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    cippol

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    Post creati da cippol

    • RE: Inattività pubblicista

      Ciao
      In teoria se non scrivi articoli l'Ordine può cancellarti. Ma per farlo deve venire a sapere che non scrivi; e poi non è chiaro il parametro cui si attengono.
      Tieni conto ceh sono validi come articoli anche cartelle stampa e prestazioni tipo agenzia stampa.
      Quindi puoi tranquillamente stare così come sei.
      Il problema secondo me è un altro: ma a che ti serve essere iscritta all'Ordine se non eserciti? Se sei scritta all'INPGI, che è la cassa giornalisti, ti avrebbero già chiesto i ciontributi. Ma se non lo sei, non tichiedono controbuti ma neppure hai diritto alla pensione da giornalista.

      Quindi valuta se per il futuro vorrai ancora esercitare o no. In caso affermativo continua a pagare l'iscrizione annuale e magari scrivi qualcosa, anche gratuitamente per qualche testata on line, purché risulti che l'erticolo è tuo.

      Un consiglio. qualche folle vuole abolire l'Ordine dei giornalisti. Aspetta a vedere cosa succede. Se non ti agiti non viene a cercarti nessuno.

      Auguroni

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      C
      cippol
    • RE: Come aprire un settimanale o periodico

      Ciao
      Visto che non ti ha risposto nessuno lo faccio io.
      cerco di riepilogare.

      1. iscrizione della testata al tribunale; serve l'indicazione di un direttore responsabile che deve essere, per legge, un giornalista iscritto all'albo (non importa se professionista o pubblicista), indicazione dell'editore nonché indicazione della periodicità della testata (o quotidiano o settimanale o mensile ecc.)
      2. apertura della PI e iscrizione alla Camera di Commercio come impresa (che è in pratica l'editore)
      3. iscrizione al ROC (registro degli operatori di comunicazione)

      Questo in breve.
      Direi che è abbastanza un macello, ma non più di tanto. L'obbligo di essere impresa iscritta anche al ROC è per via della pubblicità, cioè per il fatto che la testata ha dei proventi derivanti dalla vendita di spazi pubblicitari.
      Il vantaggio è che si possono chiedere sovvenzioni, come fanno appunto tutte le testate.

      Tieni conto che poi serve un'organizzazione non indifferente non tanto per scrivere la pubblicazione quanto per la stampa e la distribuzione, che è una faccenda rognosa,
      Poi ogni volta che la pubblicazione sta per uscire bisogna richiesdere il codice ISSN (International Standard Serial Number) che è il numero internazionale che identifica pubblicazioni in serie.
      Una volta stampato ne vanno inviate copie a diverse autorità che non ricordo neppure, perdonami.

      Poi c'è anche la faccenda dei collaboratori della testata, e lì la faccenda è intricata persino per gli addetti perché ultimamente le leggi sono state modificate più volte.

      Trovi le informazioni sul sito dell'associazione degli editori (AIE), sul sito di Franco Abruzzo e su vari altri che non ti elenco ne parla chiunque del mestiere).

      Buona fortuna!

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      C
      cippol
    • RE: Problematiche fiscali sulla gestione di un sito

      Nel link che ti avevo dato c'è appunto il decreto recente:
      MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE, DECRETO 17 Settembre 2007, n. 186
      All'Art.1, 2a si precisa che l'ufficio competente è AAMS, il Ministero dell'economia e delle finanze - Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.
      Io credo che tu dovresti rivolgerti a loro innanzitutto per capire se il tuo caso rientra in questa norma (mi pare di sì, ad occhio) e soprattutto per richiedere la modulistica.
      Il sito dei monopoli è wwwDOTaamsDOTit (attento al link che continuo a non poter inserire correttamente). Nel menu trovi il link Giochi di abilità. Parti da lì e vedi se puoi cominciare a raccogliere informazioni utili.

      Magari è più semplice del previsto. Di difficile credo ci sia solo la parte burocratica e probabilmente quella fiscale, che più che difficile sarà onerosa, almeno con l'attuale situazione.

