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    • RE: Virgilio è tornato

      Ciao Hotshot!
      Osservazione interessante!

      Replicherei, ma rischio di andare OT
      meglio aprire un altro post in merito
      ttp://www.giorgiotave.it/forum/web-marketing/53249-la-tv-puo-influenzare-il-giudizio-su-un-sito.html#post355820
      ti va di continuare a parlarne?

      postato in Web Marketing e Content
      D
      dario
    • La TV può influenzare il giudizio su un sito?

      tutto nasce da un mio intervento a un post di Calogero Dimino
      e dalla risposta di hotshot

      Non so quanti di voi hanno la fortuna di lavorare per aziende che investono sia nel web sia nella tv.
      E non so quante di queste aziende usino l'advertise televisivo come spinta per promuovere gli investimenti nel web.

      Comunque la domanda è semplice: quanto una campagna tv può influenzare il giudizio su un sito web?

      Io credo che la tv influenzi tantissimo il giudizio della gente. 2 esempi:[INDENT]La sciura Maria è di fronte ad uno scaffale di pasta: ha la possibilità di scegliere tra decine e decine di marche. La consapevolezza della sua libertà è in lei molto forte. Lei SA di poter scegliere e SA che sceglierà ciò che vuole, non ciò che la tv le ha proposto. La tv è cattiva maestra, fa male alla gente, si vedono un sacco di zozzerie. Ma queste cose non fanno per lei. Lui sa cosa scegliere. E sceglierà Barilla.

      Drugo gira per il centro commerciale: vuole fare un regalo alla sua ragazza. La consapevolezza della sua libertà è in lui molto forte. Lui SA di poter scegliere e SA che sceglierà ciò che vuole, non ciò che la tv gli ha proposto. La tv è noiosa, sempre uguale, è una cosa da vecchi, mai nulla di divertente. Ma queste cose non fanno per lui. Lui sa cosa scegliere. E sceglierà un gioiello Tribe by Breil.
      [/INDENT]In questi casi due consumatori di due target molto diversi sono stati abbindolati dalla pubblicità. L'effetto della pubblicità non è stato immediato, ma si è protratto fino allo scaffale.

      Sul web accade la stessa cosa?

      Per correttezza (e anche perchè, onestamente, mi è difficile confutarla altrimenti) quoto l'osservazione di Hotshot (che invito a prender parte alla discussione)
      @Hotshot said:

      La televisione potrebbe anche farti pensare di esserti innamorato di un nuovo sito, ma quando "lo spettatore" della televisione, si trasforma in "utente" di internet, le cose cambiano.

      Lo spettatore, non riesce a fare una comparazione, quando è in passivo, trasformatosi in utente, è attivo, non è passivo, puo' ragionare, il suo pensiero critico non è abbassato dal messaggio pubblicitario della televisione,
      e proprio per questo, potrà fare le sue scelte, e quello che prima la televisione gli aveva trasmesso(emozioni, desideri ecc...) possono venir soddisfatti, oppure no.

      Io credo che la tv ci regali un sacco di informazioni, e soprattutto ci regali la libertà di scegliere cosa ci piace. Ma questa libertà è soltanto uno strumento di controllo (matrix docet).
      Se una pubblicità ci fa schifo è perché è stata pensata per farci schifo, in modo da poterci illudere di saper scegliere, in modo che quando noi acquistiamo un prodotto pubblicizzato in tv, siamo *convinti *di farlo esclusivamente perchè si tratta di una nostra scelta. E questa convinzione è tale che la sciura Maria acquisterà *Barilla *anche dopo aver provato una pasta di qualità migliore.

      La storia della comunicazione ci insegna che è sufficiente una campagna stampa per far si che milioni di italiani contrari alla pena di morte diventino favorevoli, e viceversa. Certo, esistono persone con ideali saldi e immutabili, ma esiste una buona fetta di popolazione facilmente manipolabile. Quella gente rimane passiva anche quando si allontana dalla tv per recarsi al supermercato, per andare a votare o per navigare sul web.

      E, a sostegno della mia posizione, vi linko un articolo interessante: 'The ROI of Television Advertising' (in inglese, ovviamente)

      Voi che ne pensate: il potere mediatico della tv è in grado di ridurre, se non annullare, lo spirito critico di molti utenti?

      postato in Web Marketing e Content
      D
      dario
    • RE: Virgilio è tornato

      @Calogero Dimino said:

      "Virgilio è tornato!
      Collegati subito a www.virgilio.it,
      il primo portale italiano vi aspetta numerosi!"
      l'avevo presa per una call-to-action di Calogero e stavo per cliccare senza pensarci su 😄

      Ciao a tutti!
      Ciao Calogero! quanto tempo!! Mi mancavano i tuoi post!

      La recente storia di Virgilio è piuttosto travagliata e se ne trovano tracce anche in questo forum:

      http://www.giorgiotave.it/forum/web-marketing/4629-virgilio-sparisce.html
      http://www.giorgiotave.it/forum/web-marketing/10142-design-luovo-di-virgilio-si-e-rotto-e-perde.html
      http://www.giorgiotave.it/forum/posizionamento-nei-motori-di-ricerca/11672-cambio-dominio-da-virgilio-ad-alice.html

      Cattiva gestione, miopia strategica o intrighi politici interni alla telecom hanno lentamente e inesorabilmente sgretolato l'immagine (e non solo) del bello di internet.

