@criceto said:
Tremendo caso di "esterovestizione" e di frode fiscale .... tra l'altro grossolano ed immediatamente "pizzicabile" da parte degli enti preposti.
puoi essere più dettagliato?
in quali punti non rispetta le regole?
@criceto said:
Tremendo caso di "esterovestizione" e di frode fiscale .... tra l'altro grossolano ed immediatamente "pizzicabile" da parte degli enti preposti.
puoi essere più dettagliato?
in quali punti non rispetta le regole?
stavo registrando un dominio .it e volevo mantenere privati alcuni dati del registrante (sol .it nome e cognome rimangono visibili).
nelle clausole scrivono:
"Il conferimento ai fini dell'accessibilità e diffusione via Internet è facoltativo; il mancato consenso non precluderà la registrazione ma solo la visibilità pubblica via interrogazione Whois dei predetti dati, nei limiti sopra definiti."
ovviamente spunto "non acconsente"
e in fase di registrazione spunta questo pop-up: "devi accettare tutti i contratti obbligatori prima di poter proseguire"
ma come? "il mancato consenso non precluderà la registrazione" e poi....
@superpanzer said:
ho provato a leggere il tuo quesito e non mi è molto chiaro cosa tu stia chiedendo
la tua domanda è:
non esattamente. Se la Ford "apre" uno stabilimento in Germania, richiede l'equivalente tedesco della partita Iva italiana (non so come si chiami). Io ho specificato che l'azienda extra UE non ha e non vuole avere partita IVA.
Ma continuando con il tuo esempio, ipotizziamo che la Ford USA anzichè aprire da sola, deleghi un terzista nella produzione della Focus in Germania. Un terzista, quindi non una controllata, nè una JV. Quel terzista poi emetterà fattura alla Ford USA (senz'IVA) ma poi la Ford USA penso sia obbligata ed esportare il bene fuori UE. Corretto?
@superpanzer said:
- vuoi sapere se una società extra-ue, può produrre o far produrre beni in europa e venderli in esenzione IVA dichiarando che sono importati?
no, non dichiara che sono importati, i beni sono già sul territorio. In caso di dichiarazione di impotrazione, immagino debba pagare dazi e iva, senza contare che si tratterebbe di una falsa dichiarazione, quindi non legale. Inoltre non ci sarebbero nemmeno documenti doganali.[/QUOTE]
@superpanzer said:
cioè sei interessato a capire come funzionano le triangolazioni?
cioè? Mi puoi spiegare meglio come vedresti una triangolazione in questo esempio? Questo credo possa essere interessante.[/QUOTE]
@superpanzer said:
intendi dire, ad esempio, che io produco un frigorifero e lo fatturo come 'consulenza per la conservazione degli alimenti'?
intendo dire:
a) azienda extra UE ordina produzione frigorifero a terzista in italia
b) terzista lo produce ed emette fattura per "consulenza"
c) azienda extra UE vende il prodotto all'interno dell'UE (dichiarando frigorifero in fattura) ma essendo azienda extra UE non c'è iva in fattura. Senza contare che che non ci sarebbero costi di importazione.
@eleiand73 said:
...in funzione dell'ecommerce.
intendevo dire, cosa ne pensate dell'ecommerce che offrono. Non come funziona.
Per intenderci mi basta una ecommerce "basic" con il minimo indispensabile per funzionare bene.
grazie
buongiorno, un'azienda estera extra UE, quindi senza partita IVA italiana, può far produrre in Italia e commercializzare (al dettaglio o all'ingrosso) in Italia e/o dentro territorio UE?
a prima vista io direi di no, però riflettendo e seguendo l'esempio sotto:
Un'azienda estera (extra UE) che chiamerò A può certamente produrre all'estero e vendere ad azienda (B) su territorio UE (che funge da importatore). I beni arrivano quindi in dogana, B li importa pagando relative tasse, dazi, iva, ecc...e poi B può tranquillamente rivendere.
Però potrebbe funzionare anche all'opposto, ovvero B produce e vende ad A, quindi B manda la merce in dogana italiana, esente da iva, la dogana gli rimanda la bolla vistata (in modo da garantire che la merce sia effettivamente uscita dal territorio e quindi giustifichi la fattura iva esente). Quindi con fattura e bolla, B può giustificare l'accredito che A gli ha fatto dall'estero. E fin qui è tutto regolare.
Però A potrebbe anche ordinare un servizio a B, anzichè un bene tangibile, quindi A emette fattura per "servizio" e non esiste quindi bolla doganale.
Quindi abbiamo appurato che A può sia acquistare che vendere a B senza che entrambi violino alcuna legge.
A questo punto allora, chi vieta ad A di ordinare prodotti a B (pagandoglieli magari come servizi anzichè come prodotti, così da non rendere necessaria bolla vistata, altrimenti A dovrebbe pagare l'iva).
Poi A quei prodotti li vende a:
Dove sbaglio?
