Ciao a tutti, innanzitutto. Sono nuovo del forum, mi occupo di informatica dai tempi dell'UNIVAC e del FORTRAN. Ma dopo questa "twitteriana" presentazione passiamo subito all'argomento.
Le indicazioni che Google dà ai propri utenti e webmaster sono talmente lacunose che, per un sistema così impattante sulla vita di molte aziende e mezzi di informazione, credo violino diverse leggi italiane. La storiella dei "link innaturali" mi ha fatto contattare da una simpatica e sconosciuta titolare di un e-commerce che richiede la rimozione del suo link da un mio portale sperimentale... Dall'accaduto sto ravvisando un modo di agire di Google che danneggia l'altrui libertà di operare con lo strumento internet, quasi ad identificare quest'ultimo con Google stessa. Se avete tempo, ma ahinoi, è una risorsa limitatuccia... vi riporto in calce la bozza di un documento che sto preparando, con l'avvertenza che mi rendo conto che suonerà ridicolo, ma odio i colossi che decidono il bello e cattivo tempo perché in grado di operare una sorta di "ricatto" sui fruitori di loro servizi che li stanno (abbastanza meritoriamente, devo dire) arricchendo:
Spett.le Ufficio Legale di Google,
essendo la presente una comunicazione informale, è scritta in prima persona. E' inoltre scritta in italiano giacché si presuppone che un fornitore di servizi internazionale abbia gli strumenti linguistici per operare al meglio nei paesi in cui è presente.
PREMESSA
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l'insieme di strumenti offerti da Google lo ha reso di fatto il leader mondiale che può incidere, con le proprie regole, sull'andamento economico di aziende che operano su internet (e-commerce, siti di informazione, ecc.). Per questo motivo Google deve rispondere delle leggi presenti in ogni signolo paese che raggiunge. Deve inoltre fornire imparzialmente, medesimi mezzi ed opportunità a tutti gli utenti, fermo restando i legittimi servizi a pagamento.
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Personalmente ritengo di appartenere a quelle realtà microscopiche che operano in completa autonomia da Google, giacché interessato esclusivamente alla sperimentazione informatica e ad internet. Tempo fa ho scritto del codice che senza usufruire di ALCUNO dei servizi Google ha creato una cosiddetta "DIRECTORY" che ha la caratteristica di essere no-profit (con oltre 160'000 siti elencati). Questo esperimento probabilmente a breve sarà anche cancellato, ma al momento le leggi democratiche vigenti in Italia non mi vietano di raccogliere con mezzi autonomi dati pubblici su internet e riunirli in un portale. Dati raccolti senza l'utilizzo, si riconferma, di alcuno strumento di Google.
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Le indicazioni di Google su come far evitare ai clienti il declassamento o la scomparsa dal proprio motore di ricerca non forniscono strumenti sufficienti. Le frasi generiche che si trovano in tutte le pagine ufficiali di Google implicano che i webmaster e/o i titolari dei siti conoscano nei minimi dettagli il funzionamento degli algoritmi di posizionamento in Google. Prendiamo solo una di queste avvertenze (ma ne sto preparando molte altre a dimostrazione della mia tesi):
"[...] Se sei preoccupato a causa di un altro sito che contiene un link diretto al tuo sito, ti suggeriamo di contattare il webmaster del sito in questione. Google aggrega e organizza le informazioni pubblicate sul Web; non abbiamo il controllo sui contenuti di queste pagine. [...]"
Come può un webmaster "essere preoccupato" se conosce solo un centinaio di regolette per non offendere il page ranking, ma gli sfuggono migliaia di altre condizioni comprensibili solo con un accurato studio degli algoritmi di Google? Il fatto che Google stesso decida di estrapolare quelle regole che ritiene fondamentali è sicuramente un arbitrio, visto le conseguenze catastrofiche che il posizionamento può avere per alcune aziende.
IL CASO IN ESAME
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La titolare di un e-commerce mi ha chiesto di essere cancellata dal portale di cui al punto 2) perchè ha ricevuto da Google il "classico" avviso di warning relativo a "link innaturali". Google, tuttavia, non elencando gli URL che a proprio opinabile avviso, contengano link innaturali, ha "costretto" la titolare in questione ad una vana ricerca tra migliaia di link. Ella, non sapendo più cosa fare, ha iniziato a chiedere la rimozione dei propri link da vari "blog" e "directory" (blog e directory si intendano al plurale per una regola della nostra grammatica italiana), ivi incluso il mio portale. Le richiesta della utente in questione iniziano peraltro a farsi insistenti e fastidiosette (la comprendo poiché è praticamente costretta a comportarsi così dalle politiche di Google).
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Se Google ha generato un warning e poi lo ha inviato, è ovvio che conosce gli URL che hanno allertato il proprio sistema informatico. Le motivazioni per le quali Google invia questi messaggi senza elencare gli URL che li hanno generati, a mio modesto avviso, suonerebbero ridicoli in una sede giudiziaria: se si accusano dei link innaturali essi vanno elencati apertamente. Se Google non li elenca perché sospetti e non certi, allora si astenga da qualsiasi azione, giacché in Italia si opera (ad esempio si dichiara fallita una società) in base a prove e all'esito di un giudizio, non a sospetti.
CONCLUSIONI
ritengo che dall'accadimento sinteticamente descritto al punto 5) e dalla considerazione al punto 1) Google abbia danneggiato la mia personale libertà di operare sia professionalmente, sia come mero usufruitore di internet, non avvertendo la cliente di cui al punto 5) di quali siano i link per i quali si ravvisa la "innaturalità". Se Google non è in grado di rilevarli automaticamente, allora si astenga dal minacciare gli utenti da declassamenti o rimozioni. Se ravvisa in alcuni URL la presenza di irregolarità, allora elenchi detti URL assumendosi ovviamente le eventuali responsabilità legali delle sue azioni.
Esattamente come Google non elenca gli url a suo avviso irregolari né rende pubblici gli algoritmi le cui regole i webmaster dovrebbero "empaticamente" o "telepaticamente" rispettare, io non fornisco -in questa fase- i riferimenti della utente di cui al punto 5), né dettagli sui software da me sviluppati (rif. punto 2).
Mi riservo pertanto di adire le vie legali Vs questa Società qualora non dovessi ritenere sufficienti le misure e/o le spiegazioni che essa vorrà gentilmente (ed eventualmente) comunicarmi.
Distinti saluti