      Per correttezza vi informo che le uniche pagine di virgilio da me usate con continuità sono il rimario e il vocabolario sinonimi e contrari (non per la loro eccellenza, ma per la mancanza di voglia di cercare altre fonti), entrambe appartenenti al portale verticale "Sapere" che, a parte header e dominio non è praticamente cambiato nel corso degli anni.

      Ed ora, mentre fa bella mostra di se l'ipTv di Alice, torna virgilio, in una veste diversa e un pò 2.0. Ci ho dato un'occhiatina veloce veloce: ha pure le tag cloud (un fenomeno ancora ignorato da molti big del web, troppo governati da logiche meramente tecniche), è più raffinato e chic nella forma, ma sembra un pò rozzo e provinciale nei contenuti (in home page ho notato 2 calciatori in posa pastica, un sederino femminile con un paio di shorts e il link alla sezione 'donne' [a parer mio un pò maschilista]; nella pagina 'video', invece, fanno bella mostra di se tag come loretta goggi, minigonna, champions league, lamu).

      Uno chic-buzzurro figlio di papa? un Lapo Elkhann del web? farà la fine che tutti ci aspettiamo?

      Non saprei. Virgilio può contare su un alleato potentissimo: la televisione.
      Fai passare una bella pubblicità di Virgilio dopo Beautiful, e torme di casalinghe, fidelizzate clienti web di esselunga, si fionderanno sul nuovo-vecchio portale.
      Manda in onda in coda a *Striscia *uno spot comparativo in cui si dice che virgilio è più 'made in italy' di google, e milioni di italiani abbandoneranno il motore californiano per la patinata meraviglia nostrana.
      La televisione fa in modo che milioni di persone cambino scelte politiche in maniera radicale, cambino la propria idea sull'aborto, l'eutanasia e la pena di morte.

      ** Penso che con un alleato come la televisione ci si possa permettere di cambiare** template, contenuti e strategia comunicativa senza timore di perdere un solo utente e con la certezza di guadagnarne parecchi.

      certo, se poi virgilio, aiutato dalla tv, dovesse funzionare, che a nessuno venga in mente di copiarne la strategia (a meno che non disponga di un gruzzoletto da spendere in pubblicità tv)

      postato in Web Marketing e Content
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      dario
    • RE: Study Case: .aquathermal.it

      ciao cyrusdezign

      Il sito risulta molto gradevole ed elegante (si vede che fai il grafico). Quoto Paola_mi: unico neo da questo punto di vista è l'immagine nella pagina prodotti.

      Ci sono altri peccatucci che mi permetto di elencarti:

      .: Il testo azzurro su fondo bianco, sebbene fortemente in sintonia con il brand, rischia di essere poco visibile a schermo. Per il menu sarebbe meglio usare un colore più scuro o almeno aumentare il corpo del carattere

      .: Nella pagina "contatti" c'è un problema simile sui titoli dei campi del form da compilare, soprettutto dove questi si sovrappongono anche ai toni un pò piu scuri dello sfondo.

      .: Sempre sulla pagina "contatti": sarebbe meglio avere campi del form con lunghezze diverse, in modo da suggerire meglio all'utente il loro contenuto. I campi 'Telefono', 'Fax' e 'e-mail' dovrebbero essere più corti. Stessa cosa per il campo 'cap'.

      .: La dimensione di 10px dei testi nelle pagine è un pò troppo piccola. So che poi la pagina rischia di diventare troppo lunga, ma da un monitor con risoluzione di 1280X1024 e oltre la lettura potrebbe risultare difficoltosa.
      Sarebbe meglio tenerle di 12px come nella pagina "dove nasce" (anche per mantenere una certa coerenza grafica: l'utente si abitua a leggere un testo di una certa dimensione e poi, alla pagina successiva, lo trova più piccolo).
      Tra l'altro la pagina "dove nasce" risulta molto ben organizzata: i paragrafi sono relativamente brevi e hanno tutti un titolo.

      .: Sempre sul testo: il sovrapporsi di testo e immagine nella pagina "anima termale" rende un pò difficoltosa la lettura (ok, lo ammetto, qui rasento il rompiballismo)

      .: Ogni tanto il menu in flash fa i capricci e non apre le pagine (anche se non so il perchè)

      .: Il menu, nella pagina "dove nasce", si comporta come se ci si trovasse nella pagina "download" (l'errore è nel settaggio della variabile del flash alla riga 59 <param name="flashvars" value="aqlocation=download&aqlang=ita"/> )

      .: Nella mappa del sito manca il link alla pagina "prodotti". Inoltre l'uso dell'azzurro per differenziare il livello di importanza dei prodotti genera gli stessi problemi di leggibilità che ho evidenziato all'inizio.

      .: Il link "english product" non porta a nessuna pagina. Ti suggerisco di disabilitarlo o, meglio, di toglierlo finchè il sito in inglese non sarà disponibile. Personalmente tre l'altro non apprezzo particolarmente le pagine del tipo 'entra nel sito' con i link alle diverse lingue, preferisco avere immediatamente l'idea di quello che mi si sta proponendo senza dover cliccare su un link.

