Buonasera a tutti,
Mi chiamo Elena e sono una libera professionista da un anno e mezzo.
Mi sono appena iscritta al forum per cui mi scuso se il mio intervento tratta argomenti già discussi e ridiscussi.
Quando ho aperto, non sono stata indirizzata, per quanto ne avessi le caratteristiche, al regime agevolato, per scelta del mio commercialista che adottava con tutti i clienti lo stesso approccio. Dopo già un anno mi trovo ad avere gli studi di settore sul collo e soprattutto, avendo avviato un'attività dal nulla, sono continuamente aperta a nuove applicazioni della mia professione. Sono un'interprete-traduttrice, che però spesso si trova a svolgere attività di consulenza e a rifiutare, senza potermelo permettere, attività commerciali propostemi dai miei clienti in quanto libera professionista.
La mia domanda è questa. Non mi converrebbe diventare una ditta individuale per avere meno freni? Dal punto di vista economico, sarebbe molto diversa la mia situazione, visto che già vengo trattata come una piccola azienda essendo la mia categoria riconosciuta, nell'ambito del modello unico, alla pari di chi organizza eventi mentre io devo limitarmi a svolgere traduzioni e servizi di interpretariato occasionali?
Qualora il passaggio non fosse così compromettente, anche per quanto riguarda il compenso da dare al mio commercialista, non sarebbe a questo punto meglio diventare subito una srl per evitare altri cambiamenti futuri? Ho idea, ma potrei sbagliare, che forse mi convenga stringere tanto i denti subito, visto che già mi sto allenando, per poi passare ad una situzione un po' più chiara piuttosto di continuare a rimanere a lungo in una posizione ibrida?
Grazie davvero del consiglio e mi scuso per la lungaggine.
Elena