Sono stato convocato presso organo di mediazione per risolvere una presunta richiesta di lavori congiunti per infiltrazioni sul tetto. Premetto che sono d'accordo a procedere malgrado il danno lamentato non sia grave ma diciamo che viene usato per infastidire su questioni che riguardano il prezzo di una mia parte dell'immobile che interessa al condomino.
In ogni caso a ottobre ci sarebbe dovuto essere l'incontro, con il mio legale incaricato, ma solo mille visite, perizie, stime di lavoro ecc nessuna proposta ad oggi è stata da loro avanzata, malgrado il sollecito di definire i termini della mediazione.
Il mio avvocato da quello che ho capito ha piacere di tenere eterna la cosa, ma naturalmente non io, che credevo in un incontro tra le parti e non in uno stand by di mesi, sotto avvocati.
Cosa posso fare io per tutelare la mia persona anche da eventuali giochi tra avvocati, senza finire stritolata tra procedimenti senza fine e senza giustizia in cui la presunta infiltrazione è solo un pretesto? Posso contattare l'istituto di mediazione? Ci sono tempi e modi? Grazie, una dritta imparziale mi sarebbe preziosa per capire come muovermi.
elli5555
@elli5555
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Mediazione infinita
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Socio e dipendente di una società sas, altro lavoro
Buonasera,
il mio compagno presto si trasferirà da me, in un'altra regione.
Nella sua, è socio dipendente di una società sas gestita dal fratello che è il responsabile, ha firmato un atto dal notaio qualche mese fa, ha il 25% ma percepisce anche la busta paga e versa contributi trimestrali.
Per non danneggiare il fratello vorrebbe non levare la sua firma dalla società pur non lavorando più come dipendente e svolgere un lavoro nella mia regione.
Ho letto che in tal caso sarebbe vincolato solo a un part time, è giusto?
Ci sono altri vincoli fiscali o rischi cui andrebbe incontro, anch'io un giorno sposandoci e unendoci "patrimonialmente", o può tranquillamente mantenere questa partecipazione societaria?
Conviene parlarne con un commercialista?
Grazie dell'aiuto che spero vorrete darmi. -
Parcella avvocato per redigere preliminare di vendita su locale commerciale
Buonasera,
insieme a mia sorella sto vendendo un negozio ereditato, e dopo lungo travaglio siamo giunti a un accordo con l'attuale inquilino.
Abbiamo dovuto però interpellare un legale che ha redatto il compromesso da passare al notaio con all'interno tutti gli accordi dettagliati tra noi.
Con mia grande sorpresa, non avendolo quantificato PRIMA dell'incarico né formalmente né a voce, l'avvocato sostiene di doverci chiedere il 2% del ricavato della vendita, che è una discreta somma, circa ottomila euro e che neppure lui lo sapeva...come se fossimo una holding milionaria.
Ora, che sia vero o meno, sappiamo che mettersi contro di lui non ha senso, anche se già da tempo la fiducia si è incrinata e desideriamo cessare i rapporti professionali.
Tra l'altro non utilizzeremo nella vendita più il documento redatto ma uno standard per subentrati accordi con l'inquilino.
Come possiamo regolarci per proporre una cifra forfait che sia equa per il lavoro svolto senza entrare in altre grane ma nemmeno facendoci strozzare?
Grazie dei suggerimenti che spero vorrete darci. -
vendere negozio affittato
Buonasera, spero di essere nella sezione giusta!
Insieme a mia sorella ho appena ereditato un negozio condotto dallo stesso inquilino da oltre 40 anni, che ha praticamente sempre gestito tutto lui con la buonafede dei miei genitori. L'anno scorso a luglio scadeva il contratto, ma avendo un accordo verbale di prelazione di vendita a lui, non abbiamo pensato di dare disdetta per sicurezza, e abbiamo lasciato scattare aitomaticamente la proroga di 6 anni del contratto.Per vari motivi l'inquilino si è tirato indietro dall'accordo e spera di trascinarci in una sfibrante eterna trattativa che per noi è inconcludente.
Solo dopo mesi abbiamo realizzato che non riusciremo mai a vendere a lui, e con un legale abbiamo fatto contattare il suo avvocato per dargli una scadenza, che è appena scaduta.
Non c'è stata nemmeno una risposta scritta da parte sua.
Ora noi pensiamo di scrivergli una pec per dichiarare decaduta la prelazione per non accettazione delle condizioni di vendita, e di rivolgerci a una agenzia immobiliare del posto per mettere il negozio sul mercato.
Vorremmo però capire le mosse giuste in tal senso che competono a noi proprietarie che intendiamo vendere un negozio locato, per evitare che lui, incredulo che non bluffiamo e che anzi ci siamo stufate, si possa appellare a qualche nostra mancanza.
Per esempio per le foto che l'agenzia utilizzerã del locale..puo farlo?
Per le visite concorderemo con lui per raccomandata.
Temiamo però che cercherà di boicottare la vendita ad altro acquirente diffondendo false informazioni e screditando l'integrità del negozio, come già aveva tentato di fare, senza reali motivazioni, per avere un grosso sconto. Purtroppo non abbiamo adeguato nemmeno la pigione convinte della imminente vendita e ora ci ritroviamo a vendere con una rendita bassa.. ma non crediamo sarebbe disposto a rinnovare ora, anche perché per noi poi ci sarebbero 6+6 anni di attesa per dare disdetta dalla locazione se nel frattempo la vendita ad altri non andrà a buon fine con un importo congruo al valore del locale e della sua posizione.
Siamo insomma un po' spaventate dall'atteggiamento intimidatorio di questo inquilino convinto che il negozio ę suo e poco pratiche di leggi ecc ma desiderose di vendere comunque e bene senza farci ricattare. Accetto consigli da chi volesse chiarirmi un po' la ns posizione.
Per es. io non so nemmeno se un nuovo acquirente avrebbe poi diritto di fare disdetta anticipata all'attuale inquilino creando ulteriori ritorsioni verso di noi. Grazie dell'attenzione!
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Cedere quota di mia proprietà dopo rottura con convivente
Dopo lunghissima convivenza mi sto separando dal mio compagno ex convivente non sposato con il quale negli anni avevamo acquistato una prima casa al 50%, ora venduta, e acceso un mutuo da 7 anni per ristrutturazione di una seconda casa di un certo valore in montagna di mia proprietà, da me ereditata.
Non potendo vendere questa casa, nè liquidare in contanti,vorrei capire quali possibilità legali/notarili avrò per garantire in parte la cifra impiegata dal mio ex, se solo cedere delle quote con un atto.
Questa ipotesi mi preoccupa perchè diventando comproprietari di fatto farei subentrare indirettamente anche la sua nuova compagna con la quale, a differenza di lui, non ho buoni rapporti nè fiducia sulle intenzioni.
Di quali clausole o azioni potrei servirmi per fare il mio dovere ma tutelarmi in qualche modo?
Mi rivolgerò a un notaio e/o a un legale, ma intanto vorrei farmi un'idea della strada da seguire.
Ringrazio per l'attenzione.