      .: Dulcis in fundo: il principale problema del sito è la** non chiarezza del suo obiettivo**:
      Hai scritto che il sito si rivolge fondamentalmente ai punti vendita, ma la cosa non viene fuori dai contenuti.
      **Unici segnali **da questo punto di vista sono il campo "azienda" nel form della pagina "contatti" e i contenuti della pagina "download" (è più probabile che sia un rivenditore piuttosto che un cliente a voler scaricare desktop e screensaver di un cosmetico). Ma sono segnali troppo deboli.
      Mi dà l'idea che i contenuti riprendano in qualche modo quelli di una brochure cartacea. Se però la destinazione della brochure ai punti vendita risulta evidente (semplicemente perchè viene consegnata direttamente a loro) nel caso del sito il visitatore non sa se ti stai rivolgendo a lui oppure no. Un rivenditore potrebbe pensare di trovarsi di fronte ad un sito pensato per i clienti e non arrivare neppure alla pagina contatti.

      Magari cambiando la voce "contatti" in "per i rivenditori", "diventa rivenditore" o qualcosa di simile, il sito potrebbe in maniera un pochino più evidente e, soprattutto, senza aggiungere pagine o sconvolgere i sudati e degnissimi contenuti testuali, comunicare meglio il suo obiettivo (provo a mettermi nella testa di un rivenditore: "se c'è scritto 'rivenditori' nel menu vuol dire che vi rivolgete a noi e non ai clienti finali")

      Spero di essere stato d'aiuto
      e di non essere sembrato troppo rognoso (non era mia intenzione). Come è già stato espresso il lavoro è complessivamente molto buono

      postato in Help Center: consigli per il tuo progetto
      D
      dario
    • RE: Realizzazione di un video: come fate branding?

      @Giorgiotave said:

      Io GT realizzo un video/tutorial su come ottimizzare un Cms.
      Un po' di domande per inquadrare meglio lo scenario:

      A che **pubblico **ti rivolgeresti?
      .:. A chi già conosce il forum GT?
      .:. A chi ancora non lo conosce?
      .:. A chi ne ha sentito parlare?
      .:. ...

      Che **tipologia **di video vorresti realizzare?
      .:. Un mini-documentario?
      .:. Del materiale informativo?
      .:. Uno pseudo-spot?
      .:. ...

      Su quali **canali **vorresti veicolarlo?
      .:. Tramite youTube?
      .:. Attraverso una landing page?
      .:. Attraveso cdRom/dvdRom da conferenza?
      .:. ...

      Quante/quali **risorse **avresti a disposizione?
      .:. Professionisti?
      .:. Amatori?
      .:. Amici con videocamera e movie maker?
      .:. ...

      In ciascuno di questi casi si dovranno utilizzare diverse tecniche.

      Hai alcuni esempi di video, magari attinenti al SEO/SEM, in modo da **confrontarli **insieme?

      postato in YouTube
      D
      dario
    • RE: [Incontri] Vieni alla birrata SEO/SEM a Milano!

      aggiungi anche me, così sarò il primo in ordine sterilmente alfabetico 😄

      postato in News Ufficiali da Connect.gt
      D
      dario
    • RE: Cosa ne pensate di Second Life per fare adv?

      @Luca
      La mia critica era specifica verso il WWW, non verso internet nel suo insieme (di cui Second Life fa parte).

      Alcuni vantaggi che SL può portare riguardano:

      ** Relazioni interne in un'azienda destrutturata:**
      Citando l'articolo di Punto Informatico linkato nel precedente post, nessuna chat, e-mail o videoconferenza avrebbe permesso a IBM di radunare oltre 150.000 persone in 72 ore per una sessione di brainstorming circa un investimento di 100 milioni di dollari.

      ** Applicativi di e-learning:**
      Probabilmente il maggior punto di forza rispetto ad altri applicativi in rete: il client è gratuito ed estremamente immersivo e i contenuti sono realizzabili tramite lo stesso client. Provate a pensare alle potenzialità circa l'insegnamento della programmazione ad "oggetti" in un mondo dove gli oggetti per funzionare vanno programmati! 🙂

      ** Crm:**
      Avere un punto di contatto "tangibile" (anche solo virtualmente) dove "persone" (anche se avatar) interagiscono con i clienti può migliorare sensibilmente la percezione che questi hanno di un'azienda (ovviamente, target permettendo).

      ** Rapporti interpersonali:**
      Nessuna chat, irc o e-mail produce una simile proiezione dell'utente, consentendogli non solo di personalizzare il suo aspetto in maniera estremamente particolareggiata, ma anche di generare movimenti del corpo ed espressioni facciali che vanno ben oltre gli emoticon.

      Tuttavia...
      Non mi stupisce il mare di perplessità che ruota attorno a SL: per molte persone non è nulla più di un gioco, per altre è "solo una chat 3d", per altri è una "brutta copia virtuale" del mondo. Il mio più grande dubbio, invece, l'ho espresso qualche post più su: com'è che grandi aziende ci investono (non molto, ovviamente, rispetto agli altri media, ma sempre un bel pò più di niente) anche se la massa di utenti non è ancora arrivata?