      Ciao

      postato in Consulenza Fiscale
      C
      cippol
    • RE: Problematiche fiscali sulla gestione di un sito

      Scusa se non ti ho risposto prima ma mi ero presa dal lavoro.
      Se cerchi su google D.p.r. 430/2001 trovi la normativa in PDF.
      All'articol 4 punto 1 viene specificato che non sono considerati premi quelli in denaro, i titoli e varie amenità.
      Tra l'altro si fa riferimento al codice civile e qui io mi perdo perché ogni dpr, legge e articolo in genere ne richiama altri e chissà se basta una vita a rintracciare tutto.
      Posso solo dirti che qualsiasi premio è soggetto a IVA e per logica il denaro non può esserlo, quindi non vale come premio.
      Lo Stato se ne frega se il gioco è gratuito, anzi impone che lo sia; mentre il lotto, per es. non è gratuito: paghi e giochi. Credo che alla fine il bandolo della matassa si risolva in questo.
      Ciao

      postato in Consulenza Fiscale
      C
      cippol
    • RE: Problematiche fiscali sulla gestione di un sito

      Scusa se rispondo solo adesso ma sono rimasta senza connessione per 3 giorni!
      In pratica l'articolo che tu citi conferma quanto dico. Sono i monopoli di stato (che nell'articolo di legge viene indicato con la sigla AAMS) che gestiscono il gioco. A quanto leggo chi realizza il gioco (tu) deve fornire tutto quanto previsto dalla norma all'AAMS che valuta ed eventualmente autorizza. In caso affermativo chi organizza il gioco diventa concessionario (nella norma è ripetutto continuamente) e la gestione economica, se la volgiamo chiamare così, è gestita dai monopoli Leggi bene gli articoli 12 e 13 e magari anche i seguenti. Tra l'altro serve un'autorizzazione per ogni gioco. Persino il premio inn denaro è fissato dai monopoli.
      Se intendi fare questo, il decreto lo consente. Se invece intendi fare una cosa per tuo conto la legge non te lo consente perché entra in concorrenza con i monopoli.
      Infine, qualsiasi legge non italiana (quella francese per es. che tra l'altro non rispetta neppure le direttive comunitarie in merito ai concorsi) non ha valore in Italia, com'è ovvio.

      Se c'è qualche avvocato che sa decifrare meglio il decreto, il testo integrale è alla pagina wwwDOTaltalexDOTcom/index.php?idnot=38995

      Io non sono avvocato ma se vi fosse stata una legge che consente di realizzare giochi con premi in denaro fuori dal controllo del monopolio l'avrei saputo di certo. Però posso sempre sbagliarmi.

      In bocca al...monopolio!

      postato in Consulenza Fiscale
      C
      cippol
    • RE: aiutatemi problema pagamenti per prestazione occasionale

      Ciao
      siccome nella vita sono passata attraverso tutti i gioghi (compreso l'impiego pubblico) posso dirti che il tuo caso ha evidentemente queste caratteristiche:

      1. contratto che vorrebbe essere tipo co.co.pro perché corrisposto su base del calcolo dei giorni lavorativi in un mese (e non a cifra fissa) ma ovviamente il contratto non è regolare perché manccano parametri, ovvero cifra lorda complessiva per il periodo totale di lavoro e altre cose;
      2. non sarebbe regolare neppure se fosse per una collaborazione co.co.co, primo perché la collaborazione si protrae, secondo perché mancante dei parametri quali appunto il compenso lordo
      3. se andavi al lavoro in giorni e orari prefissati, anche s enon tutti i gioni (in tal caso si verifica un part time) si tratta di lavoro dipendente perché subordinato
      4. ci sono tutti gli estremi per una vertenza pero qui ti dico cosa sta capitando a me:

      a) il datore di lavoro (che mai ha prodotto un contratto e, seppure pagandomi regolarmente, non ha effettuato corrette ritenute) non ha mai risposto all'avvocato (il mio, che per grazia divina non pago perché è il mio compagno)

      b) il datore di lavoro non si è presentato quando siamo stati convocati all'Ispettorato del lavoro; io sono stata interrogata (ero già stata ad un primo incontro negli uffici con l'avvocato) e tutto è passato al vaglio dell'ispettorato

      c) al momento non abbiamo ancora notizie dall'ispettorato; appena le avremo passaremo all'attacco con una causa di lavoro in tribunale.
      Tempo occorrente: fino ad ora 2 anni.

