini del completamento ordine, specie nel B2C, è uno step che può far venire al cliente la fantasia di abbandonare l'ordine ed il sito
@GloboGsm said:
Forse, per sapere a chi e dove spedire il prodotto che acquisti ?
e c'è bisogno di schedare il cliente per questo?
basta chiedergli di compilare i campi che ti interessano ai fini dell'ordine, senza necessariamente doverlo registrare come utente
ciao
secondo me non vendi per problemi strutturali del sito
anche a me assillano per le stesse cose:
non si fidano a comprare online o a pagare online dopo le massacranti campagne dei giornalisti.
io metto avanti i miei partner (paypal, TNT, SDA) ed il fatto che ormai ho una storia di qualche anno. Detto questo, non faccio nulla per convincerli ed anzi li mollo: alcuni ritornano a distanza di tempo, dopo aver vinto da soli il loro problema di sfiducia; altri nn torneranno, ma sono convinto che avrei solo perso il fiato a convincerli
@angelasss said:
è assolutamente insicura , da evitare , è il miglior metodo per farsi "gabbare"
perchè?
trovo invece che con la postepay il più tutelato è il venditore, che ha la certezza di visualizzare l'incasso (controllando il conto online)
l'acquirente invece se effettua una ricarica su altra postepay non mi sembra abbia molti strumenti per recuperare il denaro a fronte di un mancato invio di merce... un po' come le ricariche dei cellulari: se sbagli il numero, hai perso i soldi