      @luca said:

      Aggiunta--------------------
      Ho trovato questo post dove sono molto interessanti i Commenti 😉
      http://www.marketingroutes.com/2007/02/10/i-trend-che-vorrei-per-il-2007/
      I commenti al post circa Second Life esprimono molto bene le opinoni che attualmente girano in merito.
      Da un lato abbiamo i fanatici del si e dall'altro i fanatici del no. Trovo molto interessante questa impossibilità di rimanere indifferenti di fronte a questo strumento.

      Provo a tirare le somme (cercando un punto di incontro) alla luce di un illuminante discorso odierno di Leandro Agrò:
      Second Life è un applicativo web, così come i browser, i software di voIP, software di pear to pear, i client e-mail, ecc.
      Ognuno di questi è più adatto per alcune attività e meno per altre:
      Lasciamo da parte gli strumenti monotask (voIP, P2P, e-mail) e soffermiamoci su SL e www.
      Con Second life è difficile (non impossibile, ve lo assicuro) leggere un blog, realizzare documenti testuali o telefonare. In pratica tutte le attività di tipo operativo sono più adatte al web, mentre rispetto al web SL vince a livello esperienziale. Nessun sito ti da l'immersività di un ambiente 3d multiutente e nessun e-commerce ti da la propensione all'acquisto di impulso di un "vero" negozio virtuale.
      Nonostante questo mio tirar le somme faccia pendere la bilancia poetico-oratoria verso SecondLife, spero sia chiaro che per me non si tratta assolutamente di una alternativa al web.

      @LaCollegaPreferita
      Per ciò che riguarda l'usabilità del Client occorre distinguere tra chi su SL ci "vive" e chi ci "lavora".[INDENT]Piccolo excursus sugli utenti medi: Il target di SecondLife è un pò particolare: è il mondo virtuale con il maggior numero di utenze femminili (e sottolineo utenza reale, non apparenza dell'avatar). Il 50% degli utenti appartengono al gentil sesso più che altro nella fascia over 30 arrivando anche agli over 50. Insomma, a livello mondiale SL è uno strumento per "grandi" e sicuramente non per nerd (al contrario di quello che in Italia si è portati a pensare).
      [/INDENT]Progettare e realizzare oggetti è tutt'altro che facile per l'utente medio: i tool di sviluppo sono abbastanza legnosi e i comportamenti degli oggetti (a partire dal banale aprirsi di una porta) vanno scriptati con un linguaggio proprietario.
      Ma muoversi all'interno del mondo è estremamente semplice. Una volta imparato come ci si sposta e come si interagisce con un oggetto (cliccandoci) il più è fatto. Per una persona totalmente digiuna di web sociale è più facile muovere i primi passi su SecondLife che su un blog. Questo perchè in SL un oggetto ben realizzato ha una affordance che nessun link testuale e nessuna barra di menu potrà mai avere. Inoltre la natura "ludica" dell'ambiente rende l'apprendimento estremamente rapido.
      L'usabilità riguarda ovviamente l'ambiente, non gli oggetti in esso presenti i quali sono comunque realizzati dagli utenti e dipendono dalla capicità di questi; avremo quindi oggetti più usabili e oggetti meno usabili (come nel web e nella vita di tutti i giorni).

      Riprendendo l'argomento advertising:
      Il placement può spingersi fino all'ipotesi di aprire una attività parallela con dipendenti "reali" (come nel caso di Gabetti) in grado non solo di fare un pò di branding verso la FirstLife, ma anche di produrre utili in SL.[INDENT]Piccolo excursus SEO: Gabetti, che ha tuttora investito 50.000 euro in SecondLife, non appare su google nè in prima nè in seconda pagina (nè tra i link sponsorizzati) per chiavi come "vendita case gabetti" o "acquisto case gabetti" o "affitto case gabetti".
      [/INDENT]Comunque SecondLife non è un ambiente creato per l'advertising nonostante al momento sia particolarmente "hype" farlo. I modelli di business più redditizi sono stati principalmente quelli interni al sistema: real estate, vendita di oggetti, locali a pagamento, sesso e scommesse.
      Inoltre, citando ancora una volta il caso IBM, fare business non significa necessariamente fare branding o produrre utili.
      Ovviamente ciò non significa che l'advertising tenderà a sparire: può benissimo sopravvivere, magari semplicemente come cartellonistica interattiva, con un bel link ad un e-commerce sul web (è possibile con un semplicissimo script linkare un sito web da SL).
      Dopotutto anche il mondo reale non è un ambiente creato per l'advertising, eppure ne siamo sommersi 🙂

      Si può anche ipotizzare un trend in cui SecondLife diventerà un mondo a se con advertising interno al sistema stesso (attualmente presente ed estremamente efficace).

      Si può addirittura ipotizzare che l'ambiente stesso passi da mera imitazione della realtà a ricerca di scenari totalmente irrealistici.
      ** La cosa è forse inquietante?**
      A parer mio tutto ciò che sottrae occhi e orecchie dalla macchina lobotomizzatrice chiamata televisore è comuque salutare per l'intera collettività. 🙂

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      dario
    • RE: Cosa ne pensate di Second Life per fare adv?

      Aggiungo una news dell'ultimissimo minuto:
      Gabetti ha presentato poche ore fa un progetto da 50.000 euro su Second-Life

      per saperne di piu...

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      dario
    • RE: Cosa ne pensate di Second Life per fare adv?