      Se dovessi pagare l'avvocato avrei rinunciato. Il danno è stato di 3mila euro che forse riuscirò a recuperare. Ma ovviamente se dovessi sostenere spese non ne varrebbe la pena.

      Prova con i sindacati ma non aspettarti troppo da loro: non sono tanto grintosi (e alle volte neppure competenti). Prova, perché almeno hai la soddisfazione di mandargli un'ispezione.
      Se può consolarti di tutte le cause di lavoro delle quali sono a conoscenza mi risulta che il datore di lavoro abbia sempre perso e pagato.

      Ciao
      :gthi:

      PS: ma benedetti ragazzi, leggeteli questi maledetti contratti!

      postato in Consulenza Fiscale
      C
      cippol
    • RE: Cosa devo fare per essere in regola con la mia attività?

      Non rientro in questo caso di notizie. La mia è una informazione un pò "strana" difficile da spiegare... ma non c'entra nulla il giornalismo..
      Dici? Guarda che tutto il pubblicabile è soggetto alla normativa, specie se si tratta di notizie.
      Ti consiglio di leggere questo articolo:
      mcreporter.info (directory stampa, file amonti55.htm)
      e
      mcreporter.info (directory stampa, file obbligo.htm)
      contratto a progetto a loro carico sarebbe anche una questione che non penso riescano ad accettare..
      Attento! So di gente cui è stato proposto di lavorare in nero. Potrebbe essere questo il motivo per cui vogliono che ti intesti tu tutto; così poi non puoi neppure fargli causa di lavoro.
      mi devo rassegnare insomma, se proprio sarà dovrò aprire questa partita IVA e guadagnare la metà di quello che prendo perchè il resto se ne va in tasse.. (sempre se non mi torni utile il regime agevolato..)
      Se vuoi metterci la pubblicità non basta: devi anche iscriverti al registro delle imprese.
      Io sono in regime agevolato con P. IVA come Consulente informatico in regime agevolato per 3 anni; dopodiché chiudo baracca. Ho la fortuna di avere per le mani 3 professioni e successivamente deciderò se praticare la seconda o la terza (ma in realtà le pratico sempre tutte e tre, solo che quella in corso è prevalente rispetto alle altre).
      visto che abbiamo toccato il punto della "privacy" in un certo senso con gli editori...
      come mi devo comportare con i dati che potranno riguardare anche persone messe in ballo senza un consenso?
      Nel senso, posso mettere magari il nome di un attore o una sua foto senza problemi oppure devo chiedere qualche autorizzazione?
      Oppure se volessi mettere una canzoncina di sfondo?
      Insomma alla fine per un sito internet serve pure l'avvocato?!??
      Ecco, qui siamo proprio messi malissimo per via non solo della privacy (che già in Italia ci fa impazzire) ma anche per la questione del reato di diffamazione.
      Per pubblicare una foto devi avere consenso scritto; per citare un nome in pratica anche, benché ci siano alcuni casi che non prevedono autorizzazione preventiva. I giornalisti non hanno questo problema per via del diritto di cronaca. Ma hanno il problema del diritto di critica. Che potrebbe sfociare nel reato di diffamazione a mezzo stampa. Pe i semplici mortali questo diventa semplice (!!!) reato di diffamazione.
      Per semplificare ti do alcuni link utilissimi:
      francoabruzzoDOTit (l'eccelso): tra le altre cose è anche docente di Diritto dell'informazione
      mcreporter.info
      difesadellinformazioneDOTcom
      odgDOTmiDOTit di questo guardati coa c'è scritto nel footer: illuminante!
      Ciao
      (attento ai link Non posso pubblicarli corretti)

      postato in Consulenza Fiscale
      C
      cippol
    • RE: Cosa devo fare per essere in regola con la mia attività?