So bene che ci sono delle leggi e che vanno rispettate, ma se non ho fatto errori nel mio esempio, è possibile per azienda estera, far produrre e commercializzare su territorio UE.
Mi piacerebbe un parere di esperti. grazie
ciao, cosa ne pensate dei servizi di pop.it??
soprattutto in funzione dell'ecommerce.
il sito non si chiamerebbe come l'azienda e potrebbero risalire a me solo se effettivamente comprassero, dato che dovrei emettere fattura e dalla fattura....
buongiorno.
sono in procinto di registrare dominio+hosting con runbox.com e richiedere il servizio privacy per oscurare ogni riferimento personale in caso di WHOIS.
Il sito messo online sarà un sito vetrina di attività commerciale (per ora non ecommerce, in futuro si vedrà). L'attività è totalmente lecita e legale, con regolare pagamento di tasse e emissione fatture, ecc...
Vorrei sapere se la scelta di proteggere la privacy possa in qualche modo influenzare o rendere più complicate le procedure di indicizzazione del sito in google e altri motori di ricerca.
Non mi occuperò io di questa parte ovviamente ma verranno incaricati esperti a tempo debito, ma per allora il dominio sarà già acquistato e l'hosting sarà operativo.
Non vorrei quindi comprare qualcosa che poi non vada bene o che mi si rivolti contro in termini di indicizzazione.
grazie
ho un dominio .com con aruba ma non mi è mai capitato di imbattermi in questa possibilità, ovvero di mantenere il whois privato.
Ora, volendo registrare un nuovo dominio .com, quale fornitore mi consigli? escludendo i soliti noti italiani. Intendo dire, se tutti offrono di mantenere riservatezza, quale è il miglior rapporto qualità/prezzo?
Considerando che mi occorre un semplice sito vetrina, che non avrà tantissime visite in contemporanea, no ecommerce o altri servizi specifici
Per intenderci, potrei dire che il servizio base offerto da aruba va benissimo)
l'unica cosa è che il sito deve essere facilmente raggiunto da qualsiasi paese nel mondo.
grazie
ciao, vorrei mettere online un sito relativo alla mia attività commerciale. Immaginavo un sito .com
So che se lo registro a mio nome (o quello della società, ammesso sia possibile) risultano essere dati pubblici e chiunque può verificare online anche in modo gratuito (WHOIS).
Vorrei fare in modo che questi dati non siano visibili a chiunque per riservatezza relativa al mio business.
Ovviamente so bene che se un cliente accede al mio sito e tramite quello conosce i miei prodotti e me li acquista (no ecommerce), il nome della mia azienda sarebbe evidente sulla fattura anche se non visibile online, ma questo non mi interessa molto. Vorrei più che altro che i miei competitor non sappiano immediatamente che quel sito è riconducibile a me o alla mia attività.
Stavo vedendo questo sito runbox.com che sembra offrire un servizio di "oscuramento" dati, credo intestandosi loro i sito ma lasciando a me libera autonomia su di esso (purchè nei limiti di legge).
Cosa ne pensate? ne conoscete altri?
So che c'è godaddy ma ho visto che risulta più costoso.
Importante è che sia anche una società seria perchè poi a quel dominio assocerò delle caselle email che dovranno per forza sempre funzionare egregiamente.
Attenzione: non ho intenzione di infrangere la legge, non è nulla relativo al copyright, nulla di porno, droghe, armi, ecc.... E' solo una necessità legata alla mia attività commerciale, già peraltro avviata da tempo e perfettamente in regola con tutte le leggi.
grazie
Ciao, intanto mi presento.
Vengo al dunque. Ho scovato questo forum e penso che possa essere utile per trovare una risposta ai miei quesiti fiscalburocratici.
Vorrei intraprendere un'attività di produzione e vendita di prodotti artigianali.
Si tratta di prodotti fatti in legno per la casa, vorrei iniziare a produrli e a darli in conto vendita prima ai piccoli negozietti del paese e poi cercare di espandersi sempre più.
Che tipo di pIVA serve? commerciante, artigiano, è un'impresa oppure una professione?
Parallelamente, visto che a questo punto avrei già aperto la pIVA vorrei anche vendere in internet articoli classificabili come ricambia auto. Per questo fare un portale di ecommerce.
Il settore auto/moto e ricambi è un po' il mio hobby e vorrei fare in modo che possa diventare anche un lavoro.
Alcuni articoli verranno progettati da me e fatti realizzare ad artigiani che già conosco, altri invece verranno acquistati per poi essere rivenduti; quindi i primi sarebbero prodotti di artigianato, i secondi invece sarebbero semplice attività di commercio.
Secondo voi con la pIVA di artigiano del legno descritta sopra, potrei anche vemndere i ricambi auto/moto?
Grazie e buon Natale a tutti...
Ma quant'è il guadagno di una procacciatore d'affari? Va in percentuale suppongo; sì ma quanto?