      @luca said:

      L'unica cosa è che il tutto può vedersi con un grande Cartoon più o meno interattivo con tanta pubblicità...
      Anche il WWW può essere visto come un grande Cartoon più o meno interattivo con tanta pubblicità.;)

      Ripeto, il modo di fare advertising su second-life non è la pubblicità all'interno del sistema stesso. Molto più facile, invece, che la presenza su SL del proprio brand generi dei ritorni di immagine off-line.

      Per quanto riguarda gli utenti, la "coolness" di second life deriva dal fatto che non esiste nessun ambiente, edificio, avatar che non sia stato generato dagli utenti stessi.
      E, ovviamente, dal fatto che il denaro con il quale si comprano e vendono oggetti non è per nulla virtuale. Il giro di affari nelle ultime 24 ore su second life ammonta, nel momento in cui scrivo, a un milione e mezzo di dollari americani.

      Per quanto riguarda le aziende, invece, SL è un ulteriore canale attraverso il quale presentare il proprio brand. Perchè avere un sito con un oggetto flash che presenta l'ultimo modello di un'auto che l'utente può ruotare a 360°, quando si può presentare un modello 3d sul quale è possibile salire e "guidare"?
      Altri vantaggi per le aziende? leggiti questo articolo su punto informatico su come IBM usa il suo "terreno virtuale" (ulteriori approfondimenti in lingua inglese sull'argomento in questo wiki.)

      Un ultimo appunto: second life ha enormi potenzialità dal punto di vista dell'e-learning (e non solo per il fascino che può suscitare ad un ragazzino) al punto che diverse università stanno già utilizzando questo ambiente a scopo didattico.
      Segnalo in merito secondlearning.it

      postato in Web Marketing e Content
      D
      dario
    • RE: Cosa ne pensate di Second Life per fare adv?

      @baba said:

      Ma come faccio in SL a sapere quale azienda ha uno spazio e dove?

      Mi spiego: noi siamo abituati a digitare una stringa in un motore e andiamo a vedere i risultati. In second life, ora ma anche in futuro con l'espandersi della community, come fa uno ad andare a trovare lo spazio di una azienda X piuttosto che Y?
      Anche Second Life ha un suo "motore di ricerca" (edit-->search da menu, oppure *ctrl+f *da tastiera per aprirlo) organizzato per gruppi, persone, luoghi, eventi. Digitando il nome di un'azienda sotto "luoghi" troverai la sua isola (sempre che ci sia).

      @baba said:

      E poi: anche comprandosi un'isola occorre qualcuno che realizzi eventi e via dicendo su questa giusto?
      Ovviamente, a meno di non avere le competenze per farsi tutto "in casa". Tutto in Second Life è realizzato dai suoi utenti: oggetti, case, persino i gesti degli avatar. E il mercato in Italia è ancora giovane e affamato di talenti in questo campo.

      Ora ho un pò troppo sonno, ma domani cerco e posto qualche link in merito a SL
      Anche se nulla è come gironzolarci.

      postato in Web Marketing e Content
      D
      dario
    • RE: Cosa ne pensate di Second Life per fare adv?

      Io sto su Second Life da qualche mese (anche per lavoro)

      Anche se attualmente a farla da padrone sono Sesso e Scommesse, ci sono diversi Big interessati alla cosa: IBM, General Motors, Toyota, Dell, Cisco Systems, Sun Microsystem, Reuters, solo per citarne alcune.
      Ma il mercato è pronto per second life? Probabilmente è ancora presto per parlare di boom (al momento siamo solo a 4milioni di residenti), ma il sistema è in continua evoluzione: sono stati rilasciati i sorgenti del client e si parla di chat vocale imminente. La cosa strana è che le aziende stanno investendoci prima che ci sia un vero boom da parte degli utenti.

      Ovviamente parlare di advertising su Second Life non vuol dire mettere un bannerino o una copia "virtuale" del prodotto, ma investire in progetti di comunicazione un pò più complessi.

      Al momento è molto "Hype" avere la propria isola (solitamente una intera SIM da 65000"metri quadrati") dove si allestiscono eventi, e sicuramente un evento One-Shot ha una potenza elevata (vedi radio Deejay), ma per tenere alta nel tempo l'audience bisognerà proporre progetti più ambiziosi.

      Una nota sul futuro di Second Life: le potenzialità di questo sistema dipendono soprattutto da quanto viene spinto dai grossi brand che ci investono e dalla nascita di progeti paralleli Second Life / First Life. Un esempio tutto italiano: siete stati al Meet The Media Guru a Milano? Avreste visto John Maeda contemporaneamente sul palco della mediateca e sul megaschermo di Idearium in Second Life.

      • [marketta mode on]*
      • In merito alla questione "futuro di Second Life in Italia" vi rimando anche ad un comunicato stampa dove si parla di MTV e di Second-Key
        [marketta mode off]*
      postato in Web Marketing e Content
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      dario
    • RE: Fiducia dei clienti: è giusto darla per scontata?

      Ricordo un post estivo di sulla fiducia (se volete rinfrescarvi la memoria) e noto che il clima è passato dallo sconforto alla proattività. Ottimo! 🙂

      Riprendo un po' quanto espresso allora:

      Acquistare è un'esperienza e, in quanto tale, deve gratificare. Ovviamente, un acquisto accompagnato da sfiducia non sarà mai gratificante.