      Ad un certo punto hai scritto
      "In pratica io devo realizzarlo per un ente pubblico diciamo che mi paga e poi lo gestisco io, quindi gli inserzionisti pagano me.
      E' un sito di informazione."
      Ed hai psecificato che il dominio è intestato a te.

      Un sito di informazione di che tipo? Perché se si tratta di una pubblicazione periodica (ipotesi: metti news tutti i giorni e il resto lo aggiorni ogni tanto) rientra nella categoria editoriale e ci vuole 1) editore (che deve essere per forza il tuo cliente) 2) direttore responsabile, giornalista iscritto all'albo (e non credo tu lo sia) 3) più l'indicazione dello stampatore che nel caso di un sito è il MNT.
      Possonon no essere giornalisti i direttori responsabili di alcuni tipi particolari di pubblicazioni, come quelle rigorosamente scientifiche e tecniche.

      Ma anche se l'informazione fosse non periodica (quindi niente obbligo di reg. al tribunale ecc.) ci deve essere un editore e quindi il dominio deve essere intestato all'ente committente. C'è la responsabilità personale riguardo all'uso dei domini. Ti sconsiglio di accollarti questa rogna.

      Invece la strada migliore dovrebbe essere: contratto a progetto (per ora annuale) e poi ti organizzi con P. IVA. Il progetto è appunto la realizzazione e il mantenimento del sito; la parte pubblicitaria se la smazza il committente, nel senso che tu gestisci i contatti ma loro incassano.

      L'alternativa (ma non credo possano accettare) è quella di costituire con loro un'associazione culturale il cui scopo è quello di divulgare quello che loro vogliono divulgare (a saperlo sarei più precisa).

      Attenzione perché gli enti pubblici non sono fra i clienti migliori per chi è alle prime armi e senza pelo sullo stomaco.

      In bocca al lupo

      PS: come ho già scritto nella mia prima risposta in questo forum, sono giornalisa (e non solo) per cui sufficientemente attendibile. Mi scuso per le imprecisioni e le vaghezze dovute al fatto che quest questioni sono molto complesse. Cerco di riassumere in modo che si comprenda.

      postato in Consulenza Fiscale
      C
      cippol
    • RE: Problematiche fiscali sulla gestione di un sito

      Ciao a tutti.
      Mi sono iscritta al forum perché mi sono resa conto che potrei dare un piccolo contributo che qui manca.

      Riguardo al caso di iosweb il probelma è a monte. Per lo Stato Italiano non possono essere considerati concorsi a premi quelle attività che si pongono in concorrenza con il monopolio statale, il quale è l'unico che può elargire premi in denaro.
      La legge sulle manifetsazioni promozionali (compresi i concorsi) ci dice ancora parecchie cosette interessanti. Per il momento non vi posso fornire l'indicazione del decreto legge perché sono a letto malata (meno male che ho un portatile), ma appena posso vi posto l'informazione.

      Quindi consiglio al nostro amico innanzitutto di rinuciare a elargire premi in denaro (siamo sul penale e non si shcerza) e casomai di convertire l'idea in una più sana, ovvero utilizzare premi messi a disposizione degli sponsor.
      Attenzione anche qui, però, perché c'è l'obbligo di legge di indicare il promotore, scopo, periodo, meccanica er vaire altre cose relative al concorso. Capirete perché i promotori si rivolgono ad agenzie specializzate: il fai-da-te è rischioso.

      Preciso che sono giornalista e programmatore web (ma anche altro che qui non trova collocazione). In particolare scrivo una rubrica su una rivista di settore e vado a scovare proprio i concorsi on line, bacchettando quelli non a norma; quelli con premi in denaro non vengono neppure recensiti perché fuorilegge.

      Spero di aver contribuito non tanto al morale del nostro amico ma almeno a evitargli di mettersi nei guai.

      postato in Consulenza Fiscale
      C
      cippol