      La fiducia dei clienti si gioca su tre differenti campi:
      ** 1| **Fiducia nel negozio: dietro all'e-commerce c'è qualcuno che voule vendere e non qualcuno che mi vuole fregare
      ** 2| **Fiducia nel prodotto: ciò che acquisto è ciò che mi aspetto
      ** 3| **Fiducia nel sistema: la consegna avviene entro i termini stabiliti, il prodotto arriva intatto, ottengo un rimborso in caso di disservizio ecc.

      Il primo e il secondo punto valgono per qualsiasi cosa si venda attraverso qualsiasi canale: e-commerce, minimarket, televendita, ecc. Perchè pochi occidentali acquistano abbigliamento nei negozi cinesi?
      Il terzo punto, invece, è specifico del sistema e-commerce. Non che gli altri meccanismi di vendita siano esenti, solo che si tratta di sistemi diversi che prevedono metodi diversi per ottenere la fiducia del cliente.

      Ovviamente, in un mondo perfetto, chi realizza un e-commerce dovrebbe avere tutti gli strumenti per infondere nell'utente fiducia nel negozio, nel prodotto e nel sistema. Purtroppo ogni strumento ha un costo (in tempo o in denaro) quindi occorrerà spendere di più in un punto e di meno in un altro.

      Tuttavia, a seconda della tipologia di prodotto, i tre punti giocano una importanza differente.[INDENT]Qualche esempio:**

      Prodotti **senza peso: software scaricabile, documenti elettronici, immagini, template web, modelli 3d, suonerie. Qui il "sistema" è particolarmente affidabile: il prodotto è disponibile immediatamente e l'esperienza di acquisto non subisce l'ansia da attesa che solitamente accompagna l'e-commerce. Tutto si gioca sul convincere il cliente che non lo si vuole fregare e che il prodotto è di qualità (si fornisce una demo, o un abstract, per esempio)

      ** Prodotti noti e prodotti ignoti**: la marca è indubbiamente una garanzia per il cliente: se ho già provato la marca X e l'ho apprezzata, sarò propenso a riacquistarla. E qui, ovviamente, l'ansia da attesa la fa da padrona, fino al punto di riversare sull'e-commerce le colpe del corriere che non consegna il prodotto in tempo.

      Certo, esistono casi in cui il peso della marca può essere basso (o nullo). Penso all'affitto di case-vacanza o a marchi locali venduti a livello globale: In questo caso il venditore diventa "marca". Il formaggio che compro da Tizio è più buono di quello che compro da Caio, quindi sarà più buono anche il suo prosciutto. C'è da aspettarsi un comportamento simile anche in un e-commerce, nel caso in cui si vendano prodotti unbranded? Se così fosse il primo e il secondo punto verrebbero a coincidere.
      [/INDENT]Termino farcendo la domanda di **Fuffissima

      ** In un e-commerce:
      quali sono gli elementi utili per incrementare la fiducia nel negozio?
      quali sono gli elementi utili per incrementare la fiducia nel prodotto?
      quali sono gli elementi utili per incrementare la fiducia nel sistema?

      Credo che le risposte ci siano già, si tratta solo di riorganizzarle

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    • RE: il valore strategico del search advertising

      Ti segnalo anche, dalla Newsletter di Sems, un illuminante (almeno per me) articolo sulle strategie di branding attraverso i motori di ricerca

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    • RE: Turismo: le keywords che convertono

      Immaginiamoci una tipica situazione di ricerca + booking
      ovvero, costruiamo un esempio partendo dagli interventi di Gaia, alexs2k e Fuffissima

      ** 1) il desiderio**
      Gianni vuole passare un week-end a Roma

      ** 2) la ricerca**
      Fa una ricerca "hotel roma" oppure "alberghi roma" oppure "albergo roma"

      ** 3) la navigazione**
      A questo punto si fa un giretto tra vari siti.
      Gianni non è un internauta espertissimo: non usa il tabbed browsing e non distingue i premium links dai risultati "biologici" (biologici=organic).
      Però ha pazienza e sa che in internet tutti ti vogliono fregare, quindi si gira una decina di siti.
      **
      4) la tecnica**
      Durante la ricerca ci sono un paio di alberghi che gli piacciono. Gianni prende carta e penna (non è abbastanza sgamato da usare il blocco notes nè da aggiungere il sito tra i preferiti) e si segna nomi, prezzi e posizione "hotel Tizio, 150 euro, via del Seminario" e "hotel Caio, 180 euro, via Cavour". Gianni continua la ricerca ancora un pò, ma non trova altri alberghi così allettanti.

      ** 5) la scelta**
      A questo punto, Gianni ci pensa un pò su: l'hotel Tizio costa meno, ma l'hotel Caio è più vicino ai Fori, al Colosseo e al parco di Traiano, quindi decide di andare all'hotel Caio.

      ** 6) la keyword che converte**
      E che cosa farà adesso Gianni, che non usa il tabbed browsing, nè i preferiti, nè la history?
      Aprirà il suo motore di fiducia e cercherà "hotel Tizio".

      ** Morale della favola:**
      Le keywords che convertono di più sono quelle che denotano una precedente acquisizione di informazioni circa la struttura dove alloggiare.
      Questo perchè chi digita questè keyword ha già maturato l'idea di acquistare, non perchè le keyword effettivamente abbiano un qualche mistico "potere di conversione".

      Per concludere, se non si fosse già capito, concordo con Fuffissima e la mia risposta alla sua (retorica) domanda

      La valutazione sulla redditività della singola chiave è davvero il metodo più corretto di procedere nel search engine marketing?è, ovviamente, "no".

      E consiglio a tutti voi SEO/SEM di mettervi attorno a un tavolo e di pensare ad un metodo di valutazione che esprima al meglio i risultati del vostro lavoro. Analisi per click, impression o action, hanno di positivo l'economicità, la facilità di comprensione per un SEO/SEM e la difficoltà di comprensione per un cliente, ma non sono affatto strumenti attendibili, indipendentemente dal sistema utilizzato. E questo è un fatto di cui i responsabili marketing si stanno pian piano rendendo conto.
      Se non volete diventare schiavi di metodi-fuffa creati da mega istituti di ricerca (come è successo per la pubblicità tv e l'auditel) date ai vostri clienti uno strumento di valutazione un pò più serio, che metta in luce aspetti di branding, che mostri l'integrazione delle vostre campagne nel marketing-mix, che assegni alla R di ROI un valore che non dipenda solo dal venduto. Il vostro è un mercato in crescita, ma se continuerete a soffermarvi su aspetti "tecnici" vedrete a breve strapparvi dalle mani lo scettro del potere da persone più abili da un punto di vista "strategico".

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    • RE: :: Auguri Cibino !!! ::

      eccomi, eccomi, ci sono anch'io!!

      AUGURISSIMI CIBINO!!!!

      (p.s. appena ho 1 altro istante libero rispondo anche al tuo post)

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    • RE: Un motore di ricerca accessibile...come?

      vi segnalo a riguardo un contributo video dal World Usability Day 2005 di Roma:
      Accessibilità ed usabilità dei motori di ricerca di Bernardini Andrea (F. Ugo Bordoni) e Bianchi Luca (Istituto Statale Sordi, Roma)

      Il focus è puntato sugli utenti con disabilità uditive, ma offre comunque spunti interessanti

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    • RE: Italiani senza web fiducia

      Quando la gente acquista nel mondo reale, lo fa in maniera abbastanza 'standard':
      Se guardiamo le famiglie che spesano in un supermercato o le fanciulle che shoppano nei negozi di scarpe, saltano all'occhio quei meccanismi di acquisto figli di oltre venti secoli di cultura del commercio.
      L'esperienza di acquisto è qualcosa di cui i nostri potenziali utenti non possono fare a meno e la fiducia nel punto vendita è un tassello importante di questa esperienza.

      Molti utenti della rete non trovano nell'e-commerce quelle componenti dell'esperienza di acquisto che costruiscono tale fiducia.

      Certo, la questione della fiducia nel sistema carte di credito è importante, ma di questo dovrebbero occuparsi gli istituti di credito e non i gestori di e-commerce.
      Sottolineo dovrebbero, perchè l'escamotage delle carte prepagate evidenzia il problema anzichè risolverlo.
      Presentando la carta prepagata, infatti, la banca dice ai suoi clienti "Sono perfettamente d'accordo sul fatto che internet non sia un posto sicuro dove fare acquisti, quindi faccio in modo che quando un hacker ti fregherà i soldi, per lo meno non te li fregherà tutti".

      Vediamo invece dove le banche non c'entrano:

      che cosa vuole il cosumatore quando acquista?
      come vuole che sia costruita la sua esperienza?
      cosa genera in lui questa tanto agognata fiducia?

      1) vuole CONOSCERE CHI gli sta vendendo il prodotto
      [indent]**- **importanza del marchio del venditore e della fiducia ad esso legata
      **- **fiducia non necessariamente legata alla notorietà [in questo caso la parola 'marchio' va intesa in senso lato. dopotutto anche il 'panificio della sora Peppina' è un marchio (che spesso genera più fiducia di molti superbrands)]
      **- **esperienza del rapporto umano e creazione di legami interpersonali[/indent]

      2) vuole TOCCARE CON MANO un prodotto prima di acquistarlo
      [indent]**- **importanza della dimensione fisica del prodotto
      **- **possibilità di verificare la presenza di difetti
      **- **esperienza del confronto fisico tra diversi prodotti[/indent]

      3) vuole POSSEDERE SUBITO ciò che ha acquistato (e pagato)
      [indent]**- **importanza della dimensione temporale
      **- **logistica come anello debole dell'e-commerce
      **- **continuità tra esperienza d'acquisto ed esperienza d'uso[/indent]

      Ovviamente vuole anche altro: vuole spendere poco, magari, e vuole prodotti di qualità, ma a queste esigenze l'e-commerce va già incontro, mentre i tre punti qui sopra sono difficilmente affrontabili da chi si occupa di commercio elettronico.

      Ma allora nessuno dovrebbe fare acquisti on line!!?
      Beh, questo non è del tutto esatto. Ognuno di questi punti ha un valore e, a seconda del target o del mercato di riferimento, possono anche perderlo del tutto.
      L'abilità di un markettaro sta non solo nel venire in contro alle esigenze dei consumatori, ma anche nel creare (o distruggere) esigenze affinche i consumatori desiderino proprio ciò che egli vende.

      Faccio due esempi di settori in cui l'e-commerce è cresciuto in maniera significativa proprio grazie ad un sistema di valori 'alterato':

      Il settore turismo-trasporti:
      Settore già citato in questo post che trae vantaggi da un fatto molto semplice:
      Anche nel mondo reale io non posso conoscere il venditore, toccare il prodotto, né possedere subito quello che pago.
      Ecco quindi che i due mondi vengono quasi a combaciare, restando pendente solo la questione delle carte di credito.

      I supermercati on-line
      Anche qui abbiamo una situazione simile:
      C'è un rapporto uomo-uomo molto ridotto nell'acquisto al supermercato (la fiducia è legata al marchio 'puro' e non alle persone) e la consegna è effettuata entro tempi piuttosto brevi. Ecco così risolti i punti 1 (totalmente) e 3 (parzialmente in quanto tempo breve non equivale a tempo zero).
      C'è da dire che non si possono toccare con mano i prodotti, ma se devo acquistare acqua, detersivi e cibo in scatola questo aspetto perde parte della sua importanza.
      Inoltre molti supermercati on-line permettono il pagamento alla consegna, fatto che da un lato risolve totalmente il punto 3 e dall'altro abbatte il muro della sfiducia legata alla carta di credito.

      Concludo (che ho già scritto troppo) passando la palla a voi:

      ci sono altri punti oltre ai tre qui sopra che differenziano l'esperienza d'acquisto on-line da quella off-line?
      quali leve può spingere il web marketing per alterare il sistema di valori dei consumatori a proprio vantaggio?

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    • RE: Google e l'accordo con MySpace

      @sitionweb said:

      @Giorgiotave said:

      Dario, forumista di questo forum, mi accennava dopo il raduno GT per la premiazione dei fattori arcani, che si trovano addirittura i fan di una scarpa precisa della Nike.

      Addirittura :D:D:D

      [url=http://groups.myspace.com/index.cfm?fuseaction=groups.groupProfile&groupID=100127968&Mytoken=FAEB6396-13EB-137E-D70B11C4243C983843538331]eccone uno!!
      lo ammeto, non è quello che mi colpì e di cui parlai a Giorgio (di cui non ricordo il nome)
      questo è un pochino più piccolo.
      comunque se vi ci mettete si trova davvero l'impossibile!

      postato in News Ufficiali da Connect.gt
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    • RE: Ho visto un e-commerce chiuso...

      Parto dallo spunto di rocco.tricarico, ma mi sposto su un piano più biecamente markettaro.
      le due parole-spunto sono ferie e persone alle quali io aggiungo gli utenti.

      Ci sono siti che non possono permettersi di "andare in ferie", per esempio quelli che hanno investito nella dis-umanizzazione del servizio.
      se l'utente si convince che il processo di un e-commerce è automatizzato, troverà assurda l'idea che questo possa chiudere per ferie. se nella percezione dell'utente non ci sono persone, come può il sito andare in ferie?
      Altri e-commerce che non dovrebbero chiudere ad agosto sono i super-e-commerce, i "big" della rete, quelli che agli occhi degli utenti appaiono come un supermercato on-line. dopotutto, se un supermercato manda un pò di gente in ferie a luglio e un pò ad agosto, perchè un super-e-commerce non può fare lo stesso?

      Altri siti però possono anche concedersi una pausa:
      interrompere il servizio nella settimana di ferragosto aggiunge all'e-commerce un pò di umanità, il che può essere sfruttato se si vogliono comunicare valori non tecnologici (come la tradizione o il ritorno alla natura).

      se vendo arace, è ovvio che il mio sito sarà attivo solo nella stagione delle arance [[url=http://www.arancesicilia.it/acquista.htm]clicca qui per un esempio].
      se mi propongo come trasposizione on-line del negozio-sotto-casa l'interruzione del servizio darà al mio utente la percezione che il sito è fatto di persone, aggiungendovi un pizzico di tradizionalità.

      Certo, chiudere per ferie comporta sempre un mancato guadagno, ma se i volumi di vendita potenziali non sono tali da permettere l'assunzione di personale a tempo determinato per la gestione del sito in quel periodo?

      Personalmente credo che supermercati e super-e-commerce debbano restare aperti, mentre botteghe e piccoli e-commerce possono anche permettersi di chiudere.

      La chiusura di un super-e-commerce verrà infatti interpretata dall'utente come un disservizio, mentre la chiusura di un piccolo e-commerce (se comunicata in maniera "furba" e coerente con l'immagine del sito) sarà appunto vista come conseguenza del fatto che l'azienda (di cui il sito è la trasposizione on-line) è comunque fatta da persone.

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    • RE: [Incontri] Aperitivo GT: Milano da bere in compagnia dei forumisti

      @SpiderPanoz said:

      @Fuffissima said:

      Io preferirei un locale facilmente raggiungibile in metro ma dove si possa anche parcheggiare in meno di 30 minuti...
      a milano? impossibile!!!

      L'art factory è a un passo dalla metrò e si può parcheggiare anche senza mettere l'auto in divieto di sosta (cosa difficile in zona sempione-sarpi e quasi impossibile in brera e sui navigli).

      postato in News Ufficiali da Connect.gt
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